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Il Museo dei Viaggiatori in Sicilia  
Ornella Fazzina
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 16 Gennaio 2010, n. 550
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Area Musei

La nascita di una realtà museale ha sempre rappresentato un evento di importanza capitale per il luogo che la ospita, poiché non solo un museo riqualifica quel brano urbano, ma diventa simbolo di una città e della sua memoria, contribuendo ad arricchire la storia passata e presente in un’ottica di ampliamento dell’offerta culturale atta a promuovere un circuito turistico attento alla qualità per rientrare a pieno titolo tra le proposte culturali di spessore competitive nel panorama europeo.

Grazie all’impegno costante di Francesca Gringeri Pantano, la quale da decenni porta avanti uno studio avvincente e di grande utilità, la città di Palazzolo Acreide (Siracusa) - riconosciuta dall’Unesco - si fregia di un particolare gioiello che la impreziosisce maggiormente: il Museo dei Viaggiatori in Sicilia ospitato nei locali di Palazzo Vaccaro. Si tratta di un esempio intelligente di collaborazione tra privato e pubblico, tra il Centro Studi “Jean Houel” e il Comune di Palazzolo Acreide, che nell’interagire e nel riconoscere l’alta valenza culturale nonché la particolarità e unicità del genere, si proiettano verso la promozione del patrimonio culturale, artistico, paesaggistico della Sicilia e in particolare del territorio ibleo.

La prestigiosa istituzione museale è ospitata in un edificio religioso del Seicento, ricostruito nell’Ottocento come abitazione privata, denominato Palazzo Vaccaro e dal 1997 di proprietà comunale. Il piano dove ha sede il museo conserva pregevoli volte reali in pietra calcarea iblea e ben si presta alla logica espositiva che si articola in una differenziazione di servizi nella distribuzione degli spazi.

La ricerca relativa ai viaggiatori stranieri condotta dalla prof.ssa Gringeri Pantano inizia negli anni ’80 in un susseguirsi fino ad oggi di viaggi, mostre, attività convegnistica, pubblicazioni che la vedono instancabile indagatrice di una realtà emersa dai documenti e dai libri, rintracciando attraverso un lavoro filologico svolto nei tanti archivi di Stato la fonte degli scritti e delle immagini. Uno studio imponente di cui si sentiva la mancanza, se si pensa che proprio il tema del viaggio da sempre è metafora di conoscenza nei vari campi letterari o artistici, ammantato da un fascino misto a inquietudine e piacere che lo rendono un genere tra i più esaminati, contenendo in sé entrambe le dimensioni mentale e fisica. I “cahiers de voyage” difatti fanno parte della più colta tradizione intellettuale non solo europea ed hanno costituito per secoli insostituibili strumenti per “viaggiare” attraverso le esperienze di artisti.  Partendo da tale assunto compiere un viaggio ideale o reale che sia è un modo di indagare all’interno del proprio pensiero e delle proprie pulsioni, alla luce delle diverse esperienze e visioni di un mondo soggettivo e oggettivo.

Il Museo dei Viaggiatori in Sicilia non è solo un luogo della memoria, ma anche della contemporaneità che alterna, nella elegante esposizione, il documento di ieri attraverso i disegni e le incisioni, con quello di oggi per mezzo delle foto realizzate da Giuseppe Leone e Lamberto Rubino, come utile strumento per un’analisi paesaggistica e monumentale per la tutela dei beni culturali di oggi poiché lo stato dei luoghi nel Settecento costituisce la prima immagine di una ricerca sistematica dei rilievi, e quale criterio di comparazione “stimolando nel visitatore il gioco dei raffronti, dei riconoscimenti o dei disconoscimenti” come sostiene Enrico Iachello.

La collezione è il frutto di appunti e annotazioni, spesso corredate da carte geografiche e disegni, di chi tra Settecento e Ottocento intraprese il viaggio in Sicilia attratto dalle antichità classiche, lasciando una valida e insostituibile testimonianza grafica e descrittiva di conoscenza storico-sociale. Tra le più significative testimonianze si menzionano quelle dell’architetto e pittore francese Jean Houel il quale arrivando in Sicilia nel 1777 disegnò parti del territorio ibleo di straordinaria bellezza quali Cavagrande e Vendicari oltre a dei monumenti resi con la precisione di un cronista, riportando dettagliatamente nei suoi scritti e nelle acquetinte gli aspetti caratterizzanti il patrimonio ambientale e culturale siciliano.

Il periodo del Grand Tour senza dubbio ci ha consegnato un’immensa letteratura dalla quale possiamo attingere e comprendere fenomeni storici, sociologici, geocartografici. Proprio perché si tratta di una sterminata letteratura, la studiosa ha scelto di dare un taglio scientifico al materiale in suo possesso inerente l’area che costituisce il Parco degli iblei, scelta motivata e dettata sia da un atteggiamento di ringraziamento per la città che ha voluto ospitare il museo (il logo raffigura Cibele da un’incisione di Houel, la dea che dall’Anatolia ha attraversato il Mediterraneo e si trova nel santuario rupestre dell’antica Akrai), sia per il fatto di integrare la struttura al contesto, secondo una oculata metodologia che segue con rigore professionale i criteri di legame, interazione, dialogo e appartenenza al territorio per una migliore leggibilità e comprensione della tematica.

Ma avendo a disposizione una collezione ben più vasta che raccoglie testimonianze di tutta la Sicilia, si stanno attrezzando ulteriori spazi espositivi in modo da consentire la fruizione pubblica dell’intera raccolta. I compiti che il museo infatti si è proposto di adempire sono rivolti a soddisfare le esigenze di una utenza che concepisce il museo come organismo vivo e dinamico, dove al suo interno si possono contemplare momenti di studio, di ricerca, di visione di mostre temporanee sul tema odeporico, sia storiche che legate alla pluralità dei linguaggi contemporanei.

Questa struttura museale con le sue opere vuol essere depositaria e promotrice di una cultura della bellezza, nel senso più nobile e profondo del termine, della quale l’umanità avverte estremo bisogno per un urgente risveglio dello spirito.

Negli sforzi di coloro che hanno lavorato per sostenere e realizzare un arduo progetto e in prima persona di Francesca Gringeri Pantano, che pazientemente e spinta da una grande passione ha dato vita ad un’iniziativa encomiabile per materiale raccolto che consiste in disegni, incisioni, libri antichi di pregevole fattura, dipinti, si evince la generosità di donare e rendere partecipi i cittadini e chiunque lo desideri di un segmento della storia vista da altri occhi che ci restituiscono una memoria altrimenti irrimediabilmente perduta e che oggi più che mai diventa prioritaria per soffermarci su opere di alto valore culturale ed estetico.

Recupero quindi anche di una identità che solo operazioni di grande serietà rendono possibile, di una Sicilia intesa come Isola del Viaggio, crocevia di scambi dove le stratificazioni culturali costituiscono il palinsesto di differenti civiltà.

Alla fine del ‘400 la Sicilia darà al viaggio di formazione un notevole contributo:  si deve attribuire l’inizio della letteratura odeporica al colto umanista Pietro Bembo con la pubblicazione della sua ascesa all’Etna compiuta nel 1493. Nel Cinquecento si succederanno i viaggi della ricerca topografica e storica, nel 1558 frà Tommaso Fazello presenterà la storia di Sicilia indicandone i siti archeologici delle città greco-romane che farà scoprire agli eruditi d’Europa la “Sicilia antiqua”, aprendo la strada ad altre eccellenti pubblicazioni.

Nella seconda metà del Settecento visiteranno la Sicilia amateur di antichità, naturalisti, diplomatici, architetti, artisti, poeti e i giovani aristocratici d’Europa la inseriranno come tappa ambita e fondamentale del Grand Tour poiché in Italia completavano la loro formazione culturale. Le città siciliane raggiunte dai viaggiatori furono Messina, Taormina, Catania, Siracusa, Agrigento, Selinunte, Segesta, Palermo. Oltre al già citato J. Houel sono da ricordare gli artisti al seguito di Vivant Denon i quali hanno lasciato la più importante testimonianza artistica, come invece nel campo editoriale sono da menzionare sempre J. Houel e J. R. de Saint-Non.

Inserendosi in una linea di continuità il Museo vuol essere innanzitutto un omaggio agli studiosi di Sicilia che con le loro ricerche hanno contribuito a far conoscere e a tutelare il patrimonio archeologico, artistico, architettonico e paesaggistico che dà unicità all’Isola, ponendosi come meta sia per il viaggiatore colto di oggi, sia per un pubblico curioso e rispettoso di una collezione permanente che al suo interno presenta dei capolavori quali le incisioni dei due più importanti viaggi effettuati nel Settecento nell’ambito della letteratura odeporica europea, insieme a carte geografiche che coprono un arco temporale che va dal ‘500 al ‘700 e che mettono in luce l’evoluzione degli studi topografici annessi al viaggio in Sicilia, e ancora preziosi testi odeporici e la rarissima prima edizione del De rebus Siculis decades duae del Fazello; testi che costituiscono la fonte dalla quale attinsero i viaggiatori e che riportarono nelle loro opere, consultabili mediante i mezzi informatici nell’annessa biblioteca. L’esperienza viene arricchita da una pregevole pubblicazione “L’Isola del Viaggio” che, come asserisce Emanuele Kanceff, «è ben più di un generico catalogo museale».

Il viaggio appartiene ad una dimensione mentale e fisica. M. Proust ci ricorda che «L’unico vero viaggio verso la scoperta non consiste nella ricerca di nuovi paesaggi, ma nell’avere nuovi occhi», mentre B. Chatwin asserisce che «Il viaggio non soltanto allarga la mente, le dà forma», volendo cogliere in queste differenti frasi il bisogno insopprimibile dell’uomo di allargare i propri orizzonti, abbattere barriere psicologiche ancor prima che reali, prestandosi il viaggio a sconfinamenti rintracciabili a più livelli di lettura, una letteratura dell’anima che ha bisogno di bellezza - citando J. Hillman – tentando di eludere, grazie a progetti come questi, una certa superficialità, inafferrabilità, inconsistenza che tanto caratterizza e connota parte della società del presente che dell’effimero e della “liquidità” coniata da Z. Bauman ha fatto il suo tratto identitario.

Nella nuova logica museale, tale iniziativa rappresenta un punto forte e stabile di una concezione che mira alla crescita civile e culturale, indispensabile strumento per la conservazione attiva della storia che in questa struttura espositiva a carattere permanente offre le diverse possibilità di conoscenza, realizzando anche un sito web per consentire on-line una diffusione veloce del percorso museale che evidenzia i rapporti fra le opere esposte, il territorio e gli altri luoghi di Sicilia nonché gli aspetti etno-antropologici che a Palazzolo Acreide sono presenti e rafforzano l’idea di un museo come completamento di altre realtà museali. Si rientra così in una percorribile proposta di città-museo e di eco-museo che, nel seguire una corretta politica culturale, rende ancora più appetibile un territorio che tanto ha da offrire in termini di valorizzazione, monitorata e ben studiata, per annoverare tra gli itinerari turistici di qualità principalmente il territorio ibleo che il Museo dei Viaggiatori in Sicilia rappresenta per la tematica che tratta e che apre al pubblico con tre sezioni dedicate a: le vedute e lo stato attuale dei luoghi, le carte geografiche e il Viaggio, i libri antichi di Sicilia e i testi odeporici . Sezioni che si stanno ampliando. Un progetto originale e complesso che costituisce un luogo d’eccellenza e che incentiva il binomio cultura-economia che, se ben gestito, risulta essere la formula vincente per il proseguo di attività come queste che nella serietà e competenza hanno riposto tutte le energie, facendo di una passione personale una opportunità di conoscenza, condivisione e di continua ricerca messa al servizio della collettività.

 

 

ESTRATTI DAL CATALOGO

«[…] la letteratura di viaggio offre un esempio (quasi un modello ?) dei processi di costruzione delle identità territoriali e sociali dell’èlites dell’Europa moderna. Nel tempo, e in modo particolare nel corso del Settecento e del primo Ottocento, si costruisce un’immagine europea […] dell’isola che è frutto, da una parte, dello sguardo dei viaggiatori stranieri e, dall’altra, del profondo legame che essi avevano con le élites isolane. Si tratta cioè di un’immagine condivisa, prodotta appunto da un incontro che costruiva un rapporto culturale e politico, in base al quale le élites europee, che si educavano viaggiando, in qualche modo si riconoscevano nei loro interlocutori isolani (aristocratici e intellettuali soprattutto), li assumevano appunto come indispensabili compagni di viaggio, quasi vere e proprie guide […] Per nulla isolata, come ben mostra anche la nostra autrice, l’élite siciliana definiva così una sua identità europea, a volte anche esagerando i suoi tratti di frontiera, in stretto rapporto con l’élite europea».     Enrico Iachello, Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, Università di Catania.

«[…] ben vengano i Musei, questi templi del passato che non sono pachidermi mummificati sulla nostra strada, ma l’unica speranza per far risuscitare la storia. Questo Museo dei Viaggiatori di Palazzolo Acreide, il primo del genere di cui io abbia notizia, mi pare destinato, per l’originalità della concezione, per l’attenzione con cui è stato concepito e costruito, per la funzione che è chiamato ad assumere a diventare un'esperienza pilota […] L’opera di Francesca Gringeri Pantano […] non può essere confusa con l’ennesima opera di erudizione storico-archeologica sul fertilissimo tema della Sicilia. E’ un percorso rinnovato, che pur si avvale di tutta la copiosa tradizione scientifica ma la sintetizza felicemente e la supera, offrendo al lettore il frutto di un nuovo sguardo storiografico, ancora non tentato nel suo assieme […] Proprio questo, il discorso globale, mirato e coerente, mancava ancora ai nostri studi; e costituisce la novità principale della presente pubblicazione, il cui contributo, una volta entrato nel dominio della scienza odeporica, non potrà più essere ignorato […] il libro di Francesca Pantano supera, con la sua ricchissima trama testuale e iconografica, luoghi comuni antichi e meno – come […] la convinzione, espressa chiaramente da Brydone ma non certo solo sua, che la Sicilia non sia stata parte del Grand Tour - riuscendo nella non facile impresa di integrare bene la storia testuale con quella documentaria, sagacemente tallonata da presso, e mostrando ancora una volta quale possa essere la straordinaria fertilità per i nostri studi di queste iniziative locali, quando siano sorrette da serie e non campanilistiche metodologie di ricerca».    Emanuele Kanceff, Direttore del Centro Interuniversitario di Ricerche sul Viaggio in Italia, Moncalieri.

 

 

 

IL CATALOGO
Francesca Gringeri Pantano, L’Isola del Viaggio. Palazzolo Acreide: il Museo dei Viaggiatori in Sicilia, Catania, Domenico Sanfilippo Editore, 2009. ISBN 9788885127517
€ 81.00

 

 

IL MUSEO
Museo dei Viaggiatori in Sicilia
Palazzo Vaccaro, via Maestranza, 5 Palazzolo Acreide, Siracusa - Italia
orari: 9-13 e 15-19 chiuso lunedì
tel. 0931883880
WWW <http://www.museoviaggiatori.it>
email: <info@museoviaggiatori.it>






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Museo dei Viaggiatori in Sicilia

Fig. 1
Museo dei Viaggiatori in Sicilia, particolare, 2009, foto di Lamberto Rubino.

Théatre de Syracuse

Fig. 2
LOUIS FRANÇOIS CASSAS (attrib.), Théatre de Syracuse, fine sec. XVIII
disegno acquerellato, cm. 44,5 x 69,5
collezione privata

Mappa geografica di tutta l'isola e del Regno di Sicilia

Fig. 3
MATTHIAS SEUTTER E MATTHIAS SEUTTER Jr., Mappa geografica di tutta l'isola e del Regno di Sicilia, 1745 ca.
incisione all'acquaforte acquerellata, cm. 49,3 x 58
collezione del museo

De Italia Siciliane insulae atque totius regni eius descriptio

Fig. 4
SEBASTIAN MÜNSTER, De Italia Siciliae insulae atque totius regni eius descriptio, secundum variam eius habitudinem, 1489-1552
incisione, cm. 21,4 x 14,7
collezione del museo

Italianische Reise

Fig. 5
J. W. GOETHE, Italianische Reise, 1885
prima di copertina
collezione del museo

Bassorilievi antichi scolpiti nella roccia

Fig. 6
JEAN HOUEL, Bassorilievi antichi scolpiti nella roccia (Palazzolo Acreide), in Houel, 1785
disegno e incisione all'acquatinta, cm. 23,1 x 35,8
collezione del museo

Il tempio della Concordia ad Agrigento

Fig. 7
P. FABRIS (attrib.), Il tempio della Concordia ad Agrigento, 1770
tempera, cm. 35 x 56
collezione privata

L'Etna e il mito dei Pii Fratres

Fig. 8
J. MORE, L'Etna e il mito dei Pii Fratres, fine sec. XVIII
olio su tela, cm. 150,5 x 203,8
collezione privata

Veduta di una parte delle Grotte di Cava d'Ispica

Fig. 9
C. - L. CHÂTELET E J. MATHIEU, Veduta di una parte delle Grotte di Cava d'Ispica posta nel Val di Noto vicino Siracusa, in Saint-Non, 1786
incisione all'acquaforte (disegno di Chatelet inciso da Mathieu), cm. 24,3 x 34,8
collezione del museo

Carri delle Confraternite dello Spirito Santo e di S. Filippo

Fig. 10
J. HOUEL, Carri delle Confraternite dello Spirito Santo e di S. Filippo davanti alla Cattedrale di Siracusa durante le feste che tali confraternite organizzano nell'Ottava del Corpus Domini, in Houel, 1777
disegno e incisione all'acquatinta, cm 23,2x36,2.
collezione del museo



	

Fotografie cortesia di Francesca Gringeri Pantano



	

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