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Lo spirito di Ravello tra Arte, Natura e Metafisica
La bellezza salverà il mondo ?
 
Maria Filippone Colonna
ISSN 1127-4883     BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 18 luglio 2001, n. 275
http://www.bta.it/txt/a0/02/bta00275.html
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Area Estetica

Ravello è uno dei luoghi del mondo di cui sembra sia stato detto tutto il possibile ... non c'è pietra albero o monumento che non abbia attratto l'attenzione dei grandi visitatori del passato (e dei nostri tempi) che l'hanno resa celebre traendo ispirazione dalle suggestioni del suo patrimonio naturale e artistico. Nonostante ciò Ravello conserva - nel margine inesauribile del "non detto"- la connotazione di un'identità storico-culturale destinata ad espandersi e a rivelarsi progressivamente nello spazio e nel tempo. Ravello è una piccola città senza confini che si colloca virtualmente ... al centro del mondo. Infatti dal suo genius loci - espressione e incrocio di culture diverse - scaturisce una cangiante fioritura di icone culturali che s'intrecciano e si sovrappongono ... dai primi insediamenti dei Romani al borgo medievale, arroccato sopra un'altura e degradante verso Piazza Duomo, da Villa Rufolo a Villa Cimbrone, potenti echi di storia e di leggenda si connettono a suggestioni di personaggi più o meno famosi in diversi ambiti storico-culturali e ... mondani.

Storia e personaggio trovano un'identità simbolica nella vicenda di Landolfo Rufolo e del suo avventuroso viaggio che, narrata dal Boccaccio con sorridente bonomia, esprime in sintesi il senso e la corposità del vissuto ravellese durante il primo scorcio del II millennio: cioè quando nella Penisola nasce e si consolida la borghesia mercantile e, nel meridione, si intensificano i rapporti commerciali con le coste orientali del Mediterraneo. Risalta questo dato singolare: alla progressiva decadenza politico-economica di Ravello (legata alle sorti di Amalfi) corrisponde l'ascesa della città come bene e patrimonio della cultura universale. In particolare dalla seconda metà dell'Ottocento in poi gli intellettuali nordeuropei (soprattutto inglesi e tedeschi) adottano questa perla affacciata sul Mediterraneo, facendola assurgere a simbolo e mito-meta di pellegrinaggi alla ricerca del sole e della luce, una sorte di religione del genius loci ... luogo privilegiato dell'immaginario collettivo.
Possiamo prendere come punto di riferimento il viaggio di Wagner che, a dorso di mulo lungo la strada polverosa e tortuosa, tra cespugli e forre, raggiunge faticosamente Ravello con un po' di delusione ... finchè scopre i giardini fioriti di Villa Rufolo a picco sul mare !
. A parere di molti quest'evento ha contribuito in maniera deteminante ad una svolta decisiva nella dimensione storico-leggendaria del territoro ravellese: la trasformazione del Genius loci in "Spirito" di Ravello e la sinergia tra paesaggio e musica.
Non è facile dire che cosa sia lo "Spirito" di Ravello ... è certo il risultato di un'operazione culturale che non si è fermata alla cronaca e alla storia, ma è scesa fino alle radici dell'albero, per risalire poi verso i fiori, attingendo a quei livelli di profondità a cui giungono soltanto le grandi esperienze dell'Arte e della Religione.

E qui s'innesta il discorso sulla Bellezza.

La bellezza di Ravello è un dato che si impone a tal punto da non aver bisogno di essere dimostrato a parole. Ma il senso e la qualità di questa bellezza universalmente riconosciuta è ancora da approfondire: lo "Spirito" di Ravello si rivela a chi possiede già in se stesso un "bisogno dell'anima" un forte desiderio di scoprirlo ... Abbiamo bisogno della bellezza ? Ma ancora ... che cos'è la bellezza ? Credo che nessuno sia mai riuscito a rispondere a questa domanda in modo convincente. A Ravello è qualcosa che raggiunge tutti i sensi e ... quasi si può toccare ... anche se è immateriale. Lo Spirito di Ravello si diffonde come una luce ora sottile ora intensa dai lineamenti e colori del paesaggio e dall'armonia dei monumenti in cui Natura e Arte trovano sinergie e simmetrie che vanno oltre i confini e le difinizioni del vissuto quotidiano ... creando una rete a più livelli di sinestesie visive e musicali.

Per quanto mi riguarda ... un'esistenza priva di bellezza è un radicale non-senso e, comunque, da quando è nata la cultura, la bellezza è stata considerata dall'umanità un valore primario da creare-tutelare e custodire con tutti i mezzi possibili.

Perciò ripeto: se è vero che abbiamo bisogno della bellezza - di una bellezza che sia ad un tempo linguaggio e messaggio - mi sembra giusto riproporre con urgenza e in forma di domanda la famosa frase di Dostojewsky ripresa recentemente da Papa Wojtyla ... "La bellezza salverà il mondo ?" Fermiamoci un attimo ad analizzare i contenuti di questa frase tanto celebre quanto - a mio parere - non adeguatamente compresa.

Se Dostojewsky nella sua enunciazione aveva operato una coraggiosa identificazione tra estetica ed etica, Papa Wojtyla vi aggiunge una connotazione che definirei scultorea ... nelle intenzioni diWojtyla, infatti, l'identificazione tra estetica ed etica si realiza in una Persona-simbolo: la Vergine Maria, Madre di Gesù Cristo, la cui bellezza perfetta è anche bontà infinita.
Il binomio sinergico bellezza-bontà era già familiare alla cultura greca ... ma il pensiero del Santo Padre vi aggiunge quel significato-chiave che riesce a far balenare al nostro pensiero qualche riflesso della verità ... che Wojtyla sembra possedere in tutto il suo splendore.
Il salto qualitativo tra la frase di Dostojewsky e quella di Wojtyla è conseguenza diretta della personalizzazione del concetto-guida operata dal Pontefice filsofo-fenomenologo: la sua idea di bellezza non è infatti astratta e teorica, ma intimamente connessa alla sua fede nello Splendore della Verità-Persona per eccellenza: Gesù Cristo.

Il discorso qui si fa di un'interesse travolgente ... se è vero (ed è inconfutabile) che dalle forme più elementari di vita organica, attraverso il lungo e faticoso processo dell'evoluzione, si è giunti all'uomo che è persona , cioè essere che sente, ama soffre e fa soffrire, che pensa ed ha una coscienza individale e cosmica del proprio e dell'altrui stato ... da Gesù Cristo in poi la personalizzazione in chiave metafisica potrebbe essere la punta di diamante di un'azione per riproporre al mondo - in termini di novità e attualità - le idee-guida su cui è fondato l'intero contesto della cultura occidentale.
L'idea della persona infatti - come termine conclusivo e decisivo del processo di evoluzione - non può non essere accettata dalla scienza e cultura contemporanee, a costo di negare i capisaldi della stessa teoria dell'evoluzione ... tanto cara all'intellighenzia nostrana, anche se spesso applicata non scientificamente a delicati e complessi settori della cultura non "omogenei" alle teorie evoluzionistiche.

Nel pensiero di Papa Wojtyla, dunque, la Bellezza trova il suo significato più compiuto: è la Bellezza che si manifesta dall'interno all'esterno della persona umana ... è la Bellezza di una Donna - Madre di Cristo e Sposa dello Spirito Santo - che ha creato un ponte tra la terra e il cielo.
Una volta mia madre disse che avrebbe voluto invitare Papa Wojtyla a Ravello. Naturalmente non fu presa sul serio da noi familiari, persone di "buon senso". E - naturalmente - lei non invitò il Papa a Ravello ... ma adesso, a distanza di anni, riflettendo su quella proposta di mia madre, mi sono domandata se lei, così sensibile e colta, non avesse intuito l'esistenza di una sinergia profonda tra luogo e persona !
Ravello è il luogo della bellezza che si rivolge alla persona attratta dalla bellezza-bontà (o bontà della bellezza) nel suo valore storico e profetico, che dobbiamo riscoprire in tutta la sua novità dirompente. Così, per completare la frase di Dostjewsky-Wojtyla, io riproporrei l'antica ma insuperabile definizione di Platone (che potrebbe aver ispirato il titolo di un'enciclica famosa ... la Veritatis splendor): « Il Bello è lo splendore del Vero ».

La conclusione-connessione può essere immediata ... ma io preferisco offrirla in forma interrogativa: la bellezza salverà il mondo gettando nel buio della coscienza lo splendore della verità? Certo non sta a me dare una risposta a questa domanda. Mi limito a sottolineare di nuovo: è inconfutabile - anche in termini di evoluzione - che la coscienza dell'uomo sia il risultato di un processo-passaggio lentissimo e graduale dalla materia inorganica alla materia "spiritualizzata". (ciè "trasparente" alle leggi e fondamenti della fisica) ... cioè metafisica. Se vogliamo esprimerci con un gioco di parole ... la materia si trasforma da fisica in meta-fisica (e metà no !) Ritorna il dualismo platonico ?
Sono convinta che l'uno (sinolo) di Aristotele e il due di Platone non debbano escludersi a vicenda ... ma essere riproposti entrambi perché sia tutelata l'originalità del pensiero dei due grandi filosofi dell'antichità nella sintesi innovatrice operata da un pensiero aperto nelle direzioni del passato e del futuro. Anche in termini di Antropologia teologica avevano ragione tutti e due e nessuno dei due ... la persona è infatti "uno" e anche 1+1+1=3 cioè corpo-anima e spirito ... non a caso la formula trinitaria.
Comunque una cosa è certa: la bellezza non potrà salvare il mondo se il mondo non riuscirà più a desiderarla e a percepirla. Purtroppo (e per fortuna) nessuno può salvare il mondo se il mondo non vuol essere salvato. La sfida è questa: continuare a credere che sia possibile coinvolgere l'umanità in un progetto di salvezza. In tale prospettiva-speranza noi che operiamo nel mondo dell'Arte e dalla Comunicazione dobbiamo lavorare senza stancarci mai ... per aiutare gli altri ad accorgersi della bellezza !

E per tutti quelli che amano Ravello e vogliono essere salvati dalla bellezza ... la Città della musica è un ideale-simbolico punto di partenza e di riferimento.





fig. 1
Veduta di Ravello.
Foto di Stefano Colonna.


fig. 2
Panorama da Ravello.
Foto di Serena Colonna, 1995.


fig. 3
Panorama da Ravello.
Foto di Serena Colonna, 1995.


fig. 4
Ampolla-reliquiario con il sangue di S. Pantaleone, Duomo di Ravello,
Cappella di S. Pantaleone.
Foto di Stefano Colonna.

 

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