1. Una città al centro
1.1 Geografie nuove
La parentela stretta tra geografia e politica, e quindi tra geografia e cultura, è indubbia e il mutare improvvisamente rapido di alcuni confini geografici, di importanza capitale per il mondo occidentale, non può quindi limitarsi a un mero movimento fisico. Luoghi un tempo lontani non tanto per chilometri, quanto per mancanza di dialogo, diventano oggi vicini, raggiungibili, e quindi sensibili, vivi; città un tempo emarginate su un bordo tornano oggi in posizioni centrali.
Lo spazio fisico, nonostante i miracoli delle nuove tecnologie, mantiene un suo determinante rilievo anche in un mondo fatto di telefoni, di linee elettriche, di veloci aeroplani e di immagini televisive: esistono ancora strade più o meno veloci, automobili, camion, ferrovie, pacchi postali e contatti diretti tra le persone.
La geografia della Nuova Europa tende a un ampio movimento verso Est, integrando ormai economicamente, e tra non molto anche politicamente, stati diversi in buona parte coinvolti un tempo nel Patto di Varsavia. L'ex-Germania Democratica fa già parte dell'Unione Europea grazie all'annessione con la Germania Federale, mentre le repubbliche baltiche, la Polonia, l'ex-Cecoslovacchia, l'Ungheria e parte della vecchia Yugoslavia entreranno tra pochi anni nel numero degli stati comunitari europei.
La magica Mitteleuropa di Berlino, Varsavia, Praga, Vienna e Budapest, quel mondo che spesso apparentiamo tanto all'Art Nouveau quanto alla fine degli imperi centrali, potrebbe forse rinascere oggi che quelle stesse città cambiano ruolo, Berlino tornata capitale, Praga, Varsavia e Budapest rientrate nell'Occidente, Vienna confermata in una ulteriormente nevralgica posizione di collegamento.
1.2 Capitale Monaco
Ci sono tuttavia altre grandi città che dovrebbero trarre giovamento dalla futura e in parte già attuale situazione: ad esempio, Napoli e Bari, come Barcellona e Atene, potrebbero porsi come luoghi di nuove fattive collaborazioni ai confini della UE; Torino e Trieste, come Lione e Dresda, potrebbero conquistare una maggiore centralità politica e culturale ...
In questo contesto, Monaco di Baviera, che durante gli anni di Bonn fu definita la capitale segreta della Germania e che non ha mai visto diminuire il suo determinante ruolo culturale ed economico nella storia del Paese, potrebbe trovarsi al centro geopolitico di una rete straordinariamente vitale: Berlino, Praga, Vienna, Zurigo e Milano le sono relativamente vicine e la Baviera è probabilmente lo Stato (anche se in realtà soltanto un Land della Repubblica Federale) più ricco e potente di un'ampia porzione della nuova Mitteleuropa. Forse tra non molto tempo Monaco sarà a buon diritto considerata il terzo centro internazionale e universale dell'Unione Europea; la sua posizione la avvantaggia nei confronti della stessa Berlino e colma verso Oriente l'eccesso di peso a Nord-Ovest di Parigi e Londra, i due riconosciuti cuori d'Europa.
La capitale della Baviera ne appare consapevole. A livello politico gli anni del provincialismo e della xenofobia di Franz Josef Strauss sono lontani, a livello economico e demografico la città continua a crescere, a livello culturale le iniziative sono innumerevoli. Nel campo più strettamente artistico, una delle ultime straordinarie avventure intraprese è la fondazione e la costruzione della Pinakothek der Moderne, inaugurata nel Settembre del 2002, terza Pinacoteca di Monaco dopo l'Antica (Alte Pinakothek) e la Nuova (Neue Pinakothek).
1.3 Le Pinacoteche e altro
Monaco è senza dubbio città d'arte, sia per la storia urbanistica antica e recente che ne fa un centro di altissimo interesse architettonico, sia per il patrimonio museale e ambientale. Una visita anche di pochi giorni non potrebbe dimenticare, con molta approssimazione, le Collezioni di Arte antica dell'Archaeologische Staatssammlung e delle Antikensammlungen, le splendide Asamkirche, Frauenkirche, Heiliggeistkirche, Michaelskirche, Peterskirche, il grandioso Deutsches Museum, il centrale suggestivo Englischer Garten, il grande e moderno aeroporto, la originale e ricchissima Glyptothek, la popolare Hofbraeuhaus storica birreria di dimensioni pantagrueliche, il Neues e l'Altes Rathaus, il castello di Nymphenburg, l'Olympiapark a suo tempo contestato e oggi patrimonio urbano indiscusso, il Residenz con le sue collezioni e naturalmente le tre Pinacoteche che si fronteggiano sulla Barer Strasse.
La Alte Pinakothek, l'arte antica, è ospitata in un palazzo classicheggiante abbastanza anonimo, anche per i vari interventi di restauro e ristrutturazione; straordinari sono invece gli autori presenti, da Bruegel a Duerer, da Rembrandt a Leonardo, da Tiziano a Raffaello, per non dimenticare Giotto, Tiepolo, Boucher, Rubens, Van Dyck ...
La Neue Pinakothek, l'arte nuova (Settecento e Ottocento), è ospitata in un elegante edificio postmodern degli anni Ottanta firmato da Alexander von Branca; le opere sono innumerevoli, da Goja a David, da Friedrich a Spitzweg, per poi passare a una serie ricchissima di opere francesi del Realismo, dell'Impressionismo e del post-Impressionismo. Non mancano le sculture, con Canova e Rodin protagonisti.
La Pinakothek der Moderne, la pittura, l'architettura, il design e la grafica della cosidddetta modernità (qui identificata con il Novecento), sono infine stati la matrice interna dell'opera progettata da Stephan Braunfels e inaugurata nel 2002.
2. La Pinacoteca della Modernità
2.1 I contenuti
Il totale della superficie espositiva raggiunge i 12.000 mq.: al piano terra Grafica e Architettura, al piano superiore Pittura del XX secolo e una piccola balconata per alcune sculture, al piano interrato Design.
La sezione dedicata alla Grafica, che sfida quella dell'Albertina di Vienna, possiede materiale degli ultimi 5 secoli in un numero di circa 400.000 tra incisioni e disegni.
Un immenso patrimonio di disegni, fotografie e modelli, in precedenza conservati dalla Facoltà di Architettura di Monaco, caratterizza la sezione di Architettura, che organizza anche importanti mostre temporanee.
Gli spazi per la Pittura sono i più rilevanti: sedici sale con opere della Bruecke, del Cubismo, del Futurismo, del Cavaliere Azzurro, della Nuova Oggettività, del Bauhaus, del Surrealismo, dell'Astrattismo, rappresentati ai massimi livelli, da Kirchner a Picasso, da Kandinskij a Ernst; quattro sale con opere figurative degli anni 60 e 70; altre sedici sale infine per opere dal 1960 in poi, dedicate ad autori come Beuys, Fontana, Judd, Twombly, Warhol, Bacon, in una sorta di competizione con l'allestimento della recente Hamburger Bahnhof di Berlino (il ricchissimo Museum fuer Gegenwart, ospitato in una vecchia stazione ferroviaria della capitale tedesca).
Infine, l'area dedicata al Design; nella Neue Sammlung di Monaco erano conservati 60.000 oggetti di Design del Novecento, in parte trasferiti nei 4.000 metri quadrati di questo nuovo spazio. Sono visibili opere significative dello Jugendstil, del Bauhaus, dell'Art Deco, delle scuole americane, scandinave, italiane
Automobili, sedie e computer dispongono di sezioni indipendenti.
2.2 L'edificio
Visti in sequenza, gli involucri architettonici delle tre pinacoteche di Monaco non lasciano dubbi: l'architettura di oggi non solo può competere con quelle del passato, ma le può ben superare in eleganza e per ricchezza sia formale sia funzionale.
L'edificio di Braunfels inaugurato nel 2002 è infatti di gran lunga il più interessante dei tre e sicuramente anche il più memorabile per gli occhi di un visitatore comune. All'interno, gioca su un immediato confronto con il Guggenheim di Frank L. Wright a New York per via del grande spazio rotondo centrale (34 metri di diametro), aperto e percorribile, ma lo abbandona subito nel suo distribuirsi anche in larghezza, aprendosi in limpidi spazi bianchi, ariosi, molto vicini semmai alle esperienze museali di Richard Meyer. La rotonda culminante in una cupola vetrata appare comunque, anche nelle immagini pubblicitarie della Pinacoteca, l'elemento architettonicamente più interessante.
Se l'interno, imperniato sul grande vuoto centrale, si articola anche secondo superfici divisorie non rigide, spesso non definite, l'esterno è caratterizzato da altissime e sottili colonne che delimitano due portici di ingresso e dalle grandi superfici chiare o vetrate che disegnano prospetti di semplice e cristallina imponenza. Non si può non dar credito a Braunfels quando afferma di aver progettato la propria opera con l'intenzione di replicare a Frank Gehry e allo spettacolarismo eccessivo delle sue scelte, in particolare del Guggenheim di Bilbao. Qui certo la visione dei contenuti non trova quasi mai interferenze da parte del contenitore, che sembra effettivamente studiato per fornire riposo tanto fisico quanto mentale durante la visita e per adeguarsi con morbidezza allo sguardo dello spettatore.
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