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LA FOTOTECA DI ADOLFO VENTURI E IL NUOVO ARCHIVIO STORICO
FOTOGRAFICO.
L'Istituto di Storia dell'arte dell'Università "La
Sapienza" di Roma, con sede nella Facoltà di Lettere, si
avvale di una non indifferente raccolta di materiale
iconografico capitalizzato nell'arco di oltre cento anni.
Già dalla istituzione della prima cattedra di Storia
dell'arte a Roma e in Italia, per merito del suo fondatore
Adolfo Venturi (1856-1941) che nel 1890 otteneva la libera
docenza, i neofiti della disciplina poterono avvalersi di
una seria e sistematica documentazione d'immagini. Le opere
d'arte, riprodotte in fototipia oppure presentate
attraverso le stampe d'incisione, queste ultime ancora di
valido sussidio considerando la scelta limitata offerta
dalle seppur relativamente "giovani" case editrici
fotografiche1, cominciarono a costituire quell'elemento di
insostituibile compendio allo studio storico-artistico che
è tutt'oggi la Fototeca.
Dal 1901, data di pubblicazione del 1deg. dei 25 volumi
della monumentale Storia dell'Arte Italiana2, i cassetti
degli antichi classificatori della "Sapienza" cominciarono
ancor più a stiparsi di copie fotografiche, tratte da
lastre in vetro di cm. 21x27 e stampate "a contatto",
acquistate da Venturi presso i migliori fotografi italiani
e stranieri specializzati nel settore, e servite a corredo
iconografico dell'opera: quasi 18.000 immagini di
architettura, pittura, scultura e arti minori.3
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Note
1) Dalla metà dell'800 cominciarono a operare le ditte
Alinari, Anderson e Brogi in Italia; Foto M.A.S. in
Spagna; Mansell in Inghilterra; Giraudon, Bulloz,
Brückmann e Hanfstaengl nell'area franco-tedesca. Circa
il "ritardo" che il fotografo poteva avere nei
confronti delle esigenti aspettative di studiosi come
Venturi, cfr. AA.VV., Gli Alinari fotografi a Firenze
1852-1920, Firenze 1985. In particolare, per i problemi
legati a pregiudiziali di carattere tecnico, ma anche
culturale, v. M.FERRETTI, A.CONTI, E.SPALLETTI, La
documentazione dell'arte, pp.101-174.
2) L'ultimo tema della Storia dell'Arte Italiana, il terzo
tomo dell'XI volume, dedicato all'architettura del
'500, vide la luce, come gli altri, per i tipi
dell'editore Hoepli di Milano, nel 1940. Nel 1941, anno
della sua scomparsa, Venturi aveva abbozzato in
manoscritto l'introduzione al '600. Si veda in merito
G.AGOSTI, a cura di, Archivio di Adolfo Venturi 3
Introduzione al carteggio 1909-1941, Pisa s.d. (1992),
pp.40-42.
2
Ma lo studioso non ha lasciato alla Scuola solo
questo materiale, già numericamente notevole; anche la sua
sterminata bibliografia extra-manuale (il repertorio,
comunque non esaustivo, pubblicato ne "L'Arte" a. XLVIII-
XLIX del 1946 riporta 1388 titoli) si può dire ampiamente
rappresentata da moltissime fotografie.
Gli anni che seguirono l'abbandono della didattica da
parte di Venturi (1931), hanno visto ulteriormente
aumentare la documentazione con Pietro Toesca (1877-1962),
che oltre a raccogliere le molte immagini a corredo delle
sue notissime opere ha consentito una capillare analisi
degli affreschi della Cappella di S. Silvestro in S. Croce
a Firenze e di quelli della vita di San Francesco nella
Chiesa Superiore del Santuario di Assisi, promuovendo una
campagna fotografica, condotta dagli editori Bencini e
Sansoni di Firenze e che ha portato al risultato di circa
400 fotografie di dettagli delle opere; Lionello Venturi
(1885-1961), che aprendo la strada alla critica d'arte
contemporanea ha dato più ampio respiro al già nutrito
fondo foto-archivistico; Mario Salmi (1889-1980), al quale
oltre ai notevoli studi sull'arte medievale e del primo
rinascimento, si devono i repertori fotografici relativi ai
suoi interessi per le arti "minori".
Non siamo in grado di sapere se il corpus iconografico
originario ora in possesso dell'attuale Archivio Storico
Fotografico dell'Istituto di Storia dell'arte, sia tutto
quello messo insieme da Adolfo Venturi; e l'impossibilità
della certezza è data da molteplici fattori, legati anche
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3) La necessità di costituire in Italia, sull'esempio di
quanto già stava avvenendo all'estero, grandi archivi
d'immagini, viene avvertita da molti appartenenti
all'area venturiana. E' significativo riportare una
nota informativa comparsa sul primo numero di una delle
tutt'ora più importanti pubblicazioni scientifiche: La
Bibliofilia, raccolta di scritti sull'arte antica in
libri, stampe, manoscritti, autografi e legature,
diretta da LEO S. OLSCHKI, Anno I (1899-1900) Vol. I,
Firenze 1900.
"Archivio fotografico.
Camillo Boito, Corrado Ricci e Giuseppe Fumagalli
hanno, con pensiero lodevolissimo pensato di istituire
a Milano, nel palazzo di Brera, un grande Archivio
fotografico in cui si accolga qualunque fotografia che
man mano viene eseguita; invitano perciò quanti amano
l'arte e la storia, di mandar loro fotografie, col
proposito di ordinarle e disporle in modo conveniente.
I vantaggi che da questa nuova e curiosa raccolta si
potrebbero avere, sono evidenti. Ognuno potrebbe
ricercarvi molti dei documenti grafici che gli
abbisognano per gli studî suoi; né solo gli sprovvisti
di mezzi vi troverebbero un giusto aiuto, ma tutti
indistintamente, ricchi e poveri, dalla quantità del
materiale raccolto e dalla regolare disposizione d'esso
sarebbero grandemente facilitati nel loro lavoro."
(pp.226-227).
3
al tempo passato ed alla sua inesorabile azione di
deterioramento sulle cose.
Oltretutto, la Scuola non ha trascorso questo secolo
di vita in un unico luogo: difatti è passata dalla prima
sede, nel Palazzo della Sapienza (attualmente occupato
dalle sale dell'Archivio di Stato) all'adiacente Palazzo
Carpegna, acquistato dall'Università dai Conti di
Montefeltro nel 1909; all'appena terminato edificio
piacentiniano nel 1935; infine con un ulteriore spostamento
interno dal 1deg. piano a quello attuale di terra, negli anni
'50.
Vi è anche da sottolineare che quasi tutto il
materiale didattico e scientifico fece riferimento
inventariale direttamente alla Facoltà, sino alla metà
degli anni '30. A questo proposito è bene ricordare
brevemente che, con la sistemazione nella nuova Città
Universitaria, la Facoltà di Lettere e Filosofia iniziò a
darsi un assetto interno più consono alle esigenze venutesi
a creare con la nascita di nuove unità didattiche, sorte
accanto alle scuole di perfezionamento. Nel 1936 si
costituirono così alcuni istituti tra i quali l'Istituto di
Storia dell'arte medioevale e moderna4 .
Ritornando ai problemi relativi alla difficoltà di
quantificare le immagini arrivate sino a noi, è di rilievo
notare il fatto che, sino al 1909, il Bibliotecario
dell'Alessandrina prendeva in carico direttamente tutte le
stampe e le fotografie (non le diapositive, di cui si
parlerà più avanti), essendo considerato questo materiale
"librario"5.
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4) Dai Verbali della Facoltà di Lettere e Filosofia
dell'Università "La Sapienza" di Roma, Seduta del
Consiglio di Facoltà del 13 Marzo 1936.
Nella stessa seduta si costituirono l'Istituto di
Archeologia e Storia dell'arte, quello di Topografia
romana e dell'Italia antica e altri.
A onor di precisione, nel documento risultano
costituiti due Istituti di Storia dell'arte: uno di
medioevale e uno di moderna. Verranno comunque sempre
unificati, in seguito, sotto un unico titolo.
Ma la specifica distinzione che si trova nel
verbale vede riferimento in due fatti collegati al
Regio Decreto di Legge del 22 Novembre 1925, ndeg.2028
(assegnazioni e trasferimenti di cattedre
universitarie), nel quale, al primo comma dell'art. 4,
si assegnava alla Facoltà di Lettere una cattedra di
storia dell'arte medievale e, al secondo comma dello
stesso articolo, si mutava il titolo di Storia
dell'arte medievale e moderna in Storia dell'arte del
Rinascimento e moderna. Il Preside di Facoltà, in sede
di Consiglio il 3 Dicembre dello stesso anno,
comunicava la nomina per decreto al vecchio Adolfo
Venturi per quest'ultima cattedra e il trasferimento,
per disposizione ministeriale, di Pietro Toesca alla
cattedra di Storia dell'arte medioevale.
5) Nel 1909, con il passaggio della Scuola a Palazzo
Carpegna e la costituzione del Gabinetto di Storia
4
Da quella data quindi, 26 Giugno 1909, si costituì
ufficialmente il fondo specifico e autonomo della Scuola
venturiana, ma non possiamo sostenere di aver certezza che
tutte le fotografie acquistate da quel momento finissero
nella Fototeca di storia dell'arte. Molto probabilmente gli
acquisti, susseguitisi nel tempo, non furono inventariati
regolarmente e poi presi direttamente in carico dal neonato
Istituto. Prova ne è la revisione del materiale didattico
e scientifico, compiuta nel 1968 e trascritta in un unico
apposito registro.
Inoltre, la risultanza di un'indagine, condotta nella
Biblioteca Alessandrina due anni orsono, ha fatto rilevare,
in uno scaffale quasi inaccessibile di un soppalco, la
presenza di centinaia di fotografie Anderson non catalogate
- la maggior parte datate attorno agli anni '30 - di vari
soggetti tutti riferibili ai temi della storia dell'arte.
Questo piccolo fondo non è menzionato nell'ultima
pubblicazione sulla biblioteca, prodotta dall'Associazione
Italiana per le Biblioteche nel 1960: sembra quindi giusto
darne, per linee generali, i dati.
Il quantitativo è composto di 685 fotografie, tutte
del formato più comune (cm. 21x27), che sono divisibili in
sette gruppi, cinque dei quali riferiti a precisi Comuni
italiani: Firenze, pittura e scultura (56); Roma e
Vaticano, architettura, pittura, scultura, urbanistica
(328); Palestrina, Tempio della Fortuna e Villa Imperiale
(33); Tarquinia, museo e tombe (109); Venezia, Tintoretto,
Scuola di San Rocco (70); Varie città italiane, soggetti
vari (64); Varie città straniere, pittura (25).
Come si è detto, nel 1935 la Facoltà di Lettere
traslocò nella nuova Città Universitaria e si insediò
nella
parte destra del gigantesco blocco dell'edificio centrale,
occupato a sinistra dalle facoltà di Giurisprudenza e
Scienze Politiche e, al centro, dal Rettorato. Nei locali
del secondo e terzo piano del Rettorato fu sistemata la
Biblioteca Alessandrina; due corridoi laterali (ora chiusi)
la collegavano a Lettere e a Giurisprudenza. Nel 1936, con
una convenzione tra il Ministero dell'Educazione Nazionale
e l'Università di Roma venne decretato, per la biblioteca,
il ruolo di deposito delle tre facoltà6.
Nulla vieta pensare che il fondo di fotografie - ora
esiguo ma forse un tempo più cospicuo7 - possa essere
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dell'arte, avvenne un passaggio di consegne tra il
Bibliotecario dell'Alessandrina Conte Alessandro Moroni
e Adolfo Venturi, questi in qualità di Direttore del
Gabinetto stesso. Documento del 26 Giugno 1909,
Archivio di Adolfo Venturi, Scuola Normale Superiore di
Pisa.
6) C. FERRARI, A. PINTOR, La Biblioteca Universitaria
Alessandrina, Roma, 1960, p. 17.
7) E' noto che durante il secondo conflitto mondiale nel
luglio del 1943, il quartiere di San Lorenzo fu
5
confluito anch'esso sotto forma di deposito, in virtù della
convenzione e in quanto assimilabile al materiale librario,
nella nuova grande biblioteca.
Una buona documentazione, riferita sempre al corpus
originario del fondo dell'attuale Istituto di Storia
dell'arte, è anche composta dalle fotografie di grande
formato.
Presenti nell'Archivio Storico Fotografico, con oltre
1.500 esemplari, di dimensioni variabili (sino ai 40x60
cm.), costituiscono il materiale più antico. Le datazioni
partono, per alcune fotografie, addirittura dai primissimi
anni del decennio 1880-'90, per proseguire, ancora in
abbondante numero, sino all'inizio del '900. Le case
editrici sono le maggiori e più specializzate del momento:
Braun, Bruckmann, Hanfstaengl, Alinari, Anderson, Brogi.
Con una presenza più importante delle prime tre, in
relazione, forse, a una ben precisa scelta di carattere
tecnico (ma non solo), operata da Venturi8.
Noti e importanti sono, tra gli altri numerosi esempi,
i due volumi dell' Academie Royale des Beaux-Arts a
Florence - composti di 74 tavole fotografiche (31 per il
primo, 43 per il secondo) delle dimensioni di cm. 54x70 e
raccolte in eleganti cofanetti di pelle color rosso, con
fregi e iscrizioni dorate - volumi curati dallo studioso,
all'epoca Direttore dei RR. Musei di Roma oltre che già
docente universitario, e editi dall'alsaziana casa Braun
nel 1893.
Per ciò che riguarda la collezione storica di
diapositive, altro grande strumento didattico, il discorso
è analogo in relazione all'impossibilità di una "conta"
precisa. Data l'estrema fragilità del materiale - si parla
di lastre di vetro di cm. 8x8 in b/n, fornite dalle stesse
case fotografiche produttrici delle immagini cartacee -
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duramente bombardato e gli effetti si ebbero anche
sugli edifici dell'adiacente Città Universitaria. Dopo
l'ingresso delle truppe alleate, inoltre, i comandi
militari occuparono molti ambienti dell'Università, tra
i quali la disastrata Biblioteca Alessandrina.
8) Quest'interesse si evidenzia nelle rubriche di notizie
varie della rivista "L'Arte", che lo studioso modenese
diresse dal 1898, rilevando l'"Archivio Storico
dell'Arte" (1888-1897) dal suo condirettore Domenico
Gnoli. Sia nei fascicoli I-II, che nel III-IV del 1deg.
volume (1898), per esempio, si rendono note le nuove
pubblicazioni fotografiche di varie ditte. Si parla
ampiamente delle edizioni Braun (in particolare, le
foto del volume sulla Galleria di Berlino con il testo
di Bode) e di quelle Bruckmann; inoltre della Società
fotografica di Berlino, di Brogi, Alinari e Anderson
(di cui si annuncia il previsto completamento della
campagna fotografica nelle zone comprese tra Milano e
Venezia).
6
considerato deperibile e quindi non inventariato9, possiamo
solamente sostenere, con una certa sicurezza, che è stato
sempre conservato negli stessi ambienti della Scuola:
questo per ovvie ragioni di frequenza d'uso durante le
lezioni.
A tutt'oggi se ne possono contare circa 25.000 e il
loro numero non aumenta da alcuni decenni; da quando, cioè,
la produzione industriale si è indirizzata verso i piccoli
formati, detti 5x5, derivati dall'utilizzazione della
pellicola cinematografica 35mm. Scelta dettata più dalle
leggi di mercato - con il proliferare di fotocamere a
dimensioni ridotte e costi contenuti - che da una
obbiettiva migliore resa del prodotto finito10.
Un altro gruppo di materiale "storico" è costituito da
preziose raccolte di tavole fototipiche, assimilabili alle
collezioni fotografiche pur essendo sovente accompagnate da
corposi commenti scritti, e quindi di rigore pertinenti
alla Biblioteca11. Consistente, sia nel numero che nella
qualità, questa documentazione sottolinea alcuni temi
fondamentali della storia dell'arte, a cominciare
dall'immenso lavoro di riordino sui disegni e i manoscritti
di Leonardo da Vinci, riuniti in sette grandi fascicoli per
____________________
9) Nel 1968 è stata fatta una ricognizione inventariale di
tutta la dotazione dell'Istituto di Storia dell'arte.
In un unico registro sono state elencate le
acquisizioni dal 1897, datando al Novembre 1967 tutte
le fotografie in quel momento presenti: circa 35.000.
elencate per gruppi, con l'indicazione dell'artista ma
non dei temi. Non vi è alcun riferimento alle
diapositive ma è probabile che la dizione FOTOGRAFIE
possa essere genericamente riferibile anche ad esse. In
un altro registro, che va dal Novembre 1950 al Febbraio
1963, si trova l'indicazione di acquisto per circa un
migliaio di diapositive 8x8. E' stato quindi necessario
operare un conteggio diretto del materiale.
10) Se è vero che la tecnologia moderna ha lavorato molto
specialmente in direzione delle ottiche, costruendone
di sempre più complesse e luminose, è anche vero che lo
spazio a disposizione del soggetto, sulla pellicola, si
è ridotto di un quarto, rendendo proporzionalmente più
ardui i problemi da risolvere per ottimizzare la
restituzione dell'immagine.
11) I locali della Biblioteca dell'Istituto di Storia
dell'arte, sono stati alleggeriti delle collezioni di
questo genere, in relazione alla necessità di
accogliere, specialmente negli ultimi anni, un numero
sempre crescente di nuove accessioni. In particolar
modo, le recenti donazioni fatte da Giulio Carlo Argan,
hanno aggiunto circa 22.000 volumi ai circa 40.000 già
esistenti.
7
un totale di 322 tavole a colori di cm.38x48. Questo lavoro
si deve all'operosità della commissione vinciana (con un
esecutivo formato da G.Gentile, A.Venturi, E.Carusi,
A.Colasanti, C.Ricci, P.Toesca) che ha condotto i lavori
dal 1928 al 1950.
La monumentale opera di J. Lessing, Die Gewebe-
Sammlung des Königlichen Kunstgewerbe-Museums Berlin, edita
nel 1913 dà la possibilità di consultare, attraverso
dettagliate schede di cui ogni riproduzione è fornita, 330
esempi a colori (cm. 50x70) di tessuti occidentali e
orientali conservati del museo berlinese, divisi in 11 tomi
che abbracciano i secoli IV-XVIII.
Duecentocinquantadue disegni, quasi tutti riprodotti a
grandezza naturale in collotipia a colori, fanno parte dei
nove volumi datati dal 1905 al 1914 della The Vasari
Society for the reproduction of Drawings by old
Master. Ottimamente conservate, le riproduzioni sono esempi
delle opere giacenti in collezioni pubbliche e private
inglesi e sono tutte corredate di schede analitiche.
Altre due importanti raccolte in fototipia sulla grafica
sono rappresentate da Dessins du Musée du Louvre, Ecole
Italienne, cinque serie di cinquanta tavole ognuna (cm.
50x35) pubblicate in Firenze, s.d., dai Fratelli Alinari; e
da Les Dessins de Pisanello & de son Ecole conservés au
Mùsée du Louvre, 156 immagini ripartite dalla
Société de la
Reproduction des Dessins de Maître in due gruppi: uno del
1912 e l'altro del 1913.
Per ciò che riguarda l'architettura è di grande
interesse la pubblicazione di H. Egger, Manuale di disegno
architettonico. Antichi maestri, presente nella fototeca
con il vol. I (secc. XV-XIX) edito da F. Wolfrum & Co. in
Vienna e Lipsia nel 1910. In 60 tavole fototipiche
corredate da testo critico, si passano in rassegna bozzetti
e progetti, dai maestri tedeschi della metà del XV secolo a
Hermann Neefe (1790-1854), attraverso le figure di G.L.
Bernini, B. Poccetti, G. Rainaldi, A. Le Blond, J.G.
Soufflot, H. Robert, etc.
La scultura eburnea può essere studiata consultando
gli ampi repertori contenuti nei volumi che A. Goldschmidt
ha dedicato all'arte carolingia, sassone e romanica. Die
Elfenbeinskulpturen aus der Zeit der Karolingischen und
Sächsischen Kaiser, VII-XI Jahrhundert del 1914, e Die
Elfenbeinskulpturen aus der Romanischen Zeit, XI-XIII
Jahrhundert del 1926, sono due esempi che illustrano questo
tipo di arte medioevale, allegando ai rispettivi cataloghi
critici 165 tavole contenenti quasi 500 fototipie.
The Mond Collection, edita a Londra (s.d.) riporta con
40 tavole elegantemente "seppiate", la raccolta di quadri
che Ludwig Mond ha compiuto attorno ai grandi nomi di
scuola veneziana, veronese, lombarda, toscana, umbra,
bolognese e spagnola.
Per finire, ma non ultime d'importanza, le serie di
Tavole storiche dei mosaici di Ravenna, edite dall'Istituto
poligrafico dello Stato per il Reale Istituto
d'Archeologia e Storia dell'Arte, dal 1930 al 1937. Il
Sepolcro di Galla Placidia, il Battistero della Cattedrale,
il Battistero degli Ariani, S.Apollinare Nuovo, la Cappella
Arcivescovile, S.Vitale, S.Apollinare in Classe, S.Giovanni
Evangelista, S.Michele in Africisco, Sant'Agata e la
8
Basilica Ursiana: in otto fascicoli, con circa 20 grandi
tavole (cm. 50x70) ognuno, sono messe a comparazione le
fotografie delle opere musive con i disegni delle varie
fasi di restauro relative. Sostenuta dal testo di Corrado
Ricci, l'opera si avvale di immagini Alinari e Anderson e
dell'apporto di Alessandro Azzaroni e Giuseppe Zampiga,
meticolosi curatori della parte grafica.
PER UN CENTRO DI DOCUMENTAZIONE.
In linea con l'orientamento che si va attuando da
alcuni anni e che tiene presente le sempre maggiori
richieste di un'utenza in forte crescita, l'Istituto di
Storia dell'arte ha provveduto alla ristrutturazione del
reparto iconografico. La costituzione dell' Archivio
Storico Fotografico, fototeca e diateca12 ha gettato le
basi per far sì che la sezione di fototeca preesistente
potesse avere un assunto programmatico di maggior respiro.
Il progetto - voluto e sostenuto da Angiola Maria
Romanini, all'epoca Direttore dell'Istituto - ha preso
l'avvio dal 1987 e via via si è andato consolidando con
iniziative mirate e concrete.
Tenendo presente da una parte l'esistente (come si è
visto carico di storica importanza) e dall'altra le nuove,
esigenti prospettive sia della ricerca che della didattica,
si è proceduto al progressivo ammodernamento dell'antica
struttura.
I problemi affrontati possono essere genericamente
divisi in due grandi punti: 1) Catalogazione e
conservazione del materiale; 2) Programmazione e linee di
sviluppo.
1) CATALOGAZIONE E CONSERVAZIONE
Le due operazioni sono avvenute contemporaneamente,
soprattutto in riferimento al vecchio materiale fotografico
che, come si è detto, era parzialmente inventariato e privo
di registrazione analitica.
____________________
12) Le prime notizie generali sull'archivio sono contenute
in S. VALERI, Fototeca. Archivio Storico Fotografico,
Fototeca e Diateca, in Bollettino dell'Istituto di
Storia dell'Arte, n. 2, 1991-1992, (Università degli
Studi di Roma, La Sapienza, Facoltà di Lettere e
Filosofia), Roma 1991, pp. 57-58.
9
Contenuto in cassettiere a sportello, si trovava
diviso alfabeticamente, secondo un doppio criterio: per
distretti regionali, con una subdivisione per comune; per
autore.
I cassetti, tutti di egual misura, contenevano ognuno
varie cartelline, entro le quali trovavano alloggio le
fotografie con dimensioni fino a cm. 21x27. Alcuni temi più
importanti avevano riservati un certo numero di cassetti le
cui cartelline, a questo punto, si suddividevano, sempre
alfabeticamente, secondo l'ubicazione dell'opera (per es.
ROMA: Chiese, Gallerie, Musei, Palazzi, Piazze, Vie; etc.).
Nella procedura di riorganizzazione si è salvaguardato
il principio di massima originario dei due ordinamenti: per
autore e per comune, abolendo però i raggruppamenti
regionali. Le fotografie sono state inoltre ricollocate
all'interno di nuovi classificatori a cassetti scorrevoli,
più razionali e capienti.
Le immagini riprodotte nei grandi formati sono state
revisionate e raggruppate per temi, anche solo riguardati
la tecnica, come è il caso delle citate collezioni di
disegni che ora si trovano in un unico armadio.
La progettazione delle schede catalografiche, solo
scritte e avvenuta con l'ausilio di un personal computer,
si è basata sulla necessità di arrivare ad una griglia di
informazioni aperta a varie e progressive immissioni.
Avvicinando il più possibile i criteri generali a
quelli di altre esperienze13 un gruppo di studio (Marco
Cardinali, Antonello Furneri per l'aspetto informatico e il
sottoscritto, sostenuti dagli autorevoli consigli di
Corrado Maltese) ha creduto di individuare una
soddisfacente proposta di lavoro.
La scheda, realizzata con un programma data base, si
presenta divisa in due parti: la prima riguarda notizie sul
supporto dell'immagine (negativo, fotografia14,
diapositiva, microfiche o microfilm); la seconda riguarda
il soggetto rappresentato. L'esempio riportato fa parte
____________________
13) Quasi contemporaneamente, il 6 Ottobre del 1988, si è
svolto a Roma il convegno internazionale Le Fototeche
come conoscenza, tutela e valorizzazione dei Beni
Culturali, promosso dalle Società Italsiel e Sidac con
il coordinamento scientifico dell'Istituto Centrale per
il Catalogo e la Documentazione del Ministero dei Beni
Culturali e Ambientali.
In quell'occasione autorevoli opinioni si sono
confrontate sul tema delle problematiche circa l'uso di
nuove tecnologie da adottare nell'utilizzazione delle
documentazioni fotografiche, relativamente al
patrimonio storico-artistico. E' stata sottolineata da
quasi tutti i partecipanti, la necessità di
personalizzare i sistemi di catalogazione in rapporto
alle variabili esistenti in ciascuna realtà.
14) Comprendente anche le stampe tipografiche,
fototipografiche etc.
10
della campionatura effettuata sulle fotografie della
raccolta Academie Royale des Beaux-Arts a Florence,
edizione Braun del 1893 (vedi Scheda n. 1).
Di un altro sistema di catalogazione e archiviazione
d'immagini - sempre con l'utilizzazione di schede
computerizzate solo scritte - mirato a un nucleo di
diapositive di recente acquisizione da parte dell'Istituto
di Storia dell'arte, si parlerà più avanti.
Anche per la conservazione e la tutela del materiale
si è preferito adottare una linea di condotta non
eccessivamente "massimalista". I proficui incontri avuti
con esperti del settore - specialmente dell'ICCD del
Ministero dei Beni Culturali e Ambientali e dell'Istituto
Centrale per la Patologia del libro "A.Gallo", esperti ai
quali sono stati sottoposti alcuni reperti e molti quesiti
- hanno fatto decidere per l'adozione di soluzioni non
drastiche. Difatti, se è vero che la teoria della
conservazione delle fotografie, applicata nella sua forma
più estrema, vieta fermamente le troppo frequenti
consultazioni dell'immagine, è anche vero che la rigorosa
applicazione di questa regola può estremizzarsi nella
cosiddetta "tecnica del racconto".
L'ironia è presa in prestito da un valido compendio di
consigli tecnici per fotografi, nel quale si mette
giustamente in guardia dagli eccessi che le formulazioni
teoriche assolute partoriscono. Tra il serio e il faceto
l'autore si riferisce a un fotografo ideale che oltre a non
avere fiducia nei sistemi di conservazione, si pone
addirittura in polemica con l'atto stesso dell'istantanea,
ritenendolo già di per sé momento di modifica chimico-
fisica del negativo: quindi, molto meglio raccontare ciò
che si è visto15.
Comunque il grande problema da risolvere è stato
quello del recupero e del rialloggiamento delle fotografie
più antiche.
Quasi tutti questi positivi sono privi di cartonaggio
di supporto e hanno la tendenza ad arrotolarsi in quanto
sottilissimi. E' ovvio che l'uso ha inevitabilmente
provocato piegature, alcune volte numerose, su molte
stampe.
____________________
15) P. CASTANO, L'archivio fotografico: come proteggere,
classificare etc., Milano 1983.
Per una più ampia e meticolosa analisi dei problemi
generali cfr. La fotografia 1.
Tecniche di conservazione e problemi di restauro, a
cura di LUISA MASETTI BITELLI e RICCARDO VLAHOV,
Bologna 1987.
11
Inoltre, alcune fotografie presentavano vistose tracce
di scadimento causate da microrganismi carticoli, patologia
più nota come "foxing"16.
Sia il primo che, a maggior ragione, il secondo dei
problemi sconsigliavano un cartonaggio così tardo dei
positivi. Seppure, infatti, fosse possibile far
riacquistare elasticità alla pellicola di sali d'argento
cristallizzati in superficie, immergendo le stampe in acqua
per poi reincollarli su di un supporto (naturalmente a
condizione di usare un cartoncino composto di puro cotone,
quindi completamente sprovvisto di lignina, e colla Ph
neutra), il pericolo di riattivare la patologia, con la
creazione di un ambiente umido nuovamente favorevole ai
microrganismi sarebbe elevatissimo.
L'unico intervento possibile era ed è stato quindi,
quello di inserire le fotografie in contenitori di
plastica, del tipo porta-documenti.
Gli accorgimenti da seguire sono pochi ed estremamente
semplici: la busta deve essere di grammatura consistente e
la superficie non perfettamente liscia, comunque tale da
non aderire alla fotografia, meglio se opaca; la busta deve
mantenere un lato sempre aperto, per favorire la
circolazione dell'aria, meglio se la facciata posteriore
presenta dei fori.
Nel caso specifico dell'Archivio Storico Fotografico,
le fotografie sono conservate come descritto, con
l'aggiunta di una pseudo-cartonatura, consistente in un
assemblaggio di un cartoncino di supporto con la busta di
plastica che contiene la fotografia. Questo consente una
fruizione totale della stampa che si può guardare sul verso
e sul recto senza estrarla dall'alloggiamento (molte
notizie preziose che riguardano i soggetti sono spesso
autografate, a partire dal Venturi, proprio sul verso delle
foto).
Per le fotografie stampate dagli anni '60 in poi non è
stato necessario osservare dei particolari procedimenti di
conservazione, se non quelli dettati da un comune buon
senso, in quanto le elastiche resine poliestere utilizzate
dalle industrie conferiscono al materiale una maggiore
tollerabilità anche a non perfette condizioni ambientali.
Tutte le fotografie sono conservate entro cassetti
scorrevoli di classificatori metallici che hanno una
capacità variabile di 1.200-1.500 unità ognuno.
A quattro anni di distanza dalle prime applicazioni
del nuovo sistema di conservazione la situazione si è
dimostrata stabile e non presenta apprezzabili
peggioramenti nei casi di acclarata patologia.
____________________
16) Per i problemi di carattere bio-chimico legati al
restauro e alla conservazione del materiale librario
cfr. F. GALLO, Contributo della biologia alla
conservazione dei materiali librari, in Problemi del
restauro in Italia, Atti del Convegno Nazionale (Roma
3-6 Novembre 1986), Udine 1988, pp. 185-190.
12
2) PROGRAMMAZIONE E LINEE DI SVILUPPO.
Il progetto iniziato nel 1987 ha associato la
ristrutturazione alla ripresa della fruizione totale della
sezione da parte degli studenti in particolar modo, ma
anche degli studiosi in generale: rilanciando in tal modo
quella informazione visiva che aveva caratterizzato le
scelte dei capiscuola romani, a cominciare appunto da
Adolfo Venturi.
In una delle due sale di lettura della biblioteca
alcuni tavoli sono riservati alla consultazione del
materiale iconografico. Periodicamente informati sull'uso
degli strumenti messi a disposizione, gli studenti
acquistano consuetudine sia nei riguardi di semplici
sussidi tecnologici, quali ad esempio i lettori per
microfiche e i proiettori da tavolo per diapositive, sia
nei riguardi delle metodologie di ricerca.
Oltre alle già ampiamente citate stampe fotografiche e
fototipiche, l'utente può consultare le recenti
acquisizioni dell'Archivio.
Tre collezioni di microfiches di carattere generale e
ordinate topograficamente: il Marburger Index (circa
930.000 immagini riguardanti la Germania); l'Index
Photographique de l'Art en France (circa 100.000 immagini,
per la Francia); l'Archivio Alinari (circa 160.000 immagini
per l'Italia e alcuni altri centri europei e non).
Una raccolta specifica, sempre in microfiche: The
Medieval Mosaics of San Marco, Venice (1.511 immagini a
colori di totali e dettagli a documentazione delle opere
musive più antiche presenti nella basilica veneziana).
Infine, il recentissimo acquisto dell'intero catalogo
Scala di Firenze (più di 5.800 diapositive f.to 5x5 che
documentano le varie forme artistiche dai primordi ai
giorni nostri) ha completato la prima parte della
programmata ristrutturazione.
Per questa collezione iconografica - strutturata su
temi generali e composta da un numero "limitato" di
diapositive - si sta completando lo studio di una
schedatura (ideata e sviluppata da Giovanna Reanda e dal
sottoscritto) personalizzata con l'aiuto del computer.
La scelta metodologica scaturisce anche dalla
necessità di favorire l'utenza di primo livello, quella
studentesca, nell'approccio a un tipo di ricerca
immediatamente accessibile attraverso semplici comandi.
Infiniti percorsi ragionati consentiranno a singoli o
a gruppi uno studio correlato delle immagini e il più
possibile esaustivo (vedi Scheda n.2).
Il maggior numero di informazioni si troverà nel campo
riservato alla descrizione iconografica del soggetto:
richiedendo un tema, un nome, una data (o anche un
approssimativo lasso di tempo), si otterrà una risposta, o
un elenco di risposte, relativamente alla più o meno
precisa formulazione del quesito.
13
L'auspicato ripristino del Gabinetto Fotografico - per
il quale sono già state predisposte adeguate attrezzature
di ripresa sia per l'esterno che per il banco ottico di
laboratorio - potrà consentire, in tempi che tutti ci
auguriamo strettissimi, quel ritorno alle campagne
fotografiche che hanno puntualmente contraddistinto
l'attività scientifica della Scuola di Storia dell'arte di
Roma17 .
Allo stesso tempo la didattica si gioverà nuovamente
di una "antica" struttura, pienamente rispondente ai
requisiti di attualità e aggiornamento che la nostra
disciplina esige.
(Stefano Valeri)
____________________
17) Indispensabile è lo strumento fotografico ai fini delle
documentazione, per esempio, delle varie fasi dei
restauri. Di questo tipo di documentazione e dello
scarso uso che se ne fa durante il lavoro ricostruttivo
cfr. M.C. GALASSI, F.R. PESENTI, Note sulla
documentazione a stampa del restauro in pittura, 1.
Modalità e problemi della divulgazione dei dati,
(M.C.G.), in Problemi del restauro in Italia, cit., pp.
247-250.
14
Scheda n. 1
+---------------------------------------------------------+
| NUM_INGR 0000001 |
| EDITORE Braun |
| ANNO_DA |
| A 1893 |
| POS_NEG |
| POS_DIA |
| POS_FOTO 101/1/001/00 |
| POS_MICR |
| ESEMPLARI 1 |
| FORMATO F-37X46 |
| CONDIZIO F-2 |
| NOTE F-stampa carbone |
|---------------------------------------------------------|
| SOGGETTO Adorazione dei Magi (dett. Pala omonima- |
| scena centrale) |
| AUTORE Gentile da Fabriano (1370c.-Novembre 1428)|
| UBICAZIO Fi-Uffizi (1919) |
| PROVEN Fi-S.Trinita,Capp.Strozzi (da origine); |
| Acc. Belle Arti (1810) |
| COND_SOGG Integro |
| DATA_SOGG Maggio 1423 |
| DIMENS 173X220 |
| TECNICA Pittura-tempera su tavola |
| ATTRIBUZ Firmato e datato (fuori campo) |
| RESTAURO 1955 |
| FONTE Gli Uffizi, Catalogo Generale,Firenze 1979|
| SEGUE Bibliografia, iconografia |
|---------------------------------------------------------|
| COMPILATORE |
| DATA_COMP 06/06/90 |
+---------------------------------------------------------+
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Scheda n. 2
(diapositive)
+---------------------------------------------------------+
| AU |
| Raffaello |
| |
| TI |
| Il Parnaso |
| |
| TE |
| P(ittura) |
| |
| DA |
| ^1510 ^1511 |
| |
| UB |
| Roma, Vaticano, Palazzo di Niccolò III |
| (Stanza della Segnatura) |
| |
| CO |
| ART RA2 1 |
| |
| DE |
| Sopra un colle sono raffigurati ventotto personaggi: |
| diciotto poeti, nove muse e Apollo. |
| A sinistra, al centro e a destra tre gruppi |
| di alberi. |
| Identificazione ipotetica dei personaggi (sin-dx): |
| Alceo, Corinna, Petrarca, Anacreonte e Saffo che |
| regge un cartiglio con il proprio nome nella mano |
| sinistra e una lira con la destra; Ennio, Dante, |
| Omero, Virgilio e Stazio; Talia, Clio, Euterpe e, |
| seduta con un'arpa Polimnia, Melpomene con una maschera |
| in mano, Tersicore e Urania unico personaggio |
| completamente di spalle; Tebaldeo (o Castiglione o |
| Michelangelo), Boccaccio, Tibullo, Ariosto |
| (o Tebaldeo), Properzio, Ovidio, Sannazzaro e, |
| seduto, Orazio. |
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16
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