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Luca Patella Roma,
Museo Laboratorio di Arte Contemporanea
Laura D'Andria
ISSN 1127-4883     BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 11 luglio 2000, n. 41 (23 novembre 1994)
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Luca Patella nasce a Roma alla fine degli anni trenta. La sua formazione riceve molti stimoli grazie alla mobilità della famiglia che vive a Napoli, Livorno, Milano, Roma, Siena, Montepulciano, luogo, quest'ultimo, frequentato da pittori, scrittori e musicofili.

Il padre, ingegnere e scienziato umanista, influenza la creatività di Luca sin dalla prima età e la madre lo introduce alla cultura francese.

Negli anni cinquanta Luca è a Roma dove porta a termine gli studi liceali classici; successivamente si trasferisce con la famiglia in Uruguay, a Montevideo, dove intraprende e porta a termine studi universitari di "Chimica strutturale".

Tornato a Roma dopo un viaggio attraverso i musei d'Europa, approfondisce lo studio della storia dell'arte dai primitivi senesi fino alle avanguardie, conseguendo un titolo per l'insegnamento di materie artistiche.

Per la sua formazione artistica Patella sperimenta varie tecniche pittoriche come l'incisione, il disegno, l'acquerello; elabora anche tecniche sperimentali come "l'acquaforte fotografica a colori simultanei su unica lastra".

Patella approfondisce anche studi psicoanalitici, accostandosi soprattutto agli scritti di Jung, ma anche ad opposte tendenze (Adler, Sullivan, Freud, Lacan); Luca intende la psicoanalisi anche come conoscenza culturale che va ad integrarsi con il suo lavoro.

Importanti per il suo cambiamento espressivo sono gli anni 1964-65, quando Luca assume da pioniere i media fotografici e filmici studiandoli e "ri-scattandoli" dalla normalizzazione massmediale; e accostandosi ad essi come a un altro campo semiologico da sperimentare per giungere ad una individuale invenzione tecnica. Nel 1966 realizza una mostra-proiezione di films e diapositive che denomina "Senza Peso", gli stessi lavori sono portati a Venezia dove è invitato alla "Biennale Internazionale d'Arte" nel '66; nel 1967 è premiato alla "Biennale di Parigi"; nel 1968 tiene una personale all'"Attico".

Negli anni Settanta Luca sperimenta un nuovo campo di approfondimento della conoscenza accostandosi al testo narrativo-linguistico o poetico, al testo scientifico, al saggio, lasciandoci scritti come "Io sono qui", "Muri e alberi parlanti", scritti che spesso interagiscono e dialettizzano con le opere.

Patella non costringe la sua arte nella semplice ricerca ed evoluzione di uno stile, di un'unica matrice "risolutiva-ripetibile", la sua analisi procede attraverso una pluralità di mezzi e di linguaggi, che dopo essere stati studiati e praticati fino in fondo, vengono accantonati ("scantonati") in favore di una ricerca e di un apprendimento continui.

L'originalità di questo artista non sta solo nei molteplici mezzi usati per la sua ricerca o nello studio di segni attraverso i quali avviene la comunicazione, ma soprattutto nella valenza psichica, mentale e culturale che egli imprime alla sua analisi.

La raccolta di opere più significative del Patella si intitola "DEN & DUCH dis-enameled" (DENis Diderot & Marcel DUCHamp sverniciati); più di trecento opere, esposte presso il "MUHKA museum" di Antwerpen nel 1990, spiegano (e "ri-velano") il lavoro di analisi psichica che l'artista svolge, "sverniciando" l'inconscio di DUCH attraverso le sue opere e soprattutto tramite la grande invenzione linguistica duchampiana dei "ready-made".

La mostra al "Museo Laboratorio di Arte Contemporanea", presso l'Università di Roma "La Sapienza", presenta una nuova versione dei "Letti proiettivi" di origine duchampiana: un "Letto Wrong" e un "Letto Right". L'opera presa in esame è una piccola targa pubblicitaria sulla quale Duchamp ha operato limitate modifiche: nell'immagine, intitolata "Apollinère enameled" (originariamente una pubblicità di vernici), compare un letto dove un corrente non arriva a toccare il suo montante, ma è inchiodato al montante errato, passando così in diagonale nel letto; il riguardante non si accorgerà di tale errore collocandosi in un unico punto di osservazione, lo "Stand here, and look at the Bed".

Il secondo errore individuato da Patella è cromatico, infatti le stecche delle due spalliere rispecchiano le quattro "Funzioni psichiche" associabili, secondo Jung a quattro colori: azzurro, rosso (sentimento, Funzione inconscia), verde e giallo (intuizione, Funzione seminconscia). Nella colorazione del Letto la tonalità mancante è il giallo e al suo posto compare un violaceo, colore scuro e somma dei colori presenti nel letto.

Nell'immagine duchampiana in basso a sinistra compare la scritta "[from] Marcel Duchamp 1916-1917"; Patella interpreta quel "[from]" come un tentativo di "sverniciare", tirare fuori quel sentimento proprio dei poeti (come Apollinaire), una ricerca inconscia che arrivi a comprendere la totalità.

Accanto al Letto c'è una bambina che sta verniciando un pomello di bianco con in mano un secchiello giallo (il colore mancante) e rosso (Funzione inconscia).

Questa azione verrebbe a spiegare la frase scritta in basso a sinistra: "any act red by her ten or epergne", traducibile in "ogni atto rosso di lei (la bambina: l'Inconscio) dieci o centrotavola, ovverosia: qualsiasi spinta dell'Inconscio arriva nel centro, alla totalità.

Patella riporta gli "errori" nel "Letto Wrong", mentre il "Letto Right" si presenta con la giusta cromia, quindi con i colori associabili alle quattro "Funzioni psichiche" junghiane.

Tale interpretazione è spiegata da Patella tramite l'"animazione digitale", una sequenza di immagini che spiegano il suo studio psicoanalitico, intervallato dalla sempre presente ironia dell'artista.

Patella ha esposto le sue opere e invenzioni a Roma, Torino, New York, Philadelphia, Tokio, Sao Paulo, Parigi, Londra, Liverpool, Mannhein, Dortmund, Humlebaeck, L'Aia, Bruxelles, Antwerpen, Ginevra, Berna, Vienna e partecipa a cinque edizioni della "Biennale Internazionale d'Arte di Venezia".

Le sue opere si trovano in collezioni di musei, quali: lo "Stedelijk Museum" di Amsterdam, il "MoMA" di New York, la "Bibliotèque Nationale" di Parigi, la "Polaroid Corporation" di Boston, e la "Galleria Nazionale d'Arte Moderna" di Roma.



	
 

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