Inaugurata durante la notte bianca questa mostra risulta particolarmente adatta al tema delle luci notturne. Ad un anno esatto dalla sua scomparsa nel 2004 l'artista è solo casualmente italiano nella misura in cui la sua arte è culturalmente francese e africana.
Nato e cresciuto a Tunisi, si forma alla scuola d'arte della città per poi lasciarla nel 1930 a soli ventuno anni per approdare a Parigi scoprendo Picasso, Cezanne e Matisse. Tale emozione viene percepita nella prima mostra importante in Italia risalente al 1939 alla galleria "Il Milione" di Milano occasione imperdibile di frequentare artisti come Fontana, Licini e Reggiani.

Nel '40 inizia la sua esperienza neocubista memore dei colori di Braque, ma è solo nel 1966, partecipando alla Biennale di Venezia, che avviene la sua consacrazione.
Lungo tutti gli anni Sessanta Corpora sviluppa un processo di ricerca che convergerà nelle opere L'ultima pianta e Spazio Verde.
Dopo alcune mostre a Tokyo e Oslo dove viene largamente apprezzato. Consapevole che «tutti i colori sono morti se privi di energia», si ha la sensazione che egli venga preso da un moto musicale che fa vivere colori e li rende cangianti. La ricerca sul colore iniziata dai fauve genera in Corpora un interesse infinito che culmina nella mescolanza assoluta dei colori dell'oro in cui si confondono tutte le tonalità naturali e che lui usa con parsimonia al culmine della sua vertigine emotiva.
La mostra curata dallo storico dell'arte Floriano De Santi si svolge in parte nei saloni del piano terra ed in parte nel caveau della Cassa di Risparmio di Roma dove è situata la parte più interessante della sua opera: le opere ad acquarello dove è esposta un'interessante intervista che spiega come la la sua luce esplori la forma attraverso il colore, come i miraggi luminoso-coloristici di Monet.

LA MOSTRA

Antonio Corpora: la vertigine dell'infinito
19 settembre - 22 ottobre 2005
via del Corso, 320
informazioni: 06 6786209