Cogliendo
l'occasione della bella e coinvolgente Mostra delle
sculture di Paola Grizi al Circolo degli Esteri di
Roma del maggio 2024 intitolata Visioni, si
propone una lettura in merito ai temi del dialogo
interpersonale e sulla funzione del gesto e della
scrittura, elementi e concetti evocati dalle opere di
questa scultrice romana ampiamente affermata a livello
internazionale, soprattutto in Francia e in Cina.
La prima
opera, che si intitola Trittico, è la
più complessa perché l'occhio presente a destra
potrebbe infatti appartenere alla figura di sinistra
in una scomposizione del tempo e dello spazio di
matrice cubo-futurista, oppure potrebbe invece
appartenere ad un terzo soggetto. L'occhio della
figura centrale è chiuso, mentre quello di destra è
aperto, come a voler suggerire che la figura centrale
dorme e sogna, mentre quella di destra è vigile ed
attenta. La piegatura a nastro della terracotta ha una
valenza strutturale per dare corpo alla scultura ed
evitare che cada, e al tempo stesso una valenza
narrativa per creare un racconto e dare un'identità
alle figure dei protagonisti. [Fig. 1]
Fig. 1 – Paola GRIZI, Trittico, 2024
terracotta, 70 x 52 x 19 cm.
Foto cortesia di Paola Grizi
La seconda
opera si intitola A-mors e presenta i volti di
due amanti, quello femminile a sinistra e quello
maschile a destra, per così dire, “incartati” in fogli
ricchi di scrittura. La mano di lei tocca con due dita
il mento di lui, come per assicurarsi che realmente
esista. Gli occhi di entrambi sono socchiusi perché
stanno sperimentando una “comunicazione tattile” non
verbale anche se, paradossalmente, i fogli con la
scrittura indicano la forza del logos, del
verbo. Le scritte sono difficilmente leggibili e
quindi viene da pensare ad una loro funzione in chiave
puramente decorativa, proprio come avveniva nel
Rinascimento con l'uso dello “pseudo-cufico”,
vale a dire la citazione di catene di caratteri cufici
che sembrano traducibili e che rimandino ad un
significato verbale, ma che in realtà hanno solo una
funzione decorativa come nel David del
Verrocchio . [Fig. 2] e [Fig. 2b]
|
|
Fig. 2 – Paola GRIZI, A-mors, 2024
terracotta, 40 x 37 x 23 cm. Foto cortesia di Paola Grizi
|
Fig. 2b - DONATELLO, David
Firenze, Museo del Bargello, 1440 circa
bronzo, 158 cm. x un diametro massimo di 51 cm.
|
La terza
opera si intitola Freedom e cita chiaramente
l'Apollo e Dafne di Gian Lorenzo Bernini alla
Galleria Borghese di Roma. Dafne, figlia del dio-fiume
Peneo, fuggiva da Apollo che se ne era innamorato.
Arrivata presso al fiume Peneo ella rivolse una
disperata preghiera al padre, chiedendo di essere
trasformata in un'altra forma per sottrarsi alla
violenza del dio. E così Peneo, per salvare sua figlia
dal rapporto d'amore forzato, trasformò Dafne in un
albero d'alloro, che da quel momento diventerà sacro
per Apollo. [Fig. 3]
e [Fig. 3b]
|
|
Fig. 3 – Paola GRIZI, Freedom, 2021
terracotta, 50 x 33 x 19 cm.
Foto cortesia di Paola Grizi
|
Fig. 3b – GIAN LORENZO BERNINI, Apollo e Dafne, 1623-1625, Roma, Galleria Borghese. Foto cortesia di Stefano Colonna
|
La quarta
opera si intitola The Guide [Fig.
4] e tratta del complesso e antico tema della
comunicazione gestuale non verbale sulla quale si sono
già soffermati Chastel (2000), Dalli Regoli (2000) ,
ancora Chastel (2002) ed infine La Porta (2006) che
citano eloquenti esempi del passato. Tra le opere del
Rinascimento vorrei ricordare in particolare il
fondamentale Cristo deriso del Beato Angelico
dove le mani, quasi tagliate dal corpo, assumono una
plastica evidenza iconica e simbolica
[Fig. 4b]
|
|
Fig. 4 – Paola GRIZI, The Guide, 2020
terracotta, 32 x 30 x 20 cm.
Foto cortesia di Paola Grizi
|
Fig. 4b – BEATO ANGELICO, Cristo deriso, 1438-1440
Firenze, Convento di San Marco
affresco, 195 X 159 cm.
|
La quinta
opera si intitola Kiss e rappresenta un casto
bacio sulle labbra appena accennato. Sembrano due
maschere del Carnevale di Venezia ricche di forza
inestinguibile di Amore. Ma se vogliamo preferire una
lettura in chiave di Metaverso contemporaneo,
potrebbero invece essere due persone che superano
Matrix, ma sempre grazie al magnetismo amoroso. E,
anche in questa opera, i fogli di carta che recano
testi non sempre decifrabili fanno riferimento ad una
citazione verbale che rappresenta la dimensione
dell'incarnazione del Verbo in tutta la sua umanità.
Dunque un dialettico rapporto di vita e di morte, come
anche di finito e di infinito il cui perno centrale è
sempre l'Amore. [Fig.
5]
Fig. 5 – Paola GRIZI, Kiss, 2021
bronzo, 35 x 37 x 20 cm.
Foto cortesia di Paola Grizi
La sesta
opera si intitola Eureka! e rappresenta una
testa femminile dietro a cui si scorge una mano
appoggiata su un foglio di carta con dei segni di scrittura. [Fig. 6]
Fig. 6 – Paola GRIZI, Eureka!, 2023
terracotta, 35 x 25 x 30 cm.
Foto cortesia di Paola Grizi
La settima
opera si intitola E-motion e rappresenta un
viso spezzato in due da una forte emozione, l'esito
evidente di un trauma. [Fig. 7]
Fig. 7 – Paola GRIZI, E-motion, 2018
terracotta, 30 x 34 x 20 cm.
Foto cortesia di Paola Grizi
L'ottava
opera si intitola Invitation e rappresenta un
viso nascosto in un involucro protettivo a forma di
scatola curva che invita lo spettatore ad entrare
nella sua dimensione esistenziale con un gesto
ammiccante della mano destra. [Fig.
8]
Fig. 8 – Paola GRIZI, Invitation, 2020
terracotta, 35 x 21 x 19 cm. Foto cortesia di Paola Grizi
Quest'appassionante
carrellata
di sculture di Visioni scolpita da Paola Grizi
è dunque perfettamente calata nella nostra
contemporaneità di cui sa cogliere gli aspetti
salienti: il dialogo che avviene ai due differenti
livelli della scrittura e della gestualità silenziosa
e la correlata e straordinaria ricchezza della
comunicazione interpersonale riservata a chi sa
ascoltare i gesti nel silenzio e a tradurli in parole
nella società informatizzata del Metaverso senza
perdere il bagaglio culturale dell'immaginario del
nostro Rinascimento italiano.
NOTE
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
CHASTEL
2000 André
CHASTEL, Le geste dans l'art, Paris, Liana
Levi, c2001 (stampa 2000).
CHASTEL
2002 ID., Il
gesto nell'arte (Titolo originale: Le geste
dans l'art), traduzione di Daria Pinelli, Roma –
Bari, GLF editori Laterza(Quadrante Laterza, 111),
2002.
COLONNA
2015 Stefano COLONNA, Le
radici stilistiche delle sculture di Paola Grizi,
in "BTA - Bollettino Telematico dell'Arte", ISSN
1127-4883, 2 Agosto 2015,n. 781
https://www.bta.it/txt/a0/07/bta00781.html
CORNINI
2000 Guido
Cornini, Beato Angelico, Firenze, Giunti,
2000.
DALLI
REGOLI 2000 Gigetta
DALLI REGOLI, Il gesto e la mano: convenzione e
invenzione nel linguaggio figurativofra Medioevo e
Rinascimento, Firenze, L. S. Olschki (Pocket
Library of Studies in Art, vol. 34), 2000.
DE
VECCHI – CERCHIARI 1999 Pierluigi
De Vecchi, Elda Cerchiari, I tempi dell'arte,
vol. 2, Milano, Bompiani, 1999.
FERRARO
2002 Bruno
FERRARO, Recensione di Il gesto e la mano.
Convenzione e invenzione nel linguaggio figurativo
fra Medioevo e Rinascimento di Gigetta DALLI
REGOLI (Olschki, 2000), in “Annali d'Italianistica”,
2002, Vol. 20, pp. 461-462 https://www.jstor.org/stable/24009779
LA
PORTA 2006 Veronica
LA PORTA, Il gesto nell'arte: l'eloquenza
silenziosa delle immagini, a cura di Stefania
MACIOCE, Roma, Logart Press, 2006.
MACK et. al. 2009 Rosamond E. MACK and
Mohamed ZAKARIYA, The Pseudo-Arabic on Andrea del
Verrocchio's David, in "Artibus et Historiae",
2009, Vol. 30, No. 60 (2009), pp.157-172. Published
by: IRSA s.c. https://www.jstor.org/stable/25702885
POPE-HENNESSY
1981 John
Pope-Hennessy, Beato Angelico, Firenze, Scala,
1981.
|