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Leonardo e Michelangelo. Capolavori della grafica e studi romani: una recensione  
Giorgia Duò
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 28 Dicembre 2011, n. 636
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Area Mostre

Un confronto-incontro aggressivo e stimolante si sta svolgendo in questi giorni negli spazi suggestivamente allestiti di Palazzo Caffarelli in Campidoglio. Per la prima volta si propone al grande pubblico di non specialisti un accostamento visivo del corpus grafico di due maestri estremamente, e in maniera diversa, affascinanti che hanno saputo dare un’impronta personalissima all’arte del loro tempo: Leonardo e Michelangelo.

Non si tratta di un’avventura inedita, i due artisti si sono incrociati e “sfidati” nella Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Vecchio a Firenze; nel 1503, infatti, il gonfaloniere Pier Soderini commissiona ai due la decorazione delle pareti del salone con soggetti riferibili alle famose battaglie simbolo dell’indipendenza della città: la battaglia di Cascina e quella di Anghiari [1] .

La mostra, a cura di Pina Ragionieri e Pietro C. Marani, esperti, rispettivamente di Michelangelo e Leonardo, si propone come evento di alta portata scientifica e aggiornamento degli studi sui due artisti che si rapportano vicendevolmente alla classicità, all’architettura, al disegno di figura e alla città di Roma dove Leonardo soggiorna brevemente, e Michelangelo opera a lungo lasciando indelebile e riconoscibile l’impronta creativa del suo genio nel profilo cittadino.

Luogo d’incontro virtuale è la Fabbrica della Basilica di San Pietro, alla cui guida, dopo  Bramante, Leonardo ambisce e Michelangelo succederà.

Si confrontano due filosofie linguistiche diversissime: per Leonardo il disegno è esperienza conoscitiva e indagine, per Michelangelo è irruenza e impeto creativi.

Le lunghe annotazioni, spesso di difficile lettura, che decorano i fogli leonardeschi  raccontano le motivazioni dell’artista interessato non solo alle “cose” (monumenti, fenomeni atmosferici, volo di uccelli.....), ma al perchè delle stesse. I disegni michelangioleschi, d’altro canto, tirano fuori il ragionamento creativo, il modus ponens, che mette in luce il travaglio e le difficoltà alla base dell’elaborazione.

Una mostra unica, rara e difficilmente ripetibile, costituita di testimonianze assolute !  Sessantasei capolavori (26 di Leonardo, 32 di Michelangelo e 8 di seguaci) divisi in tre sezioni, organizzate in 9 sotto-sezioni, ogni settore è preceduto da un pannello didattico breve ed efficace, e la maggior parte delle opere esposte reca una didascalia completata da commento, le scritte e le annotazioni dei fogli di Leonardo sono svolte in cartoncini a parte. “Si e’ voluto” afferma Pina Ragionieri “evitare la forma, puramente estetica, dell’antologica, che non insegna nulla, a vantaggio della funzione educativa del concetto moderno di mostra”.

1.               “Capolavori tra Capolavori”: i 9 più celebri e preziosi disegni michelangioleschi di Casa Buonarroti affrontano 9 fogli leonardeschi dal Codice Atlantico dell’Ambrosiana di Milano [2] . A titolo puramente esemplificativo citiamo il Nudo di schiena riferibile alla Battaglia di Cascina (fig. 1) per il primo e i Due mortai che lanciano palle esplosive (fig. 2) per il più anziano maestro. Un confronto/affronto coraggioso da cui non esce un vincitore o un vinto piuttosto la propria propensione al genio e le diverse attitudini che contraddistiguono l’uno e l’altro.

2.                “Appunti su Roma e studi romani di Leonardo”: la sezione, che indaga il rapporto di Leonardo con l’Urbe, è a sua volta suddivisa in 4 sotto-sezioni. Si evidenzia la multiforme personalità del maestro interessato a tutto ciò che lo circonda, alle logiche che sono dietro i fenomeni [3] e l’eredità artistica lasciata attraverso i suoi seguaci:

a.                                    Leonardo e l’antico

b.                                   Leonardo e l’architettura

c.                                    Leonardo. Specchi, ottica e geometria

d.                                   Leonardo e il disegno di figura

e.                                    Leonardo. Al seguito del genio

 

3.               “Michelangelo”: la sezione approfondisce il lavoro dell’artista attraverso  4 sotto-sezioni che ci informano sulla scrupolosità e sull’impeto dell’azione creativa del fiorentino e dell’eredità che ne è conseguita.

a.                                    Michelangelo. Utopia e pratica di cantiere e l’antico

b.                                   Michelangelo notomista

c.                                    Michelangelo. Cappella Sistina e Cappella Paolina

d.                                   Michelangelo. Al seguito del genio


 

Il catalogo

A cura di Pina Ragionieri e Pietro C. Marani, è edito da Silvana Editoriale. Si pone in ambito scientifico come aggiornamento sugli studi concernenti il corpus grafico dei due maestri.

Le prime 15 pagine riguardano i convenevoli ringraziamenti di tutti coloro che hanno partecipato e/o voluto l’evento, segue quindi il catalogo vero e proprio diviso, diversamente dalla mostra, in due parti: la prima, circa 100 pagine, introdotta da un saggio d’apertura del Marani, in cui si delinea il percorso tecnico compiuto da Leonardo [4] , svolge sezione per sezione il percorso studiato per la rassegna.

La seconda parte, le successive 100 pagine, introdotta dal valido scritto di Luciano Berti sulla collezione di Casa Buonarroti, ricalca l’andamento voluto per l’esposizione.

Le schede di catalogo redatte con dovizia commentano i lavori grafici esposti. L’impostazione delle cartelle è quella classica: autore, titolo, datazione, medium grafico, dimensioni, luogo di conservazione, n. di inventario, analisi storica, iconografica, attributiva dell’opera e bibliografia.

Un ricco corredo fotografico, costituito da immagini, a piena pagina, per lo più a colori,  delle opere esposte completa le note di catalogo.

Immancabile l’aggiornatissima bibliografia al 2011.

 



LA MOSTRA

Dove: Musei Capitolini, Roma

Quando: 27 ottobre 2011 - 19 febbraio 2012



[1] I due dipinti murali, purtroppo, per ragioni diverse non sono giunti a noi: l’affresco michelangiolesco non fu  mai realizzato, mentre quello leonardesco si rovinò irrimediabilmente subito dopo essere stato eseguito con una tecnica innovativa, ma inadatta. I cartoni preparatori, studi e disegni importantissimi, furono ammiratissimi e studiati da tutti coloro che si accingevano a  intraprendere il mestiere di artista e da coloro che già lo facevano tanto da essere definiti da Benvenuto Cellini: “la scuola del mondo”.  Dell’opera di Michelangelo rimangono alcuni disegni, dell’ingegno di Leonardo la speranza di poter rintracciare sotto l’attuale parete tracce dell’affresco originario.

[2] Il Codice Atlantico è conservato nella Biblioteca Ambrosiana fin dal 1637, negli anni Sessanta dello scorso secolo, per motivi conservativi, è fascicolato in 13 libri, recentemente grazie all’intuizione del Prefetto della Biblioteca Don Franco Buzzi, al fine di rendere il Codice meglio fruibile è stato sfascicolato in singole carte. La sfascicolazione ha comportato, ovviamente, ulteriori ed accurati studi sull’opera e si è scoperto che già Leonardo, cento anni prima di Gallileo, aveva affermato che la terra fosse rotonda ! Questi nove fogli documentano il multiforme interesse dell’artista che spazia dalla geometria, alle invenzioni meccaniche, dall’arte all’architettura militare, dall’idraulica al volo di uccelli, dal volo meccanico ai fenomeni atmosferici ...

[3] I suoi disegni di carattere ancora quattrocentesco sono piccoli, confusi entro annotazioni e schizzi, non hanno carattere autonomo, ma sono ugualmente di altissimo valore artistico (fig. 3).

[4] Un’analisi analitica dell’evoluzione tecnica: dall’uso della punta d’argento o d’oro all’introduzione della penna, dall’introduzione della matita all’impiego del carboncino, medium ideale per esprimere la dolcezza e le vibrazioni emotive ricercate attraverso lo sfumato. Per Leonardo disegnare significa dare forma scritta ai suoi pensieri, illustrare i pensieri, è lo strumento principe attraverso cui scruta la natura e i suoi fenomeni, è lo strumento prediletto per le sue indaginei conoscitivo-scientifiche.







Nudo di schiena

Fig. 1
MICHELANGELO BUONARROTI, Nudo di schiena, 1504-1595
penna, tracce di matita nera, 408 x 284 mm.
Firenze, Casa Buonarroti

Due bombarde che scagliano palle esplosive

Fig. 2
LEONARDO DA VINCI, Due bombarde che scagliano palle esplosive
penna, tracce di matita nera, 408 x 284 mm.
Milano, Veneranda Biblioteca Ambrosiana, CA f. 33 recto

Vite d'Archimede e ruote d'acqua

Fig. 3
LEONARDO DA VINCI, Vite d'Archimede e ruote d'acqua
penna, tracce di matita nera, 408 x 284 mm.
Milano, Veneranda Biblioteca Ambrosiana, CA f. 26 verso




Foto cortesia Ufficio Stampa della Mostra

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