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Le Distorsioni Totali di Alessandro Gozzuti: un'intervista  
Stefano Colonna
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 19 marzo 2008, n. 484
http://www.bta.it/txt/a0/04/bta00484.html
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Area Interviste

Oggi è il 21 febbraio 2008 e ci troviamo a casa di Alessandro Gozzuti.
Partendo dalle origini vorrei capire il suo lavoro, che si può ricapitolare nel titolo Distorsioni totali che è anche la cifra espressiva dell'artista.
Da che cosa deriva questo titolo DISTORSIONI TOTALI ?

L'idea di Distorsioni Totali mi venne in mente osservando una cornice, una come tante, con all'interno il suo dipinto. Da questa ho immaginato di tirare le sue estremità alterandone la geometria, generando così forme irregolari. In conseguenza di questa distorsione materica dell'oggetto anche il dipinto subisce una metamorfosi e si ottiene una Distorsione Totale


Questa cornice che si estende anche all'Opera pittorica ... una concezione di Arte Totale ... in un certo senso. Questo procedimento comincia nella storia dell'arte dai Futuristi, anche se troviamo esempi precedenti, ma dai Futuristi è inteso in senso addirittura programmatico. Nelle tue opere troviamo appunto una nota futurista: tu ti ci riconosci o è soltanto un'etichetta della critica ?

Sicuramente il Futurismo sì, ma in chiave moderna: estremizzato e influenzato anche della computer grafica che in questi ultimi anni ha interessato anche il mondo dell'arte. Il concetto di distorsione potrebbe essere interpretato come un simbolo futurista che trasmette il senso della velocità e che attraverso le sue curve iperboliche ci porta nella quarta dimensione spazio tempo.
Quando ho iniziato questo percorso artistico colui che mi ha ispirato principalmente è stato Escher, il concetto di deformazione, che poi ritroviamo anche precedentemente a lui nei pittori Fiamminghi, io l'ho esteso anche alla cornice, che oltre a deformarsi racconta anche il dipinto che la contiene, ad esempio nell'opera
Gomma, viene rappresentata una strada qualunque in prospettiva e la cornice in questo caso è un pneumatico, cornice e dipinto si dilatano e si contraggono assieme a seconda della prospettiva, sono i punti di fuga del dipinto che modificano la cornice e viceversa.


Tu ti ispiri un po' ad Escher, ma guardi anche ad altri artisti, oppure quando realizzi i soggetti delle tue opere parti da zero ?

Ho sempre preferito non farmi influenzare da altre forme artistiche. Le cose che faccio sono di pura fantasia: non mi servo della fotografia e del ricalco per realizzare le distorsioni, questi disegni non necessitano di regole geometriche, di squadrature del foglio come faceva appunto Escher. I miei disegni nascono dal foglio o tela, così di getto. I paesaggi rappresentati non esistono nella realtà, si potrebbe dire che sono un collage di ricordi e visioni quotidiane.


Tu come formazione hai avuto maestri, hai studiato all'Accademia o sei autodidatta ?

Ho frequentato l'Istituto d'Arte, ma in questo periodo scolastico non avevo ancora questo tipo di tendenza pittorica. Poi nel corso degli anni ho maturato e affinato questo stile pittorico completamente da autodidatta, in modo da non avere influenze stilistiche altrui.


In che misura influisce la tua preparazione di grafico elettronico ?

Il Computer mi ha influenzato prevalentemente sotto l'aspetto dei colori, forse in questo senso è stato il mio maestro. Tramite il computer ho imparato a mescolarli assieme con la quadricromia che poi ho riportato nella pittura tradizionale utilizzando soltanto i quattro colori primari per creare tutte le sfumature possibili. Ovviamente tutto questo accompagnato anche da una buona dose di istinto naturale per la pittura stessa.


Vedo che nelle tue opere ricorre molto spesso il tema della strada: un tema presente anche nel cinema, questo può essere un fatto casuale, oppure no ?

La strada intesa come metafora di un percorso, forse il mio personale, ma dove anche altri possono riconoscersi e visualizzare il loro punto di fuga come un obbiettivo da raggiungere.
Oltre all'aspetto metaforico mi ha sempre affascinato la strada e le sue rappresentazioni grafiche poste quasi come ornamento di essa.


Tornando alla computer grafica alla quale tu hai dedicato gran parte del tuo interesse culturale e che mi sembra costituire una parte importante del tuo immaginario e anche del tuo processo creativo. Questa produzione computerizzata dove finisce: la pubblichi poi sul web, oppure queste esecuzioni digitali costituiscono la bozza di un qualcosa che poi diventerà materia pittorica utilizzando gli acrilici e gli altri strumenti materiali della pittura ?

Questi mie lavori digitali si distaccano dalla pittura tradizionale, un distacco dal punto di vista esecutivo dell'opera, dopo aver affrontato la pittura tradizionale e il disegno a mano libera, mi sono orientato verso questo nuovo strumento per dipingere, e dal pennello manuale sono passato a quello elettronico. Non utilizzo programmi tridimensionali per aiutarmi nella realizzazione delle prospettive, lavoro nelle due dimensioni utilizzando principalmente programmi vettoriali.


Nelle stampe tradizionali c'è una limitazione del numero delle copie, questo avviene anche per le tue stampe di computer graphic ?

Sarebbe meglio sicuramente limitare la produzione tipografica, anche per non rischiare che le opere diventino un prodotto troppo commerciale. Attualmente è possibile ordinare una stampa che si desidera tra quelle che sono pubblicate sul mio sito web (http://www.iperbolico.it) e possono essere stampate su qualsiasi supporto si voglia: alluminio, plexiglass, tela, ecc ...
Oggi con le nuove tecnologie di stampa non abbiamo più limitazioni.



NOTA

Ringrazio Paola Di Felice che ha reso possibile il mio incontro con Alessandro Gozzuti durante una delle attività culturali di FESTINA LENTE Centro Internazionale di Ricerca Storico-Artistica.



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Segreti

Fig. 1
ALESSANDRO GOZZUTI, Segreti, 2001
Olio su tela, cornice scultura in legno, cm. 85 x 140
Collezione privata

Distorsionitotali

Fig. 2
ALESSANDRO GOZZUTI, Distorsionitotali, 2000
Olio su legno, cornice scultura in legno, cm. 130 x 90
Collezione privata

The little red riding hood

Fig. 3
ALESSANDRO GOZZUTI, The little red riding hood, 2000
"pittura" digitale, cm. 40 x 50
Collezione privata

Curva pericolosa

Fig. 4
ALESSANDRO GOZZUTI, Curva pericolosa, 2007
Costruzione in legno, cm. 120 x 34 x 34
Collezione privata

Cittą iperboliche

Fig. 5
ALESSANDRO GOZZUTI, Città iperboliche, 2006
Acrilico su gesso, cm. 200 x 120
Collezione privata

Senza titolo

Fig. 6
ALESSANDRO GOZZUTI, Senza titolo, 2007
Aerografo su polistirolo, cornice in resina, cm. 110 x 100
Collezione privata

Fig. 7
STEFANO COLONNA, Foto - ritratto di Alessandro Gozzuti


	

Foto cortesia di Stefano Colonna

 

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