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Per un tessuto connettivo Viterbo, Facoltà dei Beni Culturali
Arte On line / Abstract Workshop 17 maggio 1995

Roberto Menin Ricercatore di Lingua e Letteratura Tedesca Università della Tuscia
ISSN 1127-4883     BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 11 luglio 2000, n. 84 (17 maggio 1995)
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La sensazione più forte che si prova a lavorare in una rete mondiale come Internet è la presenza assoluta, e assolutamente vicina, del destinatario dei propri messaggi. E' come se d'un colpo fossero superate tutte le mediazioni che si frappongono tra l'espressione di un'idea e la sua effettiva ricezione: non c'è più nessun incontro con un capo-redattore di un giornale per discutere di un eventuale articolo, nessuna discussione con un editore. Non c'è più bisogno di chiedere ad un amico chi sono gli esperti di quella materia, per trovare la persona adatta da cui ricevere un consiglio. E poi: non c'è più bisogno di attendere, non passa una settimana per vedere pubblicato il proprio articolo, o mesi per trovare in libreria il proprio testo. Il tempo dell'attesa è letteralmente bruciato, e noi sappiamo quanto sia importante il tempo per i concetti, le idee, i progetti. Viene a mancare qualsiasi tempo-soglia in cui il testo è pronto ma non c'è ancora, in cui si assapora il futuro della pubblicazione, ci si prepara al meglio o al peggio. Appena un testo entra in Internet lavora immediatamente.

Ma ancor più grande è il cambiamento rispetto all'usuale e tradizionale sistema di trasmissione delle idee se si pensa alle conseguenze per la scrittura stessa che ha questo nuovo scenario. L'immediatezza pragmatica del proprio messaggio è tale che i riflessi si hanno sul testo stesso. Quale testo dobbiamo scrivere "per Internet" ? Per chi lo scriviamo? Chi è il nostro lettore, se potenzialmente possono essere tutti ? L'immediatezza si insinua nella struttura del ragionamento, le caratteristiche tipiche del parlato si reintroducono nella linguaggio scritto, come ad essere immersi in un continuo dialogo universale. Che importanza ha un titolo in un saggio su Internet? E un sottotitolo ? Quale sarà l'architettura del testo di Internet ? Tutto, quasi tutto cambia.

E' un'impressione talmente forte che provo un certo timore a lanciare le mie ricerche in una delle miriadi di 'centri di ascolto' sparsi per il mondo: sono convinto che, nel giro di qualche giorno, arriverebbero decine di risposte ai miei interrogativi, decine di repliche alle mie affermazioni. Come un'eco di voci variopinte, serie e semiserie, che magari contengono poche righe importantissime stilate da uno sconosciuto diciottenne d'oltreoceano che mi tratta subito familiarmente indicandomi tutto ciò che trascuro, tutto ciò che non ho ancora letto.

La realtà a cui mi riferisco viene definita da anni 'villaggio globale'. Se ne parla perfino in televisione, il termine è diventato di dominio pubblico. Anni fa, lo SMAU ha dedicato l'intero salone alle prospettive dell'interconnessione planetaria, allo sviluppo delle reti locali pubbliche e delle interconnessioni dei privati, ma poco si è mosso. In Italia, molte novità prendono piede stancamente: i pionieri degli sviluppi tecnologici (sia le aziende che i singoli operatori) devono preventivare uno iato di due, tre anni e anche più, prima che i potenziali utenti si accorgano della realtà che si prospetta sotto i loro occhi. Se escludiamo l'eccezione del telefonino (che non rappresenta una grande novità nelle abitudini comunicative perché è un semplice telefono onnipresente), quanto ha dovuto faticare il modem, il CD-ROM, l'agenda elettronica prima di trovare il proprio pubblico?

Il processo di appropriazione della novità tecnologica passa in Italia da una fase iniziale in cui l'utente reagisce con una sfottente superiorità. Quando consiglio a qualcuno, che ne avrebbe veramente bisogno, il modico acquisto di un modem, l'amico mi guarda con bonaria sufficienza, e si fa forte nello spiegarmi che lui ne fa tranquillamente a meno. Sono io lo schiavo del progresso, lui è l'uomo libero. Questi uomini forti, passato qualche tempo non solo vogliono il modem, vogliono tutto, fare tutto e subito quello che è possibile fare - chissà chi li ha convinti. Anch'io del resto, quando scrivevo a mano, e a matita le mie prime traduzioni, mi facevo bello della mia purezza di fronte a tanti amici che già - poverini - usavano una tastiera e un video. Tutto questo per dire che non riesco a immaginare cosa succederà quando i più si accorgeranno che con 50.000 lire al mese possono dialogare con il mondo intero, acquisire informazioni altrimenti introvabili, partecipare a forum diversamente impensabili. Porre una domanda e ricevere subito una risposta.

Né riesco ancora a immaginare quali saranno le conseguenze delle reti telematiche per i normali canali di flusso delle informazioni: i media della carta stampata e della televisione, le riviste, le case editrici e tutta la loro produzione. Per fare solo un esempio: le case editrici che producono dizionari su supporto cartaceo offrono le stesse opere su CD-Rom con prezzi assai più elevati, per il timore di forti contrazioni sulle vendite dei libri. Ma le case editrici americane stanno entrando in Italia con una politica dei prezzi molto aggressiva, e in poco tempo anche gli editori italiani saranno costretti ad adeguarsi nei prezzi.

***

Le trasformazioni che subiremo saranno di immensa portata, ma quelle più significative e più forti saranno originate da ciò che dicevo in apertura, ossia l'onnipresenza assoluta e immediata del destinatario di ogni sorta di messaggio. Onnipresenza e immediatezza che hanno già avuto il battesimo del fuoco: nel corso delle ultime crisi politiche e delle catastrofi naturali, Internet è stata l'unica via aperta alla comunicazione mondiale. Basta ricordare la crisi messicana e il terremoto in Giappone: solo tramite Internet circolavano nel mondo notizie fresche, in tempo reale, disponibili a tutti.

Non ha senso ipotizzare il futuro, disegnare oggi i nostri comportamenti di domani, anche perché le reti locali stanno vivendo ancora un periodo di rodaggio, che per ora sembra destinato a continuare. Questo rodaggio terminerà nel momento in cui tutti si sentiranno obbligati a tener conto di quanto avviene in Internet. Cosa significa, a livello pragmatico, 'essere obbligati a tener conto di' ? Un testo, per esistere nella comunità dei lettori, ha bisogno di uno status pragmatico che è facilmente verificabile. La prova dell'esistenza pragmatica di un testo viene fornita da un altro testo, ossia la sua citazione: se un testo viene citato da altro testo autorevole, tutti i lettori sono costretti a tener conto della fonte, e del sistema comunicativo che l'ha veicolato.

Ad esempio: i programmi televisivi di intrattenimento non sono una fonte autorevole per il discorso scientifico. Infatti, è ben difficile trovare in un testo scientifico, una citazione del tipo: 'Secondo quanto affermato dal fisico x y nella trasmissione 'Buona Domenica' di Pippo Baudo.' Quando leggeremo dall'elenco delle fonti di un testo stampato la nota "Vedi autore, titolo, 'nodo' di Internet", allora staremo varcando la soglia dell'autorevolezza, e il testo esisterà realmente per tutti. Oggi non siamo ancora a quel punto: siamo nella fase pionieristica in cui si scrivono testi, direi forse, in cui si ammassano testi e informazioni, in cui la legittimità di un testo è ancora di natura privata, circola in gruppi di interesse, un'amalgama che si struttura e ristruttura in tempo reale, con accessi e uscite di centinaia di persone al giorno. Oggi possiamo ancora 'ignorare' ciò che altri scrivono su Internet, ma domani potremo ignorarlo un po' meno, finché si arriverà al punto in cui nessuno potrà più ignorare alcunché.

Ci troviamo quindi nella fase in cui stiamo costruendo la 'legittimità' dei testi di Internet, stiamo cioè costruendo il tessuto connettivo di quella che sarà la comunicazione libera e immediata del futuro prossimo.

Ma è importante sottolineare come quell'attivismo spontaneo e caotico che è Internet oggi rimarrà comunque, pur subendo inevitabili trasformazioni, anche nella comunicazione di domani, e la cambierà radicalmente. Internet è soprattutto un luogo che scompiglia i riti secolari della comunicazione: nonostante tutti i vincoli che si possono porre, parole d'ordine e altro, è facile pensare a gruppi di interessi costituiti da illustri docenti e semplici appassionati, cronisti illustri ed esperti senza alcun titolo. Persone che si parlano, non solo persone che discutono. In un quadro così divertente, che aspetto avranno i saggi 'seri' ? I lavori 'ponderosi' ? Le ricerche 'autorevoli' ? Porsi questa domanda è come chiedersi: come bisogna scrivere un saggio su Internet che resista al tempo di qualche minuto? A ben riflettere, chi vorrà scrivere testi che restano dovrà farlo in maniera più seria, più essenziale, più autentica: perché Internet ha un grande vantaggio. Non solo accoglie tutto, ma espelle anche tutto, cancellando immediatamente ciò che non è essenziale.
E quando tutti scriveranno sulle reti locali, che senso avrà scrivere altrove ? Scrivere libri che non entrano nella comunicazione mondiale ? Ancora domande, sempre domande.

E' un'occasione che non vogliamo perdere, ma è soprattutto un'occasione per i giovani studiosi, una porta aperta per gli studenti, e non è un caso che se ne parli oggi in un'aula universitaria. Noi stiamo partecipando a un processo di formazione, nella sede deputata alla formazione tecnica e scientifica, e vorrei sperare che gli studenti e i laureandi approfittino di quest'occasione che concretamente si apre per loro.



	
 

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