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Louise Bourgeois, Handkerchiefs Venezia,
Fondazione Bevilacqua La Masa
Sede di San Barnaba,
2 giu. - 2 lug. 2000
Guido Faggion
ISSN 1127-4883     BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 7 novembre 2000, n. 228
http://www.bta.it/txt/a0/02/bta00228.html
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Nata nel 1911 a Parigi, Louise Bourgeois rappresenta forse una delle massime artiste viventi che grazie alla finezza dell'esperienza acquisita riesce ancora a sorprendere con un'arte piena di poesia e di raffinatezza. Cresciuta in una famiglia di restauratori di arazzi, fin da piccola é stata circondata e immersa nell'arte. Più portata al rigore e all'ordine, studia matematica alla Sorbonne. In seguito riconosce la scienza matematica troppo teorica tanto da intraprendere la carriera di artista. L'artista trova, infatti, che l'arte possa trasformare ed esprimere le proprie esigenze, idee, suggestioni, ed essere un modo per demonizzare, ma anche esaltare, tensioni familiari insopportabili, un modo per dare forma alle proprie ansietà, per poterle, poi, cambiare, spezzare o ricostruire. Iniziato il suo percorso artistico, si trasferisce a New York con il marito, lo storico dell'arte Robert Goldwater, dove inizia a lavorare alla scultura.

La sua arte é pienamente autobiografica, ha un forte legame con quella che é la sua vita, la sua memoria e le sue esperienze vissute: « non credo di riuscire a cogliere i processi interiori negli altri, gli uomini sono profondamente diversi tra loro. La loro capacità di provare meraviglia costituisce l'unico criterio di differenza fra la gente »1.

Lei riesce a pieno a creare, distruggendo e ricostruendo. Utilizzando i materiali più disparati come la stoffa, il legno, il gesso, il bronzo e il marmo a cui armoniosamente dà forma rivolgendovi dentro tutti gli umori che hanno caratterizzato un particolare momento della sua vita: « ogni lavoro é la fase di un'evoluzione e appartiene ad un certo stato d'animo »2.

L'arte le permette di dare un senso fisico alle proprie paure, di sperimentarle nuovamente in modo da cancellarle o distruggerle, di vederle sotto un profilo differente e distaccato, più oggettivo e reale.

« Bisogna discernere i propri ricordi. Vai verso di loro o loro vengono verso di te. Se vai verso di loro, perdi il tuo tempo. La nostalgia non é produttiva. Se vengono verso di te, sono i semi per una scultura »3.

In questo modo l'artista non esorcizza le proprie paure, ma da esse crea nuove armonie: significa conoscere i propri limiti e da essi partire per una nuova visione della vita stabilendo a priori le regole.

« L'arte moderna parla del dolore dovuto all'incapacità di dire se stessi in maniera adeguata, le proprie relazioni intime, il proprio inconscio, di avere sufficiente fiducia nel mondo per potersi esprimere in esso in maniera diretta. L'arte riguarda il tentativo di essere equilibrati in questa situazione, il provare ad essere temporaneamente sensati rappresentando se stessi. (...) Arte moderna vuol dire trovare delle nuove vie di espressione, (...) non esistono delle vie già segnate, dei percorsi fissi. È faticoso; l'arte moderna riguarda proprio questa fatica di non avere assolutamente delle strade definite per esprimersi. È la condizione dell'uomo moderno, una condizione permanente, ed é per questo che l'arte moderna continuerà »4.

Louise Bourgeois, prima di essere artista é una donna che si tormenta per essere troppo razionale. Lei però riesce ad accettare i suoi limiti e debolezze, il suo sistema dei ricordi muta anche il tempo trasformandoli in un presente che continuamente é attuale: « i miei ricordi mi aiutano a vivere nel presente e voglio che sopravvivano »5.

A Venezia Louise Bourgeois ritorna, dopo essere stata premiata con il Leone d'Oro alla Carriera nella scorsa edizione della Biennale, con una mostra presentata alla Fondazione Bevilacqua La Masa esponendo alcune opere della serie dei tredici Handkerchiefs, ovvero "fazzoletti". Straordinaria é la poetica e il carattere intimo di cui l'artista ci rende partecipi con questi "fazzoletti" che fanno parte del suo corredo personale e dove l'artista é intervenuta con disegni, cuciture, applicazione di piccoli oggetti, esposti in particolari teche di tiglio. Con questi semplici "fazzoletti" Louise Bourgeois ci fa condividere intimamente quella che é parte della sua vita in modo evocativo e non esplicito.

« Questi fazzoletti sono ricamati, come quelli del corredo della sposa. Ci sono sempre fazzoletti nei corredi. Vi sono anche fazzoletti di pizzo che vengono conservati per occasioni speciali - tra l'altro questi fazzoletti rappresentano i primi lavori in cui Louise Bourgeois utilizza la materia reale dei propri ricordi, esposti alla nostra interpretazione e visione - E poi ci sono ossa che sono state cucite dentro. Mi ricordo da bambina il gioco di tirare un osso di pollo; chi prendeva il pezzo più lungo poteva esprimere un desiderio. » 6.







Scheda

Louise Bourgeois, Handkerchiefs Fondazione Bevilacqua La Masa
in collaborazione con il Centro Italiano per le Arti e la Cultura di Roma
a cura di Giovanni Iovane e Cecilia Casorati.
Sede di San Barnaba - Dorsoduro 2826 - 30123 Venezia
Dal 2 giugno al 2 luglio 2000
Apertura mostra: 14-19 , tutti i giorni escluso il martedì



Informazioni

Fondazione Bevilacqua La Masa - tel. 041.5207797 fax 041.5208955
http://www.bevilacqualamasa.it
info@bevilacqualamasa.it



Citazioni

1. Louise Bourgeois, Conversazione con Demetrio Paparoni, "Tema Celeste", n. 30, marzo 1991.

2. Louise Bourgeois, Conversazione, ibidem.

3. Louise Bourgeois, Deconstruction of father, Reconstruction of the father, "The MIT Press" 1998 da Il libro d'artista.

4. Louise Bourgeois, Deconstruction, ibidem.

5. Louise Bourgeois, Deconstruction, ibidem.

6. da Il libro d'artista, formato cm 24x22, contenente la riproduzione di tutti e tredici i fazzoletti, con un testo di Louise Bourgeois ed una introduzione di Cecilia Casorati, edizione speciale in 500 copie numerate in cui la sovraccoperta del libro é formata da un fazzoletto che si chiude per mezzo di una spilla da balia. Presentato in mostra.



Riferimenti Bibliografici:

  • Il libro d'artista, formato cm. 24 x 22, contenente la riproduzione di tutti e tredici i fazzoletti, con un testo di Louise Bourgeois ed una introduzione di Cecilia Casorati, edizione speciale in 500 copie numerate in cui la sovraccoperta del libro é formata da un fazzoletto che si chiude per mezzo di una spilla da balia. Presentato in mostra.

  • Paul Gardner, The Discreet Charm of Louise Bourgeois, in: "ArtNews" 79 (February 1980).

  • Paul Gardner, Studio Visit: Louise Bourgeois, in; "Contemporanea" (October 1989).




 
 

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