PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE ESTERNE AL BTA
(in ordine cronologico inverso)
Nella sua vita accademica Stefano Colonna ha pubblicato 10 libri scientifici di cui 5 personali e 5 collettivi di cui 2 in curatela singola, 1 in curatela doppia, 1 in curatela a 4 ed 1 in curatela a 6.
Stefano COLONNA, Alessio Deli al Museo dei Gessi di Sapienza Università di Roma. Una riflessione sulla fragilità e vulnerabilità nell'era dell'antropocene culturale. Nota critica di Stefano Colonna, in: Alessio Deli. Fragile. Opere scelte 2017-2024 (Catalogo Mostra Museo dell'Arte Classica, Polo Museale Sapienza Università di Roma, 20 aprile - 31 maggio 2024), a cura di Stefano Colonna, Edoardo Marcenaro, Cecilia Carrara, Roma, Edizioni Tored, 2024, pp. 8-9. ISBN: 9791281673090
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BTA
https://www.academia.edu/117867573/
https://www.researchgate.net/publication/380152260
ABSTRACT it
[...] Questa mostra del Museo dei Gessi di Sapienza Università di Roma inaugura una nuova stagione nel "cursus honorum" di Alessio Deli, tanto che d'ora in poi lo si potrà chiamare artista "socio-ludico" in virtù della sua capacità di ragionare in termini ludici sulle problematiche più attuali della società contemporanea offrendo una via di fuga anche in quelle situazioni che alcuni pessimisti reputano vicoli ciechi di un'umanità votata all'autodistruzione. Al contrario Alessio Deli rigetta gli scenari distopici e dimostra di credere ancora nell'utopia di un'umanità che può redimersi con un finale a lieto fine della storia grazie alle capacità maieutiche della Storia dell'Arte e dell'Archeologia e del mito.
Stefano COLONNA, Hypnerotomachia. Lettura obliqua di Letteratura Artistica per la Storia dell'Arte, Roma, Campisano Editore (Letture Oblique, 1), 2023. ISBN 979-12-80956-40-8
PDF integrale protetto del libro (server BTA)
https://www.academia.edu/114070032/
https://www.researchgate.net/publication/372744039
ABSTRACT it
Questo libro è completamente inedito.
«Questo libro è il primo di una serie di quattro e riassume gli studî scientifici su Hypnerotomachia, Galleria Farnese, Architettura Liquida e Robotica Museale ripartiti tra i quattro filoni di ricerca da me attivati nel corso degli anni. In questo volume si tratta solo dell'Hypnerotomachia. [...] L'etichetta di lettura obliqua è ampiamente attestata nella letteratura critica ed ha un significato ben preciso. Vedi per esempio la Treccani online: «[...] Si tratta della cosiddetta interpretazione obliqua del Machiavelli: rivolgendosi ai principi, Machiavelli ammaestrerebbe in realtà i popoli, rivelando loro la violenza del potere e indicando, per contrasto, l'importanza della libertà».»
Stefano COLONNA, Hypnerotomachia. Lettura obliqua di Letteratura Artistica per la Storia dell'Arte - Premessa generale, Roma, Campisano Editore, 2023, pp. 9-10.
https://www.academia.edu/105016538/
Stefano COLONNA, L'Architettura liquida alla Sapienza tra classico ed anti-classico intesa in contrapposizione dialettica, in Architettura e Museologia Liquida. Ricerca universitaria ideata e coordinata da Stefano Colonna Sapienza Università di Roma, a cura di Alba Matilde Cavallari, Stefano Colonna, Michela Ramadori, Lisa Simonetti, Roma, Campisano Editore, (2021 in corso di pubblicazione), pp. 49-54. ISBN 978-88-85795-80-8 Con il patrocinio del Dipartimento SARAS - Storia, Antropologia, Religioni, Arte, Spettacolo e del BTA - Bollettino Telematico dell'Arte.
ABSTRACT it
Questo saggio è completamente inedito ed è stato scritto a complemento dello Statuto di Architettura e Museologia Liquida pubblicato nello stesso volume.
Il saggio ripercorre la genesi delle ricerche su Architettura Liquida nel mio Insegnamento di Museologia e Critica Artistica e del Restauro della Sapienza sulla scorta del pensiero di Giulio Carlo Argan (1930 in poi) e fornisce una lettura della stessa in chiave dialettica per spiegare alcuni concetti filosofico-estetici di controversa interpretazione.
Spiega i rapporti dell'Architettura Liquida con il Manierismo italiano.
Illustra il concetto di eterotopia in Zygmunt Bauman facendo capire come egli lo proponga in alternativa a quello di distopia.
Il saggio si conclude con la dimostrazione che la Roma repubblicana è una città liquida in base all'analisi del posizionamento della cloaca massima deviata per rispettare il preesistente Signum Vortumni dedicato alla divinità etrusca Vertumno. Roma dunque città rispettosa del Genius Loci secondo le storiche parole pronunciate da Furio Camillo e ricordate da Tito Livio.
Stefano COLONNA, Per uno Statuto di Architettura e Museologia Liquida, in Architettura e Museologia Liquida. Ricerca universitaria ideata e coordinata da Stefano Colonna Sapienza Università di Roma, a cura di Alba Matilde Cavallari, Stefano Colonna, Michela Ramadori, Lisa Simonetti, Roma, Campisano Editore, (2021 in corso di pubblicazione), pp. 35-48 ISBN 978-88-85795-80-8 Con il patrocinio del Dipartimento SARAS - Storia, Antropologia, Religioni, Arte, Spettacolo e del BTA - Bollettino Telematico dell'Arte.
ABSTRACT it
Questo saggio è stato già pubblicato in Stefano COLONNA, Per uno Statuto di Architettura e Museologia liquida, https://www.bta.it/col/a0/00/coll0000-COLONNA,Stefano-2016-Per_uno_Statuto-Lettera_Orvietana-N.43-47_dic._2016.pdf in "Lettera Orvietana", a. XVII, N. 43-44-45-46-47, dicembre 2016, pp. 11-13. - https://www.bta.it/col/a0/00/coll0000-COLONNA,Stefano-2016-Per_uno_Statuto-Lettera_Orvietana-N.43-47_dic._2016_Estratto_con_Frontespizio.pdf ma non era stato riconosciuto ai fini ANVUR - ASN presumo per via del fatto che è un supplemento della rivista "Lettera Orvietana" e quindi non gli è stato riconosciuto lo stesso ISBN della rivista. Il saggio è stato leggermente modificato e ora risultano ben visibili e leggibili sia l'apparato iconografico che le relative didascalie.
Il saggio fornisce il primo Statuto di Architettura e Museologia liquida facendo seguito al primo tentativo di definizione da me proposto nel 2014. Prendo atto che presso il grande pubblico e particolarmente in Italia il concetto di liquidità è stato completamente frainteso mentre in ambito critico internazionale è stato invece correttamente svolto e ha potuto affermare la propria incisiva presenza nello spazio della cultura d'avanguardia. Come noto infatti Marcus Novak propone nel 1993 il termine
«Architettura Liquida» in relazione alla realtà virtuale nell'era dell'informazione telematica e Zygmunt Bauman applica il concetto di liquidità nel 2000 nella sfera sociologica sondando i rapporti tra architettura e territorio mentre Salvatore Rugino propone una rassegna dei rapporti tra architettura e liquidità nel 2008 e altri autori seguono su questo corretto filone esegetico.
Per approfondire la definizione critica internazionale di architettura e museologia liquida ho proposto nel 2014 di considerare il concetto di "liquido" nell'arte come erede del concetto di anticlassico già individuato da Giulio Carlo Argan, prima nel 1930, in riferimento alle osservazioni di Milizia nei confronti di Andrea Palladio, e poi nel 1984 seguito da Bruno Zevi nella sua monografia del 1973.
In seguito alla creazione, sempre nel 2014, di un Gruppo di Ricerca alla Sapienza su Architettura e Museologia liquida mi è sembrato importante proporre in questa sede di considerare fondamentale per l'individuazione dei caratteri liquidi nell'architettura e nella museologia quattro elementi tipologico-simbolici fondamentali: specchio, labirinto, frattali e mostro e ribadisco che la concezione di "anticlassico", dalla quale nasce negli anni Novanta del Novecento quella di "liquido", è presente anche in ambito archeologico come proposto da Graziella Becatti e dimostrato da Enrico Ascalone, entrambi facenti parte del Gruppo di Ricerca della Sapienza su Architettura Liquida. Cfr. E. Ascalone, L'anticlassico che diventa classico. Sostituzione, elaborazione e affermazione di nuovi codici di propaganda al tempo dei Sukkalmakh (ca. 1900-1520 a.C.), 8 Novembre 2016, n. 821 https://www.bta.it/txt/a0/08/bta00821.html (ora ripubblicato nel presente volume)
Icoxilòpoli 2. Iconografia delle xilografie del Polifilo, Roma, Bulzoni Editore (Collana Biblioteca di Cultura, 755), 2020, a cura di Alessandra Bertuzzi, Elisabetta Caputo, Stefano Colonna, Flavia De Nicola, Francesco De Santis, Alessia Dessì. ISBN 978-88-6897-181-6, pp. 808.
Abstract en (english translation by Flavia De Nicola revised by Giulia Martina Weston)
In Venice, in 1499, Aldo Manuzio the Elder gave the most important incunabulum of the Italian Renaissance to the press: the Hypnerotomachia Poliphili, accompanied by 171 woodcuts. Over the years, many studies have followed one another to look into the identity of the anonymous author, but only a few of them were dedicated to the 171 images illustrating this printed book, and nowadays the name of the draftsman and that of the engraver remain uncertain. In 2017, the research project Icoxilòpoli 1 - Iconographies of the Polifilo's woodcuts, led by Stefano Colonna in the context of the Museology and Art Criticism and Restoration teaching at the University of Rome La Sapienza, was founded on the ascertainment that specific symbolic themes of the incunabulum are described in the text but not through the images, and vice versa, hence the need to identify the keywords and the symbolic objects both in the text and images, in order to create a two-way path "word-image-word". Icoxilòpoli 2, which takes up Icoxilòpoli 1 subject matters, presents 19 insets relating to Polifilo's woodcuts, ordered by number of appearance in the editio princeps of the Hypnerotomachia dating 1499 and equipped with further analytical essays. The authors well understood the need to continue to operate on an expressive double-track, which could encourage an interpretation of the insets in the key of a "metafictional" story while preserving the academic status of the scientific approach, and this shows how rich Italian academia is in human and scientific potentialities so that, if enhanced, it produces academic results since the first years of research.
Abstract it
Nel 1499, a Venezia, Aldo Manuzio il Vecchio dava alle presse il più importante incunabolo del rinascimento italiano: l'Hypnerotomachia Poliphili, corredato di ben 171 xilografie. Negli anni si sono susseguiti molti studi in merito a chi ne fosse l'anonimo autore, ma solo pochi sono stati dedicati alle 171 immagini che illustrano questo libro stampato, e ancora oggi restano incerti il nome del disegnatore e quello dell'incisore. Nel 2017 nasce il Progetto di ricerca Icoxilòpoli 1 - Iconografie delle xilografie del Polifilo, diretto da Stefano Colonna nel suo Insegnamento di Museologia e Critica Artistica e del restauro della Sapienza, fondato sulla constatazione che determinati argomenti simbolici dell'incunabolo sono descritti nel testo ma non nelle immagini, e viceversa, e quindi sulla necessità di individuare, sia nel testo che nelle immagini, le "parole-chiave" e gli oggetti simbolici, per creare un percorso biunivoco "parola-immagine-parola". Icoxilòpoli 2, che riprende le tematiche di Icoxilòpoli 1, presenta 19 schede relative alle xilografie del Polifilo, ordinate secondo il numero di apparizione nell'editio princeps dell'Hypnerotomachia del 1499 con il corredo di ulteriori saggi analitici. Gli autori hanno ben compreso la necessità di rimanere su un doppio binario espressivo, che favorisse una lettura delle schede in chiave di "meta-romanzo" pur conservando la qualifica accademica dell'approccio scientifico, e ciò dimostra quanto l'università italiana sia ricca di potenzialità umane e scientifiche che, se valorizzate, producono risultati accademici fin dai primi anni di studio.
La Collezione d'Arte della Fondazione Roma.
Dipinti, sculture e grafica dal XV al XXI secolo
Autore: Maria Celeste COLA e Stefano COLONNA (a cura di)
Progetto editoriale: Prof. Emmanuele Francesco Maria Emanuele
Presentazione: Alessandro Zuccari
Con schede di: Loredana Angiolino, Laura Auciello, Laura Bartoni, Fabrizio Biferali, Matteo Borchia, Maria Stella Bottai, Michele Brescia, Rossana Castrovinci, Anna Cavallaro, Carolina Ciociola, Maria Celeste Cola, Stefano Colonna, Valter Curzi, Mariateresa Di Dedda, Damiana Enea, Loredana Finicelli, Camilla Fiore, Riccardo Gandolfi, Claudia Governa, Giorgia Lanino, Cristina Mochi, Massimo Moretti, Michele Nicolaci, Elena Onori, Francesca Parrilla, Ilaria Pascale, Matteo Piccioni, Yuri Primarosa, Eugenia Querci, Marta Rossetti, Michela Santoro, Guendalina Serafinelli, Lucia Signore, Antonella Sbrilli, Alessandro Spila, Francesco Spina, Giulia Martina Weston
Collana: Arte
Formato: 24 x 28 cm
ISBN13: 9788849227581
ISBN10: 9788849227581
2 Volumi in cofanetto
Anno di edizione: 2019
Pagine: 848
PDF della Presentazione
Estratto delle introduzioni e delle schede di Stefano COLONNA
Link al sito dell'editore Gangemi
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Stefano COLONNA (2017), Calvesi e Jung: psicologia e alchimia nella Storia dell'Arte da Dürer al Polifilo, in Storie dell'arte alla sapienza. Linee di ricerca, docenti, didattica del Dipartimento di Storia dell'Arte dalla fondazione ad oggi, a cura di Manuel Barrese, Riccardo Gandolfi e Maria Onori, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2017, pp. 87-94. ISBN 9788868124281
ABSTRACT (it)
Viene preso in esame il libro di Maurizio Calvesi, La Melencolia di Albrecht Dürer, Torino, Einaudi, 1993 come esempio metodologico della cosiddetta “Scuola Romana di Storia dell'Arte” rappresentata da Calvesi con i suoi studi di iconologia.
Il libro non ebbe molto successo perchè metteva in luce come la precedente interpretazione dei padri storici della Iconologia Klibansky, Panofsky e Saxl basata sulla teoria medioevale degli umori, fosse insufficiente a spiegare la celebre incisione Melencolia I di Dürer (1514).
Inoltre Calvesi aveva preso polemicamente le distanze dal purovisibilismo di Roberto Longhi con l'articolo Buona sera Maestro apparso in “Marcatrè” del 1966.
Con questi due esempi si dimostra come Maurizio Calvesi sia sempre andato “controcorrente” creando una nuova metodologia che ancora oggi deve essere apprezzata in tutta la sua carica innovativa superando le “censure” più o meno esplicite della vecchia scuola di Storia dell'Arte.
Stefano COLONNA (2017), CaRoGuiMus9 Cane Robotico Guida Museale per Bambini (e Adulti) non vedenti alias Baurora, in "Lettera Orvietana", n. 48-49, ago. 2017, p. 2. Supplemento al BISAO, "Bollettino dell'Istituto Storico Artistico Orvietano", LXVIII-LXX (2016). ISSN 0391-8211. Numero completo
ABSTRACT (it)
L'autore presenta il Progetto di Ricerca filantropica di "classe open" ideato ed attivato il 14 Giugno 2016 presso il proprio Insegnamento di Museologia e Critica Artistica e del Restauro della Sapienza, Facoltà di Lettere e Filosofia, Dipartimento di Storia dell'Arte e Spettacolo, dedicato alla memoria di Corrado Maltese ed intitolato CaRoGuiMus9 - Cane Robotico Guida Museale per Bambini (e Adulti) non vedenti alias Baurora.
Il Progetto di Ricerca CaroGuiMus9 si ispira ai due libri fondamentali di Corrado MALTESE, Dalla Semiologia alla Sematometria. Studi sulla comunicazione visiva, Roma, Il Bagatto, 1983 e di Domenico DE MASI, L'Emozione e la Regola (1989) e cerca di riprendere gli studi scientifici sematometrici maltesiani prospettando un nuovo umanesimo tecnologico capace di unire scienza e creatività.
La prima ricerca si intitola: Tavolette pseudo-braille cromatiche (24/12/2016) ed è concepita come sperimentazione della percezione del colore da parte dei ciechi; la seconda ricerca: Fonti letterarie e pittoriche per la nomenclatura e classificazione dei colori ha lo scopo di individuare i riferimenti al colore nei testi letterari; la terza ricerca: Armoniche cromatico-tattili (24/12/2016) analizza il rapporto musica-colore. Nella seconda parte del progetto viene presentato il Cane Libro Parlato (12/01/2017) prototipo sperimentale di guida museale concepita come audio-libro interattivo e ipertestuale per ciechi.
Tra le applicazioni di Robotica Museale legate alla conservazione delle opere d'arte si prospetta l'uso di CaroGuiMus9 con un sensore igrometrico per la misurazione spot e random dell'umidità sia delle intere sale dei musei, sia delle singole opere esposte individuate tramite tecnologia RFID. Il robot fornisce allarmi tramite SMS, email e GSM in caso di superamento delle soglie igrometriche di sicurezza.
ABSTRACT (en)
The author presents the philantropic "open class" Research Project designed and activated June 14th 2016 in own teaching of Museology and Art Critic and Restoration, Faculty of Letter and Philosophy, Department of Art History and Spectacle, dedicated to the memory of Corrado Maltese and titled CaroGuimus9 - Robotic Dog Museum Guide for Blind Children (and Adults) alias Baurora.
The Research Project CaroGuiMus9 is inspired to Corrado MALTESE, Dalla Semiologia alla Sematometria. Studi sulla comunicazione visiva, Roma, Il Bagatto, 1983 and Domenico DE MASI, L'Emozione e la Regola (1989) fondamental books and tries to resume the scientific studies "sematometrici" maltesiani looking on to a new technological humanism that is able to join science and creativity.
The first research is intitled: Pseudo-braille chromatics tablets (December 24th 2016); and it is conceived as an experimentation of colours' perception from blind people point of view; the second research: Literary and pictorial sources for color nomenclature and classification (December 24th 2016) aims at characterizing the references to the colors in the literary witnesses; the third research: Chromatic and tactile harmonics (December 24th 2016) analyzes the relationship music-color.
In the second part of the project is introduced the Audio Dog-Book (January 12th 2017), an
experimental prototype of a museum guide for blind people conceived like as an interactive audio-book.
As an application of Museum Robotics tied to the conservation of the art works the author shows the use of CaroGuiMus9 with an hygrometric sensor for the spot and random metering of the humidity of entire museum halls, as of the single exposed works of art characterized by technology RFID. The robot supplies alarms through SMS, email and GSM in case of overcoming of the igrometric thresholds of safety.
Stefano COLONNA, DE NAEVIA ET AMORE. Nevia polisemantica e il mito di Bruto nel Rinascimento, Roma, Bulzoni (Biblioteca di cultura, 746), ©2016 (stampato nel mese di febbraio 2017), 273 pagine. ISBN 978-88-6897-065-9
La Presentazione si è tenuta venerdì 15 Giugno 2018 ore 17,00 nella Sala Pier Paolo Pasolini ADISU - Agenzia per il Diritto allo Studio del Lazio, Via Cesare De Lollis, 20, Roma, Italia, INVITO DEFINITIVO (PDF)
Links BTA & YouTube
La registrazione della Presentazione pubblicata in YouTube è a cura di Flavia De Nicola
BTA 0 (zero)
Youtube Parte 1
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Conferenza di Stefano COLONNA del 12 Febbraio 2019 su
Giardini fantastici della Roma rinascimentale. Dal Colosseo al Mausoleo di Augusto, ispirati al romanzo del Polifilo (1499) VIDEO
Fa parte del Ciclo di incontri
Alla scoperta del Colosseo e non solo
15 gennaio 2019 - 12 marzo 2019
ore 16,00
MERCATI DI TRAIANO - MUSEO DEI FORI IMPERIALI
Via Quattro Novembre, 94, Roma
COMUNE DI ROMA
Assessorato alla Crescita Culturale
Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
ROMA
Musei in Comune
Mercati di Traiano
Museo dei Fori Imperiali
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ABSTRACT (it)
I contenuti antiquariali prodotti dall'Accademia Romana di Pomponio Leto nel Quattrocento vengono rielaborati nel secolo successivo, in un nuovo contesto politico-culturale, dalla cerchia degli umanisti vicini al Polifilo, tra cui Evangelista Maddaleni Capodiferro. Autore quest'ultimo di un inedito poema latino in distici elegiaci (qui pubblicato e commentato), probabilmente ispirato ad una xilografia della Hypnerotomachia Poliphili e dedicato alla figura di Nevia. Personaggio che può rivestire diversi significati simbolici, sia politico-amorosi se riferito alla nipote dell'astrologo di Tiberio Ennia Nevia Trasilla (che sedusse Caligola favorendone l'ascesa al potere), sia topografico-militari per la possibile identificazione di Nevia con una delle porte di Roma.
Tra i dedicatarî della Nevia di Capodiferro figura il card. Niccolò Ridolfi che ospitava gli antimedicei fiorentini nella propria biblioteca romana dove il busto di Bruto di Michelangelo Buonarroti costituiva un eloquente simbolo per i Repubblicani.
Con una lettura congiunta di arte, politica e letteratura vengono quindi esaminate alcune note opere d'arte di Piero di Cosimo e Filippino Lippi. La Nevia di Capodiferro completa la conoscenza della Renovatio Urbis, riconnettendosi al concetto di «pax romana» ideato da Marc'Antonio Altieri.
ABSTRACT (en)
(English translation courtesy of Giulia Martina Weston)
Polysemantic Nevia and the myth of Brutus in the Renaissance
The antiquarian content produced by Pomponio Leto's Roman Academy in the Fifteenth century was developed, during the following century, within the circle of the humanists close to Polifilo, in different political and cultural frameworks. Our analysis focus on an unpublished Latin manuscript written in elegiac couplet by Evangelista Maddaleni Capodiferro, possibly inspired by a woodcut of the Hypnerotomachia Poliphili and dedicated to the figure of Nevia, a character which could play several symbolic roles: a political and amorous one, when referred to the niece of the astrologer Tiberio, Ennia Nevia Trasilla, who abducted Caligola, favouring the rise of his career; and a topographic and military one, for Nevia's possible identification with one of the city gates of Rome.
Featuring as Capodiferro's dedicatee in the Nevia, the figure of Cardinal Niccolò Ridolfi hosted Anti-Medicean Florentines in his Roman library, which displayed the bust of Brutus, carved by Michelangelo Buonarroti, and acted as the Repubblicans' symbol.
Throughout a symoultaneous reading of art, politics and literature, several renowed artworks by Piero di Cosimo and Filippino Lippi has been examined. Capodiferro's Nevia complements our knowledge of the Renovatio Urbis, being linked to the concept of «pax romana» conceived by Marc'Antonio Altieri.
Il libro è stato citato da:
Stefano COLONNA, Per uno Statuto di Architettura e Museologia liquida, in "Lettera Orvietana", a. XVII, N. 43-44-45-46-47, dicembre 2016, pp. 11-13. - Estratto con Frontespizio
ABSTRACT (it)
Questo articolo fornisce il primo Statuto di Architettura e Museologia liquida facendo seguito al primo tentativo di definizione da me proposto nel 2014.
Prendo atto che presso il grande pubblico e particolarmente in Italia il concetto di liquidità è stato completamente frainteso mentre in ambito critico internazionale è stato invece correttamente svolto e ha potuto affermare la propria incisiva presenza nello spazio della cultura d'avanguardia. Come noto infatti Marcus Novak propone nel 1993 il termine «Architettura Liquida» in relazione alla realtà virtuale nell'era dell'informazione telematica e Zygmunt Bauman applica il concetto di liquidità nel 2000 nella sfera sociologica sondando i rapporti tra architettura e territorio mentre Salvatore Rugino propone una rassegna dei rapporti tra architettura e liquidità nel 2008 e altri autori seguono su questo corretto filone esegetico.
Per approfondire la definizione critica internazionale di architettura e museologia liquida ho proposto nel 2014 di considerare il concetto di "liquido" nell'arte come erede del concetto di anticlassico già individuato da Giulio Carlo Argan, prima nel 1930, in riferimento alle osservazioni di Milizia nei confronti di Andrea Palladio, e poi nel 1984 seguito da Bruno Zevi nella sua monografia del 1973.
In seguito alla creazione, sempre nel 2014, di un Gruppo di Ricerca alla Sapienza su Architettura e Museologia liquida mi è sembrato importante proporre in questa sede di considerare fondamentale per l'individuazione dei caratteri liquidi nell'architettura e nella museologia quattro elementi tipologico-simbolici fondamentali: specchio, labirinto, frattali e mostro e ribadisco che la concezione di "anticlassico", dalla quale nasce negli anni Novanta del Novecento quella di "liquido", è presente anche in ambito archeologico come proposto da Graziella Becatti e dimostrato da Enrico Ascalone, entrambi facenti parte del Gruppo di Ricerca della Sapienza su Architettura Liquida. Cfr. E. Ascalone, L'anticlassico che diventa classico. Sostituzione, elaborazione e affermazione di nuovi codici di propaganda al tempo dei Sukkalmakh (ca. 1900-1520 a.C.), 8 Novembre 2016, n. 821 http://www.bta.it/txt/a0/08/bta00821.html
ABSTRACT (en)
(English translation courtesy of Alessandra Bertuzzi)
For a statute of a liquid Architecture and Museology
This article provides the first Statute of Architecture and Museology liquid further to the first attempt at definition proposed by me in 2014.
I note that among the general audience and especially in Italy, the concept of liquidity has been completely misunderstood while in international areas has been properly carried out and instead was able to affirm its effective presence in space of the avant-garde culture.
As previously noted, Marcus Novak proposes in 1993 the term «Liquid Architecture» in relation to virtual reality, in the telematic information era, and Zygmunt Bauman applies the concept of liquidity in 2000 in the sociological sphere probing the relationship between architecture and landscape.
Salvatore Rugino, instead, offers an overview of the relationship between architecture and liquidity in 2008 and other authors followed his correct exegetical trend.
To study the critics international definition of Liquid Architecture and Museology, I proposed in 2014 to consider the concept of "liquid" in art like a heir to the concept of «anti-classic», identified by Giulio Carlo Argan, first in 1930, in reference to the comments of the Militia against Andrea Palladio, and then in 1984, followed by Bruno Zevi in his monograph of 1973.
In 2014, a research group of Sapienza University started the study of Architecture and Museology liquid, and it seemed important to me to propose to start to consider, for the identification of liquids characters in architecture and museology, four basic typological and symbolic elements: mirror, maze, fractals and monster.
Besides, I remind that the "anti-classical" concept, from which was born in the Nineties of the Twentieth century that of "liquid", is also known in archeology, as Graziella Becatti proposed, and Enrico ascalone demonstrated.
They are two of the researchers in the Sapienza University liquid architecture study group. Cfr. E. Ascalone, The anticlassical that becomes classic. Substitution, development and affirmation of new propaganda codes at the time of Sukkalmakh (approximately 1900-1520 a.C.), 8th November 2016, n. 821 http://www.bta.it/txt/a0/08/bta00821.html
Stefano COLONNA, Erasmo, la polemica sull'Antico e l'Italia, in "teCLa - Rivista di temi di Critica e Letteratura artistica", Palermo, n. 14, 23 Dicembre 2016, pp. 4-18. http://www1.unipa.it/tecla/rivista/numero_14_pdf/numero14.pdf ISSN 2038-6133 DOI:104413/RIVISTA
Nel 1528 Erasmo da Rotterdam scrive il Ciceronianus, un testo sulla purezza della lingua di Cicerone che contiene un'invettiva contro la cultura antiquariale applicata in ambito cristiano e ricorda che non si potrà più «[...] effigiare la Vergine madre così come Apelle una volta dipingeva Diana», oppure «Santa Tecla con quella sembianza con la quale si ritrasse Laide» né tanto meno adornare «[...] le nostre chiese di statue del genere di quelle onde un tempo Lisippo abbellì i templi degli dei [...]».
Veniva così colpita al cuore la pratica del ciceronianesimo praticata dai letterati e dagli artisti italiani dal tempo di Petrarca e poi Coluccio Salutati, Gasperino Barzizza ed Angelo Poliziano e, ancora, in pieno Rinascimento, Pietro Bembo e Iacopo Sadoleto e infine il meno noto, ma sempre indispensabile per i nostri studî, fondamentale contributo di Martino Filetico che, allo studio della perfetta lingua latina di Cicerone aggiunge quello, altrettanto importante, della lingua greca creando un binomio inscindibile che darà luogo alla creazione dell'Hypnerotomachia Poliphili del 1499.
Questo lavacro ciceroniano della cultura antiquariale italiana passava attraverso il recupero dell'archeologia e della letteratura dei classici ma anche e soprattutto del mito di Roma considerata come il centro ideale dell'Antico e anche, nei progetti politici dei papi del Rinascimento a partire da Alessandro VI Borgia, il fulcro della costituenda Italia.
D'altro canto il Sacco di Roma del 1527 fu motivato anche dalla volontà di punire i presunti eccessi della città eterna per cui il Ciceronianus del 1528 sembra sancire l'immediata ratifica degli avvenimenti storici e voler chiudere un'epoca corrispondente alla massima espansione del Rinascimento italiano e della Renovatio Urbis.
La Terza Accademia Romana di Fulvio Orsini cercherà di restaurare nella Galleria Farnese intorno all'anno 1600 la cultura antiquariale in ambito controriformistico grazie agli ossimori "catechistico-didattici" della "Teoria degli Affetti" di Pomponio Torelli ma si esaurirà lasciando il passo alla nascente estetica protobarocca.
Il Ciceronianus è dunque un testo importante anche se finora sottovalutato perché segna l'inizio della fine di quella stagione di felice connubio tra la cultura cristiana e l'estetica antiquariale rinascimentale dando inizio ad un lento ma irreversibile processo di diversificazione iconografica sotto il segno della Riforma e della Controriforma.
[English:]
In 1528 Erasmus of Rotterdam wrote the Ciceronianus, a text on the purity of Cicero's language which includes an invective against the use of antiquarian culture within the Christian sphere and reminds that it will no longer be possible to «represent the Virgin Mother as Apelles once depicted Diana», or «Saint Tecla showing the features with which Laide was portrayed», let alone adorn «[...] our churches with statues of the kind with which once Lysippos embellished the temples of pagan gods [...]».
Thus, a decisive attack was inflicted upon the practice of Ciceronianism carried out by Italian artists and men of letters, since the times of Petrarch, to those of Coluccio Salutati, Gasperino Barzizza and Angelo Poliziano and, furthermore, during the Renaissance, Pietro Bembo and Iacopo Sadoleto, and lastly, the less famous, yet fundamental for our studies, Martino Filetico, who, to the study of Cicero's perfect Latin language, added that, equally important, of Greek language, creating an indissoluble binomial which will pave the way to the conceiving of the Hypnerotomachia Poliphili of 1499.
This Ciceronian influence on Italian antiquarian culture was aided by the rediscovery of archaeology and classical literature, and especially by the myth of Rome, considered the ideal centre of the Antique and also, in the popes' political plans during the Renaissance from Alexander VI Borgia onwards, the fulcrum upon which Italy was to be built.
In other respects, the Sack of Rome of 1527 was also animated by the intention of punishing the alleged excesses of the Eternal City, thus the Ciceronianus of 1528 seems to establish the immediate ratification of these historical events and aims to put an end to an era corresponding to the apex of the Italian Renaissance and the Renovatio Urbis.
Fulvio Orsini's Third Roman Academy will try to re-establish this antiquarian culture in the Farnese Gallery around 1600, thanks to the "catechetical-didactic" paradoxes of Pomponio Torelli's "Theory of the Affetti", but it will fade and leave way to the raising proto-Baroque aesthetics.
Therefore, the Ciceronianus is an important text, even if it has been underestimated so far, as it marks the end of that season of prosperous combination of Christian culture and antiquarian aesthetics during the Renaissance, starting a long yet irreversible process of iconographic diversification under the sign of the Reformation and Counter Reformation.
(english translation courtesy of Giulia Martina Weston)
Stefano COLONNA, Per un'Interpretazione in Chiave Politica delle Tre Grazie di Raffaello, in Studi in onore di Emanuele Paratore. Spunti di ricerca per un mondo che cambia,
a cura di Luca Romagnoli, Roma, EDIGEO, 2016, vol. II, pp. 981-994. ISBN: 978-88-907-9614-2.
ABSTRACT it
Viene preso in esame il dittico delle Tre Grazie (Chantilly,
Musée Condé) con il suo pendant de Il Sogno del Cavaliere
(London, National Gallery) dipinto da Raffaello Sanzio
probabilmente tra il 1504 e il 1505 di cui si propone una lettura in
chiave politica sulla base dei versi latini di Martino Filetico già
incisi alla base del Gruppo marmoreo antico delle Tre Grazie a cui
Raffaello si era ispirato.
In tali versi si dice infatti che le Tre Grazie sono connesse tra di
loro perché “sono unite da patti reciproci” «[...] pinguntur
nexe: q. mutua federa iungu[n]t [...]», vale a dire un sistema di
patti reciproci, quindi alleanze basate sull'amore (Tre Grazie)
e sulla cultura (Sogno del cavaliere).
Raffaello doveva aver preso visione del Gruppo marmoreo antico nella
Libreria Piccolomini del Duomo di Siena e la scultura proveniva da un
dono di Prospero Colonna.
Considerando che Martino Filetico era sicuramente stato maestro di
Giovanni Colonna, futuro cardinale e cugino di Francesco Colonna
romano signore di Palestrina, secondo Calvesi autore
dell'Hypnerotomachia Poliphili e che Battista Sforza aveva
usato la parola “πολυφιλία” nelle “Iocundissimae
Disputationes” di Martino Filetico, la presenza di tale parola
dalle molteplici implicazioni di significato, crea un importante
collegamento storico filologico tra personaggi e ambienti culturali
che gravitano intorno al Polifilo, Stefano Colonna (COLONNA 2002)
aveva proposto di considerare Filetico maestro anche di Francesco
Colonna romano. Tale ipotesi lo induce ora a supporre che Le Tre
Grazie di Raffaello siano ispirate alle tematiche politiche
dell’Hypnerotomachia, che proponeva il concetto di
“πολυφιλία” come rete di alleanze pacifiche fondate
sull’Amore, segretamente alternative all'odio borgiano descritto
da Machiavelli. è questo uno dei motivi di coesione tra i
rappresentanti della cultura coeva, che sognavano una rivoluzione
pacifica da contrapporre alla violenza cieca della politica
dominante. A conferma troviamo significative notazioni in un
manoscritto latino in distici elegiaci in corso di pubblicazione
intitolato a Nevia (COLONNA 2016) opera di Evangelista Maddaleni
Capodiferro, segretario del citato card. Giovanni Colonna che viene
proposto a confronto. In questo manoscritto MS.I.72 intitolato a
Nevia (post 1502) della Biblioteca Augusta di Perugia viene celebrato
il tema del «cedunt (variante del ciceroniano «cedant») arma
togae» basato su un nuovo concetto di “pace”, connessa alla
passione amorosa che verrà reso celebre da “Li Nuptiali”
(1506-1509) di Marc'Antonio Altieri artefice della celebre “pax
romana” del 1511.
Questi testi portano a compimento un concetto già espresso da
Giovanni Albino segretario degli Aragona di Napoli nei suoi “Excerpta
ex Blondi Decadibus” (1494) e basato sul motto sallustiano
CONCORDIA PARVAE RES CRESCUNT oltre che nell'Hypnerotomachia
stessa (1499). Proprio al concetto di CONCORDIA erano infatti
collegate le Tre Grazie nella celebre medaglia di Maria
Poliziana.
ABSTRACT en (english translation courtesy of Giulia Martina Weston)
Stefano COLONNA, For a political reading of Raphael’s The
Three Graces
Analysis focuses on the dyptic formed by The Three Graces
Chantilly, Musée Condé) and its pendant A Knight’s
Dream (London, National Gallery), presumably painted by Raphael
Sanzio between 1504 and 1505, of which a political reading is
proposed (on the basis of Martino Filetico’s Latin verses already
engraved on the plinth of the ancient marble group of the Three
Graces which had inspired Raphael).
These verses thus state that the Three Graces are intertwined because
‘they are linked by mutual agreements’ «[...] pinguntur nexe: q.
mutua federa iungu[n]t [...]», that is to say by a system of mutual
agreements, such as alliances based on love (The Three Graces)
and on culture (A Knight’s Dream).
Raffaello must have seen the ancient marble group in the Libreria
Piccolomini in the Duomo of Siena, the sculpture which was originally
gifted by Prospero Colonna.
Considering that Martino Filetico was surely the master of Giovanni
Colonna, who would become a Cardinal and was the cousin of the Roman
Francesco Colonna, signore di Palestrina - who, according to Maurizio
Calvesi, should be considered the author of the Hypnerotomachia
Poliphili, and that Battista Sforza had used the word ‘πολυφιλία’
in Martino Filetico’s Iocundissimae Disputationes (the
presence of this term, in its manifold meanings, creates an important
historical and philological connection among the characters and
cultural circles gravitating around Polifilo), Stefano Colonna
(COLONNA 2002) had proposed to consider Filetico the master of the
Roman Francesco Colonna, too.
At present, this hypothesis leads him to suggest that Raphael’s The
Three Graces were inspired by the political matters of the
Hypnerotomachia, which proposed the concept of ‘πολυφιλία’
as a network of peaceful alliances based on love, secretly opposed to
the Borgian hate described by Machiavelli.
This is one of the unifying motifs among contemporary cultural
agents, who dreamt of a peaceful revolution to oppose to the blind
violence widespread in politics. This is confirmed by significant
annotations in a Latin manuscript written in elegiac couplets, which
are included in a forthcoming publication dedicated to Nevia (COLONNA
2016), composed by Evangelista Maddaleni Capodiferro, secretary of
the above-mentioned Cardinal Giovanni Colonna, quoted in a
comparison. In this manuscript MS.I.72 dedicated to Nevia (post
1502) in the Biblioteca Augusta in Perugia, the theme of the «cedunt
(a variant of the Ciceronian «cedant») arma togae» is praised,
based on a new concept of ‘peace’, connected to love passion,
which will achieve fame thanks to Li Nuptiali (1506-1509) by
Marc’Antonio Altieri, the artifex of the ‘pax romana’ of 1511.
These texts bring to completion a concept already developed by
Giovanni Albino, Secretary of the Aragons of Naples, in his Excerpta
ex Blondi Decadibus (1494), and based on Sallustio’s motto
CONCORDIA PARVAE RES CRESCUNT, besides the Hypnerotomachia
itself (1499).
As a matter of fact, The Three Graces represented on Maria
Poliziana’s renowned medal were inspired by the concept of
CONCORDIA.
COLONNA S. (2014 stampa 2015),
Giovanni Albino e la politica filo-romana degli Aragonesi alla luce di una xilografia "sallustiana" dell'Hypnerotomachia Poliphili, in Il potere dell'arte nel Medioevo. Studi in onore di Mario D'Onofrio, a cura di M. Gianandrea, F. Gangemi, C. Costantini, Roma, Campisano Editore, 2014 (finito di stampare nel mese di luglio 2015), pp. 959-968.
ISBN 978-88-98229-30-7
http://www.campisanoeditore.it
Il contributo prende in esame la molto importante ma poco studiata figura di Giovanni Albino segretario e bibliotecario degli Aragonesi, numero due nella corte di Napoli dopo il più conosciuto Giovanni Gioviano Pontano. Viene analizzata la produzione storiografica dell'Albino in base agli studi di Sondra Dall'Oco (2001) e soprattutto un'elegante miniatura presente in un manoscritto dell'Albino datato 1494, conservato nella Bayerische StaatsBibliothek di Monaco, contenente gli Excerpta ex Blondi Decadibus dove si legge l'iscrizione in lettere capitali latine in gusto antiquario "CONCORDIA PARVAE RES CRESCUNT" motto sallustiano presente anche nell'Hypnerotomachia Poliphili del 1499.
Sono noti i rapporti dell'Albino con personaggi illustri del suo tempo come Gentile Virginio Orsini, Lorenzo de' Medici e Ludovico il Moro.
Lo scrivente ipotizza una conoscenza di Giovanni Albino anche con Francesco Colonna romano signore di Palestrina autore dell'Hypnerotomachia per via della presenza di numerosi riferimenti
alla fortuna presenti nel De Gestis regum Neapolitanorum de Aragonia di Giovanni Albino e, come noto, fondamentali nel Polifilo per via della criptica citazione del tempio prenestino. La via maestra di questi rapporti politico-culturali con Francesco Colonna romano deriverebbe secondo lo scrivente dalla comune amicizia con Gentile Virginio Orsini di cui sono documentate relazioni epistolari sia con Albino sia con Francesco Colonna romano.
La "Polyphilia" intesa come rete di amicizie è un tema caro ad entrambi gli umanisti Giovanni Albino e Francesco Colonna romano tanto che lo scrivente ipotizza, sulla scorta del motto sallustiano presente nelle opere di questi due autori, che la "Polyphilia" fosse non soltanto una citazione umanistica di Plutarco e Sallustio, ma un vero e proprio patto di allenza pacifica tra le corti aragonese di Napoli e quella di Roma, un patto segreto ed alternativo a quello sanguinoso portato avanti negli anni '90 del Quattrocento in poi dai Borgia e universalmente noto grazie al Machiavelli.
[english:]
This contribution examines the highly important yet little studied personality
of Giovanni Albino, secretary and librarian at the Aragon court, second to none
except to the more famous Giovanni Gioviano Pontano.
The analysis focuses on Albino's historiographic production, relying on Sondra
Dall'Oco's studies (2001), and especially on an elegant illumination included
in an Albino's manuscript dating 1494, held at the Bayerische StaatsBibliothek
of Monaco, which includes the Excerpta ex Blondi Decadibus, where one can
read the inscription, executed in Latin capital letters of antiquarian taste,
"CONCORDIA PARVAE RES CRESCUNT", a motto by Sallust which is also included in
the Hypnerotomachia Poliphili of 1499.
The relationship between Albino and the renowned men of his times, such as
Gentile Virginio Orsini, Lorenzo de' Medici and Ludovico il Moro, is well know.
The author suggests that Giovanni Albino knew also the Roman Francesco Colonna
of Palestrina, author of the Hypnerotomachia, on the basis of the numerous
references to the theme of fortune included in
Giovanni Albino's De Gestis regum Neapolitanorum de Aragonia and, as well
known, of capital importance in the Hypnerotomachia for the obscure quote of
the Temple of Fortuna Primigenia.
According to the author, the main stream of these political and cultural
relationship with Francesco Colonna would stem from their mutual friendship
with Gentile Virginio Orsini, who is attested to be in an epistolary contact
with both Albino and the Roman Francesco Colonna.
The "Polyphilia" intended as a network of friendships is a theme cultivated by
both the humanists Giovanni Albino and the Roman Francesco Colonna, so that the
author argues, relying on Sallust's motto included in the works of these two
authors, that the "Polyphilia" was not only a humanistic quote of Plutarch and
Sallust, but also a real agreement of peaceful alliance between the Neapolitan
Aragon court and the Roman court, a secret and alternative agreement to the
violent one carried out in the 1490s and then by the Borgia, universally known
thanks to Machiavelli.
[english translation by Giulia Martina Weston]
COLONNA S. (2015), Enrica Leo: artista e "architetto dei sensi liquidi", in Enrica LEO, Mentis Formam Sensus Formant. Arte e Scienza per una memoria dei sensi, con prefazione di Stefano COLONNA, con contributi di Mariella COMBI, Giancarlo DI BATTISTA e Salvatore GRAMMATICO, Roma, Gangemi, 2015, pp. 9-16. ISBN: 9788849230772
Il contributo di questo volume ed in generale del lavoro, ricco di stimoli, di Enrica Leo, è offrire approfondimento e riflessioni sul tema della comunicazione di massa nell'era della tecnologia e dell'informazione con la formazione di un gruppo di lavoro tematico ed interdisciplinare (Storia dell'Arte, Antropologia, Neurologia, Psicologia) e con differenti prospettive di studio e ricerca dedicati alla comprensione delle nuove dinamiche sensoriali in riferimento alla comunicazione. Ciò consente, tra l'altro, di aggiornare studi ormai lontani nel tempo e non più sufficienti a spiegare la grande novità della "società liquida"; per comprendere come e dove si sta svolgendo ed evolvendo il percorso di sviluppo dell'arte, e non solo dell'arte, facendo doverosamente i conti con la tematica dei sensi che ci "formano la mente". L'idea quindi si è rivelata sorprendentemente utile e innovativa offrendo un originale e produttivo approccio alla riflessione proposta.
[English:]
The contribution of this volume and, more generally, of this stimulating work by Enrica Leo is to offer an insight and considerations on the theme of mass communication in the age of technology and information, with the assembling of a theme-based and interdisciplinary group (History of Art, Anthropology, Neurology, Psychology) and within different study and research perspectives devoted to the new sensorial dynamics referred to communication. This allows, among other things, to update chronologically-far studies which are no longer able to explain the great novelty of "liquid society", in order to understand how and where the development of art (and not of art only) is taking place and having its evolution, taking into special account the topic of the senses which "shape our mind". The idea, therefore, resulted surprisingly useful and innovative, offering an original and fruitful approach towards the proposed matter.
COLONNA S. (a cura di) (2014), Arte e committenza a Roma e nel Lazio tra Umanesimo e Rinascimento maturo. Ricerca universitaria ideata e coordinata da Stefano Colonna Sapienza Università di Roma, Roma, Campisano Editore (Saggi di Storia dell'Arte, 29), 2014. ISBN: 978-88-98229-20-8
NOTA SUI RICONOSCIMENTI OTTENUTI
Il libro è stato presentato il 5 maggio 2014 da Roberto Nicolai, Preside Facoltà di Lettere e Filosofia - Sapienza Università di Roma; Marina Righetti Direttore Dipartimento di Storia dell'Arte e Spettacolo - Sapienza Università di Roma; Alessandro Zuccari, Professore Ordinario di Storia dell'Arte Moderna - Sapienza Università di Roma; Stefano Colonna, Professore Aggregato di Museologia e Critica d'Arte e del Restauro, Sapienza Università di Roma, Città Universitaria, Edificio di Lettere e Filosofia, Aula I del Dipartimento di Storia dell'Arte, Roma
COLONNA S. (2013), Recensione di: A. CARLINO, R.P. CIARDI, A. PETRIOLI TOFANI (a cura di), La bella anatomia. Il disegno del corpo fra arte e scienza nel Rinascimento, Cinisello Balsamo, Milano, Silvana Editoriale, 2009, in "Storia dell'Arte", vol. N.S. 36 (136), 2013, pp. 188-189, ISSN: 0392-4513.
COLONNA S. (2011) (stampa 2013), Francesco Colonna Romano Protonotario Apostolico. Cenni biografici su Filippo Barbarigo di Lorenzo, in "Studi Romani", ISSN: 0039-2995, Anno LIX, NN.1-4, Gennaio-Dicembre 2011 (stampa 2013), pp. 41-63
Viene pubblicato il testo integrale della bolla di nomina di Francesco Colonna come Protonotario Apostolico partecipante datata 15 maggio 1473 corredato da un commento storico-critico. All'epoca di Papa Martino V i protonotari apostolici erano più di quaranta in tutto il mondo: quindi un numero esiguo che dimostra l'importanza della carica nella curia del Quattrocento. Vengono quindi illustrati i compiti, le prerogative e i privilegi del protonotariato apostolico partecipante nella Storia della Chiesa.
Inoltre, dal momento che le notizie su Francesco Colonna romano signore di Palestrina allo stato attuale degli studi sono molto poche, si è proceduto all'analisi dettagliata dei nomi citati nella bolla di nomina tra i quali figura in qualità di patrcinatore Filippo Barbarigo di Lorenzo, amico d'infanzia di papa Paolo II Barbo. Il Barbarigo era un umanista minore e versificatore latino i cui versi sono presenti nel codice Isoldiano insieme ad un Cillenio, altro umanista minore. Dall'analisi comparativa delle biografie è risultata una singolare ricorrenza del nome Barbarigo tra i personaggi vicini ad Aldo Manuzio il Vecchio: infatti Pierfrancesco Barbarigo fu suo socio dal 1495 al 1499, anno di pubblicazione dell'Hypnerotomachia Poliphili. Se risultasse confermata una più che probabile parentela tra Filippo Barbarigo di Lorenzo e questo Pierfrancesco Barbarigo come proposto dall'autore del presente articolo verrebbe alla luce un legame diretto tra la produzione materiale del libro e quello che dovrebbe essere il suo autore secondo l'ipotesi di Maurizio Calvesi.
[English:]
The text of Francesco Colonna's bull of appointment as Protonotario Apostolico partecipante, dated 15 May 1473, is published in full, along with a historical-critical comment. At pope Martin V's times, the protonotari apostolici were more than forty all over the world, that is to say an exiguous number that shows the high relevance of the position in 15th-century curia. The mansions, the prerogatives and the privileges of the protonatariato apostolico partecipante in the history of the Church are then illustrated. Moreover, as at the current state of the studies the data concerning the roman Francesco Colonna signore of Palestrina are very few, a detailed analysis of the names quoted in the bull of appointment has been carried out, among which it emerges, in the role of patrocinatore, the figure of Filippo Barbarigo di Lorenzo, childhood friend of pope Paul II Barbo. Barbarigo was a minor humanist and a versifier in Latin whose verses are to be found in the Isoldiano codex, together with a certain Cillenio, another minor humanist. From the comparative analysis of the biographies, a peculiar recurrence of the name Barbarigo has emerged among the people close to Aldo Manuzio the Elder: as a matter of fact, Pierfrancesco Barbarigo was his partner from 1495 to 1499, year of publication of the Hypnerotomachia Poliphili. If a more than probable parenthood between Filippo Barbarigo di Lorenzo and this Pierfrancesco Barbarigo were confirmed, as suggested by the author of the present article, a brighter light would be cast on the material production of the book and the one who is supposed to be its author in Maurizio Calvesi's hypothesis.
COLONNA S. (2012), Hypnerotomachia Poliphili e Roma. Metodologie euristiche per lo studio del Rinascimento, Roma, Gangemi. F.to 17 x 24 cm; pp. 464; con CDROM allegato contenente le Statistiche delle ricorrenze dell'editio princeps dell'Hypnerotomachia Poliphili in ordine alfabetico e di frequenza create da Stefano Colonna con sistemi informatici sulla base di un testo elettronico appositamente modificato; ISBN: 9788849224719
Fino ad ora sottovalutati perché difficilmente dimostrabili, in realtà gli scambi culturali tra gli artisti e i letterati hanno contribuito a caratterizzare l'originalità del Rinascimento italiano. Pinturicchio lavora al pavimento del Duomo di Siena e nella Libreria Piccolomini appaiono evidenti citazioni del Polifilo. Andrea Mantegna e Pomponio Leto, fondatore dell'Accademia Romana, sono compresenti nell'Accademia dei Vertunni di Brescia mentre Giovanni Bellini, che aveva una vigna a Roma dove venne ritrovato uno specchio antico, dipingeva il ritratto di Raffaele Zovenzoni autore dei celebri versi in onore di Francesco Colonna antiquario. Tra gli estimatori del Polifilo anche Jacopo Galli, il banchiere che comprò il Bacco, prima opera romana del giovane Michelangelo Buonarroti. Baldassarre Peruzzi riuscì a rifondare Carpi secondo l'immagine di una novella Roma usando i consigli e le direttive del colto Alberto III Pio allievo di Aldo Manuzio il vecchio, editore dell'Hypnerotomachia. Il pittore Amico Aspertini, come anche l'antiquario carmelitano Fabrizio Ferrarini, si ispirarono ai fregi antichi della città di Roma che furono valorizzati in modo esemplare dalle xilografie in stile egizio del Polifilo di Francesco Colonna romano signore di Palestrina.
[English:]
Neglected as difficult to prove until now, the cultural exchanges among artists and
men of letters chiefly contributed to shape the originality of the
Italian Renaissance. Pinturicchio worked for the pavement decoration of
the Sienese Duomo and the Libreria Piccolomini hosts overt references to
the Hypnerotomachia. Andrea Mantegna and Pomponio Leto, who was
the founder of the Accademia Romana, are both attested in the Accademia
dei Vertunni in Brescia, while Giovanni Bellini, who owned a land in
Rome in which an ancient mirror was found, painted the portrait of
Raffaele Zovenzoni, the author of renowned versed dedicated to the
antiquarian Francesco Colonna. Among the appraisers of the Hypnerotomachia, Jacopo Galli was the banker who purchased the Bacchus, the first Roman work of the young Michelangelo Buonarroti. Baldassarre Peruzzi succeeded in reshaping Carpi according to the model of a novel
Rome, profiting from the suggestions and guidelines of the erudite
Alberto III Pio, a pupil of Aldo Manuzio the Elder, who published the Hypnerotomachia.
The painter Amico Aspertini, as well as the Carmelite antiquarian
Fabrizio Ferrarini, took inspiration from the antique friezes of Rome,
which were remarkably enhanced by the Egyptian-like woodcuts in the Hypnerotomachia, written by the Roman Francesco Colonna nobleman of Palestrina.
NOTA SUI RICONOSCIMENTI OTTENUTI
Il libro ha ottenuto le seguenti recensioni:
MARCO BUSSAGLI (2013), Un fregio eloquente, in: “Art Dossier”, a. XXVIII, n. 303, ottobre 2013, pp. 70-71. ISSN 0394-0179.
CLAUDIA FARINI (2013), Recensione di Stefano Colonna, Hypnerotomachia Poliphili e Roma. Metodologie euristiche per lo studio del Rinascimento, Gangemi Editore, Roma, 2012, in "Eurostudium 3w", ottobre - dicembre 2013, n. 29, pp. 78-84. ISSN 1973-9443
MAURIZIO CALVESI, "Studi Romani", LXII, 2014, pp. 494-499.
Emy DELL'ORO, Recensione del libro di Stefano COLONNA, Hypnerotomachia Poliphili e Roma (2012), in "Res Publica Litterarum", a. XXXVII (XVII della Nuova Serie), (2014), pp. 237-238.
"RR Roma nel Rinascimento", 2015, Scheda di FLAVIA DE NICOLA, pp. 229-232. ISSN 2036-2463.
Alessandra BERTUZZI, Recensione del libro di Stefano COLONNA, Hypnerotomachia Poliphili e Roma (2012), in "Abitare la Terra", a. XV, n. 39 (2016), p. 62, ISBN13: 9788849231861; ISBN10: 9788849231861
Il libro è stato presentato il 5 novembre 2014 presso l'Istituto Nazionale di Studi Romani da:
Maurizio Calvesi, Professore Emerito di Storia dell'Arte Moderna - Sapienza Università di Roma, Accademico dei Lincei (vedi il video su YouTube)
Ingrid Rowland, Professor at the University of Notre Dame
Alessandro Zuccari, Professore Ordinario di Storia dell'Arte Moderna - Sapienza Università di Roma, Accademico dei Lincei (vedi il video su Youtube)
con la moderazione di Emy dell'Oro, Professore Aggregato di Letteratura Latina Medievale e Umanistica - Sapienza Università di Roma
ringraziamenti dell'autore ( vedi il video su YouTube)
COLONNA S. (2012), Annibale e Agostino Carracci e la teoria degli affetti nella Galleria Farnese. Il rapporto tra le corti farnesiane di Parma e Roma, in Il debito delle lettere: Pomponio Torelli e la cultura farnesiana di fine Cinquecento, a cura di Alessandro Bianchi, Nicola Catelli, Andrea Torre, Parma, Unicopli (Parole allo Specchio / Studi e Testi, 26), 2012, pp. 131-152. ISBN: 978-88-400-1555-2
La Teoria degli affetti non è un'"invenzione" di Torquato Tasso, quanto piuttosto di Pomponio Torelli che ne fa il centro di una serie di studî specifici. Lo scrivente mette in luce in quali luoghi della produzione filosofica e letteraria di Pomponio Torelli viene illustrata la cosiddetta Teoria degli affetti e inoltre riprende in esteso la proposta di considerare la Galleria Farnese di Annibale e Agostino Carracci come il primo esempio di applicazione pratica in campo estetico della teoria stessa, proposta già pubblicata nelle proprie monografie del 2004 (BTA - Bollettino Telematico dell'Arte) e 2007 (Gangemi Editore). Vengono quindi discussi i cosiddetti Amori de' Carracci, una serie di quattro dipinti e relative incisioni di traduzione in cui è trattato il tema delle "Quattro età del mondo" in relazione all'iconografia di Eros e Anteros. Sulla scorta degli studî di Puttfarken lo scrivente dimostra che Eros ed Anteros sono presenti nella scena dell'Età dell'Oro, vale a dire nel paradiso perfetto e privo di appetiti carnali mentre, diversamente da quanto generalmente creduto dagli studiosi, la scena con gli accoppiamenti non va considerata come pertinente all'Età dell'Oro, quanto piuttosto all'Età dell'Argento, in quanto meno pura della precedente per via della presenza degli accoppiamenti con scene di sesso esplicito. Ciò rivela il carattere moralistico delle scenette che si chiudono con il castigo d'Amore e il suicidio degli amanti. Il collegamento con la Teoria degli affetti di Pomponio Torelli consiste appunto nel tema della moderazione degli affetti e delle passioni dell'animo in relazione alle severe regole del comportamento del cavaliere e ben si adatta al clima educativo delle discussioni filosofiche delle corti farnesiane di Parma e di Roma. Questa complessa iconografia dovette essere discussa nell'Accademia degli Innominati di Parma anche se una copia del manoscritto della Parafrasi dell'Etica di Aristotele di Pomponio Torelli dove appare la discussione di tali argomenti è attualmente conservato nella Biblioteca Apostolica Vaticana.
[English:]
The Teoria degli affetti is not an "invention" made by Torquato Tasso, but is to be attributed to
Pomponio Torelli, who places it at the centre of a series of dedicated studies.
The author casts a new light on the passages from Pomponio Torelli's philosophic and literary production in which the Teoria degli affetti is illustrated and, furthermore, he extensively takes up the proposal to consider the Farnese Gallery of Annibale and Agostino Carracci the first example of application in practice, in the esthetic field, of the theory itself. This proposal has already been published in the author's monographic studies of 2004 (BTA - Bollettino Telematico dell'Arte) and 2007 (Gangemi Editore). Moreover, the so called Amori de' Carracci are discussed: the
series of four paintings and the correspondent engravings which deals with the theme of "The four ages of the world" with reference to the iconography of Eros and Anteros. On the basis of Puttfarken's studies, the author
demonstrates that Eros and Anteros appear in the scene of the Golden Age, that is to say in a perfect paradise that lacks of carnal pleasures, while the scene with the couplings, in contrast with what was widely believed, should not be considered pertinent to the Golden Age, but, rather, to the Silver Age, as less pure than the previous one because of the
couplings with explicit sexual scenes. This reveals the moralistic character of the small scenes, ending with the punishment of Eros and the suicide of the lovers.
The bond with Pomponio Torelli's Teoria degli affetti lies in the theme of the moderation of the affetti and of the passions of the souls in accordance with the rigorous rules of the behaviour of the knight
and well suits the educational environment of the philosophical discussions in
the Farnese courts of Parma and Rome.
This complex iconography must have been discussed within the Accademia degli Innominati in Parma, although a copy of Pomponio Torelli's manuscript Parafrasi dell'Etica di Aristotele, which includes a discussion on these issues, is currently held in the Vatican Library.
«Ne quid nimis»: un emblema umanistico da Achille Bocchi ad Alberto III Pio da Carpi, "teCLa - Rivista di temi di Critica e Letteratura artistica", n. 4, 22 dicembre 2011, pp. 14-26. ISSN 2038-6133 DOI:10.4413/RIVISTA
Viene illustrata la probabile genesi di un emblema umanistico nelle sue due versioni latina e greca: «Ne quid nimis» e «μηδὲν ἄγαν», "nessun eccesso", mettendo in successione cronologica una miniatura presente nella cinquecentina dell'Apologia in Plautum di Achille Bocchi, stampata a Bologna nel 1508 ed oggi conservata nella Biblioteca Casanatense di Roma con uno dei peducci del cortile del castello di Carpi e gli Adagia di Erasmo da Rotterdam. Viene quindi suggerita l'ipotesi che molto probabilmente il primo ideatore dell'emblema fu il letterato bolognese Achille Bocchi segretario del principe Alberto III Pio da Carpi. Sullo sfondo di questa migrazione di immagini simboliche la complessa questione della presenza del motto similare «Semper festina tarde» nell'Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna romano signore di Palestrina, stampata nel 1499, opera di cui si evidenziano i legami con l'Accademia Romana di Pomponio Leto ed Angelo Colocci molto probabilmente frequentata da Achille Bocchi durante il suo soggiorno romano del 1513.
The probable genesis of a Humanistic emblem is illustrated, in its Latin and Greek versions: «Ne quid nimis» e «μηδὲν ἄγαν», "no excess", putting in a chronological order a miniature included in the Cinquecentina of Achille Bocchi's Apologia in Plautum, printed in Bologna in 1508 and now preserved in the Casanatense Library in Rome with one of the corbels in the courtyard of the Castle of Carpi and Erasmus of Rotterdam's Adagia.
It is therefore suggested the hypothesis that the first conceiver of the emblem is very likely to be found in the Bolognese man of letter Achille Bocchi, Secretary of the Prince Alberto III Pio da Carpi. On the background of this migration of symbolic images, it emerges the complex issue of the presence of the similar motto «Semper festina tarde» in the Hypnerotomachia Poliphili written by Francesco Colonna Roman "signore" of Palestrina, printed in 1499. The links between this work and the Roman Academy of Pomponio Leto and Angelo Colocci, very likely frequented by Achille Bocchi during his 1513 Roman stay, are underlined.
Phileros: il soprannome accademico e umanistico di Achille Bocchi, in Dal Razionalismo al Rinascimento. Per i quaranta anni di studi di Silvia Danesi Squarzina, a cura di M. Giulia Aurigemma, Roma, Campisano Editore, 2011, pp. 47-52.
Si individua la probabile fonte del soprannome accademico ed umanistico di Achille Bocchi: "Phileros" in un'epigrafe della collezione Pio da Carpi in Roma copiata da Pirro Ligorio e si discute del viaggio a Roma di Achille Bocchi e Alberto III Pio da Carpi nell'anno 1513 e dei rapporti di questi due umanisti emiliani con la cerchia umanistica romana facente capo all' Hypnerotomachia Poliphili, opera successivamente citata da Achille Bocchi nelle sue Symbolicae Quaestiones del 1555.
Il contributo può fornire indicazioni utili all'attribuzione dell'Hypnerotomachia Poliphili del 1499, il più importante incunabolo illustrato del mondo.
The probable source of Achille Bocchi's academic and humanistic nickname, "Phileros", is traced in an epigraph from the Pio da Carpi collection in Rome copied by Pirro Ligorio and Achille Bocchi's and Alberto III Pio da Carpi's 1513 trip to Rome is discussed, along with the relationships between these two Emilian humanists and the humanistic Roman circle headed by the Hypnerotomachia Poliphili, a work subsequently quoted by Achille Bocchi in his 1555 Symbolicae Quaestiones. The contribution might offer useful information on the attribution of the 1499 Hypnerotomachia Poliphili, the most renowned illustrated incunabulum in the world.
La fortuna critica dell'Hypnerotomachia Poliphili, Roma, CAM Editrice, 2009 (esaurito).
Recensione di Robert G. La France, Bachiacca: artist of the Medici court, Firenze, Olschki, 2008, in "Storia dell'Arte", vol. N.S. 21 (121), 2008, pagg. 177-178, ISSN: 0392-4513.
Due incisioni inedite di Agostino Carracci per gli epitalami di Ranuccio Farnese e Margherita Aldobrandini e il programma della Galleria Farnese, in En blanc et noir. Studi in onore di Silvana Macchioni, a cura di FRANCESCO SORCE, Roma, Campisano, 2007, pagg. 83-90.
La Galleria dei Carracci in Palazzo Farnese a Roma. Eros, Anteros, Età dell'Oro, Roma, Gangemi, 2007. Si veda la scheda bibliografica del libro nel sito web dell'Editore Gangemi
Vengono forniti nuovi elementi utili per dirimere la vexata quaestio del programma iconografico della Galleria Farnese tramite l'esame delle opere di letterati della corte farnesiana trascurati dalla critica precedente come Achille Bocchi, Janos Zsamboky, Stephen Winkens Pigge e Pomponio Torelli. La figura ben nota di Fulvio Orsini viene riletta tramite nuovi documenti d'archivio pubblicati in appendice. Importante la scoperta fatta dall'autore di alcuni rarissimi epitalami per le nozze di Ranuccio Farnese e Margherita Aldobrandini celebrate a Roma nell'anno 1600 che confermano l'interpretazione in chiave di amore sacro nell'Età dell'Oro dell'affresco centrale della volta con Bacco ed Arianna.
[English:]
New elements are provided to settle the vexata quaestio of the iconographic programme of the Farnese Gallery by examining the works of several writers of the Farnese court neglected by previous critics, such as Achille Bocchi, Janos Zsamboky, Stephen Winkens Pigge and Pomponio Torelli. The well-known figure of Fulvio Orsini is reinterpreted through new archival documents published in the appendix. Among the fundamental discoveries made by the author, there are some extremely rare epithalamia for the wedding of Ranuccio Farnese and Margherita Aldobrandini, celebrated in Rome in 1600, which show a parallel with the central fresco of Bacchus and Ariadne, interpreted as a sacred love in the Golden Age.
NOTA SUI RICONOSCIMENTI OTTENUTI
Il libro ha ottenuto le seguenti recensioni:
STEFANO VALERI (2007), in: “Storia
dell'Arte”, N.S. 18, n. 118 (2007), pp. 144-147. ISSN 0392-4513.
LUISELLA GIACHINO (2009), in “Giornale
Storico della Letteratura Italiana”, Anno 2009, N. 616, pp. 621-623.
SALVATORE ENRICO ANSELMI (2010), in:
"Studi Romani", 56.2008 (2010), 1/4, pp. 297-298. ISSN 0039-2995.
Presentazione del libro di Stefano Colonna
AUDIO
registrazione cortesia di Giuseppe Carrubba
La Galleria dei Carracci in Palazzo Farnese a Roma. Eros, Anteros, Età dell'Oro
Roma, Gangemi Editore, 2007.
L'autore a colloquio con Maurizio Calvesi nel ciclo di presentazioni “La Biblioteca e il suo
studioso” coordinato dalla Prof.ssa Vera Fortunati ed organizzato dal Dipartimento di Arti Visive dell'Università degli Studi di Bologna
Aula Magna dell'ex Convento di Santa Cristina
Piazzetta Giorgio Morandi, 2 - Bologna
Venerdì 7 marzo 2008, ore 17,30 precise
Una molto dibattuta questione della Storia dell'Arte come il vero significato della Galleria dei
Carracci in Palazzo Farnese a Roma viene ridiscussa con l'ausilio di una sistematica ricerca
negli archivi di Roma e Parma. La scoperta di rarissimi epitalami getta luce sull'intera
vicenda. Vecchi e nuovi protagonisti vengono chiamati in causa: Janos Zsamboky, Stephen
Wynkens Pigge, Fulvio Orsini e Pomponio Torelli.
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NOTE ON AWARDS OBTAINED
STEFANO VALERI (2007), in: “Storia
dell'Arte”, N.S. 18, n. 118 (2007), pp. 144-147. ISSN 0392-4513.
LUISELLA GIACHINO (2009), in “Giornale Storico della Letteratura Italiana”, Anno 2009, N. 616, pp. 621-623.
SALVATORE ENRICO ANSELMI (2010), in: "Studi Romani", 56.2008 (2010), 1/4, pp. 297-298. ISSN 0039-2995.
The book was also presented by Maurizio Calvesi within the cycle of presentations "The Library and its scholar"
coordinated by Prof. Vera Fortunati, Department of Visual Arts, University of Bologna, Hall of the former convent Santa Cristina, March 7, 2008.
NOTA SUGLI APPREZZAMENTI OTTENUTI
Il libro ha ottenuto i seguenti apprezzamenti:
FEDERICA MISSERE FONTANA, Testimoni parlanti. Le monete antiche a Roma fra Cinquecento e Seicento, Roma, Edizioni Quasar, 2009, pp. 217-219.
ALBERTO CADOPPI, Gabriele Bombasi letterato reggiano (1531-1602). Una vita fra l'Ariosto, il Correggio, i Farnese e i Carracci, Reggio Emilia, Deputazione di Storia Patria per le Antiche Province Modenesi. Sezione di Reggio Emilia, Fonti e Studi, 1, 2010, pp. 65, 81, 158 e 166.
PIETRO MONTORFANI (2010), Uno specchio per i principi. Le tragedie di Pomponio Torelli (1539-1608), Pisa, ETS, 2010, pp. 134, 183, 323.
Hypnerotomachia Poliphili. La complessa vicenda di un'attribuzione, in "Arte Incontro in libreria", Anno XVIII, n. 58, lug. - set. 2007, pag. 41.
Un piccolo rame inedito di Guido Reni raffigurante la Deposizione di Cristo, in "Storia dell'Arte", 2006, n. 113/114 (N.S. 13/14), pagg. 187-190.
Viene proposta l'attribuzione a Guido Reni di una piccola Deposizione di Cristo dipinta su rame, conservata in collezione privata e già proveniente dalla collezione di Luigi Grassi per donazione. Questa Deposizione appartiene a quella rara e preziosa tipologia di dipinti che non sono solo bozzetti preparatori, ma anche invenzioni tracciate dall'autore a ricordo dell'opera realizzata per il proprio uso personale. Questa Deposizione potrebbe essere uno studio per la Pietà dei Mendicanti di Bologna del 1613-1616.
[English:]
The contribution proposes an attribution to Guido Reni for a small Deposition of Christ painted on copper and stored in a private collection, formerly in the collection of Luigi Grassi as a donation. This Deposition belongs to that rare and precious kind of paintings that are not only preparatory sketches, but can be regarded as inventions of the author, meant to remind him the painted work through a private fruition. This Deposition could be a study for the Mercy of the beggars in Bologna, dated 1613-1616.
Il Ritratto di Andrea Doria di Sebastiano del Piombo e l'Hypnerotomachia: precisazioni storico-biografiche , in "Rolsa - Rivista online di Storia dell'Arte", Dipartimento di Storia dell'Arte dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza", 2006, n. 5, 17-10-2006. ISSN: 1724-7152
Viene spiegata la presenza del cosiddetto "geroglifico romano" dell'Hypnerotomachia (1499) nel Ritratto di Andrea Doria di Sebastiano del Piombo (1526) confrontando la biografia dell'uomo d'armi con personaggi legati al libro. Andrea Doria, che riuscì ad evitare la cattura di Giovanna da Montefeltro figlia di Federico da parte del Duca Valentino, militava sotto Giovanni Della Rovere marito di Giovanna da Montefeltro e ciò spiega il legame col Polifilo dal momento che la madre di quest'ultima, Battista Sforza, usa il termine greco πολυφιλία nel 1462-63 nell'opera dell'umanista Martino Filetico che, molto probabilmente, fu maestro di Francesco Colonna autore dell'Hypnerotomachia.
[English:]
The contribution explaines the presence of the so-called "Roman hieroglyphic" of Hypnerotomachia (1499) in the Portrait of Andrea Doria by Sebastiano del Piombo (1526) comparing the biography of the man-in-arms with some characters related to the book. Andrea Doria managed to avoid the capture of Giovanna, daughter of Federico da Montefeltro, by the Duke Valentino. Andrea Doria fought under Giovanna da Montefeltro's husband, Giovanni Della Rovere. This explains the link with Polyphilus since her mother Battista Sforza uses the Greek term πολυφιλία in 1462-63 in the book of the humanist Martin Filetico, who was very likely the teacher of the author of the Hypnerotomachia, Francesco Colonna.
Schede nel catalogo della Mostra Una donna vestita di Sole. L'Immacolata Concezione nelle opere dei grandi maestri, a cura di GIOVANNI MORELLO, VINCENZO FRANCIA e ROBERTO FUSCO (Città del Vaticano, Braccio di Carlo Magno, 11 febbraio - 13 maggio 2005), Milano, Motta Editore, 2005; cat. 65, Bernardo Cavallino, pagg. 230-231; cat. 71, Bartolomé Esteban Murillo, pagg. 242-243; cat. 73, Bartolomé Esteban Murillo, pagg. 246-247; cat. 88, Corrado Giaquinto, pag. 266.
L'Hypnerotomachia e Francesco Colonna romano: l'appellativo di frater in un documento inedito , in: "Storia dell'Arte", set. - dic. 2004, n. 109 (n. s. 9), pagg. 93-98.
Francesco Colonna e Giovanni Gioviano Pontano, ibidem, pagg. 577-600.
Viene proposto un confronto tra Francesco Colonna romano ritenuto da Calvesi e molti altri studiosi autore dell'Hypnerotomachia Poliphili (1499) e Giovanni Gioviano Pontano committente di una Cappella a Napoli edificata nel 1493 con lo stesso gusto antiquariale ispiratore del restauro conservativo del palazzo baronale di Palestrina effettuato da Francesco Colonna nel 1492. L'autore commenta tre documenti inediti da lui rinvenuti in archivio: l'unica lettera autografa nota di Francesco Colonna utile per attribuire eventuali opere manoscritte dello stesso, tramite confronto calligrafico e le bolle di nomina di Francesco Colonna quale canonico di San Pietro e protonotario apostolico partecipante.
[English:]
The contribution offers a comparison between the roman Francesco Colonna, believed by Calvesi and many scholars to be the author of Hypnerotomachia Poliphili (1499) and Giovanni Gioviano Pontano, patron of a chapel built in Naples in 1493 in the same style of antiquarian restoration of the baronial palace of Palestrina built in 1492 by Francesco Colonna. The author comments on three unpublished documents he found in the archives: the only known autograph letter of Francesco Colonna, useful to attribute to him other manuscript works by means of handwriting comparison, and the documents through which Francesco Colonna was appointed Canon of St. Peter and participant Apostolic Prothonotary.
Roma nella svolta tra Quattro e Cinquecento. La rivisitazione pagana di artisti e umanisti. Cultura antiquaria tra filologia e simbolo. Il problema del Polifilo, Atti del Convegno Internazionale di Studi (Roma 28 - 31 ottobre 1996), a cura di Stefano Colonna, Roma, De Luca Editori d'Arte, 2004.
La Galleria dei Carracci in Palazzo Farnese a Roma. Eros, Anteros, Età dell'Oro,
in "BTA - Bollettino Telematico dell'Arte", 22 Gennaio 2004, n. 353
http://www.bta.it/txt/a0/03/bta00353.html. Edizione elettronica che nel 2007 è stata riveduta, corretta, leggermente ampliata, corredata da immagini e stampata dall'editore Gangemi di Roma.
Per Martino Filetico maestro di Francesco Colonna di Palestrina.
La πολυφιλία e il gruppo marmoreo delle Tre Grazie, in: "Storia dell'Arte", n. 102, mag. - ago. 2002 (nuova serie n. 2), pp. 23 - 29.
Per Martino Filetico maestro di Francesco Colonna di Palestrina.
La πολυφιλία e il gruppo marmoreo delle Tre Grazie, in: "BTA - Bollettino Telematico dell'Arte", 25 marzo 2002, n. 294,
http://www.bta.it/txt/a0/02/bta00294.html. Versione elettronica dell'articolo poi stampato nel n. 102 di "Storia dell'Arte"
Strumenti della ricerca storico-artistica dalla tradizione all'innovazione, in L'occhio, la mano e la macchina. Pratiche artistiche dell'Ottocento, a cura di Silvia Bordini, Roma, Lithos, 1999, pp. 153-169.
Per la versione elettronica si veda http://www.bta.it/txt/a0/02/bta00249.html.
Adriano Nardi. L'AntiPop. Comunicazione individuale nella società di massa (cat. Mostra, Roma, Museo Laboratorio di Arte Contemporanea, Università degli Studi di Roma "La Sapienza", 12 novembre - 3 dicembre 1998).
Il mondo virtuale di Giulio Camillo: storia e progetto, in
Il mondo virtuale di Giulio Camillo, a cura di Viviana Normando e Natascia
Moroni, Roma, 1997, pp. 11-12.
Anteprime documentarie polifilesche, in Maurizio Calvesi,
La pugna d'amore in sogno di Francesco Colonna Romano, Roma, Lithos, 1996, pagg. 313-317.
Progetto Mostra Virtuale Interattiva di Luca Patella (10 novembre
1994), in Luca Patella , a cura di Gabriele Peretta, catalogo della
monografica del Museo Laboratorio di Arte Contemporanea dell'Università di Roma"
La Sapienza ", Roma, 1994.
COLONNA S. (1994), Arte e Letteratura. La civiltà dell'emblema in Emilia nel Cinquecento, in La pittura in Emilia e in Romagna. Il Cinquecento. Un'avventura artistica tra natura e idea, vol. 1, a cura di Vera FORTUNATI, Milano, Nuova Alfa Editoriale - Elemond Editori Associati, 1994, pp. 102-128. ISBN: 978 88 435 5144-6
Viene discusso e approfondito il legame tra alcuni artisti e letterati dell'Emilia del Cinquecento prendendo in esame le Symbolicae Quaestiones (1555) di Achille Bocchi, le cui immagini simboliche vengono
messe a confronto con l'Hyperotomachia Poliphili di Francesco Colonna romano, stampata a Venezia nel 1499 ed il Liber de nichilo del neoplatonista parigino Charles de Bovelles.
È trattata e messa in dubbio la reale appartenenza di Achille Bocchi al movimento nicodemita affermata da parte della critica: si riconduce invece la sostanza della sua matrice religioso-filosofica all'esoterismo rinascimentale.
Sono poi discusse le iconografie degli affreschi della Biblioteca di San Giovanni Evangelista di Parma ideate dall'abate del Monastero stesso Stefano Cattaneo da Novara. Partendo dalla ricostruzione proposta di Maria Luisa Madonna viene illustrato il ciclo pittorico anche in relazione alle incisioni della
Bibbia poliglotta di Anversa (1568-1573) in una lettura in chiave filofarnesiana.
Le fonti degli emblemi del ciclo di San Giovanni Evangelista sono individuate principalmente nei testi
dell'Alciato, del Bocchi e del Valeriano tramite opportuna messa a confronto delle rispettive immagini.
Viene illustrata la palazzina di Marfisa d'Este di Ferrara la cui ricca decorazione a fresco esprime uno
dei più interessanti esempi di "emblematica araldica".
Infine è analizzata la diffusione dell'emblema di Eros ed Anteros dal testo di Cartari fino all'Accademia dei Gelati di Bologna, all'affresco di Bartolomeo Cesi in Palazzo Magnani e agli affreschi di
Annibale ed Agostino Carracci della Galleria Farnese di Roma con una ricca serie di riferimenti a testi e manoscritti editi ed inediti coevi.
[English:]
The relationships among artists and men of letters in 16th-century Emilia is discussed and investigated
throughout the analysis of Achille Bocchi's Symbolicae Quaestiones (1555), the symbolic images of which are compared to the those in the Hyperotomachia Poliphili by the Roman Francesco Colonna, printed in Venice in 1499,and in the Liber de nichilo by the Parisian neoplatonist Charles de Bovelles.
Achille Bocchi's effective affiliation to the Nicodemite movement, assumed by part of the scholarship, is questioned and doubted, while the essence of Bocchi's religious and philosophic matrix is traced back to Renaissance esotericism.
Furthermore, the discussion concerns the iconographies of the frescoes in the Library of St. John the Evangelist in Parma, conceived by the abbot of the monastery himself, Stefano Cattaneo from Novara. Starting from the reconstruction proposed by Maria Luisa Madonna, the pictorial cycle is also related to the engravings included in the Biblia poliglotta of Antwerp (1568-1573), in a philo-Farnese reading key.
The sources for the emblems in the cycle of St. John the Evangelist are mainly identified with those included in the volumes by Alciato, Bocchi and Valeriano throughout a comparison of the respective images.
The palace of Marfisa d'Este in Ferrara is then illustrated since its fresco decoration stands out as a chief example of "emblematic heraldry".
Eventually, the diffusion of the emblem of Eros and Anteros is investigated, from Cartari's text to the Accademia dei Gelati in Bologna, to Bartolomeo Cesi's frescoes in Palazzo Magnani and to Annibale and Agostino
Carracci's frescoes in the Farnese Gallery in Rome, with a rich set of references to both published and unpublished
contemporary print sources and manuscripts.
Variazioni sul tema della fortuna da Enea Silvio Piccolomini a Francesco
Colonna, in "Storia dell'Arte", n. 66, 1989, pagg. 127-142.
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