Il polo SBN de "La Sapienza"
La nascita della Rete Scientifica di Ateneo (RSA) nell' Università di
Roma "La Sapienza" è dovuta fondamentalmente alla "autoorganizzazione"
delle esigenze di calcolo dei Fisici, presenti a Roma con una scuola molto
importante, sia per le sue radici storiche (la scuola di via Panisperna) sia
per la ricerca attuale. E' stato infatti soprattutto con fondi dell' INFN che
si è costituita la struttura originaria della rete (oggi tuttora
più efficiente del ramo "generalista", cioé quella utilizzata da
diverse branche della ricerca); ed è stato tramite gli scambi culturali
e tecnologici con i grandi santuari del calcolo per la ricerca di base (leggi
CERN, a Ginevra, CECA a Lione per l'Europa: Chicago, Boston, e Livermore
Laboratories per gli Stati Uniti) che si è costituito il know-how di
base e poi l' esperienza tecnico-organizzativa che è approdata nel
Gruppo Armonizzazione Reti per la Ricerca, il GARR, che tuttoggi sovraintende,
attraverso il lavoro coordinato di diversi gruppi, alla gestione delle
infrastrutture necessarie per il funzionamento e l' estensione della rete
accademica italiana.
Dal GARR, o intorno al GARR, è nato e si sta sviluppando oggi l' intero
sistema che potremmo definire la INTERNET italiana, sottosistema di INTERNET
planetaria. Sono tuttora in gestione al GARR diversi backbone, diverse dorsali
di rete, che permettono l'utilizzo di reti ad alta velocità per la
trasmissione dati tra i principali centri unversitari italiani, da Roma e
Bologna, Milano, Torino, Padova e poi Ginevra, e poi attraverso Amsterdam,
verso la Gran Bretagna e gli Stati Uniti.
Se indubbiamente questa è la storia delle origini della infrastruttura
della rete scientifica italiana, va però altrettanto indubbiamente,
aggiunto un nuovo capitolo che riguarda la storia recente di SBN (Sistema
Bibliotecario Nazionale) ed il suo ingresso, principalmente attravero i nodi di
Roma Firenze e Bologna, nella rete GARR.
Al Progetto SBN "La Sapienza", ad esempio, la cui Commissione è stata
diretta fin dalla nascita da Francesco Pitocco, ordinario di Storia Moderna
presso il Dipartimento di Studi Storici de "La Sapienza" va attribuito il
merito di aver impegnato l' intero Ateneo nei confronti del Ministero dei Beni
Culturali a fornire i dati catalografici delle proprie biblioteche al circuito
SBN; e allo stesso tempo, di aver impegnato, assieme ad altri poli universitari
quali Firenze e Bologna, il Ministero dei Beni Culturali (in particolare il suo
organismo ICCU, Istituto per il Catalogo Centrale Unificato) a provvedere per
SBN l' allaccio alla rete GARR.
Più recentemente lo stesso Ministero dei Beni Culturali, proprio per
queste posizioni e per questi impegni assunti dall' ICCU, è entrato a
far parte del GARR, venendo così a costituire, assieme al Ministero
dell' Università e della ricerca Scientifica, un nucleo di gestione
della possibile rete della pubblica amministrazione italiana, che è
possibile immaginare implementata ovviamente come sottodominio della Internet
italiana.
In particolare è stata avanzata al GARR, alcune settimane orsono, la
proposta formale di istituzione di un dominio attinente ad SBN e al sistema
bibliotecario nazionale non SBN (e quindi ai Beni Culturali nel loro complesso)
che dovrebbe per l' appunto prendere il nome di "sbn.it".
Citare queste vicende non risponde tanto ad un bisogno di attribuzione di
meriti e responsabilità, pure esistente, quanto al desiderio di chiarire
attraverso le recenti evoluzioni storiche, la situazione attuale della rete
italiana.
È importante cioè sottolineare come, nello sviluppo di questa
importantissima infrastruttura nazionale, sia in questo momento impegnata in
prima fila non solamente la cultura dei fisici con le proprie esigenze di
supercalcolo distribuito, ma finalmente, e in maniera del tutto formalizzata,
anche la cultura umanisitica (potremmo dire l' informatica applicata alle
humanities) con tutta la specificità che le è propria di
applicazioni dell' informatica alla gestione di archivi , alla gestione di
biblioteche, di musei.
Questo è certamente una evoluzione doverosa e auspicabile ed è
forse un segno di crescita per la cultura italiana, un segno di
sprovincializzazione un segno di integrazione tra quelle "due culture",
umanistica e scientifica, troppo a lungo separate da impianti ideologici
superati.
Il "Virtual Campus"
In seno all' esperienza di realizzazione del Polo SBN de "La Sapienza", e
quindi in piena immersione nel contesto sopra descritto, è nato presso
la facoltà di Lettere un laboratorio di informatica, (LIDS) che ha
cominciato già a partire dal 1990 ad accumulare esperienze specifiche
nel campo delle reti e della informazione documentale telematica.
Proseguendo l' esperienza SBN, fatta anche di molti limiti e di molte
frustrazioni, dovute sia alla dimensione nazionale del servizio, sia a certi
aspetti infelici dell' organizzazione complessa e forse in parte ormai
sclerotizzata che la conduce, e per certi versi nell' ottica di sorpassare
proprio alcuni di questi ostacoli, il lavoro presso il LIDS ha condotto nel
1992-93 alla sperimentazione di nuove tecnologie per la gestione di dati su
reti disomogenee. A fine 1993 partiva Virtual Campus La Sapienza un
server sperimentale basato su protocollo World Wide Web (ideato a
Ginevra da Robert Calliau e Tim Berners Lee nel 1991.
Oggi questo servizio, sia pure ancora in fase sperimentale, si propone come
primo scopo di creare una rete di edizione cooperativa di informazioni lungo
tutta l' estensione della RSA de "La Sapienza" e seguendo passo passo l'
estensione capillare prevista della rete fisica a tutti dipartimenti, anzi,
dove possibile, stimolandone e incentivandone la realizzazione.
L' obiettivo fondamentale, anche se successivo in termini logici e temporali,
è ovviamente quello di costituire una sorta di organismo centrale di
coordinamento dell' informazione prodotta da ciascun organismo interno alla
Sapienza, curando in particolare il rispetto per alcune linee guida sia dal
punto di vista della funzionalità che da quello dell' immagine. Il
gruppo che si propone questi obiettivi è oggi definito SIA (Sistemi
Informativi d' Ateneo) ed è composto da una dozzina di persone tra
docenti ricercatori tecnici e bibliotecari.
Il CICS (Centro Interdipartimentale per il Calcolo Scientifico) ha recentemente
presentato un progetto al Cda per ottenere il finanziamento per la estensione
del servizio, oggi già attivo per alcuni Dipartimenti, alla
totalità dei Dipartimenti dell' ateneo.
L' iniziativa del BTA e le sue convergenze con il Web "La Sapienza"
Tra i progetti che il gruppo si propone di attivare e/o ospitare rilevanti sono
certamente anche tutti quelli che intendono veicolare attraverso Internet
(quindi anche all' esterno dell' ateneo) iniziative culturali e scientifiche
cui gruppi di lavoro del nostro ateneo partecipano.
Il BTA è una iniziativa che rientra certamente in questa definizione.
Appare certamente importante garantire, da parte di una struttura che intende
promuovere l' uso coordinato di risorse telematiche, appoggio e risorse di
calcolo ad una iniziativa che nasce alla Sapienza ma che ovviamente si propone
per un servizio di collegamento nazionale e forse come palcoscenico verso la
platea internazionale di Internet.
Uno dei valori fondamentali dell' informatica è la ricerca dell'
ottimizzazione dell' uso delle risorse. Una risorsa già esistente, un
servizio già realizzato, invita, secondo questa accreditata logica, ad
incentivarne la distribuzione piuttosto che la duplicazione irrazionale.
È auspicabile quindi che le risorse del BTA, forti anche del contributo che il
Web "La Sapienza" riuscirà a sommare all' iniziativa, siano
distribuite e partecipate.
Occorre quindi lavorare di concerto, coordinare la distribuzione di compiti ben
definiti a chi voglia partecipare, diffondere le informazioni per consentire a
chi avesse obiettivi simili a quelli proclamati dal BTA di partecipare,
ottimizzando così l' uso delle risorse.
Tra i compiti del BTA, oltre a quelli esplicitati nei documenti costitutivi,
potremmo sicuramente, fantasticando, scrivere pagine e pagine.
Ma rimaniamo a ciò che è più sicuramente fattibile, a
portata di mano.
Raccogliere e diffondere tutte le informazioni esistenti su mostre, nuovi
musei, eventi nel campo dell' arte.
Realizzare videomusei e video mostre che incentivino la visita ai luoghi
reali.
Raccogliere e diffondere informazioni su opere rubate, su incerte provenienze
sugli studi di attribuzione.
Collegare attraverso un sistema di Web Server gli istituti ed i
dipartimenti universitari di storia dell'arte e questi alle strutture del
Ministero dei Beni Culturali.
Le esigenze di formazione all' uso della telematica di una facoltà
che si occupa di Beni Culturali per il futuro prossimo
In un solo concetto, forse ipersemplificando, si potrebbe dire che uno degli
obiettivi formativi di una facoltà che si occupa di Beni Culturali in
Italia dovrebbe essere quello di impedire che si ripeta, per un cittadino
italiano, quella sgradevole esperienza che molti di voi forse hanno già
provato: il vedere ad esempio - dapprima con grande ammirazione - su Internet
le immagini di una video mostra sui manoscritti della Biblioteca Vaticana
"allestita" presso la Library of Congress a Washington; e poi dover
riflettere e constatare che se tutto il lavoro necessario a questa lodevole
iniziativa è stato trovato negli Stati Uniti, il nostro deficit di
occupazione non vedrà mai, neanche con l' istituzione di queste nuove
facoltà, una soluzione.
Le tecnologie informatiche sono finalmente oggi mature per un uso autonomo ed
intelligente da parte di qualsiasi studioso, da parte di qualsiasi disciplina.
Il mondo di queste tecnologie è altresì sempre più severo
nel giudicare chi le utilizza in maniera oscurantista, ghettizzata, ignorando
cioè il punto fondamentale dell' informatica: la costruzione di
cattedrali è possibile solo imparando l' arte di cooperare con apertura
mentale. I fornitori di informatica, le grandi aziende di hardware e di
software sono sempre stati, nella loro lotta competitiva, agenti introduttori
di divisioni, fazioni, standard in lotta; e questo in una certa misura,
è inevitabile e comprensibile.
Il sistema della ricerca al contrario può e deve agire come agente di
difesa degli interessi dell' utente; in questo campo è necessario
cioé lavorare mettendo in comune interessi, e quindi standard,
metodologie, informazioni. Questo è il nostro dovere. E' necessario
creare a questo scopo un clima di lealtà e di fiducia nella
collaborazione tra i diversi gruppi di lavoro. Solo così si può
invertire la logica della differenziazione e della competizione irrazionale.
Chissà che l' introduzione dell' informatica nel profondo delle
discipline umanistiche non corregga qualcuno dei difetti genetici dei metodi di
organizzazione della ricerca propri di questi ambienti accademici ?
Ci si può credere o meno. Ma sono opportunità da non perdere.
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