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Jean Stein, George Plimpton Edie,
Una biografia americana
Sperling editore
Daniele Cassandro
ISSN 1127-4883     BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 11 luglio 2000, n. 62 (8 marzo 1995)
http://www.bta.it/txt/a0/00/bta00062.html
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Area Libri

Questa non è la biografia di un artista, e forse neanche di una persona: è la biografia di un'opera d'arte vivente. Edie Sedgwick, una ragazza bellissima, nata nel 1943 da una aristocratica famiglia Wasp americana è stata, nel corso della sua breve vita l'incarnazione della New York degli anni Sessanta, dell'eccesso, del divertimento e della pop art. È stata descritta come l'alter ego femminile di Andy Warhol, ma era molto di più: era l'emanazione dell'idea warholiana di arte.

Una cosa carina, elegante, colorata, forse un po' sciocca, di durata breve ma di sicuro effetto. Edie era la pop-art: appena uscita, brillante debuttante, è apparsa su tutti i giornali, ha ispirato canzoni, abiti e film; si è rapidamente consumata, fino a morire, già dimenticata nel 1971, soffocata nel proprio vomito.

Una nullità, una ragazzina viziata priva di carattere, un'anoressica, una drogata, una ninfomane, un bluff , priva di talento e di cutura ma allo stesso tempo diva, attrice, ballerina... in una parola una superstar, anzi la superstar. Il libro non riporta la vita di Edie in modo continuo, ma raccoglie migliaia di testimonianze staccate che si riuniscono come le tessere di un mosaico. Della Sedgwick hanno parlato tutti: John Cage, Truman Capote, Patti Smith, Lou Reed, Bob Dylan, Gregory Corso, Allen Ginsberg, Jasper Jones, Roy Lichtenstein, Norman Mailer, George Segal, Gore Vidal e ovviamente Andy Warhol. Insieme alle figure più in vista, nel libro figurano migliaia di comparse, i nani e le ballerine che affollavano quel caravanserraglio che era la Factory: Il dottor Roberts, il medico che "rimetteva in moto il cuore della gente favolosa" grazie a iniezioni "magiche"; le ricche e "strafatte" sorelle Berlin, il tenebroso pornoattore Joe D'Alessandro, il travestito Candy Darling che muore per un'overdose di ormoni adulterati. E tutta una pletora di gente "creativa", "intensa" e "favolosa" che non dorme mai e ingurgita pillole, straparlando difronte all'occhio freddo della cinepresa di Andy Warhol. Spesso nel corso della lettura di questo libro ho avuto la sensazione di trovarmi di fronte ad un "libraccio", un facile concentrato di sensazionalismi e di morbosità; eppure non è strano che un libro "cheap" come questo, pubblicato in Italia all'interno di una collana specializzata in narrativa erotica, sia il mezzo più adatto per avvicinarsi alla pop-art. È warholiano il concetto stesso di questo volume: non una trattazione organica, bensì una folla di celebrità, di stelle e stelline che parlano in libertà di Edie, dell'arte, di New York ma sopratutto di sè.

Il grande, disordinato affresco che emerge da queste quattrocento pagine è la cronaca di un periodo e di tutta una cultura. Una cultura che nasceva come positva e liberatoria ma che conteneva in sè i germi del disfacimento e del disinganno dei due decenni successivi.

Sperling paperback 1994, pp. 448



	
 

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