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Videoarte al femminile Bolzano, Museion
21 set. 2003 - 4 gen. 2004
Marco Enrico Giacomelli
ISSN 1127-4883     BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 14 Gennaio 2004, n. 352.
http://www.bta.it/txt/a0/03/bta00352.html
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Nam June Paik, accanto a Bill Viola, è considerato il capostipite di quella particolare disciplina artistica definita videoarte. Ne abbiamo brevemente reso conto in un articolo intitolato Il Giocoliere elettronico1. Ora, forse proprio per la palese caratteristica contaminante che la contraddistingue, la videoarte è fra i pochi - forse l'unico - settore dell'arte ove le donne hanno potuto contribuire sin dagli esordi. Per citare ancora un pioniere, va da sé citare il nome di Charlotte Moorman o, per venire a un'artista eclettica e istrionica visibile in questi mesi al Pac di Milano, Laurie Anderson. Inoltre, i lavori dei maggiori esponenti internazionali di questo panorama sono fruibili a Genova nella collettiva Il viaggio dell'uomo immobile.

Il lavoro di Eija-Liisa Ahtila si inscrive a pieno titolo in questa giovane e fiorente tradizione di videoarte al femminile. Il Museion di Bolzano - realtà che quasi non ha pari nelle città italiane di medie dimensioni - offre ai visitatori la sua prima personale italiana. Finlandese, Ahtila è nata a Hämeenlinna nel 1959, attualmente vive e lavora a Helsinki. Dopo un esordio post-concettuale, ha studiato cinema a Helsinki, Londra e Los Angeles. Dalla seconda metà anni Novanta la ritroviamo nei festival di cinema sperimentale, negli eventi video-artistici, fotografici e performativi. Questo perché il suo è un lavoro sui confini, che abilmente sviluppa tale liminarità per offrire prodotti declinati in medium differenti 2.

È proprio il mezzo cinematografico a essere privilegiato, al fine di riflettere su una condition humaine peculiarmente femminile. Ahtila narra storie che paiono di ordinaria umanità, si concentra sui legami interpersonali e sulle relative emozioni "primarie" 3, focalizzandosi sulle relazioni originarie sviluppate in famiglia, nella coppia, oppure tematiche quali la sessualità in età adolescenziale e le psicosi che affliggono donne in giovane età. Questo interesse per i micro-eventi fa parte di una socio-estetica basata su un processo di esemplarizzazione: il suo lavoro tenta di far scaturire l'elemento universale da quelle storie, rendendole paradigmatiche e facendole assurgere a ruolo di modello. Al punto che l'artista le chiama "drammi umani"4. La forma mentis sulla quale si articolano queste narrazioni è caratterizzata da frammentarietà, non-linearità, talvolta irrazionalità - sebbene proprio il concetto di razionalità, dotato di forti connotazioni di genere, sia uno dei bersagli critici della videoartista finlandese. Il mondo psichico viene rappresentato in maniera nient'affatto monolitica, ma si scompone in molteplici punti di vista privi di una gerarchia e, almeno apparentemente, di una regìa autoritaria.

Naturalmente questo "sostrato ideologico" si traduce in una pratica stilistica che prevede la frammentazione del racconto, attivata mediante accorgimenti tecnici, che vanno dalla sovrapposizione di immagini alla destrutturazione del flusso narrativo fino all'incostanza del ritmo. Non ultimo, va sottolineato che i film sono interpretati da attori professionisti: le storie si basano su testimonianze di fatti realmente accaduti, ma vengono rimodellati secondo i canoni "tradizionali" della cinematografia, con tanto di scenografia e montaggio, audio in finlandese e sottotitoli in inglese. Insomma, "finzioni" 5. In una recente intervista, l'artista ha dichiarato: «La ragione per cui amo lavorare con l'immagine in movimento è la potenzialità espressiva del medium: puoi raccontare una storia, usare testi, dialoghi, attori, sonoro, luce e tutte le combinazioni possibili di questi elementi» 6. In quest'ottica, anche la ricezione dello spettatore è assai curata. Nel caso di The House, l'allestimento al Museion è studiato in maniera tale da far coincidere il crollo della casa, metafora del collasso psicologico della protagonista, con una sensazione provata all'interno dello spazio di proiezione, con i tre schermi posizionati separatamente in un unico spazio, in modo tale da simulare un processo analogo.

I lavori presentati a Bolzano sono prevalentemente di carattere filmico. If 6 was 9 (1995) 7 è un trittico interpretato da alcune adolescenti dall'età compresa fra i 13 e i 15 anni. Päivi, Satu, Tiina, Anne ed Elsa raccontano le proprie riflessioni in merito alla sessualità, assumendo sempre un'ottica fortemente individuale e intimistica. Osserviamo così quel che pare uno zapping televisivo fra soggetti, idee, esperienze vissute o narrate per interposta persona. Ciò si riflette in un andamento ritmico diseguale, ove ogni immagini pare influenzare quella attigua, creando un flusso che talora agisce in sintonia e tal altra si contrappunta reciprocamente. Today (1996-97) 8 è un nuovo trittico: gli schermi indagano sul rapporto fra un padre e una figlia, "sfruttando" l'evento scatenante della morte del nonno. I punti di vista e le relative narrazioni sono tre: nella prima il protagonista è la giovane, che prende la parola mentre il padre piange nella propria camera; nella seconda, una sorta di intermezzo che allenta la tensione, una donna di nome Vera espone le proprie considerazioni sulla società contemporanea; nella terza il protagonista è, secondo un meccanismo narrante speculare, il padre in quanto figlio del deceduto e padre egli stesso. The Present (2001) 9 è articolato su cinque monitor - al punto da poter definire l'opera un'installazione - sui quali scorrono altrettante storie, in maniera alternata e mantenendo sempre una coppia di proiezione contemporanea. Le storie hanno un'impronta comune, trattando sempre di psicosi femminili e perdono (ogni video termina con la didascalia Give yuorself a present, forgive yourself). L'articolazione comprende Swaying Courtains (presunti assassini costringono una donna a trovar rifugio sotto il letto), Ground Control (un'adolescente si sdraia in una pozzanghera nel giardino antistante la propria casa), The Bridge (il passaggio sopra un ponte da parte di una donna che procede carponi). Gli ultimi due filmati sono ripresi in altrettante opere autonome: The House (2002) e The Wind (2002). Quest'ultimo ha come protagonista Susanna, giovane donna che esterna la propria incapacità di urlare mordendosi drammaticamente le mani, fino a che il vento irrompe caoticamente nella stanza, disordinando l'esteriorità e riordinando l'interiorità. Una frase fotografa con lampante chiarezza il lavoro: «Non avrei mai immaginato di finire con l'andare dallo psichiatra. Avrei pensato piuttosto di diventare io stesso una psichiatra, non l'inverso» 11. Ancora su tre schermi, The House 12 è interpretato da Elisa, auditrice di personalissime voci e rumori, tanto da far implodere lo spazio-tempo interiore e costringendola a oscurare con tende scure le finestre della propria dimora: «Faccio il buio in casa. Giacché non riesco a difendermi dai rumori, chiudo fuori le immagini» 13. Questo lavoro tradisce l'influenza evidente degli esperimenti di cinema surrealista, specie nella scena in cui la mucca presente in televisione incede verso la telecamera, sino a entrare nel salotto di casa della spettatrice, nonché nella sequenza in cui Elisa galleggia nell'aria, avvicinandosi alla propria casa con l'aiuto di frasche e rami.

Chiudendo, almeno una menzione meritano le fotografie, visibili nel corridoio del Museion: provengono dalla serie Scenographer's Mind (2002) e sono state concesse al prestito di collezionisti locali. Si tratta di diciotto scatti a colori, incorniciati a coppie. Sviluppano ancora il tema di The House e del complementare Love is a Treasure, indagando sugli spazi che costituiscono l'autentico protagonista dello sviluppo filmico e installativo.



NOTE

1 Marco Enrico Giacomelli, Il Giocoliere Elettronico. Nam June Paik e l'invenzione della videoarte, in "Bollettino Telematico dell'Arte", n. 317, Roma, 9 marzo 2003, http://www.bta.it/txt/a0/03/bta00317.html

2 Per esempio, il materiale utilizzato nell'installazione The House, disposto su cinque monitor, è riutilizzato in senso lineare nel film a episodi Love is a Treasure.

3 Secondo gli studi più recenti, tali emozioni primarie o fondamentali sono: gioia, dolore, rabbia, paura, disgusto. Cfr. Valentina D'Urso, Le emozioni, in Pier Carla Cicogna (a cura di), Psicologia generale. Storia, metodi, processi cognitivi, Roma, Carocci, 2001, pp. 303-350.

4 Cit. in Letizia Ragaglia, Riappropriarsi dell'esperienza: l'autenticità delle narrazioni di Eija-Liisa Ahtila sullo sfondo della società dello spettacolo, in Eija-Liisa Ahtila, Museion, Bolzano 2003, p. 8.

5 Chiara Leoni (intervista a cura di), Eija-Liisa Ahtila. The Straight Story, in "Flash Art", n. 243, Milano, dicembre 2003-gennaio 2004, p. 98.

6 Cit. in ibid., p. 96.

7 10 minuti, film 35 mm, 1:1.85, e installazione DVD, 1:1.33, per 3 proiezioni con audio. Copyright Crystal Eye Ltd, Helsinki. Collezione Finstral, Alta Adige, Italia. Courtesy Klemens Gasser & Tanja Grunert Inc., New York.

8 10 minuti, film 35 mm, 1:1.85, e installazione DVD, 1:1.77, per 3 proiezioni con audio. Copyright Crystal Eye Ltd, Helsinki. Art Collection Gasser. Courtesy Klemens Gasser & Tanja Grunert Inc., New York.

9 Installazione DVD per 5 monitor con audio, 5x72-120 secondi, 16:9. Copyright Crystal Eye Ltd, Helsinki. Art Collection Gasser. Courtesy Klemens Gasser & Tanja Grunert Inc., New York.




Links

L'articolo su Nam June Paik: http://www.bta.it/txt/a0/03/bta00317.html
La mostra di Laurie Anderson al Pac di Milano: http://www.pac-milano.org/anderson.htm

La mostra

Eija-Liisa Ahtila
21 set. 2003 - 04 gen. 2004
Bolzano, Museion
http://www.museion.it




Fotografie

Fig. 1
Eija - Liisa Ahtila,
The House, 2002
14 min.
DVD installation for 3 projections with sound
Copyright Crystal Eye Ltd, Helsinki
Installation view Tokyo Opera City
Courtesy Klemens Gasser & Tanja Grunert Inc, New York

Fig. 2
Eija - Liisa Ahtila
The Wind, 2002
14 min e 20 sec
DVD installation for 3 projections with sound
Copyright Crystal Eye Ltd, Helsinki
Installation view Tokyo Opera City
Courtesy Klemens Gasser & Tanja Grunert Inc, New York

Fig. 3
Eija - Liisa Ahtila,
Tha Present, 2001
5x 70-129 sec + 5x30 sec
DVD installation for 5 monitors and 5 TV spots with sound
Copyright Crystal Eye Ltd, Helsinki
Courtesy Klemens Gasser & Tanja Grunert Inc, New York

Fig. 4
Eija - Liisa Ahtila,
Today, 1996/7
10 minutes
35 mm film and DVD installation for 3 projections with sound
Copyright Crystal Eye Ltd, Helsinki
Courtesy Klemens Gasser & Tanja Grunert Inc, New York

Fig. 5
Eija - Liisa Ahtila,
If 6 was 9, 1995
10 minutes
35 mm film and DVD installation for 3 projections with sound
Copyright Crystal Eye Ltd, Helsinki
Courtesy Klemens Gasser & Tanja Grunert Inc, New York




Ahtila
fig. 1

Ahtila
fig. 2

Ahtila
fig. 3

Ahtila
fig. 4

Ahtila
fig. 5

 

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