For Children Only
Ė il 1972 quando
la Cooper Union
School of Art and Architecture organizza l'ultima esposizione delle opere di
Joseph Cornell rivolta ai bambini della Lower Manhattan. L'invito è For
Children Only.
Cornell,
creatore di collages e piccoli assemblages, vede nei bambini non
solo gli ideali destinatari della sua arte, ma anche gli spettatori più
ricettivi. “They were filled with the innocence needed to see”.
Le creazioni
cornelliane nascono dall'evoluzione dei primi giocattoli per il fratello
Robert. In tutta la sua produzione, l'artista conserva quello sguardo ludico,
infantile e magico che permette all'oggetto trovato di acquisire una valenza
che echeggia della poetica della meraviglia.
L'oggetto è un
portale attraverso cui fantasticare e creare con il potere dell'immaginazione.
“Ma Cornell, anche se usciva ogni giorno dalla porta del tempo per esplorare le
magiche prospettive dell’immaginazione associativa e, come un bimbo che incolla
le figurine la sera, lavorava sul tavolo della cucina della modesta casa di
Long Island sepolto in un mondo di piccoli oggetti, ritagli di stampe,
biglietti di viaggio scaduti, angeli di bisquit e di carta ricamata,
bicchierini, palle di vetro colorate, etichette, piccoli flaconi, carte del
cielo e del mare, fotografie, frammenti di specchio, rami secchi e infiniti
relitti del tempo, non per questo mancò di partecipare attivamente, in prima
linea, alla vita di quella grande vicenda dell’arte americana”.
La stessa scena
del '72, con i bambini spettatori dell'arte cornelliana, si ripete nel futuro
fanta-scientifico del 2011 alla Gallerie Surrealiste dell'Art Institute di
Chicago: è un episodio fanta-reale che nasce dalle pagine del bestseller The
Time Traveler's Wife
di Audrey Niffenegger.
Il romanzo racconta la storia d'amore tra Henry, un bibliotecario che viaggia
nel tempo per una “cronoalterazione genetica”, e Clare, una giovane artista.
L'autrice
disegna con la scrittura evocativa la scena principe del suo libro, tra
sentimento e fantascienza, ambientando
un “incontro casuale”
all'interno della galleria surrealista. Davanti alle scatole-Aviaries di
Cornell, una scolaresca in divisa cattolica segue una visita
all'esposizione con una guida che purtroppo non riesce a capire che quella è
arte per demiurghi della fantasia. I bambini sono destinatari perfetti per quel
tipo di creazione che andrebbe mostrata loro come se fossero i maggiori esperti
del campo.
Le Aviaries
sono opere più severe rispetto a creazioni bizzarre come i Soap Bubbles Sets
o la serie Hotel.
Jonathan Safran
Foer, uno dei maggiori scrittori viventi di lingua inglese, aveva già capito
l'importanza di queste scatole “assemblando” una serie di racconti liberamente ispirati
proprio alle Aviaries in A Convergence of Birds: Original Fiction and
Poetry inspired by Joseph Cornell.
L'artista esprime in queste scatole la sua identificazione con gli uccelli,
creature fragili, libere e indifese. Il volo è affascinante quanto pericoloso.
Non è un caso che, in inglese, volo ed evasione si traducano come flight.
Solo una mano
alzata può risolvere la domanda della guida della scolaresca: “Perché secondo
voi Cornell ha fatto queste scatole?”. La vincitrice con la
risposta esatta è Alba, “la ragazza blu pavone, che agita la mano come se
avesse il ballo di San Vito”.
La bambina svela il mistero: “ (Cornell) ha fatto le
scatole perché era solo. Non aveva nessuno da amare, e ha fatto le scatole per
poterle amare e perché così la gente avrebbe saputo che lui era vissuto e
perché gli uccelli sono liberi e le scatole sono luoghi dove gli uccelli si
nascondono per sentirsi sicuri e voleva essere libero e sicuro. Le scatole sono
per lui, perché lui possa essere un uccello”. La risposta, di
sorprendente intelligenza, viene data sotto gli occhi del padre di Alba, Henry,
che la osserva da lontano: è il giorno del loro grande evento, il loro
“incontro casuale”.
Tutto il libro
della Niffenegger è costruito su un doppio binario narrato in prima persona dai
protagonisti, Henry e Clare, i genitori di Alba. La storia d'amore tra i due
protagonisti è un percorso spezzato nel tempo e nella successione, ma è
costruito sapientemente in un crescendo, il cui apice è proprio la scena
dell'incontro nel futuro tra Henry e la
figlia Alba.
Le scatole di
Cornell non sono solo uno sfondo scritto per la finzione, ma la
concretizzazione di una serie di riferimenti all'opera dell'artista che,
disseminati per il romanzo, rievocano la passione della Niffenegger per il
“cacciatore di immagini”.
L'idea di
partire da questo episodio è doveroso visto che Un amore all'improvviso,
film del 2009 tratto dal libro della Niffenegger, ha eliminato non solo la
scena, ma anche i riferimenti cornelliani evidentissimi nel testo. La
produzione cinematografica porta il nome di Brad Pitt che, nel 2008, aveva
impersonato il protagonista de Il curioso caso di Benjamin Button, basato
sul racconto omonimo di Francis Scott Fitzgerald del 1922.
L'aspetto del
viaggio nel tempo di Un amore all'improvviso prosegue il fascino
dell'alterazione temporale sulla scia del personaggio di Benjamin Button e
costituisce un taglio voluto, ma i numerosi riferimenti all'arte sono parte
essenziale del background e della scrittura della Niffenegger: non
costituiscono solo lo scenario della storia, ma linfa per la creazione del
romanzo.
Con Alba la Niffenegger ha dato
vita al personaggio che rappresenta lo spettatore principe dell'arte di Cornell
per l'età, gli occhi sognanti, la creatività alimentata dall'innocenza e una
serie di influenze che derivano dalla sua famiglia. Alba rappresenta la sintesi
delle realtà che hanno influenzato Joseph Cornell, a convergence of
convergences, e la continuazione ideale dell'artista.
The Time Traveler and his Wife
I genitori di
Alba sono due moderni personaggi dell'Odissea. Non a caso la Niffenegger apre e
chiude il libro con citazioni specifiche sul tema del viaggio come navigazione
che allude alle radici di Joseph Cornell, discendente di una famiglia di
navigatori olandesi.
Clare è la nuova
Penelope: “Tempo fa quando gli uomini andavano per mare, le donne li
aspettavano sulla spiaggia, scrutavano l'orizzonte in cerca della piccola
imbarcazione. Adesso io aspetto Henry. Lui scompare senza preavviso e
involontariamente. Io lo aspetto. Ogni minuto di attesa dura un anno,
un'eternità. Ogni minuto scorre lento, trasparente come vetro. Attraverso ogni
minuto vedo un'infinità di minuti in fila, in attesa”.
L'ambiguità temporale dove l'attimo è un'eternità
è il tema portante delle scatole di Joseph Cornell racchiuse proprio da un vetro
trasparente.
Henry, invece, è
come Ulisse/Uomo della Folla alla Edgar Allan Poe: “Quando finisco là
fuori, nel tempo, divento diverso, mi trasformo in una versione disperata di me
stesso. Divento un ladro e un vagabondo, un animale in fuga che si nasconde.
Spavento vecchie signore e diverto bambini. Sono un trucco, un'illusione di
altissimo livello, inverosimile al punto da diventare vero”.
Il viaggiatore è un argonauta solitario, proprio come Cornell. La sua
“solitudine” negli spostamenti temporali non gli concede nemmeno di portare con
sé oggetti o vestiti: così appare nudo in un altro tempo spaventando le signore
e divertendo i bambini. “Come un evaso, pensa solo a nascondersi e a sparire”.
Charles Simic ne
Il cacciatore di immagini. L'arte di Joseph Cornell,
considerando l'enorme moltitudine di oggetti rivenduti dagli emigranti ai
rigattieri di Manhattan, pensa che i viaggiatori si siano liberati di tutto e
vaghino per il Nuovo Continente come “Nudi in Arcadia”: “mi vien fatto di
pensare che avrebbero dovuto obbligarli a spogliarsi e a buttare in mare le
loro proprietà per il bene di un'America dove tutti andassero nudi”.
Henry somiglia
molto a Cornell: le Shadow Boxes cornelliane sembrano capsule della
memoria
filtrate da un sentimento personale. Le “cronoalterazioni” di Henry non
avvengono in modo casuale, ma in determinati momenti della vita legati a grandi
eventi. Clare naturalmente è il suo più grande evento, l'ancora che lo tiene
legato al presente, ma lo attira magneticamente nel suo passato.
Gli spostamenti
nel tempo hanno una breve durata che corrisponde alle sensazioni del
viaggiatore stesso: sono cortometraggi di viaggio e Cornell, in questo campo, è
un esperto.
Henry non viaggia
solo nel tempo, ma vagabonda come un vero flâneur tra gli scaffali dei
libri: è un bibliotecario. “Mi piace vagare nel deposito libri della
biblioteca, quando i lettori sono ormai tornati alle loro case, sfiorando le
coste dei volumi. Queste sono le cose che mi trafiggono di nostalgia quando il
capriccio del tempo mi sottrae”.
Le letture a
casa di Henry sono “correlativi oggettivi” della sua vita e permettono a Clare
di riconoscerlo attraverso le etichette: “mentre aspetto che sia pronto do
un'occhiata agli scaffali. Ecco l'uomo che conosco. Poesie amorose e Poesie
teologiche di Donne. Il Doctor
Faust di Christopher Marlowe. Il pasto nudo. Anne Braadstreet,
Immanuel Kant, Barthes, Foucault, Derrida. I Canti dell'innocenza
e i Canti dell'esperienza di Blake. Winnie The Pooh. Alice Commentata. Heiddeger. Rilke. Tristram
Shandy. Wisconsin Death Trip. Aristotele. George Berkeley. Andrew
Marvell. Ipotermia, geloni e altre malattie causate dal freddo”.
La passione per
i libri affascina anche Clare: “Le biblioteche mi fanno l'effetto delle mattine
di Natale, come se fossero grandi scatole piene di libri bellissimi”.
Il loro incontro
avviene proprio in una biblioteca: Henry è spaesato e non ricorda di aver fatto
visita a Clare tante e tante volte riempiendo la sua infanzia di attesa per
quell'uomo misterioso che andava a sempre a trovarla. Clare, invece, ricorda
tutti i momenti passati insieme: conserva un diario dove ha annotato tutte le
date creando una lista, un elenco dettato proprio da Henry in una delle sue
apparizioni. La lista è un fanta-calendario per conoscere gli incontri con
Henry e per sapere quando preparargli un mucchietto di vestiti (visto che
riappare sempre nudo). Henry si materializza sempre nello stesso punto:
i viaggi temporali sono legati all'affezione, come se il viaggiatore tornasse
sempre in un luogo legato alla memoria.
Il filtro
personale riecheggia di Cornell tanto in Henry quanto in Clare. Il quaderno
azzurro della ragazza non è diverso dall'accumulo di annotazioni nelle pagine
abbozzate da Cornell:
la lista di quel diario è come un di nastro di Möbius.
Clare, tra l'altro, è una giovane artista specializzata in sculture di uccelli:
sono opere che le permettono di lavorare “sulla nostalgia”.
Anche Henry è un
amante dell'arte. É cresciuto con un mito d'infanzia, il suo primo viaggio al
museo: i genitori, due musicisti, hanno stimolato la sua fantasia con piccoli
racconti. “Gli elefanti impagliati nella sala grande, gli scheletri di
dinosauro, i diorama degli uomini delle caverne (…) l'infinità di bacheche
piene di farfalle, di colibrì, scarabei”popolano i suoi sogni. Il museo è il luogo
principe di “convivenza temporale” di oggetti appartenenti ad epoche diverse:
“Il museo era buio, freddo e antico, e questo amplificava il senso di sospensione
temporale, come se dentro le sue mura il tempo e la morte si fossero fermati”.
Henry ha una
grande passione per le curiosités:
“diventai un bambino incantato. Qui dentro la natura intera era stata
catturata, etichettata, sistemata secondo una logica che sembra senza tempo
come fosse stata organizzata da Dio, forse da un dio che, confusosi i documenti
originali delle creazione, aveva poi dovuto chiedere al personale del museo di
aiutarlo a rimettere in ordine. Per un bambino di cinque anni come me, che
andava in estasi per una farfalla solitaria, attraversare il Field Museum era
come attraversare l'Eden con tutto quello che contiene”.
L'immagine più
cara ad Henry è quella di una farfalla azzurra, la Papilio ulysses che
la madre aveva portato da Sidney. Henry la tiene così vicina agli occhi
da vedere solo una macchia colorata: “mi dava una sensazione... una sensazione
che anni dopo avrei cercato di ritrovare nell'alcol e infine avrei riprovato a
con Clare, un senso di unione, di oblio, di spensieratezza nell'accezione
migliore del termine”.
L'idea della
farfalla ricorda i Butterfly Habitats cornelliani mentre l'azzurro, che
echeggia di oblio e immaterialità, riporta alla mente Kandinskij,
ma anche il senso nostalgico e triste di Rose Hobart [32] ,
found footage realizzato da Cornell nel 1936.
Il ricordo della
madre è vivo nella mente di Henry: è morta la vigilia di Natale quando era un
bambino di cinque anni. Henry torna spesso nel passato e rivive la scena a
rallentatore, proprio come in Rose Hobart, ma non può cambiare il
futuro. É come se l'incidente e la morte della madre fossero il fulcro delle
sue “cronoalterazioni”. Tutto il resto ruota intorno a quell'evento
all'infinito.
La memoria della
madre musicista è un pianoforte coperto di polvereche ricorda Untitled (Le Piano), una
scatola di Cornell del 1948: “anche questo pianoforte è magico. Ha un cupido
dal volto azzurro e quello che sembra un campanello elettrico. Ha uno spartito
– qualche cosa di romantico – ma non ha i tasti. Ci sono anche due scatole di
fiammiferi ricoperte di note musicali, e questo è tutto. Nella villa sul mare
Seraphina suonava il pianoforte muto. Una 'piccola musica notturna' per gli
occhi”.
Nei suoi viaggi
Henry incontra anche se stesso: tanto il futuro non può cambiare. Il bambino e
l'adulto si giocano i biscotti in una gara che prevede di indovinare il nome
degli uccelli aprendo a caso Birds of America di Aubrun.
L'idea di sfogliare libri a caso richiama il sogno ed è un aspetto che la Niffenegger deriva da
Schopenhauer attraverso Rilke, uno dei suoi poeti preferiti.
Wonderland
Il gioco, come
strumento di incontro, confronto e conoscenza, non riguarda solo Henry e se
stesso da piccolo, ma anche i più lontani ricordi con Clare, quando era
bambina. Henry rispunta continuamente come una “pallina del flipper”:
l'espressione rievoca inevitabilmente il celebre Swiss Shoot the Chutes
del 1941 e le slot machinescornelliane, in particolare la “piccola
principessa Medici”.
Gli appuntamenti
con Clare si svolgono sempre sul “Prato”: la Niffenegger usa il termine in maiuscolo e non è un caso.La
narrazione in prima persona si adatta, di volta in volta, all'età del
personaggio. Clare ritrova costantemente il suo “compagno di giochi” ad
intervalli di tempo alterni in meriggi d'oro, come la piccola Alice e Lewis
Carroll.
Clare-Alice vede
comparire e scomparire l'amico come una bolla di sapone: “La gente non compare
e scompare come fai tu. Tu sei come il Gatto del Cheshire”.
Il riferimento al libro di Carroll è esplicito e continua anche quando Clare
diventa adulta: “Mi sento come Alice nel paese delle meraviglie diventata
grande, costretta come sono a infilare un braccio fuori dalla finestra per
potermi girare”.
I richiami alla
favola di Alice non sono casuali. Carroll storicamente è presurrealista: il
linguaggio, il tema del gioco e della fantasia portano Breton ad inserirlo tra
gli autori dell'Antologia dello Humor Nero del 1939.
La somiglianza
tra il Paese delle Meraviglie e la Wunderkammer (come la cantina di Utopia Parkway e lo
studio di Clare) costituisce un diorama perfetto dove gli accostamenti
di oggetti e bizzarrie fanno di questi spazi magici i laboratori alchemici per
l'immaginazione.
Henry descrive
lo studio d'artista di Clare come se fosse uno scenario incantato e lei è la
creatrice della meraviglia: “quando la donna con cui vivi è un'artista, ogni
giorno è una sorpresa. Clare ha trasformato la seconda camera da letto in un
laboratorio di meraviglie pieno di piccole sculture e disegni fissati a ogni
centimetro di spazio. Sugli scaffali e nei cassetti ci sono gomitoli di filo
metallico e rotoli di carta. Le sculture mi ricordano gli aquiloni o i
modellini degli aeroplani”.
Henry parla con
Clare delle sue impressioni sull'ambiente e stimola continuamente la creatività
della moglie. Il giorno successivo lei ha già creato “uno stormo di uccelli di
carta e filo metallico, che ha appeso al soffitto del salotto. Una settimana
più tardi le finestre della nostra camera da letto sono coperte di sagome
astratte azzurre e traslucide che il sole proietta sui muri creando un cielo
per le sagome di uccelli che Clare vi ha dipinto. É bellissimo”.
La vita
matrimoniale sembra limitare Clare nella creazione delle sue gigantesche
sculture: “lo spazio che posso chiamare mio, che non è saturo della presenza di
Henry, è talmente piccolo che anche le mie idee si sono rimpicciolite. Sono
come un bruco in un bozzolo di carta; tutto intorno schizzi per sculture,
disegni che sembrano falene che battono le ali contro le finestre cercando di
scappare da quello spazio limitato. Faccio bozzetti, piccole sculture che sono
prove di sculture più grandi. Ogni giorno le idee nascono con più riluttanza,
come se già sapessero che le ucciderò impedendo loro di crescere. Di notte
sogno colori, sogno di immergere le braccia in tinozze piene di fibre di carta.
Sono giardini in miniatura in cui non posso camminare perché sono gigantesca”.
L'idea riporta al disorientamento di Alice nei continui cambiamenti di
dimensione, ma anche alla poetica della miniatura dell'arte di Cornell, alla Wunderkammer
e alle case di bambola vittoriane.
Clare continua a
creare mentre aspetta Henry tra un viaggio e l'altro: il marito compare e
scompare come il Gatto del Cheshire, così come l'arte si crea a partire
da idee effimere che si manifestano pian piano, come un'immagine che appare
sulle vecchie lastre fotografiche. Non a caso Carroll era anche un appassionato
di fotografia.
L'apparizione e
l'illusione che caratterizzano i viaggi di Henry seguono il fascino dei prestigiatori.
Cornell era molto interessato alle performances di Harry Houdini. C'è
una strana coincidenza tra i nomi Harry ed Henry.
“Quello che c'è
di irresistibile nel fare arte- nel fare qualsiasi cosa, immagino- (dice Clare)
è il momento in cui l'idea vaporosa e senza sostanza si concretizza in qualcosa
di solido, materia nel mondo della materia”.
Il regno
dell'inganno e della magia evoca nella mente di Clare l'idea stessa dell'arte:
“Circe, Viviane, Artemide, Atena, tutte le maghe del passato devono aver conosciuto
questa sensazione, mentre trasformavano semplici uomini in creature favolose,
rubavano i segreti dei maghi, piegavano gli eserciti: ah, guarda, ecco lì la
cosa nuova. Chiamala corpo, guerra, alloro. Chiamala arte. La magia che riesco
a creare adesso è una piccola magia differita. Lavoro tutti i giorni, ma non si
materializza niente. Mi sento come Penelope che tesse e disfa la sua tela”.
La solitudine di
Clare accompagna il suo sconforto: non riesce ad avere un figlio con Henry. Il
feto soffre di “cronoalterazione”, proprio come il padre, ed esce e rientra dal
suo corpo provocandole un susseguirsi di aborti spontanei. I viaggi dipendono
da situazioni affettive anche per il feto: solo la calma, la tranquillità della
casa, una maggiore stabilità nei viaggi e l'aiuto di un professore-scienziato
che Henry ha incontrato nel futuro permettono a Clare di portare avanti la
gravidanza. Ormai ha un'unica preoccupazione..scegliere il nome della bambina
che cresce dentro di lei.
Un incontro
casuale
Henry compie un
viaggio nel futuro e (casualmente) incontra la figlia Alba nella visita guidata
alle scatole di Cornell. La sua gioia è condita dall'amarezza di sapere che
morirà al quinto anno della figlia, come accadde per sua madre.
Alba ha lo
stesso dono del padre, viaggia nel tempo, ma secondo il professore che la segue è un prodigio: ha la capacità di controllarsi quando sente che sta per
“svanire”.
La sua cultura è
piena: “Non mi insegnano molto a scuola, però leggo tutto sui primi strumenti,
e l'Egitto”,
tema che rievoca L'Egypte de Mlle Cléo de Merode cours elementaire
d'histoire naturelle di Cornell (1940).
La bambina studia musica e suona il violino grazie agli insegnamenti del nonno
musicista che le ha trasmesso la passione di famiglia. É bravissima anche nella
forzatura delle serrature: è un'eredità del padre, utilissima per aprire le
porte quando si compare nudi e si cercano dei vestiti per evitare l'arresto.
L'idea della serratura richiama ancora una volta la piccola Alice e gli
stratagemmi per aprire la porta che accede al Paese delle Meraviglie.
Henry torna nel
presente da Clare svelandole il nome della bambina, Alba, prima luce del
mattino, ma tace sulla scoperta della sua morte.
I viaggi di
Henry diventano sempre più frequenti: il pensiero della morte gli causa
alterazioni affettive che si traducono in spostamenti temporali. Si ritrova in
mezzo alla neve, in inverno, e torna con i piedi ibernati. Non c'è rimedio:
Henry è sottoposto all'amputazione dei piedi nella disperazione di Clare che sa
quanto siano importanti per lui, per correre e spostarsi velocemente quando
appare in un tempo parallelo.
La moglie gli
regala un paio di ali simboliche: “le ali sono mute, con bordi frastagliati”.
La concezione artistica di Clare lega l'idea degli uccelli agli angeli, un'idea
che deriva tanto dalla poesia di Rilke quanto dall'arte di Cornell: si trovano
spesso riferimenti alle creature angeliche in Angel, cortometraggio del
1957, come nella trilogia
di found footages cornelliani degli anni Sessanta, dove gli angeli sono
gli stessi bambini che compaiono nelle cartoline conservate nella
corrispondenza personale dell'artista.
La concezione
cattolica di Clare sul libero arbitrio si scontra con il mondo in cui vive da
quando conosce Henry: sembra tutto predestinato e non può fare niente per
cambiare il futuro. Non ha scelta.
La condizione
fisica di Henry lo costringe su una sedia a rotelle che non può nemmeno portare
con sé quando viaggia nel tempo. Si tratta di una concezione ben nota a
Cornell: la malattia costringe il fratello Robert ad essere perennemente
bloccato sulla sedia. Proprio questo aspetto porta l'artista a rappresentare il
fratello come cubo fisso con la testa di una bambola nel Soap Bubble Set
del 1936.
L'opera è stata interpretata un monumento alla memoria della famiglia Cornell.
La staticità di
Henry lo conduce alla morte quando, in una delle sue sparizioni, ricompare in
mezzo ad un bosco e viene ferito accidentalmente da un proiettile sparato nella
caccia al cervo.
La morte di
Henry è inaccettabile per Clare. La sua arte si dipinge di sogno-evasione: “il
sonno cancella tutte le differenze: allora e adesso, morti e vivi”.
É un'equiparazione che deve molto alle Shadow Boxes,
scatole delle ombre create da un artista funereo, Joseph Cornell.
Clare disegna a
memoria il volto del marito tracciandone le linee sul foglio con una nostalgia
che ricorda il mito d'origine della pittura narrato da Plinio. L'arte è la
cattura di un'assenza: “i punti di riferimento che ho indicato sono come stelle
nel cielo notturno color indaco della carta; la figura è una costellazione”.
L'immagine si riallaccia a diverse scatole cornelliane che evocano della sua
passione per l'astronomia.
Il ritratto di
Henry, tracciato da Clare, ricorda quello di Cornell realizzato da Lee Miller
nel 1933, Joseph Cornell or twelve Needles Dancing on the Point of an Angel:
“segno i punti culminanti e la figura diventa tridimensionale, un vascello di
vetro”.
Tutto quello che
resta a Clare è una lettera di Henry che le descrive l'ultimo incontro, nel
futuro, quando sarà anziana: non vuole che lei lo aspetti, ma le regala il
segreto del giorno in cui si rivedranno oltre il tempo e oltre la morte.
L'amore tra
Henry e Clare è la chiave per capire come la Niffenegger vada oltre
Cornell: Henry è un viaggiatore solitario e Clare è la sua ancora. Sposarla non
è solo il coronamento di una storia d'amore che dura oltre il tempo, ma è
l'antidoto alla sua solitudine di viaggiatore. “Il nostro amore è stato il filo
che mi ha guidato nel labirinto, la rete di sicurezza sotto il funambolo,
l'unica cosa reale in questa mia strana vita di cui mi sia potuto fidare”.
Ecco perché la piccola Alba capisce il senso delle Aviaries. Verso la
fine della sua vita anche Cornell si pentirà di essere stato così riservato,
di aver sognato più che vissuto soprattutto in amore.
Il libro si
chiude con i versi dell'Odissea che narrano l'abbraccio tra Penelope e Ulisse
finalmente a casa.
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The sorcerer’s apprentice: a conversation with Harry Roseman, assistant to
Joseph Cornell, “Michigan Quarterly Review”, Volume XXXVIII, n. s. I,
Winter 1999, pp. 37-56.
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