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Arte e visione del mondo.
La poesia, colori, immagini e musica ...
Parte I
Maria Filippone Colonna
ISSN 1127-4883     BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 23 maggio 2001, n. 266
http://www.bta.it/txt/a0/02/bta00266.html
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Area Artisti

Vedere il mondo senza vederlo ?

Nella prima parte della mia ricerca ( pubblicata sul BTA nel mese di aprile) ho affrontato il tema di come avviene "La visione del mondo", che si realizza attraverso la combinazione interattiva di luce-materia e facoltà percettive della vista e del pensiero umano.

"La visione del mondo" è a misura d'uomo ... ma , al di là di ciò che i nostri cinque sensi possono percepire, c'è una realtà che non può essere conosciuta grazie alle normali capacità di percezione riferibili all'uomo: a questa certezza non si sfugge ! È vero che, attraverso l'arte, l'intuizione e l'immaginazione, si possono sfiorare le molteplici dimensioni di questa realtà, ma il "noumeno, cioè la realtà intuibile e pensabile, si può raggiungere soltanto per via analogica o ipotesi scientifica ed è sempre al di là di ogni possibile esperienza di laboratorio.

A questo punto credo che si debba fare un'ulteriore riflessione: quando diciamo di VEDERE il mondo FINO A CHE PUNTO RIUSCIAMO A VEDERLO? Fino a che punto siamo consapevoli di ciò che vediamo ? E, perciò, riusciamo a vederlo? E' difficile rispondere alla domanda "Quanto e che cosa vedono i vedenti" oggi distratti da troppe sollecitazioni visive; rimando così ad un'ulteriore eventuale fase della mia ricerca le osservazioni su questo argomento, che devono essere corredate da un'attenta analisi sociologica.

Per ora mi interessa porre una domanda ancor più coinvolgente e, ad un tempo, destabilizzante: a livello di visione interiore ... che cosa "vedono" i cosiddetti non vedenti ? lo spunto a fermarmi su questa riflessione mi è venuto dall'incontro con una persona molto singolare, Arianna Rumiz, una ragazza di 25 anni, non vedente.

Arianna, che non ha mai visto il mondo con i propri occhi, scrive poesie ricchissime di immagini, colori e forme. Mi sono a lungo interrogata sulla straordinarietà delle "visioni" di questa giovane poetessa. Facciamo subito un esempio (tratto da una lirica preghiera)

    Io sono un colore della luce:
    in me c'è la tua luce,
    in te, il mio colore.

Qui, evidentemente, le parole luce e colore non corrispondono letteralmente alla luce e al colore ... sono parole-chiave, che si connettono ai percorsi delicati e misteriosi che Arianna compie nei suoi pellegrinaggi interiori, grazie alla parola, ma sempre in connessione intima con la realtà e gli incontri della sua vita. Nasce la domanda: come fa una persona non vedente a capire che cos'è un colore ?
Ho chiesto spiegazioni ad Arianna e lei mi ha risposto ... "tutto comincia da una vibrazione". Le ho chiesto se per lei "vibrazione" equivale a musica. Mi ha risposto ... "all'inizio una sensazione interiore, poi un'atmosfera, un'ambientazione, qualcosa che evolve, che prende forma ... sinestesie"; ha usato una parola, difficile ma significativa, per dire che la musica si associa ai colori, alle immagini, alle sensazioni. Ma quali colori, quali immagini, quali sensazioni ? Cerchiamo di capire.
Arianna scrive quadri magici con le parole parole scarne, spoglie di retorica e mai descrittive, anche quando cercano di raccontare emozioni e stati d'animo. Arianna vede senza vedere, ma in più usa le parole come il musicista usa il suo strumento: cioè modula ogni sillaba o lettera come se fossero note di una musica, creando intense suggestioni di significato che si associano a ricordi, forti emozioni, pre-visioni...e -qui è il bello- in noi evocano altri ricordi, emozioni, immagini e così via ...

    Sorriso d'ambra intrisa di rose
    dischiuse
    oltre l'ultimo orizzonte ...

    Fa' esaurire l'ultima tua stella
    nel fiume della mia storia,
    nel mare dei miei giorni
    forse franti sulla scogliera
    o dispersi in un mondo lontano;
    i miei giorni:
    sabbia sfinita
    forse sterile, senza linfa.
    Prendila nell'anfora in cui raccogli i frutti del mondo
    E se è inutile almeno ricordala:
    ricorda la sua comparsa se puoi !
    Il suo lampo fulmineo nel tempo.

La visione di Arianna arriva in profondità perché attraversa la superficie della realtà senza essere distratta dalle sue seduzioni...il suo lampo fulmineo nel tempo raggiunge in tempo reale il centro di tutte le cose e si strugge nella dolcezza dell'incontro.

    Sorriso d'ambra intrisa di rose
    dischiuse
    oltre l'ultimo orizzonte,
    ove il mondo canta con una sola voce,
    ove tutto vive nella Tua pace ...

Luce-ombra

La luce occupa uno spazio particolare nelle poesie di Arianna Rumiz: lei dice, infatti, di vedere la luce! anche se la vede (e la vede!) certo non la vede come noi. Per Arianna la luce non è soltanto qualcosa che si vede, è un simbolo: cioè una realtà concreta (anche se inafferrabile) capace di esprimere l'essenza di ogni colore e di ogni realtà visibile e invisibile, ma attenzione...solo in sinergia con l'ombra

    ... Lasciami cadere nella notte,
    perché solo nella notte splende il sole;
    gettami pure nel buio,
    perché solo il buio chiede luce.

E non dimentichiamo che l'ombra è la dimensione in cui vive Arianna...un'ombra popolata di presenze, percezioni, ricordi e folgoranti immagini mentali e sentimentali, afferrate allo stato incandescente, nel momento stesso in cui nascono. Un'ombra che si chiude intorno a lei come un grembo vivo e pulsante, che le offre nutrimento e protezione, ma da cui l'anelito alla luce esplode come una novissima...una stella che muore e nasce nella stessa incommensurabile frazione di tempo. In questo buio che chiede luce nascono le immagini poetiche di Arianna.

    Attendimi.
    Ricevimi.
    Mi chinerò per contemplarti.
    Allora mi spoglierai di me stessa
    e mi farai tua pura volontà.
    Affonderò la mia radice nel Tuo petto.
    Mi nutrirai con il Tuo latte di miglio.
    Ninfa di mistero,
    gotica sfinge,
    emergi dal getto della fonte.
    Chiudimi nella Tua grotta generatrice,
    grotta d'arte,
    grotta di creazione.
    Spezza le catene che mi legano ...
    Fa' di me,
    candido lievito.
    Distendimi nel tuo grembo d'estate e di miele,
    e plasmami con la grazia del tuo respiro.
    Plasmami con la dolcezza del Tuo calore.

A commentare versi come questi c'è il rischio di ... dire male quello che è stato detto nel migliore dei modi possibili. Ma concediamoci ancora qualche momento di contemplazione guardando il mondo con gli occhi di chi non vede:

    Gettami nella cascata splendente della Tua grazia.
    Come lino purissimo mi veste la tua grazia.
    Come anatra in un lago sono nella Tua grazia.
    È un mare senza rive la Tua grazia in me:
    cera scintillante nel sole dell'aurora
    al centro d'un piatto d'oro,
    schiuso come arancia matura.

La parola è musica-visione

lasciamoci trasportare da un crescendo di suoni capaci di evocare immagini, aromi naturali e sensazioni tattili, in un ritmo travolgente che sale dalla terra verso la dimensione cosmica

    Le tue mani sul mio petto,
    distese come mandorle amare,
    come confetti vestiti di rododendro,
    brocche stillanti
    un inesauribile mantice di clorofilla.
    E lo spirito sale dalle radici;
    si assorbe da capillare in capillare,
    si trasfonde da capello in capello;
    entra per tutte le porte
    attraversa tutti gli spazi;
    scivola entro gli usci
    come sole su lucido marmo;
    in bisegoli di vuoto, interstizi, spiragli ...
    permea le masse dell'etere;
    per irraggiamento divora,
    come un buco nero inghiotte;
    sfoglia fino al nulla
    riconoscendosi in ogni cosa;
    sonda e ricolma
    le profondità anulari del cosmo.

e, in uno psico-meta-arcobaleno di colori, ancora la percezione visiva del cosmo:

    Un sottile codice di verdi note nel vento;
    elegia di liquido corallo;
    energia che scorre in striature
    marmoree, sommesse, nascoste;
    s'incrociano creando un vitreo gioco,
    la rarefazione di un vuoto luminoso ...

e l'elegìa alla trasparenza iridescente della donna-fiore
    Opaca, velata, viola, trasparente azalea
    intrisa di pioggia;
    stendi le fronde nel sole risorto;
    in te apri uno spazio plumbeo,
    azzurro,
    lasci entrare chi sosta sulla soglia;
    sua cornice
    è l'ombra di un sorriso.
L'ansia d'amare e d'essere amata è corpo e anima della visione interiore, gioia e sofferenza
    Esplorami con il flusso salino del tuo silenzio;
    un orlo di broccato bianco che sostiene sia
    la Tua voce.
    Siano respiro dentro di me
    il tuo sguardo
    il tuo sorriso;
    in stucchi di glicine mi cesellino l'anima,
    m'inondino come il profumo d'una fresia purpurea
    si espande nel vento.
Non possiamo che arrestarci e riflettere di fronte ad una capacità così intensa e solare di visione...in una persona immersa nel buio...un buio in cui ,a tratti, scaturisce una grande luce. E' proprio lei, Arianna, che ci prende per mano che ci conduce ai primordi della creazione in tutto il suo splendore...e agli albori della sua capacità creativa:

    Un mare che sorride
    e brilla.
    Un mare che sovrasta
    e contempla.
    Un mare che scorre tra le ghirlande del mattino,
    le siepi di violino,
    le ghiande germinate dall'aurora.
    Un mare che tutto raccoglie;
    un mare in cui tutto si ritrova.
    Un sole che zampilla raggi
    e in un bagno di suono e di luce
    genera il mondo.

    Ora non possiamo che dire con Arianna
    Lasciamo
    che il Sole tramonti nel nostro cuore
    e ci illumini quando è buio ... Trascorra questa notte funesta
    e sarà il Regno.

    So cos'è la notte
    e ad ogni angolo
    una piccola croce m'appare.

    Farnetico allucinata
    al centro della luna.

Possiamo dirlo insieme a lei, perché la sua poesia, tocca le corde profonde che risuonano in ognuno di noi. Che cosa succede nel corpo e nel cuore di Arianna quando le parole zampillano dal centro del suo essere...Dio solo lo sa. Ma anche lei lo sa e ce lo dice...sia pure entro i limiti inevitabili delle sue parole, che chiudono e schiudono i significati ...

    Tutto
    nella mia mente
    si traduce in immagini e suoni;
    tutto
    è spirito che prende forma.

A volte la pienezza della vita è un'onda anomala che cerca espressione...raggiungendo ogni cellula del corpo...e provoca sofferenza acuta:

    Da due giorni sto con le viscere contratte ...
    ... È troppo quanto vorrei esprimere
    è troppo grande l'oceano che mi abita
    e fatico a contenerlo.

Credo che le poesie di Arianna Rumiz, non vedente, possano insegnare a noi vedenti ... a guardare e riconoscere il mondo con occhi diversi da quelli che abbiamo aperti sul mondo, sotto l'arcata delle ciglia.
Come fare ? basta chiudere gli occhi. E poi guardarsi dentro ... dentro di noi c'è tutto, proprio tutto quello che vorremmo o non vorremmo vedere.

    Avvicinati a me
    e guardami.
    Trattenendo il respiro
    guardami.
    Restando in attesa
    guardami.
    Vedendo guarda
    e guardando vedi;
    udendo ascolta
    ed ascoltando odi.
    Cosa scopri in me ?
    Come sono ?
    Perché sono qui ?




Arianna Rumiz
fig. 1
Arianna Rumiz
foto di Serena Colonna

Occhi
fig. 2
Cosa vedono questi occhi ?

 

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