Dovrei parlare di Internet: precisamente del World Wide Web del
Bollettino Telematico dell'Arte. Ma ascoltando Alfredo Barbagallo di
Italia Nostra, che ci ricordava come i monumenti e le zone più
belle di Roma siano abbandonati al degrado, tanto che i romani non conoscono
neanche i propri tesori, mi è venuta in mente quella incredibile porta
in pietra che conserva ancora ben visibili i simboli degli antichi alchimisti,
custodita da due misteriose statue guardiane. E' all'Esquilino, nel cuore del
degrado, seminascosta tra i banchi del mercato di piazza Vittorio, ed e'
visitata quasi esclusivamente dai numerosi gatti della zona. Chissa' se i
romani riscopriranno la loro porta alchemica, così come tanti altri
aspetti bellissimi della nostra città ho pensato - passando nientemeno
che per i computer della rete telematica mondiale World Wide Web, su cui
ora è presenta anche il nostro Bollettino.
Le pagine Web - ecco la parola difficile ! , che però vale la
pena di imparare - del Bollettino telematico dell'Arte formano in
sostanza una vera e propria una rivista. Virtuale, ma anche molto reale. Non
su carta ma visibile collegandosi a Internet . E per questo servono solo un
modem e un computer. In ogni pagina della nostra rivista virtuale ci sono dei
pulsanti. Premendoli, naturalmente con il mouse, si sfogliano le pagine
e si possono leggere articoli, recensioni, rubriche di informazioni utili, e si
possono visitare le Mostre virtuali allestite dal BTA con le immagini di
artisti contemporanei (registrate su dischetto grazie allo scanner). La lavagna
luminosa trasmette esattamente le immagini del computer. Come potete vedere,
per ora è presente solo la mostra di Luca Patella. Ecco alcune delle sue
opere. Presto gli affiancheremo un'altra proprosta del Bta, un artista allegro
e coloratissimo quale è Alfredo Notargiacomo. Ma diamo un'occhiata alla
rivista.
È ricca di articoli scritti dagli stessi studenti della Sapienza, oltre che da
ricercatori e docenti di Storia dell'Arte. Ogni intervento, ovviamente, e'
firmato. Ci sono saggi, interviste con artisti, ma anche informazioni utili, ad
esempio le recensioni, che interessano sicuramente chi intende visitare una
mostra (e non parliamo solo di mostre virtuali !). Basta un click del mouse e
possiamo leggere, ad esempio, una recensione della mostra dell'Amor sacro e
amor profano di Tiziano al Palazzo delle Esposizioni.
E' chiaro che una rivista in formato Web ha dei grandi vantaggi su una
pubblicazione tradizionale. Per diffonderla basta solo averla memorizzata su
uno dei computer universitari collegati a Internet - nel nostro caso dobbiamo
ringraziare per l'ospitalità Virtual Campus,
dell'Università di Roma "La Sapienza". Una rivista virtuale non costa
niente come carta e inchiostro, non c'è bisogno di tipografia, si
può aggiornare in ogni momento e la consegna ai lettori di tutto il
mondo avviene in pochi secondi.
Ma il Web non è qualcosa di chiuso in se stesso. Partendo dalle
nostre pagine ci si può collegare ad altri Web dedicati allo
stesso tema. Sempre premendo un pulsante, dove nella nostra rivista compare
scritto in blu "Museo del Louvre", scatta un collegamento su Internet che vi
permette di vedere o stampare le opere dei musei parigini. Un altro
collegamento permette di consultare centinaia di immagini e schede informative
conservate presso un'Università australiana. Il costo - questo il bello
- rimane sempre quello di una telefonata urbana. Sono solo alcuni esempi. Oltre
ai musei, sulla ragnatela mondiale stanno aprendo i battenti anche gallerie
commerciali, in cui si possono non solo vedere, ma addirittura acquistare le
opere. Aspetto commerciale a parte, Internet fornisce un'occasione unica di
contatto tra artisti e pubblico. Anche chi non è famosissimo può
essere visto e giudicato a livello planetario, superando i limiti della
città o dello stato in cui si è nati.
La potenza comunicativa potenziale di Internet puo' essere paragnata a quella
della televisione. C'è però una differenza sostanziale rispetto
alla televisione: le pagine Web possono essere realizzate da chiunque,
non ci sono grosse difficoltà tecniche, ed anche un'associazione o un
piccolo gruppo può diventare protagonista della comunicazione mettendo
in rete le proprie idee e le proprie immagini.
In certi casi, poi, viene da chiedersi se Internet sia soltanto un nuovo mezzo
per comunicare l'arte a distanza, che permette di superare il distacco del
grande pubblico rispetto alle esposizioni tradizionali, ma che in fondo non
potrà mai rendere a pieno il contatto fisico e diretto con l'opera
d'arte, o se invece in Internet l'arte possa trovare anche qualcos'altro, nuovi
mezzi espressivi specifici della rete telematica. Negli Stati Uniti, ad
esempio, un gruppo di giovani artisti ha costituito una rete di scambio dove
ognuno mette in comune con gli altri le proprie realizzazioni ed intervenire su
quelle degli altri, manipolandole, aggiungendo una parte, conbinando più
elementi in un gioco quasi casuale, simile a quello dei "cadaveri"
surrealisti. Senza Internet questo tipo di composizione a più mani e a
distanza, questo percorso di manipolazioni imprevedibili e creative,
sicuramente non potrebbe esistere. Il progetto si chiama Otis Panic, ed
anche questo si raggiunge dalla nostra rivista.
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