GIARDINI DI CASTELLOIl Padiglione giapponese è - insieme a quello Statunitense - quello più interessante e innovativo. La filosofia del gruppo SUKI risolve completamente il problema del rapporto tra arte e tecnologia, che per noi occidentali è spesso un rapporto antitetico. In realtà gli artisti giapponesi giocano liberamente con la tecnologia come si può lavorare una canna di bambù: con lo stesso atteggiamento rispettoso e devoto. Tutta la storia dell'uomo, tutto il passato di un popolo rivive continuamente in ciò che il presente offre. Se la tecnologia è il frutto più importante e antropologicamente più rilevante che il presente offre all'uomo, l'uomo e maggiormente l'artista - non può che considerarla come un insegnamento divino. Ecco che nascono tutte le immagini computerizzate che creano un mondo alternativo, metafisico ma attuale e pressante. Tali immagini creano una natura non meno sacra e autentica di quella che siamo tradizionalmente abituati ad abitare. Le forme ovoidali sono un richiamo al mondo cellulare, un mondo digitale che evoca una "realtà-altra", collega cioè il presente al futuro a ciò che oggi non è attuato, ma è spinta al cambiamento, all'azione e alla vita. Paradossalmente, quindi, è proprio il mezzo digitale ad essere portavoce celle spinte vitali e mistiche dell'uomo contemporaneo. Il padiglione di Bill Viola, d'altra parte, ci riporta in una dimensione assolutamente diversa, forse più facilmente fruibile da uno spettatore occidentale. L'arte per Viola consente allo spettatore di esperire una realtà che altrimenti non sarebbbe in grado di afferrare. I soggetti variano da un uomo sotto la doccia ad una donna partoriente, da un neonato che piange ad un vecchio morente in un letto d'ospedale. Sono evidenti i riferimenti ai video di Andy Warhol sia nella lentezza della proiezione che la proiezione sovrapposta di due immagini - per esempio in Interval . Queste sono due tecniche che mirano a scoprire livelli di realtà sotterranei e fortemente emozionanti. Se la critica apprezza così ampiamente i suoi Buried Secrets è proprio perchè questi portano l'arte a dimensione d'uomo nonstante l'uso di tecniche digitali o comunque meccaniche (da cui l'adozione del termine post-human per indicare Bill Viola e artisti che operano in ambiti a lui vicini). |