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Le storie parallele - L'Ara Pacis e l'Auditorium di Roma  
Andrea Bonavoglia
ISSN 1127-4883     BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 24 maggio 2001, n. 267
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Area Architettura

Roma non ha un Auditorium. In effetti, ne aveva uno fino agli anni Trenta, costruito sopra i resti del Mausoleo di Augusto, e veniva chiamato il Corea. In un famoso film di Rossellini, Dov'è la libertà? del 1952, con Totò, il protagonista esce dal carcere dopo vent'anni di reclusione e si reca in Piazza Augusto Imperatore, trasecolando davanti all'inattesa sparizione della grande sala da musica, sostituita da un'enorme struttura cilindrica diruta e quasi sotterranea. Ma oggi in fondo siamo noi a trasecolare nel tentativo di immaginare come potesse essere stato costruito un intero palazzo sopra quelle auguste rovine.

Le operazioni mussoliniane per ridare visibilità e grandiosità classica a Roma, avevano sacrificato quel curioso teatro e altri edifici che lo circondavano per creare, su progetto (1937/1940) di Vittorio Ballio Morpurgo una grandiosa piazza, recintata su due lati da nuovi edifici porticati con gigantesche colonne tuscaniche in travertino, delimitata in parte dalle due esistenti chiese di san Rocco e di San Girolamo degli Illirici, e infine chiusa verso il Tevere da uno scatolone vetrato, quasi una teca contenente i resti riassemblati dell'Ara Pacis Augustae, splendido monumento romano ritrovato già nel XVI sec. nei pressi di Palazzo Fiano a Campo Marzio e via via ricostruito fino agli anni Trenta appunto.

Nel secondo dopoguerra, ripetutamente il Comune e altri enti proponevano che Roma tornasse a dotarsi di un Auditorium degno del suo rango di capitale d'Italia, ma nessun'idea e nessun progetto trovavano sbocchi realizzativi. La città dispone in realtà di alcune sale, come l'Auditorium della RAI al Foro Italico e quello di via della Conciliazione, ma sono risibili, purtroppo quasi quanto la fama e il prestigio del Teatro dell'Opera di Roma nel mondo!

Tra gli anni Ottanta e Novanta cominciarono a prendere consistenza tanto l'obbligo morale che Roma non sia costretta a usare stadi sportivi, rovine antiche, palasport o teatri per organizzare concerti di buon livello, quanto l'idea di costruire ex-novo un Auditorium nell'area di Borghetto Flaminio, tra la via Flaminia all'altezza del Ministero della Marina e il fianco Est di Villa Borghese (villa Strohl-Fern). In questa zona, che confina con vari edifici storici tra cui la sede dell'Accademia Filarmonica Romana, da anni sono stati costruiti abusivamente capannoni e magazzini di artigiani, soprattutto carrozzieri di automobili; non può pertanto essere considerato molto onorevole che il Comune non abbia trovato la forza, del tutto legittima, di risanare quest'area e di usarla per la costruzione dell'Auditorium.

Con uno spostamento in linea d'aria di circa un chilometro, si decideva infine di destinare all'Auditorium una vasta area all'interno del Villaggio Olimpico e, dopo un concorso internazionale, veniva scelto il progetto di Renzo Piano; i lavori avevano inizio nel 1996. Da qui in avanti, seguire nel dettaglio le incredibili peripezie di esecuzione del progetto sarebbe mortificante per chiunque si interessi di architettura. Brevemente, si sono succeduti vari episodi che, tutti, hanno dato luogo a polemiche di vario livello, soprattutto derivate da strumentalizzazioni politiche: il ritrovamento dei resti di una villa romana (poi superato grazie a una variante del progetto), l'apparente problema di una falda acquifera (in realtà già segnalata nel progetto di Piano), il ritardo nei lavori esecutivi (secondo un malcostume tutto italiano), l'uso non regolare del legno nelle coperture (per qualche tempo osteggiato dalla Commissione edilizia di Roma), una presunta mancanza di alcuni dati esecutivi nel progetto, che avrebbe bloccato i lavori della prima ditta appaltante (mancanza respinta in toto da Piano e poi anche dal Comune) e infine, e in seguito a tutto ciò, la sostituzione della ditta costruttrice.

Attualmente (maggio 2001) i lavori hanno preso un ritmo quasi forsennato e un segnale elettronico luminoso indica quanti giorni mancano alla chiusura del nuovo cantiere: meno 344 giorni il 10 maggio 2001, quindi il 19 aprile del 2002 i lavori dovrebbero essere conclusi. Sei altissime gru procedono nel lavoro, e una delle tre cupole previste dal progetto di Piano sta prendendo forma. Si tratterà di un'opera eminente persino nella ormai vastissima produzione di questo personaggio, cui l'Italia deve molto per il mantenimento di un prestigio internazionale in architettura: tre sale di diverse dimensioni collocate su una sorta di piattaforma (alta quanto il viadotto di Pierluigi Nervi che scavalca il Villaggio Olimpico), coperte da gusci metallici sostenuti da travature di legno, inserite in un contesto ambientale decisamente verde e alleggerite dalla presenza al centro di una vasta scalea, un vero teatro all'aperto che sarà fortunatamente pubblico.

In parallelo, curiosamente, anche la zona del vecchio Auditorium è stata oggetto di una vera e propria rivoluzione: il Comune di Roma prendeva infatti una decisione davvero imprevedibile, distruggere lo scatolone d'epoca fascista che ricopriva l'Ara Pacis. L'incarico di rifarlo veniva assegnato a Richard Meier, l'americano che contende proprio a Renzo Piano e a pochissimi altri il ruolo di massimo architetto vivente. Con molte maggiori motivazioni rispetto al progetto del Villaggio Olimpico, a insorgere contro il progetto di Meier e la scelta del Comune erano in tanti, compresi quelli che, pur non benevoli con la qualità del vecchio intervento mussoliniano, hanno ritenuto non del tutto urgente questo intervento demolitore nel cuore di Roma. Per una volta invece, dopo "appena" un paio d'anni, le ruspe e le gru si sono messe in azione e nella primavera del 2001 hanno spappolato l'involucro degli anni Trenta.

A Roma non ci sono state manifestazioni di piazza per tutto ciò, anzi, rispetto alle polemiche di quando della demolizione si era soltanto parlato, le polemiche di oggi sono quasi a zero. Forse non si è potuto ribattere alla constatazione che la struttura fascista era in pessime condizioni e che l'intervento demolitore era davvero necessario.

Il progetto di Meier appare elegante e ben in linea con la sua tendenza stilistica, che ne fa, nonostante certe parentele col postmoderno, il più creativo erede di Le Corbusier e del Movimento Moderno. Quello che sarà il nuovo museo dell'Ara Pacis e' ancora comunque tutto da vedere. Oggi, un curioso vuoto si affaccia sul Tevere a Roma all'altezza del Mausoleo del suo primo imperatore.

 

Bibliografia di riferimento cartacea e virtuale su Piano e Meier

In Internet

Sito di Renzo Piano completo di dettagli sul progetto dell'Auditorium di Roma:
http://www.rpwf.org/works/project47/more.asp
http://www.renzopiano.it
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Sito di Richard Meier - ufficiale
Richard Meier
Opere di Richard Meier Great Buildings Online
Richard Meier & Partners 475 Tenth Avenue New York New York 10018 USA vox 212 967-6060 fax 212 967-3207.
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In libreria

Architekten--Renzo Piano / Redaktionelle Bearbeitung, Ulrike Stark. EDITION: 1. Aufl. Stuttgart : IRB Verlag, 1989.

Dialoghi di cantiere / Renzo Piano ; con la collaborazione di Franck Renevier ; documentazione a cura di Shunji Ishida. Roma-Bari : Laterza, 1986.

FotoPiano / Gianni Berengo Gardin ; testi di Giovanna Calvenzi. Roma : Peliti associati, 1996.

Logbook / Renzo Piano. New York : Monacelli Press, 1997.

Il Mestiere di architetto : il progetto nel rapporto con le condizioni della produzione : Mario Botta, Vittorio Gregotti, Renzo Piano. [Venice, Italy] : Cluva,1984.

Renzo Piano Building Workshop : complete works / Peter Buchanan. London : Phaidon, 1993-.

Renzo Piano Building Workshop : exhibit design / saggi di Giulio Macchi, Marco Romanelli ; a cura di Carla Garbato, Mario Mastropietro. Milano : Edizioni Lybra Immagine, 1992.

Renzo Piano, building workshop, 1964-1988. Tokyo : A + U Pub. Co., 1989.

Renzo Piano : progetti e architetture 1964-1983 / [introduzione] Massimo Dini. Milano : Electa, 1983.

Renzo Piano and Building Workshop : buildings and projects, 1971-1989 / introduction by Paul Goldberger. New York : Rizzoli, 1989.

Renzo Piano 1987-1994 / with a contribution by Vittorio Magnago Lampugnani. Basel ; Boston : Birkhauser Verlag, 1994.

Sull'involucro in architettura : Herzog, Nouvel, Perrault, Piano, Prix, Suzuki, Venturi, Wines / Daniela Colafranceschi ; introduzione di Tonino Paris. Roma : Librerie Dedalo, 1996.





fig. 1
Roma, Ara Pacis
foto di Andrea Bonavoglia


fig. 2
Roma, Ara Pacis
foto di Andrea Bonavoglia


fig. 3
Roma, Ara Pacis
foto di Andrea Bonavoglia


fig. 4
Roma, Ara Pacis
foto di Andrea Bonavoglia


fig. 5
Roma, Auditorium
foto di Andrea Bonavoglia


fig. 6
Roma, Auditorium
foto di Andrea Bonavoglia

 

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