La collana di Studi sul Settecento romano, con il suo ritmo annuale, presenta
di volta in volta aspetti e problematiche diverse, raccolti in forma
monografica.
Recentemente, quale direttrice dell'iniziativa, ho coordinato, nell'ambito
della Scuola di Specializzazione di Roma, una ricerca sul fenomeno
dell'edilizia minore, riservata a case e a palazzetti d'affitto . A tale
ricerca vengono dedcati i volumi nn. 10 e 11 (1994 e 1995), che verranno
seguiti da un terzo libro, probabilmente presentato come catalogo di una mostra
dedicata allo stesso argomento, relativo appunto al tessuto edilizio della Roma
settecentesca.
Entrano così nella storia ufficiale le residenze di quel ceto "medio"
che a fatica, ma in modo sempre più sensibile, manifestava la propria
presenza nella capitale pontificia. Ma anche nobiltà, congregazioni e
istituzioni religiose realizzarono, nell'arco del XVIII secolo, immobili
destinati all'affitto, e quindi a fasce sociali intermedie, che anticipano
molti tratti del vivere contemporaneo.
Non si tratta di un fenomeno marginale. L'archietttura delle case d'affitto non
può essere liquidata semplicemente come "minore", come per molti anni si
è fatto, ma intrattiene rapporti privilegiati con la lingua aulica e
raffinata dei grandi monumenti della Roma Barocca. Allo stesso tempo,
però, di quel linguaggio propone semplificazioni e varianti,
introducendovi accenti di razionalità funzionale raramente riconosciuti
nell'ambiente professionale romano.
Molte delle case e dei palazzetti portano la firma dei grandi architetti del
Settecento; i nomi dei Barigioni, Fuga, Nolli, stanno a testimoniare un'osmosi
continua fra l'architettura delle residenze nobiliari e quella della nascente
borghesia, in un fitto scambio di tipologie ed elementi linguistici.
Una tendenza che perdura anche nel periodo neoclassico, con gli esempi di
Asprucci, Tarquini e Giovanni Stern, e che favorisce lo sviluppo di
un'architettura "ordinata", destinata a relaizzare il continuum edilizio
della città, lo sfondo sul quale si stagliano i grandi episodi
monumentali.
Ma escono rivalutate anche le figure di molti capomastri, che in più di
un caso si trovarono a fare da tramite fra le elaborazioni linguistiche dei
maestri e la realtà del costruito. E anche la committenza, che annovera
figure di spicco nel panorama intellettuale del secolo, svolse spesso un ruolo
consapevole, capace di influire sulle scelte linguistiche e distribuitive degli
alloggi.
I due volumi ricostruirono tutta una trama di eventi, in cui prende corpo la
dimensione familiare e quotidiana della storia; e restituiscono il volto di una
cità vivace e ricca di fermenti, nella quale il lettore potrà
delineare un proprio percorso alla scoperta di personaggi e edifici, tante
volte solo fuggevolmente incontrati nella frequentazione della città e
della sua storia.
Nel prossimo lavoro si tenterà di comentare probabilmente, per quanto
concerne le case romane, le parti che risultano ancora mute nella pianta di
Giovan Battista Nolli del 1748, partendo proprio da questa, e integrandola
sotto questo profilo.
E' infine prevista l'immissione dei testi nel BTA - Bollettino Telematico
dell'Arte per contribuire alla formazione del network Arte online. Un corretto
uso delle tecnologie più innovative può infatti agevolare il
progresso degli studi storico-artistici.
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