Siamo qui a Villa Doria Pamphilj a vedere l'inaugurazione della Mostra Quattro elementi. Un progetto di paesaggio tra arte e natura e abbiamo l'onore di intervistare Massimiliano Floridi che è l'ideatore di questo progetto. Allora ecco la prima domanda: quando e come è nato il progetto e le opere relative.
Il progetto è nato intorno al 2000. È stato molto lungo ottenere permessi perché poi le installazioni verranno messe definitivamente a Campo Catino e siccome ci sono i vincoli ambientali è stato molto duro risolvere tutti i problemi con il Ministero, il Comune, la Regione. Alla fine però siamo riusciti a presentare questo progetto che è permanente a Campo Catino: sono quattro percorsi per lo sci da fondo, per la bicicletta, che come termine hanno queste installazioni d'arte che ho portato a Roma, alla Villa, per farle conoscere.
Ci siamo impegnati, con altri studiosi, per esempio Carla Benocci, e un altro carissimo amico, Don Lorenzo Cappelletti, a studiare un po' questo tema dei Quattro elementi lungo la storia e come si è sviluppata questa teoria attraverso i secoli, quale influenza ha avuto sull'arte, in sostanza.
La Mostra quindi presenta delle opere che poi verranno trasferite: è una collocazione temporanea, questa.
Sì, staranno qui un mese, anche due se otterrò una proroga dal Comune, per farle conoscere. Però la loro collocazione definitiva è a Campo Catino. D'altronde era giusto utilizzare una Villa come questa, all'aperto: le opere danno questo senso di vivere la natura, di "cacciare" gli elementi della Natura, quindi di "cacciare" il vento, le foglie. Però in una Villa monumentale di Roma era possibile fare una Mostra solamente temporanea.
Ecco, ho visto che c'è questa definizione di "caccia-elemento", che è molto originale, mi sembra: non me la ricordo presente in altre opere d'arte, quindi è un "hapax", una tua invenzione, presumo. Mi piacerebbe capire chi è il cacciatore: l'artista o lo spettatore ?
Le opere. Né l'artista, né lo spettatore, ma le opere, che sono delle macchine che "cacciano" gli elementi. L'idea è proprio quella di animare un oggetto d'arte, in modo che, oltre ad essere in relazione alla sensibilità individuale sia dello spettatore, sia di chi le ha create, abbia anche una vita propria. Quello che mi ha divertito, anche se ovviamente è un ideale irraggiungibile, è che abbiano una loro vita autonoma questi oggetti e che riescano a interagire con la Natura acchiappando il vento, le foglie, la neve. Per esempio il "caccia-neve" si muove: quando ci nevica sopra si sbilancia da un lato e poi quando la neve si scioglie si gira dall'altra parte. Quindi si muove insieme con la neve. Così il "caccia-vento" costringe il vento a passare attraverso una fessura. E il "caccia-foglie" ha una forma che "caccia" le foglie che, una volta cadute dentro non riescono più ad uscire. Quindi c'è questa idea del catturare degli elementi. Però chi li cattura in realtà non è il visitatore, ma proprio l'oggetto.
Molto interessante. Quindi un mix tra Land - Art, come diceva la Sovrintendente l'altro giorno alla presentazione a Palazzo Doria, e anche opere cinetiche in un certo senso, cioè di OpArt ?
Sì, è così, c'è un po' d'ironia anche nel titolo. Perché il progetto è più la promozione di un luogo che la promozione di un artista. Io mi sono messo in secondo piano rispetto al progetto, all'opera, anche al luogo dove saranno installate. Soprattutto è un progetto che nasce dalle esigenze di promuovere un luogo da un punto di vista turistico e di abbinare Sport, Arte e Natura: questa è l'idea.
Quindi un progetto in fin dei conti originale, perché di solito i progetti sono o esclusivamente turistici o solo artistici e chiusi al mondo degli specialisti.
Sì, soprattutto poi, nell'ambito dello Sport, non c'è nessuna comunicazione tra Sport e Arte e questo è grave perché il mondo che viviamo è uno solo, non è che siamo solo sportivi o solo artisti, o solo fruitori d'Arte, no ... e perché, come nel mondo antico, dovremmo tornare ad una certa unità d'intenti e di luoghi: per cui se nel mondo antico, magari, contavano più le piazze, e per lo Sport, magari, i luoghi d'incontro, noi oggi incontriamo spesso solo lo Sport e il luoghi non aiutano a stare insieme, anzi. Io vedo che il fine settimana, su a Campo Catino è pieno di gente, comunque. E l'idea è proprio quella di trovare un'occasione per stare insieme, quando hai tempo libero, quando ti va di fare qualcosa a contatto con la Natura e fruire un po' d'Arte. E abbinare queste due cose, anche funzionalmente, perché questi sono oggetti che danno l'idea di un intero percorso spaziale: tu arrivi fino all'oggetto, giri intorno all'oggetto e torni indietro. Quindi ha anche una funzione molto chiara: quella di meta, di meta sportiva. Questo secondo me è divertente e anche utile per tornare ad un Arte più concreta, più vicina al sociale, non un'Arte per pochi, che capiscono in pochi, che seguono in pochi, ma un'Arte popolare: l'intento è anche questo. E anche per questo io mi sono messo un po' in secondo piano.
Un'ultima domanda: gli spettatori poi possono contribuire in qualche modo, lasciando giudizi, impressioni, oppure è un'opera destinata a vivere solo grazie al libro e all'esperienze poi vissute delle persone ?
No, lo spero: insieme al Comune di Guarcino stiamo studiando un Centro lì a Campo Catino che dia informazioni su questa iniziativa, dia anche la possibilità di affittare attrezzature, perché serve di avere gli sci da alpinismo, la mountain bike, o altri strumenti simili. E quindi si offrirà l'occasione anche, per chi vorrà, di lasciare punti di vista e commenti. Ci sarà un registro delle presenze e quindi ognuno potrà anche scrivere le proprie impressioni. Si dovrà realizzare un luogo di accoglienza. Lo stiamo ancora studiando perché si tratta di un progetto già eseguito in parte, ma che verrà completato per la fine dell'anno. Tutti i percorsi sono compiuti per metà.
Saremo pronti per la fine del 2006 con le piste da fondo, gli oggetti e questo punto d'accoglienza.
Grazie.
NOTA
L'intervista è stata registrata a Villa Doria Pamphilj il 4 marzo 2006.
LA MOSTRA
Roma, Villa Doria Pamphilj, 5 mar. - 2 apr. 2006.
Cascina Farsetti.
Ingresso da Via Leone XIII, 75.
Sono esposte in modo temporaneo nei pressi della Cascina le quattro opere descritte nell'intervista e all'interno della Cascina le fotografie in bianco e nero di LALA MEREDITH-VULA che ritraggono l'ambiente naturale e paesistico di Campo Catino, ai confini dei Comuni di Guarcino, Trevi e Filettino.
IL LIBRO
MASSIMILIANO FLORIDI, GIACOMO DELBENE, LALA MEREDITH-VULA, Quattro Elementi. Un progetto di paesaggio tra arte e Natura, Barcellona, Actar, [2006].
ISBN 84-96540-25-1
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