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La casa di Santa Marta in Vaticano  
Comunicato Stampa di Italia Nostra sezione di Roma
ISSN 1127-4883     BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 11 luglio 2000, n. 45 (2 marzo 1994)
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ITALIA NOSTRA
ASSOCIAZIONE NAZIONALE
PER LA TUTELA DEL PATRIMONIO
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SEZIONE ROMANA
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Nel febbraio 1992, in via della Stazione Vaticana, lungo la cinta perimetrale delle mura, sorge un cantiere. Poco dopo, sopra la casa di Santa Marta, edificio che sorge dentro lo Stato Vaticano, compare, in tubi metallici e tavole di legno, la simulazione di un manufatto.

In questo momento si chiarisce quanto stà accadendo. La Casa di Santa Marta viene demolita per fare posto ad nuovo edificio con una cubatura ed una altezza molto superiore al precedente.

La Sezione Romana di Italia Nostra lancia il primo allarme. Infatti, solo da Porta Cavalleggeri in corrispondenza della casa di Santa Marta, che non emerge dalle Mura Vaticane se non per una piccola parte, esiste oggi l'unico punto di visuale della Fabbrica Michelangiolesca nella sua integrità formale di abside, attico, tamburo, e cupola. La costruzione del nuovo edificio oscurerà per sempre uno dei capolavori dell'umanità lasciando visibile solo la Cupola di San Pietro.

All'appello lanciato da Italia Nostra aderiscono numerosi intellettuali. Carlo Giulio Argan, impegna i suoi ultimi mesi nel tentativo di evitare questa edificazione.

La Facolta di Architettura dell'Università di Roma La Sapienza, organizza un convegno che Argan avrebbe dovuto presiedere, se non fosse mancato il giorno prima, al quale rispondono molte facoltà di Architettura Italiane. Con insistenza il mondo culturale ribadisce che il nuovo edificio, più alto del precedente di 4,25 mt., procurerà un danno gravissimo al patrimonio architettonico internazionale annullando la visuale della Fabbrica di Michelangelo.

A questa preoccupazione il Vaticano risponde con dichiarazioni che rendiamo note.

1) 19 Marzo 1992 Francesco Guariglia, Ministro Plenipotenziario del Cerimoniale Diplomatico della Repubblica, in una lettera indirizzata ad Antonio Gerace, e mai resa pubblica dichiara: ..."in relazione a quanto precede, il segretario per i rapporti con gli Stati ( in sostanza, ministro degli esteri della Santa Sede) Monsignor Tauran, nel ribadire che la costruzione dell'edificio in parola è contenuta nell'ambito della citta del Vaticano e non supererà l'altezza della costruzione già esistente, ha formulato alla nostra Rappresentanza Diplomatica le seguenti precisazioni, con preghiera di volerla sottoporre alle competenti autorità del Comune di Roma:...."

2) 19 novembre 1992 Il Ministro Colombo rispondendo all'interrogazione presentata in parlamento dai deputati Scalia, Turroni, Pratesi, Biondi, Galasso, Giuntella, Ingrao, Nicolini, Testa, Filippini, Poggiolini, Mattioli, Paissan e Costa ha dichiarato tra l'altro: "l'altezza del nuovo edificio (di Santa Marta) è stata considerata in modo che l'ingombro non crei diaframmi alla visibilità della Cupola, del tamburo e di parte dell'abside della Basilica Vaticana dai punti di osservazione adiacenti". Ed ancora: "Non vi saranno variazioni circa la visibilità della Cupola di San Pietro, non solo per quanto riguarda i luoghi prospettici dai quali si ammira il panorama urbano di Roma, ma anche dai numerosi punti di vista prossimi alla Basilica Vaticana sia nella città del Vaticano, sia fuori di essa".

3) Febbraio 1993 Ernesto Gallina, Arcivescovo Nunzio Apostolico Delegato per le Organizzazioni Internazionali Governative, nell'articolo pubblicato dall'Osservatore Romano dichiara: "... la Segreteria di Stato fornì le seguenti precisazioni:

- Il nuovo edificio risulterà più basso di entrambi i palazzi già esistenti (Palazzo San Carlo e parte anteriore dell'Ospizio Santa Marta), trà i quali si troverà inserito.

- La nuova costruzione è stata progettata tenendo conto del suo contesto artistico e monumentale

- La visiblità della Cupola e della Basilica di San Pietro non sarà affatto turbata, anche perchè il nuovo edificio non sarà visibile dall'esterno. ..... Queste costruzioni avranno cinque piani, ossia due in più dell'immoble precedenta, ma superiori in altezza di soli quattro metri e non ostruiranno la vista della cupola.." Ribadiamo che il problema non è mai stato la cupola.

4) Nel novembre del 93 la rivista "30 Giorni" e il Messaggero, tornano sull'argomento fornendo gli unici dati approssimativi e gli unici disegni disponibili a tutt'oggi. Nell'articolo "30 Giorni" è pubblicato, tra l'altro quanto segue: "....Si sta sviluppando, secondo indiscrezioni filtrate dagli Usa, in un area di circa duemila metri quadri (superficie del piano terra), mentre i piani superiori potranno contare su una superficie di millesettecento metri quadri. Sono previsti cinque piani, più un piano seminterrato e uno completamente interrato. Le stanze in totale saranno centotrenta (26 per piano) esclusi seminterato e interrato..." A proposito dell'allarme sucitato nel mondo culturale si afferma....."Il progetto messo a punto dagli americani è stato "aggiustato" affinchè ciò non avvenga: è stato infatti tolto dal progetto iniziale uno dei piani superiori ed è stato aggiunto il seminterrato. La Cupola più famosa del mondo resterà perciò ben visibile anche a costruzione ultimata....." Se Monsignor Gallina ha dichiarato nel febraio del 93 -Osservatore Romano- che l'edificio è di cinque piani quale piano è stato tolto?)

Dopo aver preso atto delle contraddizioni che emergono nelle varie dichiarazioni citate, Italia Nostra ed il dipartimento di Progettazione Architettonica e Urbana della facoltà di Architettura hanno simulato un'ipotesi progettuale utilizzando i dati e le notizie apparse su "30 Giorni" e su "Il Messaggero". La simulazione chiarisce in modo chiaro che tutte le preoccupazioni espresse tenacemente per più di due anni consecutivi hanno un reale fondamento.

Infatti, dai dati elaborati appare quanto segue:
-il nuovo edificio è un parallelepipedo di 33.000 metri cubi circa
-si erge per almeno 20 metri di altezza
-ha una lunghezza di più di 60 metri.
Vicino alla porta l'edificio è tangente le mura per discostarsene all'estremità opposta di nove, dieci metri circa. Non c'è quella distanza dalle mura dichiarate dagli organi Vaticani che possa migliorare la visuale in prospettiva. Quindi il nuovo manufatto sembra torreggiare sulle mura Vaticane di almeno due piani in prossimità della porta per arrivare a tre piani fuori dalle mura all'altra estremità (questo perchè le mura sono inclinate).

Appare vero che i quattro metri e venticinque di elevazione rispetto all'abbattuta casa di Santa Marta oscureranno per sempre la Fabbrica Michelangiolesca.

Quella Fabbrica che ancora oggi il mondo può ammirare nella sua unità di abside, attico tamburo, tamburo e cupola unicamente da questo punto.

In base ai dati che sono emersi ed alla simulazione realizzata la Sezione Romana di Italia Nostra manifesta stupore e perplessità per dichiarazioni tanto contradditorie che il Vaticano in varie forme ha espresso. Ciede perciò: allo Stato Vaticano -di rendere pubblico e discutere un progetto tanto preoccupante
-di individuare soluzioni alternative non lesive della visibilità di un patrimonio architettonico così straordinario , se le tesi che l'Associazione sostiene ritiene reali;

al Governo Italiano: -di aprire un confronto diretto con la Santa Sede,
-di prendere atto del progetto,
-di opporsi ad un edificio che oscuri la Fabbrica di Michelangelo
-di istituire una commissione bilaterale di esperti internazionali che valuti l'impatto del progetto per il rispetto dell'art.9 della Costituzione Italiana

è ben vero -come Cederna scrive su Repubblica-28 giugno 92- che il trattato del '29 conferisce alla Santa Sede "esclusiva ed assoluta potestà e giurisdizione sovrana" sulla Citta del Vaticano: ma è altrettanto indiscutibile che Vaticano e Stato Italiano hanno un rapporto d'intima integrazione nel tessuto storico ed urbanistico di Roma per cui S.Pietro costituisce l'elemento dominante ed unificante dell'immagine urbana e del paesaggio romano. ... Poichè il paesaggio non conosce confine nè frontiere, qualunque schermo che alla basilica venisse realizzato, esso non esaurirebbe i suoi effetti negativi nell'ambito dello Stato Vaticano, ma costituirebbe una grave lesione di un valore costituzionalmente protetto dallo Stato Italiano.



	
 

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