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Roma. Memorie di una città industriale: una recensione  
Stefano Colonna
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 25 Marzo 2009, n. 520
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Area Libri

Enrica Torelli Landini, brillante studiosa di arte ed architettura contemporanea nonchè docente di Archeologia industriale presso la Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell'Università degli Studi della Tuscia a Viterbo, ha promosso e curato la realizzazione di un importante libro sull'ancora troppo poco studiato argomento dell'archeologia industriale nella città di Roma.

Un efficiente gruppo di esperti ha trattato a fondo l'argomento su materiali quasi sempre inediti desunti dalla lettura diretta di fonti d'archivio per cui sono state pubblicate centinaia di fotografie riproducenti schizzi, disegni e progetti delle più importanti architetture industriali dell'Ottocento e Novecento romano.

Ma veniamo ai temi trattati: il volume si apre con un acuto saggio introduttivo di Enrica Torelli Landini che analizza La trasformazione del territorio. La progressiva perdita del rapporto col sacro della via Ostiense. In pratica vengono rievocate le tante fabbriche sacre che furono demolite nel corso dell'industrializzazione del territorio, come la Ecclesia S. Salvatoris de Porta indicata dal Nolli sulla destra di Via Ostiense subito dopo la porta e la piramide ed oggi non più esistente; l'oratorio di Sant'Euplo e l'abitazione attigua di un eremita; la chiesetta della Separazione e altri ancora. La Torelli mette bene in rilievo il fatto che nemmeno le testimonianze sacre antiche di carattere archeologico furono risparmiate dal momento che nel corso del tempo le tenute agricole ed i casali avevano sostituito i monumenti sepolcrali romani che costeggiavano la Via Ostiense fino a concludere che «l'ampliamento di Via Ostiense comporta un episodio di annullamento del sacro che può esser preso a modello per l'ormai irreversibile urbanizzazione indifferenziata della zona».

L'Arsenale pontificio a Via Ostiense di Palmina Trabocchi fa luce sulle trasformazioni di una struttura che risale al XVIII secolo e che vede momenti cruciali di evoluzione con l'avvento della barca a vapore nel 1823, fino alla sostituzione ufficiale del traino delle imbarcazioni da parte di bufali, cavalli e buoi su iniziativa di papa Gregorio XVI nel 1842, con relativa delusione del Belli che nel sonetto Er monno sottosopra scriveva: «Dunque quer che facevano una vorta / pe' fiume un venti e più bufole in fila / adesso la fa er fume d'una pila / e l'arte mo der bufolaro è morta». Dopo aver ripercorso per grandi linee la storia del complesso architettonico la Trabocchi ne racconta le ultime vicende fino all'anno 2006 con l'auspicio della Soprintendenza di realizzare nella struttura antica un moderno spazio espositivo, come le Corderie di Venezia.

Il saggio su Il ponte dell'Industria o "ponte di ferro" di Loredana Testa tratta il tema delle ferrovie ottocentesche laziali e delle relative infrastrutture, mettendo in luce come la scelta cruciale sulla stazione centrale di Roma diviene definitiva con il rescritto pontificio del 3 ottobre 1860, che sceglie la stazione Termini, ad est della sponda sinistra del fiume Tevere. Per mantenere la navigazione sul Tevere Papa Pio IX nel 1861 decide la «realizzazione di un ponte "levatoio" poco più a valle del porto di Ripa Grande, tra la riva Ostiense e il lungotevere dei Papareschi, collegando via del Porto fluviale e via Pacinotti». La struttura in ferro viene realizzata in Inghilterra e rimontata in situ. Il saggio è corredato dalle riproduzioni fotografiche dei disegni esecutivi del ponte e dalle sue suggestive foto d'epoca.

Mariavittoria Fontecchia tratta il tema de La Manifattura Tabacchi a piazza Mastai. La costruzione di questo importante edificio comincia nel 1860 e si protrae fino al 1867 per una superficie totale di 8.315 mq. in seguito ampliati a 13.000. La Fontecchia analizza anche l'innovativo intervento urbanistico voluto da papa Pio IX e realizzato dall'architetto romano Andrea Busiri Vici. Sono pubblicati i disegni acquarellati dell'architetto eseguiti nel 1864. L'analisi prosegue prendendo in esame le ristrutturazioni moderne, comprese quelle degli anni Trenta del Novecento, in modo da offrire una vera e propria storia dell'edificio, concisa ma completa.

Daniela La Lamia pubblica un saggio su La Società Anglo Romana per l'illuminazione a gas della città di Roma ricordando in primo luogo che l'illuminazione a gas viene introdotta nella città di Roma da Pio IX (1846-1878) durante la fase iniziale del suo pontificato. Viene pubblicata un'interessante Pianta dell'illuminazione a gas della città di Roma di L. Poletti del 1857. Viene altresì ricordata l'Officina dei Cerchi al Circo Massimo che conteneva il più antico gasometro di Roma, che oggi non esiste più e di cui si ha notizia grazie ad un manoscritto datato 13 luglio 1854 parzialmente pubblicato nel saggio.

Enrica Torelli Landini tratta il tema di Roma capitale mettendo in luce il suo sistema igienico-annonario, il sistema difensivo e il sistema produttivo-industriale, attraverso il minimo comun denominatore dei piani regolatori. La Torelli ricorda come «la questione economico-industriale assume aspetti prettamente politici se si considera il moderatismo dell'allora ministro delle Finanze Quintino Sella, il quale considera che "una soverchia agglomerazione di operai" possa essere "pericolosa" in una città come Roma a cui spetterebbe (secondo il suo parere di conservatore illuminato) "un ambiente di alta scienza"». Da tale linea politica deriveranno conseguenze architettoniche ed urbanistiche molto peculiari per la capitale d'Italia.

Stefania Rossi pubblica un saggio su Il Mattatoio comunale a Testaccio, completato nel novembre del 1890 su progetto di Gioacchino Ersoch, allora dirigente della Divisione Architettonica del Comune di Roma. La Rossi mette in luce come Ersoch avesse studiato per vent'anni gli impianti dei grandi mattatoi italiani ed europei, realizzando una struttura veramente moderna che prediligeva il ferro al legno come materiale da costruzione. L'autrice ricorda che una delle prime modifiche riguarda la costruzione del frigorifero nel 1911. Interessanti le fotografie delle caldaie del 1927.

Stefania Pistone studia il Campo Boario come parte integrante del vicino Mattatoio ricordando come «i manufatti che compongono lo stabilimento sono costruiti mediante elementi modulari identici che vengono ripetuti in una costruzione di stampo neoclassico. Anche questo saggio analizza la storia recente del complesso industriale ricordando la fondazione del centro socio-culturale curdo Ararat del 21 maggio 1999 e le vicende ad esso collegate.

Luciano Cupelloni ha proposto un contributo su "Mattatoio città delle Arti": conoscenza, interpretazione, innovazione illustrando come i moderni spazi espositivi del MACRO al Mattatoio recuperino due dei quattro Macelli monumentali del 1891. La realizzazione della cosiddetta Città dell'Altra Economia recupera le belle e tipiche colonnine in ghisa di Ersoch e le pensiline degli Anni Venti del Novecento.

Stefania Rossi tocca il modernissimo tema di Roma Tre al Mattatoio. Il riuso del Padiglione ex laboratori sanitari per la Facoltà di Architettura a partire dal piano del 2003.

Francesca Ritucci scrive intorno ai Forti Portuense e Ostiense ricordando come tra il 1877 e il 1891 Roma venga dotata di quindici moderne fortificazioni a difesa della città. Viene ripercorsa la storia della realizzazione dei forti e la loro struttura architettonica con la pubblicazione dei disegni preparatori e di foto aeree, fino al progetto di recupero funzionale.

Gabriella Ciampi entra nel merito de I servizi pubblici e la municipalizzazione della città di Roma a partire dalla giunta Nathan mettendo in luce i risvolti politici delle grandi scelte industriali relative alla capitale fino a tracciare un quadro di riferimento di grandi linee.

Antonio David Fiore pubblica un saggio su La Centrale termoelettrica municipale Giovanni Montemartini che entrò in funzione nella primavera del 1912 spiegando anche i dettagli tecnici dei sistemi di produzione di energia e arrivando infine al progetto di recupero dell'ACEA.

I Magazzini generali di Roma, costruiti tra il 1909 e il 1912, sono illustrati da Laura Barreca, mentre Laura Bartoloni scrive intorno ai Mercati generali, inaugurati nel 1922 e Gennaro Farina spiega in cosa consista il progetto de La "città dei giovani" ai Mercati generali.

Il complesso de la Croce Rossa italiana a Via Ostiense del 1921 è oggetto di un saggio di Alfredo Passeri; mentre Stefano D'Argenio tratta de La Reale Dogana del Porto fluviale di Roma iniziata nel 1917 e de La Capitaneria del Porto fluviale del 1910; mentre Alfredo Passeri analizza i Magazzini dell'Aeromautica militare al Porto fluviale

Serena Mancini va a ricostruire la storia de La Società Prodotti chimici, colle e concimi (Mira Lanza e Stefania Pistone quella de La Società Italo Americana per il Petrolio.
Non cito tutti gli articoli, comunque interessanti, ma ricordo ancora La ferrovia Roma-Ostia e la stazione di Porta San Paolo di Vania Ribeca, oltre agli interventi di Elisabetta Cristallini Roma al mare, a cui si aggiunge L'Idroscalo di Ostia di Sabrina Sepe.

Chiude il volume il saggio di Vieri Quilici Roma Tre all'Ostiense. Il progetto di un'idea che racconta la storia della Terza Università di Roma nel quadro urbanistico della capitale.

In conclusione si può affermare che già il solo ampio apparato iconografico in bianco e nero e a colori, che consta di un'apposita campagna fotografica, basterebbe a giustificare la novità del libro. Ma la ricchezza, la rigorosa qualità scientifica dei contributi e la completezza dei temi trattati rispetto all'argomento prescelto, fanno di questo libro un vero e proprio testo di riferimento che può essere anche proficuamente utilizzato come manuale universitario per la docenza specialistica.




IL LIBRO

Roma. Memorie di una città industriale. Storia e riuso di fabbriche e servizi nei primi quartieri produttivi, a cura di ENRICA TORELLI LANDINI, Roma, Palombi, 2007.
ISBN: 978-88-6060-104-9
Euro 30,00




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Roma. Memorie di una città industriale

Roma. Memorie di una città industriale: frontespizio del libro


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