L'approccio visivo, cioè il messaggio retinico che si fa strada
nella nostra coscienza interiore è organicamente compreso tra due
dimensioni strutturate: la percezione globale immediata
dell'immagine estetica nella sua totalità e la percezione
analitica dettagliata dell'informazione spazio-temporale
delle singole parti.
Queste due dimensioni parallele e allo stesso tempo antitetiche
conducono, anche se per vie diverse, a una comune meta essenziale: la
rivelazione del contenuto espressivo dell'opera d'arte e
dell'operare dell'artista.
Il valore comunicativo connaturato alla
percezione, da sempre veicolato dall'immagine significante
estetica dei segni, può oggi venire espresso - in linea con l'evoluzione
del linguaggio (digitale) contemporaneo - attraverso l'informazione
significante spazio-temporale dei segni stessi.
Entrambe queste dimensioni sono da sempre presenti nella sfera
percettiva, ma solo la prima è stata declinata in maniera espressiva. Le
caratteristiche evolutive della comunicazione della nostra epoca ci
permettono ora di organizzare emotivamente la seconda, ottenendo così una
nuova e più ampia trasmissione linguistica del contenuto
espressivo del messaggio artistico.
Immagine raffigurata (il risultato estetico) e
informazione spazio-temporale (il percorso realizzativo
sequenziale) sono intimamente legate da un rapporto di
complementarità: la prima non è materializzabile senza la
seconda, la seconda non è fruibile senza la prima.
Lo «scarto» tra la percezione dell'insieme e la percezione
dettagliata di ogni singola parte in successione - quest'ultima tipica
dell'organicità del nostro apparato visivo - mette in evidenza il divario
nell'approccio ?dimensionale? al contenuto espressivo tra
l'immagine raffigurata e l'informazione
spazio-temporale. Accade allora che, nella lettura della
struttura segnica, o l'immagine raffigurata (composizione formale
e cromatica esteticamente significante) vela la vita
dell'informazione spazio-temporale rendendo flebile la sua voce,
oppure quest'ultima (percorso realizzativo formale e cromatico
sequenzialmente significante), evidenziata, prevale nella
coscienza percettiva dell'osservatore, concretizzando il nuovo valore
linguistico della nostra epoca: il principio di sequenzialità
espressiva.
In questo processo di "evoluzione" linguistica si verifica, alla
luce di quanto appena detto, il prevalere dell'elemento sequenziale
espressivo ? il percorso segnico - a discapito di
quello estetico espressivo ? la composizione
segnica -, ossia prevale il valore numerico
spazio-temporale (il continuum) sul valore
numerico strutturale (la misurazione).
Nell'approccio «sequenzialista» il percorso che porta dallo stimolo
alla risposta emotiva non è legato al risultato
complessivo
dell'atto percettivo, come nell'approccio "gestaltico", ma appare
strutturato in maniera
analitico-selettiva perché
coinvolge in maniera sequenziale le singole parti dell'atto percettivo
stesso: occhio-cervello-emozione. Questa dimensione percettiva
strutturata risulterà più chiara pensando al processo
linguistico-analitico (il «contare») che si attiva ogni qualvolta dobbiamo
descrivere a qualcuno o ricostruire, ad esempio con il disegno, una
determinata combinazione di forme e colori, indifferentemente si tratti di
elementi figurativi o astratti.
Nella comprensione dell'opera d'arte «sequenzialista» risulterà
chiaro che il valore espressivo di riferimento è quello rivelato da questo
sistema di informazioni sequenziali, e non più il valore
espressivo derivante dal risultato estetico
dell'immagine. Per fare un parallelo sarebbe come,
immaginandoci tornati indietro di un secolo, volessimo venire a capo di
un'opera astratta ricercandovi la verosimiglianza con gli elementi
naturalistici tipici di un'opera figurativa, restando ciechi e sordi al
"nuovo" valore interiore che la caratterizza.
C'è chi nelle opere «sequenzialiste» vede solo immagini
estetiche di frecce e numeri, rimanendo insensibile al loro
valore comunicativo sequenziale: l'informazione
spazio-temporale. La cosa fondamentale è invece quella di
cogliere le direzioni espressive rivelate dalla
dimensione sequenziale significante di forme e colori.
Osservando un'opera d'arte il nostro occhio compie dei movimenti,
traccia dei percorsi: verso l'alto, verso il basso, verso destra, verso
sinistra, etc. oppure seguendo alterne direzioni;
percorsi sequenziali «numerici» questi
(strutturati dal «contare» spazio-temporale) che seguono conformazioni
segniche continue oppure gli elementi separati di un gruppo. Sono
questi percorsi che strutturano la percezione di quello che vediamo e che
ci permettono, sostanzialmente, di organizzare gli stimoli
emotivi. L'approccio «sequenzialista» si concentra sulla ?purezza? di
questi percorsi che, esclusivamente con la loro essenza sequenziale -
la direzione spazio-temporale - hanno il potere di
trasmetterci emozioni.
Per fare un esempio concreto: immaginiamo di osservare un quadro
figurativo nel quale c'è una preponderante ?spinta percettiva? ascendente,
cioè vi è raffigurato un albero con i rami protesi verso il cielo; oppure
un quadro astratto dove vi sia una forma triangolare dominante con uno dei
vertici rivolto verso l'alto. Ora, nella concezione «sequenzialista» è
questa ?forza ascendente? che, messa in opportuna evidenza tramite la
strutturazione sequenziale di forme e colori, porta in sé il
seme, l'essenza dell'espressività. Espressività non più legata
all'immagine risultante degli elementi
figurativi o astratti, ma legata al percorso
spazio-temporale realizzativo/percettivo degli elementi
stessi.
Per questo, al fine dell'espressività che l'opera
«sequenzialista» veicola, non importa che i segni siano morbidi e
curvilinei o squadrati e aguzzi, con colori caldi o freddi, perché a
parlarci emotivamente è la loro direzione spazio-temporale di
organizzazione sequenziale.
Per concludere, una riflessione: il «valore espressivo» dell'arte
attuale è paragonabile a quello di un termine, di una parola, già
acquisita da tempo e declinata in infinite lingue e dialetti; cambia
l'effetto del suono, l'aspetto della pronuncia ma il
contenuto, cioè il significato, rimane il medesimo. E' necessario
quindi trovare non un'altra variabile, un'altra "maniera" espressiva del
valore consolidato (l'aspetto espressivo di forma e
colore), ma un nuovo valore (l'informazione spazio-temporale
espressiva della forma e del colore) capace di esprimere in
maniera adeguata l'essenza comunicativa della nostra epoca:
l'Era dell'Informazione.
N.B. Potete trovare maggiori informazioni
sulla ricerca artistica e parziali riferimenti scientifici su:
http://www.sequenzialismo.com
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