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Se troppa simiglianza non m'inganna
(un omaggio a Dante Alighieri)
 
Andrea Bonavoglia
ISSN 1127-4883     BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 27 Maggio 2003, n. 323
http://www.bta.it/txt/a0/03/bta00323.html
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Area Didattica

Fu dunque il nostro poeta di mediocre statura, e, poi che alla matura età fu pervenuto, andò alquanto curvetto, ed era il suo andare grave e mansueto, d'onestissimi panni sempre vestito, in quell'abito che era alla sua maturità convenevole. Il suo volto fu lungo, e il naso aquilino, e gli occhi anzi grossi che piccioli, le mascelle grandi, e dal labbro di sotto era quel di sopra avanzato; e il colore era bruno, e i capelli e la barba spessi, neri e crespi, e sempre nella faccia malinconico e pensoso.

Giovanni Boccaccio ci offre, nel suo trattatello, un ritratto scritto di Dante di grande efficacia e sintesi. Forse più intenso, il ritratto scritto, del più antico dei ritratti dipinti, l'affresco conservato al Museo del Bargello e attribuito alla Bottega di Giotto: i caratteri fisionomici, che trovano ampio riscontro nei tratti indicati così acutamente dal Boccaccio (con l'eccezione forse dei capelli e della barba, appena visibili), non giungono a definire quella malinconia e quella pensosità che più fortemente, insieme al naso aquilino, restano nella mente dopo la lettura del brano.

Il genere del ritratto appartiene da sempre alla storia dell'arte. Il pittore o lo scultore incaricato di eternare le fattezze di un personaggio, non necessariamente deve conoscere o aver conosciuto de visu colui o colei che deve rappresentare, gli sarà sufficiente conoscere le circostanze in cui il personaggio vive (o visse), una sintesi del suo carattere e del suo pensiero (o magari la parte di quel carattere o di quel pensiero che sia funzionale allo scopo per cui il ritratto viene realizzato) e naturalmente vari elementi della sua fisionomia. L'osservazione diretta (il personaggio si reca nello studio dell'artista come modello), o quella indiretta (l'artista desume le fattezze del personaggio da un'altra riproduzione, altro quadro o statua che sia, o da una fotografia, o da una descrizione attraverso le parole) sono gli strumenti più ovvi a tal fine. Non è da escludere tuttavia che l'artista inventi l'immagine del personaggio senza conoscere nulla della sua vera fisionomia: ciò si verifica per gran parte dell'iconografia sacra, mentre non dovrebbe verificarsi che eccezionalmente nella ritrattistica di stampo politico o celebrativo.

Nell'affrontare oggi il tema "ritratto di Dante", per commissione dell'AVIS di Alatri con l'associazione Prometeo Onlus e con la Società Dante Alighieri, Mario Ritarossi ha scelto di basare la propria ricerca tanto sulle parole di Boccaccio quanto sull'immensa iconografia del poeta che la Storia dell'Arte ha costruito nei secoli. Appare quindi inevitabile, prima di abbozzare un'analisi di questa nuova immagine (certamente un'opera fuori del tempo, quasi sospesa nel confronto con le correnti raramente figurative di oggi), suggerire e descrivere un percorso, una sorta di breve carrellata, del tutto soggettiva e incompleta naturalmente, tra le innumerevoli immagini di Dante dipinte dai grandi maestri.

Al principio, come detto, c'è Giotto o più probabilmente la sua bottega. Le vesti di Dante sono quelle che diventeranno tradizionali, il volto è tracciato quasi di profilo, di pochi centimetri rivolto verso lo spettatore, tanto da lasciar intravedere una minima porzione del sopracciglio nascosto. In teoria, questa immagine dovrebbe essere la più verosimile, e nulla vieta di pensare che lo sia, ma dal punto di vista psicologico qualcosa non risulta soddisfacente: Dante, autore e attore della Commedia, poema sublime non solo di contenuti ma di comportamenti, non può certamente esaurirsi in un'espressione anodina. La genericità tipica della ritrattistica gotica, dalla quale neppure il genio di Giotto o dei suoi allievi poteva del tutto estraniarsi, appiattisce in qualche modo la vera anima del poeta.

I primi illustratori del poema, come Giovanni di Paolo, non entreranno nel dettaglio psicologico o fisionomico del suo autore, limitandosi alla descrizione spesso favolistica delle situazioni descritte negli endecasillabi. Ci penseranno gli artisti del Quattrocento maturo a interpretare nel volto di Dante la lunga serie di invettive e di lucide accuse politiche, insieme al medievale credo religioso. Una conseguenza logica quindi: Dante sarà serio e inflessibile, a volte adirato, ispirato dalla travolgente fede civile, nel suo volto le linee saranno tese e scaveranno il profilo di un uomo angustiato.

Andrea del Castagno vede il poeta eretto e in gesto di dialogo, rossa figura di grande effetto plastico, ma finisce per allentarne in questa normalità l'inquietudine e la grandezza spirituale. Botticelli, che fu anche illustratore della Commedia, ci lascia un nitido ritratto di profilo del poeta; lo sguardo di questo Dante tuttavia non ci coinvolge e non ci convince pienamente, forse per un velo sottile di indifferenza. Luca Signorelli invece ci consegna un'immagine straordinaria, il poeta seduto che legge, sfoglia e confronta volumi, la Commedia stessa probabilmente, il poeta che ricrea dentro di sé ciò che la vocazione e la vita gli hanno offerto; il volto di Dante per Signorelli è sempre quello di Boccaccio, ma il profilo sensibilmente più tormentato lungo il naso, le labbra e il mento, descrive un'attitudine inquieta persino nel semplice atto di leggere.

Come per molte altre figure storiche o leggendarie, è tuttavia Raffaello a porre un punto finale nella definizione dell'immagine del sommo poeta. Nella Stanza della Segnatura in Vaticano, Raffaello effigia Dante due volte, inserendolo tra i teologi della cosiddetta "Disputa" e tra i poeti del "Parnaso", accanto ad Omero. Il volto di Dante in entrambi gli affreschi di Raffaello è spigoloso, squadrato, quasi troppo rigido se si vuole, ma in realtà il pennello del genio urbinate riesce a creare una sintesi memorabile dei tratti danteschi, una sintesi che è riduzione da un lato, ma approfondimento psicologico dall'altro. Il Dante scuro e drammatico di Raffaello rappresenta in realtà non l'immagine popolare di Dante, ma quanto di Dante appare nell'immaginario collettivo.

Con un salto in avanti di qualche secolo, Dante trova un altro grande maestro che lo ritrae memorabilmente, il romantico Delacroix, nel quadro noto come "La barca di Dante". Qui conta l'azione, il contesto ambientale, ma la figura di Dante è comunque sentita e resa dal pennello di Delacroix con straordinario vigore. Il poeta appare come un eroe che supera l'ostacolo delle acque tempestose, il gesto della mano accompagna e fissa la sua determinazione e, quasi di conseguenza, il volto risulta meno caratterizzato.

Un Dante diverso è invece immaginato, a fine Ottocento, dal preraffaellita Henry Holiday, molto lontano in questo caso dal più celebrato Rossetti (autore di varie rappresentazioni del poeta che aveva il suo stesso nome di battesimo). Nell'atto di volgersi verso Beatrice, Dante appare più dolce, più umano in fondo, e per una volta meno teso o concentrato. Anche Holiday, come Delacroix, non sottolinea le asprezze del volto, pur restando coerente con i lineamenti ormai dettati dalla tradizione.

Tra Ottocento e Novecento si collocano anche alcuni celebri illustratori della Commedia, come il sin troppo sfruttato Gustave Doré e come i grandissimi William Blake e Salvador Dalí. La loro ricerca fisionomica nei riguardi di Dante, tuttavia, appare spesso relegata in una sorta di secondo piano rispetto allo studio dell'azione complessiva, ma tuttavia è indubbio che anche a tali immagini si debba la fortuna e la conoscenza internazionale del poeta italiano. In particolare Dalí riesce spesso a delineare un Dante insolito, quasi bizzarro pur nell'aderenza alla consueta iconografia.

Ai giorni nostri, nei primi mesi del 2003, Mario Ritarossi, pittore di rango ma anche saggista e docente, ha eseguito il ritratto di Dante che rappresenta il motivo di questi appunti di iconografia dantesca. E', senz'ombra di dubbio, un'opera di alta ispirazione, coerente con la tradizione e allo stesso tempo originale, sia per quell'affascinante emergere del volto dalla tavola di pino russo su cui è dipinto, sia per quello sguardo lontano, profondissimo, che definisce e lascia immaginare l'interiorità del poeta; ne abbiamo conferma anche nella piega decisa della bocca, altera, quasi sprezzante. Infine, non si può certo ignorare l'affinità compositiva tra questo ultimo ritratto e l'antica immagine giottesca, a coronamento di un'indagine che, con maggior respiro, potrebbe davvero divenire un modello di ricerca iconografica.

Del suo Dante ci parla lo stesso Ritarossi: " ... una lunga tradizione iconografica governa i tratti e il carattere del volto di Dante. Più di ogni altro, esso ci appare marcato da un'intenzione ossessivamente malinconica, e da una fierezza intellettuale divenute nel tempo la cifra assoluta della sua enigmatica distanza. Tali fattezze, ricorrenti nella ritrattistica del poeta, tramandano l'immagine di un uomo profondamente solitario e meditabondo, animato dall'ansia della conoscenza e dalla necessità interiore di dare concretezza al sogno (come solo la poesia e la pittura riescono a realizzare). In quest'ultimo ritratto, il moto psicologico del personaggio si conferma l'elemento cardine della raffigurazione che, per analogia allegorica con l'esperienza del passato, diventa sintesi della memoria e doveroso omaggio alla tradizione".

Se troppa simiglianza non m'inganna (Inferno, canto XXVIII, v. 72)





Note al testo Alcune considerazioni qui esposte riprendono il mio articolo Volti nella Filosofia, pubblicato in Kainós, rivista telematica di critica filosofica, numero 1: L'immagine. La citazione di Mario Ritarossi riprende una conversazione privata.

Le opere riprodotte in questo articolo (dall'alto in basso, con indicazioni sul copyright)

Fig. 1 Mario Ritarossi, Dante Alighieri, olio su tavola, 2003, collezione privata (per gentile concessione dell'autore);

Fig. 2 Bottega di Giotto, Ritratto di Dante, affresco, 1337-1340 ca., Firenze - Museo del Bargello (per gentile concessione della Soprintendenza speciale per il Polo Museale fiorentino);

Fig. 3 Andrea del Castagno, Dante, affresco, 1450 ca., Firenze - Galleria degli Uffizi (per gentile concessione della Soprintendenza speciale per il Polo Museale fiorentino);

Fig. 4 Sandro Botticelli, Ritratto di Dante, olio su tela, 1495 ca., collezione privata (per gentile concessione del proprietario);

Fig. 5 Luca Signorelli, Dante, affresco, 1500 ca., Orvieto - Duomo, cappella di San Brizio (per gentile concessione dell'Opera del Duomo di Orvieto);

Fig. 6 Raffaello, Dante, (Il Parnaso), 1509, Vaticano - Stanza della Segnatura, affresco, e

Fig. 7 Raffaello, Dante, (Disputa del Sacramento), 1509, Vaticano - Stanza della Segnatura, affresco (entrambi per gentile concessione della Direzione dei Musei Vaticani);

Fig. 8 Eugène Delacroix, Dante et Virgile (La Barque de Dante), olio su tela, 1822, Paris - Musée du Louvre (per gentile concessione della Direzione del Louvre) http://www.louvre.fr;

Fig. 9 Henry Holiday, Dante and Beatrice, olio su tela, 1883, Liverpool - Walker Art Gallery (per gentile concessione della Direzione della Walker Art Gallery) http://www.liverpoolmuseums.org.uk






Breve selezione di Dante sul WEB

Iconografia di Dante
http://www.italica.rai.it/principali/dante/strumenti/iconografia.htm
Progetto Dante
http://www.classicitaliani.it/index042.htm
Il Trattatello di Boccaccio in laude di Dante
http://www.classicitaliani.it/index047.htm
Dante on the Web
http://www.greatdante.net/
La Divina Commedia integrale sul Web con ricerca di parole ricorrenti
http://www.liberliber.it/biblioteca/a/alighieri/la_divina_commedia/html/cerca/index.htm
Classic Text
http://www.uwm.edu/Library/special/exhibits/clastext/clstoc.htm#Dante
Digital Dante
http://dante.ilt.columbia.edu/
La Divina Commedia integrale
http://www.mediasoft.it/dante/
Botticelli e Dante
http://www.comune.roma.it/cultura/italiano/attivita/2000/mostre/sandro_botticelli/
Dante nel web
http://www.racine.ra.it/centrodantesco/link_dante.htm
Ampio catalogo di link su Dante
http://www.virtualology.com/virtualpubliclibrary/halloffamousauthors/DANTE-ALIGHIERI.COM/
Guida alle risorse on-line per Dante
http://orb.rhodes.edu/encyclop/culture/lit/Italian/Danindex.html
Guida a Dante del Boston College
http://www.bc.edu/bc_org/avp/cas/ashp/howard_dante_links.html






Mario Ritarossi
fig. 1

Bottega di Giotto
fig. 2

Andrea del Castagno
fig. 3

Sandro Botticelli
fig. 4

Luca Signorelli
fig. 5

Raffaello (Il Parnaso)
fig. 6

Raffaello (Disputa del Sacramento)
fig. 7

Eugène Delacroix
fig. 8

Henry Holiday
fig. 9

 

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