La pubblicazione periodica dei risultati parziali delle ricerche durante un lasso temporale predefinito non superiore ai sei mesi fornisce lo strumento primario per l'aggiornamento costante degli studiosi.
La pubblicazione delle monografie realizza invece una tantum un quadro d'interpretazione complessiva dei dati.
Il rischio di plagio che deriva dall'affidare a terzi la pubblicazione delle scoperte nelle pubblicazioni periodiche, viene compensato dal beneficio collettivo risultante dall'aspettativa di uno scambio mutualistico delle informazioni, ma soprattutto dall'autorità ed efficienza del sistema considerato nella sua concreta funzionalità.
Teoricamente le due forme di comunicazione, la periodica e la monografica, sono comunque, per loro natura, complementari e non alternative.
La trasformazione della società di massa nella società dell'informazione; la creazione e il riconoscimento del valore dei cosiddetti beni e servizî immateriali non solo all'interno della comunità scientifica, ma anche e soprattutto nella società civica e civile, ha creato uno scompenso capace di mettere in discussione il sistema tradizionale di diffusione della cultura tra gli studiosi tramite la pubblicazione periodica.
Infatti l'aumento spesso incontrollato del costo di vendita delle pubblicazioni periodiche scientifiche cartacee registrato negli ultimi anni ha di fatto rallentato la comunicazione tra gli studiosi, imponendo una precondizione economica per l'accesso all'articolo; a cui si aggiunge il recentissimo profilarsi di pericoli inediti nello scambio delle pubblicazioni scientifiche on-line.
I consorzi interbibliotecarî creati per agire da intermediarî in ordine alla stipula di contratti collettivi con gli editori dei periodici elettronici, senza dubbio ottengono l'effetto di calmierarne i costi. Nondimeno la capacità di negoziazione dei contratti è direttamente proporzionale alla dimensione del contraente, quindi il principio regolatore di detti contratti e della loro forza non consiste in una dimensione qualitativa, ma generalmente quantitativa, con relativa dipendenza alle leggi del mercato secondo il liberismo economico.
Inoltre la necessità di adesione a detti consorzî da parte dei singoli enti provoca la relativa creazione di strutture, vincoli e gerarchie inedite e dunque di ancora difficile interpretazione ed amministrazione.
Il vero problema del moderno e futuro sistema degli studî non sembra consistere nella difficoltà da parte degli studiosi di accedere all'istruzione, perchè questa ha comunque un costo fisso, che è quantificabile preventivamente con precisione ed è quindi programmabile e rimborsabile tramite borse di studio, da assegnarsi in base al merito personale. Desta invece maggiore preoccupazione il costo fortemente variabile e quindi potenzialmente alto derivante dall'acquisizione della materia prima degli studî, cioè a dire delle pubblicazioni periodiche, costo che genera una selezione censocratica e teoricamente antidemocratica degli studiosi o delle istituzioni di ricerca.
Inoltre la sempre maggiore disseminazione dei contributi scientifici all'interno dei periodici, causa una difficoltà di unione del materiale vastissimo che una ricerca anche di medie dimensioni richiede.
A compensazione dei problemi sopra descritti è stato tempestivamente inventato nei paesi di common law il nuovo principio del cosidetto "fair-use", cioè l'insieme delle eccezioni al diritto d'autore garantite nei contesti didattici e dell'insegnamento senza fine di lucro, principio che è stato a sua volta positivamente recepito nell'ambito dell'Unione Europea.
Sotto l'ombrello protettivo del "fair-use", e come sua applicazione pratica, dovrebbero moltiplicarsi pubblicazioni periodiche elettroniche di libero e gratuito accesso per i fini didattici senza lucro. Ma negli stessi contesti in cui tale progetto è nato, e soprattutto nel settore disciplinare umanistico e storico-artistico, non si riscontrano ancora risultati oggettivi proporzionati alle necessità degli studiosi. Cioè a dire stentano ad affermarsi pubblicazioni elettroniche di libero e gratuito accesso e relativi servizî proporzionati alle effettive esigenze della comunità degli studiosi.
Tale situazione può avere due effetti negativi:
- la diminuzione della verifica dei dati per l'impossibilità del loro reperimento nei tempi canonici della ricerca e quindi l'indebolirsi del concetto stesso di scienza verso un sistema autoritativo ed autoreferenziale,
- la tendenza a creare nicchie di interessi specifici in cui l'interesse delle parti prevale su quello dell'arte e della scienza.
La limitazione dell'autonomia dell'arte e della scienza, equivale, mutatis mutandis, alla violazione dell'articolo 33 della Costituzione della Repubblica Italiana, che recita:
« 33. L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento »
È necessario assicurare la libertà dell'arte e della scienza, facendo salvi al tempo stesso gli inalienabili diritti degli autori, la segretezza dei brevetti e delle scoperte nella fase che precede la registrazione e i principî e i diritti del libero mercato e i giusti e necessari profitti delle imprese commerciali.
Vogliamo qui sostenere il principio generale che i beni, ovvero i testi, prodotti all'interno di un sistema ad economia controllata, quale il mondo degli studi, debbano essere scambiati con il medesimo regime con il quale sono stati prodotti.
Se sono dunque stati prodotti in un regime senza fine di lucro, la loro cessione o scambio deve conseguentemente avvenire secondo tale regime. Invece possono e devono essere scambiati senza limiti particolari i beni ovvero i testi prodotti in ambiti commerciali.
Vogliamo affermare in particolare il concetto che i beni immateriali informatici hanno lo stesso valore dei beni materiali nella misura in cui questo valore viene loro riconosciuto; mentre invece, rispetto a quelli, hanno una maggiore capacità di generare valore aggiunto tramite il loro trattamento automatico, disponibilità istantanea e potenziale interoperabilità.
Dal momento che la creazione del valore aggiunto deriva dall'adozione di best practices e dall'abbattimento delle barriere, che si configura non solo come una scelta scientifica, ma soprattutto come un traguardo civico e sociale, si può dire che il valore economico di tale comunicazione informatica sia essenzialmente sociale.
Come anche sociale è la ricognizione del valore stesso, una volta prodotto.
Quindi il calcolo del costo delle pubblicazioni periodiche deve essere proporzionato alla necessità della loro disponibilità e questa alla capacità di comunicazione tra gli studiosi, la quale infine deve essere considerata come soggetto, ma anche oggetto di valore economico.
La forza positiva e dirompente di sviluppo della Società dell'Informazione, capace di generare dei profitti miliardari tramite la cosiddetta New Economy, genera anche valori di segno opposto, creando dei vortici negativi.
Se mal compensata, questa onda lunga può dunque causare, di ritorno, una recessione globale dagli effetti disastrosi, proprio perchè planetarî.
La corretta comunicazione dell'arte e della scienza e la sua diffusione tra gli studiosi e nella società civile permettono invece di porre in equilibrio tale sistema a vantaggio dell'umanità.
NOTE
L'Association of Research Libraries <http://www.arl.org/>, Washington DC - USA, nell'ambito di
SPARC, The Scholarly publishing and Academic Resources Coalition
<http://www.arl.org/sparc/>, ha pubblicato nel 2001
Declaring Independence
<
http://www.arl.org/sparc/DI/>, che contiene un accorato appello agli studiosi, per la libera diffusione della cultura tramite la creazione di iniziative favorevoli alla comunità scientifica.
Testo Declaring Independence
<
http://www.arl.org/sparc/DI/Declaring_Independence.pdf>
in formato PDF.
Per la distinzione tra civic society e civil society si veda:
ANDREAS FØLLESDAL (ARENA - Advanced Research on the Europeanisation of the Nation-State. A basic research programme under The Research Council of Norway), Constructing A European Civic Society - Participation and Belonging in a Multi-Level Europe, Dialogue Workshop European Citizenship: beyond Borders, across Identities, Brussels April 23-24 2001.
ser_citizen_follesdal.pdf
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