Edgar Degas - i ritratti (Kunsthaus Zuerich, fino al 5 marzo 1995) Nella Kunsthaus di Zurigo vengono attualmente esposte 180 opere scelte di Degas. Sono numerosi gli abbozzi e gli studi, ma anche i quadri, che permettono di avvicinarsi non al pittore famoso per i suoi cavalli e per le sue ballerine, bensi' a un grande ritrattista. Grazie a Felix Baumann, che ha creato un eccellente allestimento per la mostra, e' possibile incontrare i vari soggetti in un ambiente intimo: il grande spazio e' stato spartito in ambienti piu' piccoli in cui il visitatore puo' sentirsi in amichevole compagnia con i personaggi ritratti. Mentre gli abbozzi sono tutti esposti su pareti blu scuro, che danno l'impressione di una profonda finestra, i quadri di dimensioni piu' grandi vengono presentati su pareti separate che si accordano con le tonalita' piu' chiare. Questo concetto spaziale accentua la consistenza individuale di ogni quadro, e permette al visitatore di distinguere bene fra di loro tanto le singole opere quanto i vari stadi di sviluppo nell'arte ritrattistica di Degas. Nel suo caso sin dall' inizio quello del ritratto e' stato un campo di sperimentazione, e le sue osservazioni si sono rivolte prima di tutto a membri della famiglia. Piu' tardi sono diventati suoi modelli anche alcuni amici , conoscenti e artisti: cio' che tutti loro hanno in comune e' appunto una certa familiarita' con il pittore. Proprio il fatto che i ritratti di Degas non sono stati quasi mai realizzati a pagamento gli ha permesso di trascurare le convenzioni accademiche. E anche se Degas all'inizio della carriera era animato da grande rispetto per il suo primo maestro Ingres, comincio' tuttavia ad aprirsi strade nuove che divennero sempre piu' personali. Seguendo il percorso della mostra si comprende bene quanto lo sviluppo della tecnica e quanto la composizione sempre piu' coraggiosa abbiano aiutato Degas a esprimere dei messaggi di contenuto profondo e complesso: infatti le rappresentazioni non hanno soltanto il valore di specchio. Degas si e' dedicato ai suoi modelli, tutti a lui affettivamente vicini, senza isolarli dall' ambiente che li circonda. Nei suoi ritratti si incontrano sempre dei personaggi di cui possiamo conoscere la realta' delle caratteristiche personali soltanto fino ad un certo punto, mentre la complessita' scaturisce dalla considerazione di un orizzonte piu' vasto - si potrebbe chiamarlo intellettuale -, cioe' dell'ambiente che influenza il carattere del modello. I ritratti di Degas non sono stati determinati soltanto dall' affetto per le persone che gli erano intorno: il suo scopo era piuttosto quello di presentare l'essere umano integrato nella complessita' psicologica e sociale dei suoi tempi. Per questa ragione Degas non ha mai lasciato nella sua arte spazio al caso, e sosteneva anzi che nessuna arte fosse mai stata meno spontanea della sua. Infatti ha trascorso una vita piuttosto isolata, creando le sue opere con l'aiuto della memoria e del ragionamento. I suoi ritratti sono composizioni nel senso vero proprio della parola. Chi consideri attentamente il volto del conte nel "Vicomte Lepic et ses filles" desidera anche in esso la finezza e la precisione che Degas ha dato alla raffigurazione delle figlie nello stesso quadro. Nonostante questa apparente imperfezione non si e' tentati di pensare a una mancanza o incompletezza del ritratto perche' sono il profilo e l'ambiente che concretizzano e completano il contenuto dell'espressione non pienamente determinata del viso. La realizzazione piu' estrema di questa idea che sia visibile all'esposizione e' "Femme a' la fenetre": della donna si riconoscono soltanto il profilo e le mani che si distinguono grazie alla loro plasticita' e alla chiarezza del colore. A parte le mani rischiarate, essa esiste soltanto come ombra scura davanti alla luce che scende dalla citta' nella camera attraverso la finestra aperta: il controluce avvolge il carattere della donna nell'enigma. Se non ci fossero la varieta' dei colori intorno alla figura e una struttura particolare a guidare l'interpretazione dell' osservatore, il ritratto avrebbe poco da comunicare. Anche se si reperissero nell'oscurita' del volto sfumato alcuni cenni essi non ne svelerebbero mai il vero carattere, ma soltanto il sentimento o il pensiero che gli e' stato infuso dal pittore. Era Degas stesso che diceva: "Le dessin ce n'est pas ce que l'on voit mais ce qu'on doit faire voir aux autres." Di questo pensiero, di questa convinzione la ritrattistica del Degas e' stata accompagnata sempre, come si vede fin dalle prime opere. Gia' nel quadro "Degas a' la palette" - il primo autoritratto che del pittore venga esposto a Zurigo - si notano le tracce della mano di un pittore indipendente, coraggioso e innovativo. Da un lato coglie il modo nuovo di percepire il mondo che gli offriva il suo secolo, guarda cioe' con occhio "fotografico", sperimenta la grande velocita' con cui la vita si muove, e sente l'anonimita' della metropoli Parigi: d'altra parte studia in profondita' opere di grandi pittori del passato, combina le sue varie esperienze e riesce a ridurle a messaggi artistici di massima intensita' nei suoi ritratti. La concentrazione di un contenuto profondo e nello stesso momento enigmatico risulta tra l'altro anche dalla struttura che Degas conferisce ai suoi quadri. "L'impresario", "Boussard photographe" o "La chanteuse de cafe'-concert" rappresentano ottimamente e lasciano percepire chiaramente le caratteristiche del suo stile: cio' che questi hanno in comune con tanti altri quadri presentati in questa esposizione e' che Degas taglia i ritratti da prospettive inaspettate, sottolinea con l' orientamento della luce, spesso proveniente dal basso, degli aspetti della realta' non ancora visti in questo genere di pittura, apre lo spazio con specchi, trasforma le prospettive fino ad una certa deformazione, pone dei particolari perfettamente rifiniti accanto ad altri che sembrano essere appena sbozzati. Questo elenco, che pure sarebbe da completare, rende l'idea di quelli che sono stati i meriti di Degas per lo sviluppo della ritrattistica posteriore. Egli ha oltrepassato i limiti tradizionali di questo genere della pittura: di conseguenza e' diventato persino possibile, come dimostra per esempio "Portraits dans un bureau" (ufficio commerciale di cotoneria), creare una raffigurazione limpida di una scena ufficiale senza affatto pronunciarsi sui rapporti sociale e umani che sottende. Che i personaggi nei ritratti di Degas non possano fare a meno di rimanere impersonali, talvolta addirittura freddi o visti da distanza, e' vero soltanto fino a un certo punto, cioe' fino al punto in cui non si comprenda pienamente l'atteggiamento personale di Degas, la sua propria visione del mondo contemporaneo e il suo modo di affrontare la societa' che lo circonda. L'esposizione a Zurigo trasmette lo spirito con cui Degas si dedicava alle condizioni della cultura e dell'umanita' della seconda parte del secolo scorso. In piu' si legge nei suoi quadri la sua risposta non allegorica ma diretta a un sentimento particolare dell'essere nel mondo - l'inizio del disagio nella cultura. Cio' che rende importanti i suoi quadri e' proprio il fatto che Degas e' riuscito a guadagnare una certa distanza dal mondo che lo circondava. A parte il dubbio e lo scetticismo che si leggono nelle sue opere esposte a Zurigo, il suo e' lo sguardo di un occhio attento che invita ancora oggi il pubblico ad affrontare i personaggi ritratti e a comunicare con loro. L'esposizione permette al pubblico di farsi un' idea della varieta' di tipi con cui Degas ha sostituito un genere limitato della pittura. Anche se mancano alcune delle opere principali del Degas ritrattista, si e' fortunati di trovare una scelta vasta di prestiti tanto da collezioni importanti che da privati. Purtroppo e' presente soltanto un quadro non restaurato, in quanto le delicate condizioni hanno sconsigliato il trasporto degli altri. Bisogna dire pero' che alcuni dei ritratti piu' importanti di Degas sono presenti nella mostra: "Autoportrait au chapeau mou", "M. et Mme Edmondo Morbilli", "Mme Camus au piano", "Mme Jeantaud devant un miroir", "Diego Martelli", "Henri Rouart et son fils Alexis". I ritratti di Degas rimarranno nella Kunsthaus di Zurigo fino al 5 marzo 1995, dopo di che verranno esposti nella Kunsthalle a Tuebingen. Orario della mostra:dal martedi' al giovedi', ore 10 - 21, dal venerdi' alla domenica, ore 10 - 17, lunedi' chiuso. Visite guidate (in tedesco): domenica ore 11, mercoledi' ore 18.30. Kinga Fekete Uerikon/Zurigo, 20 dicembre 1994 ------------------------------- Il presente file proviene dal BOLLETTINO TELEMATICO DELL'ARTE *coordinato da Stefano Colonna* email Caesarnet (point): 175:391/1.14 email Fidonet: 2:335/348 email Internet-Fidonet: Stefano.Colonna@f348.z2.fidonet.org email Internet: mc6575@mclink.it curato e creato dagli studenti dell' Istituto di Storia dell'Arte Medioevale e Moderna dell'Universita' di Roma "La Sapienza" con il concorso dei docenti e di altri collaboratori Recapiti Istituto: Facolta' di Lettere Piazzale Aldo Moro, 5 - 00185 ROMA tel.: ++39-6-4451709 ------------------------------- il Bollettino e' disponibile su "SPQR Servizi Telematici" di Alessandro Bucci Roma, Italia (Rome, Italy) Line #1/BBS and FAX +39-6-87182083 19.2/ZyX Line #2/BBS +39-6-87180915 28.8/V34 Caesar Network Int'l 175:391/1 [HOST] FidoNet 2:335/348 [NODE] Indirizzo postale: P.O.BOX 11/045 (Postal address) 00141 Roma - ITALY ------------------------------- i testi sono (C) dei rispettivi autori, ma ne e' espressamente consentita la distribuzione e citazione parziale o integrale in tutto il mondo e con tutti i mezzi: posta elettronica, pubblicazione, fotocopie, microfiches o microfilm da fotocopia o pubblicazione, purche' non a fini di lucro e sempre comunque citando le fonti e i rispettivi autori : nome BBS con indirizzo Fidonet, Logo: "Bollettino telematico dell'Arte", nome file/s e autore/i o curatore/i. -------------------------------