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Eredità dell'Impressionismo 1900-1945
La realtà interiore
Roma,
Palazzo delle Esposizioni
Veronica Caliendo
ISSN 1127-4883     BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 11 luglio 2000, n.38 (9 febbraio 1995)
http://www.bta.it/txt/a0/00/bta00038.html
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La mostra che espone quadri dalla fine del 1900 al dopoguerra,ha l'intento di evidenziare una sorta di filo conduttore tra l'impressionismo ed alcuni artisti del 1900.

Attraverso un cammino che ci permette di osservare opere di autori di diverse nazioni europee e non (contraddistinte per colori) quali: Francia, Italia, Inghilterra, Germania, Norvegia, Svizzera, Belgio e Stati Uniti, si tenta una lettura complessiva di una "corrente sotterranea" di artisti che rifiutando i formalismi delle avanguardie, ne proposero un'alternativa tramite una ricerca di un più sereno equilibrio.

Il percorso proposto permette allo spettatore attento di riscattare questi artisti dall'etichetta di nostalgici pittori dell'Ottocento, e di inserirli nella sensibilità novecentesca.

I paesaggi, gli interni e i ritratti vogliono indagare introspettivamente le sensazioni ed emozioni dell'animo, inserendosi anacronisticamente in un contesto storico-artistico dominato dal dinamismo futurista, dalla continua ricerca e analisi futurista, dagli accesi cromatismi di Matisse e dall'avvicinamento, sempre più palese al meccanicismo industriale.

Il nostro viaggio comincia in Francia patria dell'Impressionismo (è infatti esposta una versione delle ninfee di Monet) e dei NABIS, dove oltre ad alcune tele di P.A. Renoir, Roussel, M. Denis, Utrillo e Vallotton, possiamo vedere accostati i toni sfolgoranti dei paessaggi e nudi di donna di Bonnard (si veda Nudo allo specchio) alle scene più borghesi e dai toni più spenti di Vuillard (si veda la lettura).

La sala dedicata ai pittori francesi è sicuramente la più suggestiva e ricca di capolavori, ciò non nega, però, l'interesse verso una ricerca intimista degli altri pittori.

Proseguendo il cammino, infatti, si attraversa l'Italia nella sua ricerca anti-accademica di interiorità e introspezione psicologica con quadri di Michetti, Boldini, Sartorio, Chini e De Pisis. L'Inghilterra e il Belgio, ci offrono tele poco entusiasmanti, ma interessanti per i luminosi ritratti di vita cittadina. In Austria troviamo Klimt nell' ultimo periodo della sua vita convertito a colori e pennellate più libere.

Lo stesso cambiamento si può notare in due quadri di Munch, che dopo la crisi nervosa del 1908 tornò in Norvegia dove la linea si distese, il colore divenne più luminoso e i quadri aquistarono una maggiore fluidità pittorica.

Gli Stati Uniti chiudono miseramente una mostra che vuole rivalutare il tentativo di continuità e superamento dell' Impressionismo da parte di artisti che propio nel loro isolamento astorico esprimono la precarietà del loro tempo esistenziale.

15/12/1994-28/2/1995 Palazzo delle Esposizioni, Roma, Via Nazionale
orario 10.00-21.00 (chiuso il martedì)

Con lo stesso biglietto (lire 12000 o 6000 ridotto per studenti) è
possibile visitare le altre mostre del palazzo.



	
 

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