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La paternità del progetto dell'Auditorium di Ravello  
Stefano Colonna
ISSN 1127-4883     BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 25 Dicembre 2004, n. 385
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Area Architettura

Ogni edificio pubblico che deve nascere sul territorio della bella Italia ha dietro le sue spalle una storia complessa, ma la storia della progettazione dell'Auditorium di Ravello è particolarmente difficile e ha suscitato ampie discussioni sia tra gli addetti ai lavori, sia tra la gente comune, perchè qualcuno ha detto che "questo edificio non s'ha da fare" e il divieto è risuonato come una censura dell'Innominato di manzoniana memoria, dal momento che ha avuto il negativo effetto di bloccare i lavori per la sua realizzazione.

Ma un conto sono le opinioni, restando fermo che ognuno nella moderna società civile ha il diritto di pensarla come vuole, e un conto sono i fatti. Purtroppo nel caldo della polemica anche i fatti sono diventati opinioni e, viceversa, le opinioni sono diventate fatti.

In appendice ad una bella intervista di Stefano Bucci al Maestro Niemeyer pubblicata sul Corriere della Sera del 12 dicembre 2004 è comparso un "brutto" trafiletto dal quale si evince che il progetto non sia di Oscar Niemeyer, ma di un altro architetto.
L'affermazione del trafiletto acquista un significativo rilievo dal confronto con lo spezzone di intervista che contiene la generica affermazione di Niemeyer «[...] il modo in cui è stato sviluppato [intendi: il progetto dell'Auditorium di Ravello] non è esattamente quello che pensavo».
Questa frase può voler dire tutto e niente.
Un po' come i responsi della Sibilla, profetessa dell'antichità.
Mia nonna materna Anna de Montagu, professoressa di Latino e Greco al Liceo Tasso di Roma, mi ricordava sempre questo oscuro responso della Sibilla: «Ibis redibis non morieris in bello».
E mi spiegava che alcuni interpretavano le parole della Sibilla in questo modo:
«Ibis redibis. Non morieris in bello».
Altri in quest'altro modo: «Ibis redibis non. Morieris in bello».
E il significato era esattamente l'opposto: infatti nel primo caso la Sibilla diceva:
«Andrai e tornerai. Non morirai in guerra».
Nel secondo invece diceva:
«Andrai, non tornerai. Morirai in guerra».

In questo caso il Corriere della Sera assomiglia molto alla Sibilla.
Come la Sibilla infatti presenta l'autorità derivante da un'intervista virgolettata desunta direttante alla fonte a Rio de Janeiro; la assomma all'autorità di un colto e preparato giornalista come Stefano Bucci; la moltiplica per l'autorità di una delle più prestigiose testate nazionali qual è appunto il Corriere della Sera, la moltiplica al cubo con l'autorità della più importante Associazione Nazionale per la Tutela dell'Arte e del Territorio qual è Italia Nostra, alla quale è riferita nel trafiletto l'ipotesi che il progetto dell'Auditorium non sia di Niemeyer, che avrebbe fatto solo uno schizzo, ma di un altro architetto ... per cadere però, alla fine, o far cadere, il lettore per colpa di una semplice, ma infida, buccia di banana.
Infatti in realtà noi sappiamo con sicurezza che la paternità del progetto dell'Auditorium di Ravello è di Oscar Niemeyer, grazie al fatto che l'autore, nonostante l'avanzata età, è ancora vivo e perfettamente lucido e anche in grado di intendere e di volere e soprattutto non ha nessuna intenzione di perdere, appunto, la paternità di un progetto relativo al «luogo più bello del mondo» (Gore Vidal).

Mi sembra utile quindi fornire al lettore uno strumento indispensabile di valutazione e cioè la dichiarazione di paternità di Oscar Niemeyer che mi ha gentilmente spedito Domenico De Masi e che pubblico integralmente.




Dichiarazione di Oscar Niemeyer
sulla paternità dell'Auditorium di Ravello

«Per fugare ogni dubbio circa la paternità dell'auditorium da me progettato per Ravello - paternità che decisamente rivendico - ne descrivo qui di seguito le varie tappe.

Nel mese di luglio del 2000 i miei amici Roberto D'Avila e Domenico De Masi, anche a nome del Sindaco di Ravello, Secondo Amalfitano, mi hanno chiesto di progettare un auditorium per la città di Ravello.
Ho aderito con entusiasmo alla richiesta e, dopo avere raccolto tutte le necessarie informazioni storiche, tecniche, ed estetiche, ho iniziato il mio lavoro, posizionando il progetto nell'area indicata dal Comune di Ravello. Iniziando i disegni del progetto, ho subito sentito che questa non era un'opera facile da progettare. Il terreno irregolare, stretto, con una inclinazione trasversale molto accentuata. Di qui l'iniziativa di far costruire un plastico, desideroso di definire in condizioni poco favorevoli la conformazione naturale del terreno.

Non pensavo affatto a un'opera costosa che potesse implicare dei movimenti di terra non necessari e perciò ho assunto come punto di partenza la decisione di localizzare il parterre esattamente secondo l'inclinazione data. E il progetto ha cominciato a sorgere. L'ingresso dell'auditorium, un grande salone aperto sul paesaggio, un muro curvo e basso che crea il palcoscenico, il parterre, il mezzanino e la cabina di proiezione. Un muro doppio servirà d'accesso, grazie a una scala proiettata in esso, ai servizi sanitari e, a un livello più basso, all'ambiente per le macchine dell'aria condizionata, che utilizzerà per l'inalazione gli spazi vuoti esistenti.
Sono ritornato al plastico e ho constatato che l'entrata dell'auditorium doveva essere più protetta, ampliando la sua copertura in forma spettacolare, il che ha conferito al progetto un aspetto nuovo, capace di creare la sorpresa desiderata.

In seguito, analizzando l'insieme, ho verificato che la posizione dell'edificio in rapporto alle strade circostanti non permettevano ai passanti di avere una veduta più completa della sua architettura. E, allora, ho disegnato la piazza, stretta, che, io credo, arricchita da questo panorama magnifico, potrebbe costituire, indipendentemente dall'auditorium, un luogo d'incontro di particolare interesse. Al di sotto di questa sarà costruito il parking.

Per rispettare le norme e l'ambiente, ho contenuto al minimo la capienza dell'auditorium, limitandola a 406 posti e ho concepito linee e volumi in perfetta sintonia con il contesto urbanistico e architettonico in cui l'auditorium e la piazza antistante sono destinati a sorgere.

Il giorno 23 settembre 2000, nel mio studio di Avenida Atlantica in Rio de Janeiro, ho consegnato a Domenico De Masi il plastico dell'auditorium e della piazza, 10 tavole di disegni e una dettagliata spiegazione necessaria. Il tutto ha rappresentato un mio dono gratuito all'amico Domenico De Masi e alla città di Ravello.
Dopo che il Comune di Ravello ha accettato ufficialmente il mio dono e ha avviato tutte le pratiche burocratiche per ottenere i relativi permessi e finanziamenti, mi è stato richiesto di proseguire il lavoro fino all'elaborazione del progetto definitivo e dei calcoli strutturali.

Quando gli esperti del comune di Ravello hanno completato tutte le rilevazioni di carattere geologico, si è recato appositamente a Ravello il mio strutturista José Carlos Sussekind che, nel mese di marzo del 2002, ha eseguito sul posto tutti i necessari sopralluoghi, ha accertato la serietà e attendibilità di tutti gli esami e le verifiche eseguite dall'ufficio Tecnico del Comune di Ravello e dei suoi consulenti.

In quella occasione l'ing. Sussekind ha incontrato il Dr. Fabio Fassone, Direttore del gruppo ADHOC, e i suoi collaboratori, che da vari mesi studiavano, per conto mio e del Comune di Ravello, le esigenze logistiche relative a tre ambiti: la progettazione architettonica del palcoscenico e delle sue relative tecnologie; la progettazione architettonica degli spazi logistici dedicati agli artisti (camerini, sala prova, spazi orchestra e coro); la progettazione architettonica delle facilities destinate al pubblico quali la biglietteria, il guardaroba, la caffetteria.
La collaborazione con il gruppo ADHOC è poi proseguita in più tappe a Rio de Janeiro nei periodi 2-15 febbraio 2003 e 4-20 aprile 2003, e risulta tuttora molto utile per coordinare i vari livelli di analisi: quello progettuale e architettonico, quello tecnico-logistico, quello organizzativo.

Il progetto definitivo ha richiesto alcuni mesi di ulteriore lavoro, e i contributi di numerose professionalità indispensabili. In ogni caso la paternità architettonica del progetto dell'auditorium "Oscar Niemeyer", così come si è man mano sviluppato e come è stato approvato in Conferenza dei Servizi a Napoli presso la Ragione Campania il giorno 4-8-2003, e in ossequio alla legge italiana sottoscritto dal dirigente dell'ufficio tecnico del Comune di Ravello, è totalmente ed esclusivamente mia avendone io elaborato l'idea iniziale ed eseguito personalmente tutte le fasi e lo sviluppo fino agli elaborati finali, consegnati al Comune di Ravello in copia autografata. Nel maggio 2003 ho illustrato personalmente il progetto nella sua versione definitiva al Governatore della Campania Antonio Bassolino, al sindaco di Ravello Secondo Amalfitano e al Professor Domenico De Masi, che sono venuti appositamente nel mio studio in Avenida Atlantica. La consegna ufficiale del progetto è avvenuta il giorno 28 maggio 2004 alla presenza del presidente Lula.

Per ognuna di queste tappe esiste una puntuale documentazione amministrativa, fotografica e filmografica.

In fede.

Rio de Janeiro, 20/12/2004,

Oscar Niemeyer
[segue la firma autografa di Oscar Niemeyer]




Ho seguito ogni tappa della progettazione dell'Auditorium di Ravello e della piazza antistante. Controfirmo perciò il contenuto della presente dichiarazione di Oscar Niemeyer.

José Carlos Sussekind
[segue la firma autografa di José Carlos Sussekind] »






PDF

Oscar Niemeyer lavora ai disegni definitivi dell'auditorium di Ravello
fig. 1
Oscar Niemeyer lavora ai disegni definitivi dell'auditorium di Ravello
Rio de Janeiro, febbraio 2003

Foto cortesia Domenico De Masi

 

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