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Architettura all'Indice. Un vocabolario che parla di insegnamento alla GASP della Columbia University  
Marco Enrico Giacomelli
ISSN 1127-4883     BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 17 Maggio 2004, n. 365.
http://www.bta.it/txt/a0/03/bta00365.html
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Area Libri

Nel numero di ottobre del Giornale dell'architettura, l'editoriale di Carlo Olmo parlava di "totem e tabù", riferendosi al celebre testo di Sigmund Freud. Ebbene, questo Index produce almeno un doppio effetto nei confronti del lettore italiano: da un lato, rende ancor più evidente come l'interdisciplinarietà costituisca appunto un granitico tabù nelle Facoltà di architettura, dall'altro testimonia di situazioni assai diverse in altre regioni. Non è certo questa la sede per soffermarsi sulle ragioni di ciò, radicate - per dirla con poche e imprecise parole - nella nefasta congiunzione di corporativismo ed eredità crociana. In questo senso, questa lettura può servire da paragone, se non da modello, per approcci differenti all'insegnamento.

Il testo nasce dall'esperienza degli ultimi quindici anni maturata alla Graduate School of Architecture, Planning and Preservation (GASP) afferente alla Columbia University. Un periodo durante il quale la direzione di Bernard Tschumi ha permesso a una fra le scuole più celebri al mondo di affrontare senza troppe complicazioni il passaggio dall'analogico al digitale, evitando quelli che potevano essere sterili entusiasmi, che avrebbero immancabilmente condotto a mistificazioni tecnologiche, spesso diffuse in area statunitense.

Il dato principale che emerge da questa sorta di vocabolario è la polifonia: nei vari lemmi, spesso interviene più di un autore, facendo segno verso una visione dell'architettura unitaria ma non monolitica. Gli interventi - estratti da interviste, pubblicazioni e lezioni magistrali - si debbono a collaboratori più o meno assidui della School: tra gli altri vanno citati, oltre ai curatori, Asymptote (Hani Rashid & Lise Anne Couture), Leslie Gill, Steven Holl, Jeffrey Kipnis, Greg Lynn e Mark Wigley. Proprio la struttura del libro permette di affrontare autonomamente ogni singolo argomento, senza dover seguire un percorso predefinito e dunque muovendosi secondo modalità ipertestuali che stimolano approfondimenti e collegamenti inauditi. Perciò il tema della frontiera e del confine pare il più interessante, per tornare al tema dello scambio proficuo fra discipline, ambiti e tecnologie. Si possono così osservare con rinnovato interesse e inediti punti di vista coppie spesso vissute in maniera antinomica e scoprirne stimolanti connessioni: teoria/pratica, reale/virtuale, elaborazione digitale/costruzione… Al termine - ammesso che ciò si possa dire per un ipertesto - ne scaturisce un campo di forze reticolare che non può far altro che innervare nuovi pensieri e nuove pratiche: del progettare, del costruire, dell'abitare.


Il Libro

BERNARD TSCHUMI e MATTHEW BERMAN (eds.), Index Architecture. A Columbia Architecture Book, The Mit Press, Cambridge (Ma)-London 2003, pp. 304, £ 19.95.






 
 

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