Daniele Bollea
Nato a Roma nel 1945. Giovanissimo frequenta lo
studio di Mirko. Nipote del collezionista Emilio Jesi, incontra
artisti come Carra', Marino Marini, Afro. Pensa che non ci possa
essere arte senza scienza. Lavora come astrofisico per 15 anni ma
appena raggiunto un qualche successo, torna all'arte (1978).
Comincia subito a esporre i suoi dipinti cosmici, materia che nasce
dal vuoto, diacronie sincroniche come paesaggi dell'evoluzione
naturale o storica, l'espansione cosmica in figure tipo mandala;
una pittura che come la scienza va dall'astratto al concreto.
Amico di Fausto Melotti (1984) ne subisce l'influenza in scultura, e
nell'abitudine di scrivere versi parallelamente alle opere. Dal
1993 ha cominciato a pubblicare poesia.
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Giardino del Tempo I
I chiostri racchiudono giardini e fontane e simbolizzano l'anima
come un infinito racchiuso con all'interno la sua stessa sorgente.
Qui i giardini sono paesaggi nel tempo, in cui la storia
continua a sgorgare. La storia non è qualcosa di prevedibile, ma un
fiume che cambia sorgente e corso.
Giardino del Tempo II
La situazione metafisica della lettura qui rappresentata da un
chiostro dai cui archi vediamo sub specie aeternitatis mille
storie che rinascono e si diramano.