Un piccolo gruppo di
lettere conservate a Firenze, firmate alcune, da Albert Goupil,
figlio di Adolphe, il quale lo introduce alla guida della Maison
negli anni Settanta dell'Ottocento, consente di stabilire il
primo contatto diretto di Telemaco Signorini con l'Atelier
francese nel marzo del 1872. 1
Al giorno 19 di quel
mese, infatti, risale l'importantissima comunicazione di Albert
Goupil da Firenze dove è di passaggio alla ricerca di nuovi artisti
da inserire nel proprio giro di vendite, inerente l'acquisto di un
lavoro di Telemaco. Goupil, infatti, scrive: «Sareste gentile se mi
inviaste il vostro dipinto con quelli di Sorbi. Boldini
rientrerà qui e gli darò la somma di 400 f.». Se l'importo non
fosse bastato avrebbe consegnato poi a mano altri danari a seguito
dell'amabile promessa di rispondere al suo invito di recarsi a
Parigi. 2
Da quanto ricaviamo poi
dall'inventario dei Quadri d'invenzione venduti redatto
personalmente da Telemaco, Goupil compera un altro dipinto: La
primavera, contrassegnato col numero 55, e risalente al 1870. Una
circostanza capace, questa, di avviare una continua serie di
supposizioni critiche, che seppur valide non sono giunte ad una
persuasiva e definitiva soluzione. Solamente da qualche decennio si
tende a individuare quest' opera con quella ad olio su tela di cm.
39,5 X 50 in collezione privata. La provenienza del dipinto dal
mercato straniero ha rafforzato l'ipotesi che possa essere quello
acquisito dal negoziante francese. Tuttavia nessuno studioso
sostiene la certezza del riconoscimento: nel 1999 quando viene
esposto a Livorno il recensore della scheda segnala con precisione:
«Resta comunque difficoltoso un accertamento definitivo
sull'identificazione del quadro acquistato da Goupil proprio per
l'ambiguità generica del titolo che potrebbe di volta in volta
etichettare versioni più paesaggistiche o più narrative». E ancora
più recentemente in occasione della mostra di Padova del 2009 si
pone l'accento sulla storia alquanto ingarbugliata del dipinto e
sulla discutibile convinzione che questo sia veramente quello ceduto
a Goupil. 3
A rendere ulteriormente articolata la delicata questione è la
presenza di altre opere con la stessa intitolazione. Una quasi
identica a quella in collezione privata, ma di dimensioni appena poco
inferiori (cm. 32 X 43), è presentata all'asta dall'antiquario
romano Augusto Jandolo a Firenze nel 1913 4
già appartenente a Thos Strange e successivamente passata a Carlo
Strange. E' poi segnalata da Francesco Sapori nel 1919 nella
piccola monografia dedicata al pittore (La primavera, 1863, n.
4) e pubblicata nel 1997 con il titolo La primavera (1870, cm.
32 X 43,5) in I Macchiaioli nuovi contributi, tav. 22.
Ancora una diversa opera
dal titolo Primavera, datata tra il 1860 e il 1863 (cm. 30 X
38) è esibita a Seravezza nel 2001, a Montepulciano nel 2010 e poi
nel 2011 a Firenze5.
Esiste anche un bozzetto
su cartone (Primavera, cm. 11 X 17) di proprietà di Andreina
Gatti Casazza di Milano riportato in Onoranze a Telemaco
Signorini, Mostra delle opere della Reale Galleria
dell'Accademia, Firenze, autunno 1926, Firenze, Arti Grafiche,
1926, n. 69, passato sul mercato fiorentino. Nel medesimo catalogo
appaiono citati uno studio su cartone al n. 55 (Primavera, cm.
17,5 X 26) e un bozzetto (n. 182 di cm. 13 X 18) datato 1874, della
collezione di Mario Vannini Parenti di Firenze.
Nell'elenco dei Quadri
d'invenzione venduti appare un'altra opera con lo stesso
titolo: al numero 7, eseguita nel 1858 e mostrata alla
Esposizione fiorentina della Società Promotrice di Belle Arti nel
1860 dove è ceduta alla Marchesa Maria Vettori Medici.
Ciò risulta pure dal
catalogo dell'Esposizione: La primavera, n. 23, Francesconi
60 e dall'inedito documento Scelta delle opere. Opere
scelte dai soci favoriti dalla sorte dell'Esposizione effettuata il
3 giugno 1860. XVI Sociale. Il nome del premiato è infatti
quello della signora, alla quale sono attribuite anche le opere di
Serafino De Tivoli, Acquedotto di Nerone e di Vincenzo
Cabianca Avanzi della Chiesa di S. Pietro Porto Venere.6
L'incontro con Goupil è
ricordato anche dal rivenditore Joan Hollender, proprietario di una
Galleria di quadri moderni e antichi in Rue des Croisades 7, a
Bruxelles dove è attivo sin dal 1850, e da qui il 22 marzo 1872
scrive a Telemaco:
«Ho ricevuto proprio
oggi la vostra lettera in data 19 marzo insieme a quella del signor
Cannicci di Firenze. Mi spiace molto che la visita del signor Goupil
mi abbia privato del piacere di entrare in possesso dell'opera che
voi mi avevate in un primo momento destinato. Io spero che in futuro
la prossima vostra opera ben riuscita mi sarà senza dubbio
riservata.
Per dare inizio ai miei
rapporti con Firenze: ho acquistato un'opera del signor Cannicci
che ho visto attraverso la fotografia.
Attendo con ansia care
notizie da parte vostra. Il vostro devoto
Hollender
P.S. I vostri prezzi sono
ancora in lire italiane». 7
Hollender
intrattiene una esigua corrispondenza con Signorini tra il maggio del
1872 e il maggio
dell'anno
dopo. Il commerciante
a seguito
del tentativo di estendere la
sua zona di influenza
ha già
stabilito dei
contatti con artisti
di Roma e di Milano. Tramite Raffaele Sorbi arriva a Telemaco.
Dalle
missive inviate a quest'ultimo in quello scarto di tempo, si evince
come le opere realizzate non incontrano il gusto del mercato di
Bruxelles:
la
tavoletta con le ‘piccole
fanciulle intente a studiare la loro lezione' è rifiutata dopo una
prima proposta di
acquisto. Lo
stesso Signorini ne segnala l'alienazione nell'Elenco
dei Quadri d'Invenzione Venduti,
premurandosi poi di correggere, cancellandola. Così anche per i
piccoli paesaggi offerti
più
volte. Lo
scontento di entrambi, del quale è facile rendersi conto leggendo
le lettere,
pone fine a questa relazione.
Forse
Hollender acquista solo La
villa Giusti sull'Arno
eseguito nel 1871, E
[sic]
Hollender
infatti è
indicato
ancora da Signorini nell'Elenco
dei Quadri d'Invenzione Venduti
al n. 57 della lista.
Anche
un altro toscano Amos Cassioli risulta in contatto con il
collezionista belga il quale anche attraverso l'acquisizione
dell'opera di Niccolò Cannicci mostra lo spiccato interesse per la
pittura italiana.
La definitiva conferma
del rapporto di Telemaco con Goupil giunge incontestabilmente
dall'analisi dei Registri di vendite della sua ditta conservati
presso gli archivi del Getty Research Insitute di Los Angeles.
In quello contrassegnato col numero 5 relativo agli anni 1870-1872 al
numero 6332, compare la dicitura Pajsage. Signorini, e
riferibile al mese di aprile 1872 quando il mercante seleziona anche
opere di Sorbi. Con questi elementi giungiamo a circoscrivere quasi
con sicurezza il momento della vendita dell'opera ascrivibile
esattamente al marzo del 1872. Nel Registro numero 6 relativo al
periodo compreso tra il 1872 e il 1873 a p. 45, n. 6332 compaiono
altre annotazioni: Paysage, Signorini, 800f. e poi M. Wallis
Londra, cioè il nome del compratore, il gallerista Henry Wallis e il
prezzo di liquidazione, avvenuto il 2 novembre 1872. La casella con
il titolo del dipinto è inoltre barrata proprio per sottolinearne
l'alienazione. 8
Sino al 1872 la ditta
Goupil ha manifestato poca propensione per la scelta dei dipinti di
artisti italiani e questo è spiegato chiaramente nella lettera di
Adolphe Goupil alla signora Lèontine Gruvelle, moglie di Giuseppe De
Nittis: «Fatta eccezione per questo artista e vostro marito, non ho
particolari interessi per l'Italia. A Roma e in altre città si
producono molti dipinti, ma a dire il vero il valore di quelle opere
non è tale da scatenare in noi la premura di acquisirle. E, poiché
voi tornerete presto, non c'è altro che mi metta fretta». 9
Ma dopo tale anno le
compere aumentano considerevolmente in seguito ai tentativi dei
mercanti d'arte di istituire una rete commerciale in Italia e di
promuovere l'attività dei pittori italiani partecipanti ai Salon
di Parigi.
In conseguenza delle
mutate circostanze imprenditoriali, Goupil si appresta così a
procacciarsi un lavoro di Signorini insieme a quelli di un altro
promettente artista italiano, Raffaello Sorbi.
De Nittis per parte sua
contribuisce ad ampliare risolutivamente la sfera d'influenza del
negoziante francese attraverso i suoi contatti personali con altri
pittori italiani quali Francesco Paolo Michetti, Giovanni Boldini e
Vittorio Corcos, già operanti nel mercato francese.
Il completamento della
pratica per l'acquisto dell'opera di Telemaco è sancito dalla
missiva del 5 aprile 1872 da Parigi che ne decreta l'arrivo a
destinazione. Albert Goupil scrive infatti:
«Caro Signore,
abbiamo ricevuto oggi la vostra opera e
abbiamo subito scritto al Signor Maquay di procedere con la vendita a
nostro nome per la somma di 400 fiorini che già vi avevamo
anticipato.
Il Signor Sorbi ha affermato che oltre
a ciò che noi vi abbiamo comunicato vi invieremo il denaro». Chiede
poi dell'eventuale spostamento del pittore a Parigi:
«Sono convinto che avervi al più
presto a Parigi sarebbe una cosa molto buona». 10
Il ‘Signor Maquay'
citato in questa lettera è certamente George Disney Maquay
appartenente ad una ricca famiglia di banchieri e possidenti, e
titolare di una società che si occupa di svariate iniziative
finanziarie: operazioni bancarie, commissioni e spedizioni. E' una
figura molto in vista nella Firenze di questi anni: già il
capostipite della famiglia John Leland junior è introdotto alla
corte granducale, come ricorda Thomas Adolphus Trollope nel suo What
I Remember: «Il signor Maquay, il banchiere, sempre offriva i
suoi buoni uffici [per la presentazione] di americani alla corte,
dato che non esistevano a quel tempo rappresentanti ufficiali degli
Stati Uniti d'America presso il Granducato di Toscana». 11
Si prodigano anche a stabilire contatti con le istituzioni artistiche
di Firenze e i giovani studiosi americani. Il nome di George risulta
poi ricorrente sin dagli anni ‘60 nelle licenze di esportazione
delle opere d'arte dentro e fuori dal Granducato per essere
vendute, acquistate o scambiate come si deduce da una preliminare
indagine nell'Archivio Storico delle Gallerie degli Uffizi.12
Nel luglio successivo
l'amico architetto e scrittore Camillo Boito, nella comunicazione
del 5 di quel mese, ribadisce la relazione di lavoro intrapresa da
Telemaco con la Maison francese.
Dopo aver chiesto notizie
sui probabili dipinti da mandare alla Esposizione Nazionale di Belle
Arti di Milano di prossima apertura, scrive con precisione: «Non ti
so dire quanto mi abbia rallegrato il sentire che il Goupil s'è
pigliato alcuni tuoi dipinti. Hai abbandonato l'idea di andare a
Parigi? …». 13
Ancora nell'autunno del
1872, la prevista visita nello studio di De Nittis a Napoli di Goupil
figlio, sostituito nell'ottobre dalla figura di Léon Boussod,
socio dell'Atelier Goupil, sostiene ulteriormente questa
trama di contatti professionali.
Già
ad aprile De Nittis esprime il desiderio di poter cedere qualcuna
delle loro opere per la importante casa di vendite parigina
auspicando anche un maggior coinvolgimento di Albert rispetto a
quanto fatto dal padre in altre occasioni di incontro. A questa data
è ormai consuetudine per i delegati della ditta Goupil
compiere viaggi periodici nelle città di Firenze, Roma e Napoli per
scoprire artisti talentuosi rispondenti con i propri lavori al loro
gusto e promuoverne l'attività presso le sedi della Maison:
«Quello che io vorrei –
scrive a Telemaco - è che per l'autunno tenessi qualche cosa a far
vedere a Goupil figlio che verrà a vedermi qui, e spero che quello
che il primo non ha fatto lo farà questo secondo, e anzi se lui
avesse saputa la mia risoluzione di restare un anno ancora sarebbe
venuto in un viaggio che ha fatto da poco a Roma e la cosa si sarebbe
fatta ora». 14
E successivamente la signora De Nittis informa Telemaco
dell'avvenuto arrivo in Italia di Boussod: 15
«Portici, primo ottobre ‘72.
Caro
Signor Signorini, Mio marito ha dato il suo indirizzo al sig. Boussod
socio della casa Goupil. La prego caldamente con la sua abituale
gentilezza di condurlo negli studi degli artisti di sua conoscenza e
di dargli gli indirizzi di Torino, Genova e Venezia scrivendo una
lettera al sig. Zandomenigo [sic]
per gli artisti che vi si trovano, dato che il sig. Boussod deve
recarsi a Venezia. L'aspettiamo sempre. A quanto sembra lei non ha
proprio ancora punto venire a trovarci a Napoli. E dire che c'era
da indurla in tentazione, dal bel cielo al bel mare. Noi abbiamo una
mezza idea di andarcene via prima di quanto non pensavamo. Dunque,
forse a ben presto a Firenze, se lei non si sbriga a venir prima sin
qui. Saluti affettuosi da tutti e due L. e de Nittis. Strada Cecere,
Villa Gaetani Portici».
Il legame professionale
subisce la definitiva conferma a seguito del viaggio di Telemaco a
Parigi nel maggio del 1873, sollecitato più volte dal rivenditore
medesimo. Presso la sua Maison Telemaco lascia svariati
dipinti con la speranza di venderli a prezzi vantaggiosi. 16
Telemaco stesso ricorda
come durante questo soggiorno lavori alacremente, stimolato
soprattutto dall'atmosfera della campagna attorno a Parigi. Presso
Seine et Marne a Combs-la-Ville in compagnia dell'amico Giovanni
Boldini dipinge molti lavori da offrire ai negozianti Goupil e
Reitlinger, verificando in prima persona il carattere e
l'orientamento del mercato internazionale. 17
Nelle opere realizzate in
questa località, oppure al ritorno nello studio fiorentino come
consuetudine del pittore, sorprende il singolare equilibrio tra la
intensa luminosità e l'originale intonazione cromatica, la
tavolozza smagliante in certi brani isolati, la velocità nel rendere
l' emozione colta nella sua immediatezza, caratteri sicuramente
maturati sulla scorta delle espressioni più sciolte degli amici De
Nittis e Boldini, da ora e ancora per molto tempo, oggetto di
seguitata e insistente riflessione.
Il ponticello di legno
a Combs-la-Ville è certamente la tavola nella quale in modo
esemplificativo questa sensibilità nuova ed efficace si avverte
prorompente in tutta la sua autenticità e naturale fragranza: vivace
è il gruppetto dei ragazzi intenti a pescare, perfettamente riuscita
è la resa del riflesso della luce sull'acqua e tra le fronde degli
alberi, vibrante è l'atmosfera del bel paesaggio circostante.
(Fig. 1)
Fig. 1 – TELEMACO SIGNORINI
Il ponticello di legno a Combs-la-Ville, 1873
olio su tavola, cm. 16,5 x 26,5
Collezione privata.
Courtesy Museoarchives
Giovanni Boldini Macchiaioli, Pistoia
E vicinanze ancora più
strette tra Signorini e il ferrarese sono palpabili in dipinti quali
Sul sentiero a Combs-la-Ville (Fig. 2) e A la campagne (La primavera) (Fig. 3)
Fig. 2 – TELEMACO SIGNORINI Sul sentiero a Combs-la-Ville, 1873
olio su tavola, cm. 26,5 x 17
Collezione privata
Courtesy Enrico Gallerie d'Arte, Milano
Fig. 3 – GIOVANNI BOLDINI
A la campagne (La primavera)
1872, olio su tavola, cm. 67 x 54,5
Collezione privata
Courtesy Enrico Gallerie d'Arte, Milano
con i medesimi tagli di strade viste lateralmente o
di fronte - di denittissiana memoria - le luci perturbate, la
vegetazione rigogliosa e fremente e le scenette familiari come il
puntuale inserto della giovane mamma col figliolo tra le braccia.
Le due opere del
fiorentino accertano apertamente la assoluta indipendenza poetica del
pittore, l'indiscussa modernità del suo linguaggio espressivo e lo
stile autentico e personalissimo, con soluzioni cromatiche e
luministiche ben oltre l'iniziale linguaggio della ‘macchia',
fatto di forti contrasti di luce e chiaroscuri.
Pure il fratello Paolo,
al quale Telemaco riferisce solitamente ad ogni suo viaggio ciò che
ritiene di particolare interesse, auspica nuove vendite: «Son
lietissimo di sentire che la tua salute vada assai bene ma vorrei che
anche i tuoi affari prendessero buon piede, ma come mai non hai
ancora potuto vender nulla di quel che portassi se non che quel
quadrettino che ancora non ti hanno pagato? La mamma che fra
parentesi sta discretamente bene, è molto dispiaciuta anche lei di
sentire che la tua borsa non è punto rinfrescata.
… Meno male che almeno
ti diverti un poco e non foss'altro avrai fatto una passeggiata;
speriamo che tu venda se Goupil ti espone i lavori nel suo
magazzino». 18
Dopo il ritorno a Firenze
in settembre, Telemaco non interrompe i contatti con il venditore
francese, e continua a mandare i suoi lavori anche a seguito di
comunicazioni poco confortanti:
«Caro Signore, mi
rincresce molto che abbiate inviato la vostra opera senza averci
prima consultato. Dal momento che senza dubbio, vi avremmo evitato il
costo non indifferente di un trasporto inutile. Come le ho già
scritto in precedenza lo stato attuale delle trattazioni […].
Le vostre tavole per il
prezzo modesto che ci avete chiesto di raggiungere per poterle
vendere. Vogliate quindi farci sapere dove volete che vi renda
quest'opera se a Firenze o ad un'altra destinazione che vorrete
indicarmi.
Vi porgo, mio caro
Signore i miei più cordiali saluti
C.ie
Goupil». 19
E poi ancora:
«Caro Signore,
Come avete già […]
riceverete un […] per il disbrigo del nostro affare, potrete
rivolgervi a Monsieur Goupil o direttamente a me come già saprete
dalla lettera che avrete certo ricevuto nella quale si annuncia
l'arrivo delle vostre opere». 20
L'amico Boldini, sempre
in stretta corrispondenza con Telemaco, oltre a riferire su fatti più
generali esorta comunque il pittore a far recapitare dei lavori
all'Atelier Goupil. 21
Anche se giunge poi a
mostrare molta amarezza per non aver ceduto nessun quadro dell'amico
al rivenditore francese a seguito del cattivo andamento degli affari.
Prende la decisione di mandarli in ogni modo presso la Maison
parigina con l'aspettativa di poterli vendere in futuro, quando il
mercato si fosse ripreso. 22
E qualche mese dopo dalla
ditta Goupil si ribadisce la stasi dei traffici commerciali:
«Signore,
abbiamo l'onore di
avvisarla, che secondo le vostre precise istruzioni, abbiamo spedito
quest'oggi attraverso la Posta Celere, le vostre due opere, che ci
avevate voluto comunque inviare.
Il cattivo stato degli
affari ci ha di molto complicato la vendita.
Vogliate ricevere, caro
signore, i nostri più distinti saluti
C. Goupil e RH Tripp». 23
Nell'elenco dei Quadri
d'invenzione venduti Telemaco segnala comunque la alienazione
di un dipinto di qualche anno successivo, Processione in campagna,
del 1878 per 300 L. it., a Goupil, avvenuta sicuramente nel viaggio
che tra maggio e giugno di quel medesimo anno intraprende per Parigi.
24
Ed è ancora il Registro
di vendite dell'Atelier Goupil ad avallare questa puntuale
informazione poiché in quello individuato col numero 9, comprensivo
degli anni tra il 1876 e il 1879, è segnalato il lavoro: Una
processione. Florence, n. 12802, pagina 164, acquistato
nell'estate del 1878.
Anche il soggiorno di
Telemaco a Londra e a Parigi del 1884, motivato da finalità
strettamente economiche, seppur quei luoghi siano da ritenere molto
attraenti per un artista cólto e originale, facilita più volte
l'incontro con Goupil.
A Londra tra maggio e
giugno gli consegna cinque dipinti ma senza esito alcuno per la loro
cessione.
Durante questa permanenza londinese come più volte
sottolineato da Signorini stesso nel concisissimo Diario di
viaggio che ha cura di tenere, la sua attività risente
fortemente della crisi del mercato e le vendite sono assai limitate.
Riesce a liquidare due lavori ad uno dei più
importanti negozianti dell'Haymarket, Thomas MacLean, per sette
lire: I ragazzi che pescano e Mezzogiorno a Piancastagnaio.
Adelina Falconer, ora signora Wolff e già sua committente a Firenze,
gli compra due dipinti: Le bambine che lavano in Arno e il
Fianco di Santa Croce per 10 lire, 250 fr.
Ma altri accreditati rivenditori quali Arthur Lucas,
Henry Wallis, proprietario della French Gallery in 22, Albemarle
Street, Arthur Tooth, William Agnew, gallerista in Waterloo Place,
Paul Colnaghi, Hollender, negoziante in Bedford Square 25
e un altro mercante di Piccadilly, come lo stesso Goupil, non
acquistano nulla. 26
A Parigi dove Signorini
arriva il 20 giugno 1884 per trovare ulteriori opportunità di
compravendita, contatta l'Atelier Goupil. Annota infatti con
puntualità nel Diario: 23 giugno - «Boldini viene in camera
mia a vedere gli studi e mi fa due introduzioni, e una per Petit
l'altra per Boussod».
E ancora il 24 giugno:
«coi miei studi da Boussod successore Goupil con un biglietto di
Boldini e venduto niente». 27
Questo è l'ultimo
viaggio compiuto da Telemaco nelle due città straniere e come in
quelli precedenti degli anni 1881 e 1883 non è certo senza buone
ragioni. Sorge dalla prontezza dell'artista di auto referenziarsi
presentando con grande modestia la propria arte rincorrendo traguardi
specifici e opportunità favorevoli tramite una variata rete di
amicizie già stabilita a Firenze e vólta a rafforzare nel tempo
quella con i commercianti inglesi e parigini interessati ai suoi
lavori.
Così a Parigi come a
Londra l'artista lavora molto, dipingendo o disegnando veloci
impressioni di luoghi caratteristici sollecitanti particolarmente la
sua immaginazione, ma anche con l'intento di rinnovare il suo
repertorio, essendo attratto dai possibili risultati economici
derivanti dalla sua spiccata e consolidata intraprendenza.
NOTE
1 Le lettere fanno parte del carteggio di Telemaco Signorini
conservato nella Sala Manoscritti e Rari della Biblioteca Nazionale
Centrale di Firenze e non sono mai state pubblicate, fino ad ora,
nella loro totalità. Un particolare
ringraziamento è rivolto al personale della Sala per la continua
disponibilità dimostrata nel corso delle ricerche. La ditta di
Goupil & C. è stata fondata
nel 1829 da Adolphe come casa editrice. Nei primi anni Settanta
diventa il più importante organismo internazionale, con succursali
in tutto il mondo, finalizzato alla vendita di quadri e riproduzioni
in grado di garantire ai suoi artisti un sicuro apporto finanziario.
2
Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze,
C. V. 469, 68n.1, da Firenze. É già stata segnalata
nell'edizione generale delle opere di Giovanni Boldini del 2004, a
cura di F. DINI – P. DINI, p. 40, ma inserita in questo contesto
assume un rilievo nuovo e significativo.
Il
29 marzo 1872 da Parigi Goupil padre scrive a De Nittis: « ...
Albert rientra dall'Italia, è andato sino a Roma. Il suo viaggio
è durato solo tredici giorni; se fosse stato a conoscenza della sua
decisione si sarebbe spinto probabilmente sino a Napoli; ma poichè
credeva che lei avesse sempre la stessa intenzione di rientrare in
aprile, non glien'è venuta l'idea. Peraltro ritornerà in
autunno e avrà piacere di vedervi ...»,
DINI - MARINI 1990, p. 297, e scrive ancora il 20 agosto: « ...
Credo che all'inizio di settembre riceverà una sua visita [di
Albert] o quella di Boussod. Quest'ultimo non conosce ancora
l'Italia e desidera fermamente visitare questo paese dell'arte.
Ma, se come credo, lei resterà ancora per un po‘ a Napoli, avrà
occasione di vedere anche Albert dato che i nostri affari con gli
artisti italiani e spagnoli hanno assunto una tale importanza che
saremo obbligati o l'uno o l'altro ad andarci più volte nel
corso della stagione invernale ...», EAD, De Nittis, 1990, p. 302.
3
Aria di Parigi nella pittura italiana del
secondo Ottocento, 1998-1999, p. 180;
Telemaco Signorini e la pittura in Europa,
2009-2010, p. 146.
4
Vendita al pubblico incanto della ricchissima collezione di Augusto
Jandolo di Roma, 1913, p. 10, n.
62, tav. 4 (“Primavera”. Due bambini sdraiati in un prato in
collina. Suggestivo dipinto a olio).
5
Geometrie della luce. Il paesaggio toscano nella
pittura italiana tra otto e novecento, 2001,
p. 89; Macchiaioli a Montepulciano.
Capolavori e inediti privati, 2010, p. 53,
n. 18, p. 108; Macchiaioli a Villa Bardini,
2011, n. 18, p. 108, n. 18.
6
Archivio Società delle Belle Arti. Circolo degli Artisti “Casa di
Dante”, Firenze. Un sentito ringraziamento è rivolto alla
Dott.ssa Claudia Borgia per la estrema cortesia e professionalità.
Dell'opera non conosciamo l'ubicazione attuale. Anche nel
catalogo dal titolo Esposizione retrospettiva, 1910, sono
esposte due opere dal titolo diverso: Primavera del Sig.
Mario Gelli, L. 4000 e La Primavera proprietà del Sig. Thos
Strange e C, L. 3000.
7
Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze
d'ora in avanti, BNCF C. V.
469, 88n.2, Bruxelles 22 marzo 1872.
Le lettere sono in numero di 9.
8
Il 2 novembre 1872 Henry Wallis compra da Goupil.
Secondo Paul Nicholls, Signorini nel 1873 durante il primo soggiorno
nella città inglese, potrebbe aver visto anche le opere di De
Nittis e di Boldini alla French Gallery diretta da Wallis.
Quest'ultimo acquista nel
tempo Studio di Combs-la-Ville e I cacciatori in Maremma
per 250 franchi.
Lo
conosce nel 1883: il 15 maggio vede l'agente di vendita Federico
Sacchi ed ha un primo appuntamento con Wallis, incontrandolo solo il
17. Il 18 l'inglese va a vedere i suoi quadri, mentre il 22 il
pittore parla con Thomas Wallis e anche col padre. Il 31 gli lascia
i suoi lavori, riprendendoli il 1° giugno senza aver venduto nulla.
9 PITTALUGA - PICENI 1963, pp. 331-332; La
Maison Goupil, 2013, p. 75.
Già nel
1867 Goupil acquista alcuni lavori di De Nittis. Nel 1868 De Nittis
firma il suo primo contratto con il mercante francese. Nel 1871 di
ritorno a Parigi, De Nittis sottoscrive un contratto esclusivo con
Goupil.
10
BNCF, C. V. 469, 68n.2. I Maquais sono
una famiglia di banchieri irlandesi trasferitisi a Firenze
all'inizio del XIX secolo. Una indagine nell'archivio privato
presso il British Institute of Florence non ha prodotto nessun dato
utile alla ricerca perché vi sono conservati soprattutto documenti
privati relativi alla famiglia.
11
TROLLOPE 1888,
p. 348.
12
Archivio Storico delle Gallerie degli Uffizi, Permessi di estrazione, 1862, 1863.
13
BNCF, C. V. 467, 86n.2; CANALI 2011, p.
68.
14Biblioteca Marucelliana Firenze, Fondo Vitali, 1. C. 4. 6 aprile 1872 da Portici. De
Nittis rammenta, più in generale, anche l'annullamento di un
viaggio di lavoro, propostogli in precedenza, a seguito della
diminuzione dei compensi da parte del mercante che l'ha
prospettato e chiede poi all'amico dell'eventuale partecipazione
all'imminente mostra di Milano: «Di Milano che ne dici?
Esporrai?»
Nell'Esposizione alla Regia Accademia di Brera, apertasi il 26 agosto e protrattasi
fino a ottobre, Signorini presenta alcuni piccoli studi: Vinci
Alto n. 663, Casa di Anchiano presso Vinci, n. 664,
Millo, campanajo di Vinci, n. 665 e Casa rustica, n. 666.
Si ringrazia il personale della Sala Manoscritti e Rari della
Biblioteca Marucelliana per la preziosa assistenza.
15
Telemaco Signorini e la pittura in Europa, catalogo della mostra di Padova, pp. 303-304.
16
Anche Boldini e De Nittis spingono Telemaco a recarsi di persona in
Parigi. Boldini lo invita fin dal gennaio di quell'anno, De Nittis
lo richiama con la lettera del 7 aprile 1873.
17
Lettera informativa al Presidente della R.
Accademia di Belle Arti di Firenze, 1892. SOMARE’ 1926, p. 278.
Frèdèric
Reitlinger è il mercante austriaco il quale possiede un negozio a
Parigi: Tableaux Modernes.
I rapporti con Signorini sono già stabiliti a Firenze dove il 28
aprile 1873 quest'ultimo riceve una sua prima missiva.
Il mercante
lo avvisa dell'arrivo da parte del suo banchiere di Roma della
somma di 400 lire, come pagamento del piccolo lavoro di Telemaco,
assai gradito, che spera di vendere con un buon ricavato. Lo stimola
anche ad inviarne di nuovi. BNCF, C. V. 471, 82. L'opera potrebbe
essere quella dal titolo Una Pastora,
come indicato da Telemaco nella lista dei quadri venduti: n.
81 – 73.
Una pastora.
Reitlinger. BACCI
1969, p. 210.
In un altro
messaggio (s.d., ma verosimilmente risalente al 1873) Signorini
sollecita Reitlinger al pagamento di 500 franchi per una sua opera
da lui accettata. Prega anche il suo assistente di affrettare il
versamento a seguito del poco tempo rimastogli per trattenersi a
Parigi. E' scritto sulla carta intestata Frèdèric Reitlinger,
Tableaux Modernes e
ciò fa presumere che appartenga al periodo antecedente al rientro
di Telemaco a Firenze nel settembre di quell'anno. BNCF, C. V.
472, 64bisII.
Esistono
molti disegni preparatori dei dipinti eseguiti in questa località a
circa 30 chilometri da Parigi tra il fiume Yerres e la Forêt de
Sénart: Combs-la-Ville, Ponte di legno a
Combs-la-Ville, Alberi a Combs-la-Ville e
Riviera a Combs-la-Ville.
Fra i
dipinti di impronta francese ricordiamo: Sul
sentiero a Combs-la-Ville (Studio a Combs-la-Ville),
Il ponticello di legno a Combs-la-Ville,
Contadina nei campi a Combs-la-Ville,
Nei pressi di Passy,
Combs-la-Ville.
18
BNCF, C. V. 472, 45n.1, da
Firenze il 21 giugno 1873.
19
BNCF, C. V. 469, 68n.3, 28
novembre 1873, di Albert Goupil.
20 BNCF, C. V. 469, 68n.4. 4
dicembre 1873 da Parigi (Goupil & C.
Editeurs Imprimeurs. Estampes
francaises e Etrangeres.
Tableaux Modernes,
Rue Chaptal 9, Paris Succursales à la Haye, Londres, Berlin,
New-York).
L'intestazione
della lettera rimanda alle diverse sedi della Maison
sebbene il procedimento commerciale prevedesse come la fornitura dei
dipinti, stampe e fotografie fosse centralizzata a Parigi.
21
BNCF, C. V. 467, 89n.7, 30 novembre 1873 dall'11 Place Pigalle –
Paris; Lettere inedite, 1975,
p. 74; Giovanni Boldini,
1984, p. 121.
22
BNCF, C. V. 467, 89n.8, da Parigi 26 dicembre 1873; Giovanni
Boldini, 1984, p. 121.
23
BNCF, C. V. 469, 68n.5, 30
marzo 1874, da Parigi a Signorini.
Due ulteriori lettere di Albert Goupil del
15 dicembre 1879 e del 1° gennaio 1880 sono recapitate a Signorini
e riguardano la trattativa di vendita legata ad un bassorilievo:
«Caro Signor Signorini,
vi
ringrazio per la fotografia. In effetti il Robbia è davvero molto
bello e mi rincresce molto di non poter venire a vederlo di persona.
A quale prezzo lo vorreste vendere?
Vi
prego di informarmi al più presto al riguardo. Al momento la mia
stima per l'opera è di 10 lire e 29 ma sicuramente la si potrà
aumentare rispetto a ciò che posso evincere dalla fotografia che mi
ha inviato.
Con
amicizia
Albert
Goupil
Ps.
Vi riscriverò non appena mi avrete confermato il prezzo».
«Caro Signore, vi ringrazio
Il prezzo del bassorilievo mi sembra
un po' troppo esoso. Ma prima di decidere circa una questione
tanto importante, sarebbe meglio poterla veder di persona cosa che
potrò fare molto presto a Firenze. Vi auguro buon anno. Vi porgo le
mie più sincere profferte d'amicizia. Albert
Goupil››. BNCF, C. V. 469, 68n.6 da
Parigi, Rue Chaptal, 9; BNCF,
C. V. 469, 68n.7. Qualche anno dopo Signorini forse riesce ad
alienare il bassorilievo. Una sua annotazione nell'Inventario
ci orienta verso
questa convinzione: ̋157 82. Per
senseria della Vendita di La Robbia dai Martelli 500 lire ̏. BACCI
1969, p. 212, carta
6r.
24
BACCI 1969, p. 211, n. 118.
25
Si tratta probabilmente di Max Hollender che ha aperto una galleria
a Londra insieme a Eugene Cremetti intorno al 1880.
26
Alcuni di questi mercanti in altre occasioni acquistano i lavori di
Signorini: Henry Wallis possiede Sul sentiero a
Combs-la-Ville (Studio a Combs-la-Ville) e I Cacciatori in
Maremma; Arthur Lucas Autunno a Montepulciano,
Chiacchiere a Riomaggiore, Tramonto sull'Arno, Ulivi
a Settignano e Riomaggiore.
27 BACCI 1969
p. 199, carta 36v. e
carta 37r.
In questo
soggiorno parigino Telemaco si rivolge ad altri commercianti d'arte
come ricorda in notes:
“poi in Rue St. George da un negoziante amico di Manzi con una sua
lettera (Tripp?) e non compra nulla e poi vado da Petit al quale
piacciono tanto le cose mie e non concludo niente”. Richard Howard
Tripp è un mercante inglese, proprietario insieme a Arnold Petrus
Eversteijn della Maison Arnold e Tripp situata all' 8, rue Saint
Georges. Hanno una sede anche a Londra. Tripp ha contatti di lavoro
anche con Goupil come risulta dalla sua firma, insieme a quella del
mercante francese, nella lettera del 30 marzo 1874 che Telemaco
riceve da Parigi, BNCF, C. V.
469, 68n.5. Agli anni Settanta risalgono anche i rapporti che i due
mercanti hanno con Giovanni Boldini, del quale ne trattano
direttamente le opere. GUIDI 2015, p. 40.
Georges
Petit è il prestigioso mercante, temibile rivale di Paul
Durand-Ruel. Organizza annuali Esposizioni Internazionali di artisti
contemporanei fra cui gli Impressionisti, ma è anche estimatore di
Rembrandt e Rubens.
La
lussuosissima sede della sua Maison
è in 12, rue Godot de Mauroy.
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TROLLOPE
1888
Thomas Adolphus TROLLOPE, What I Remember, New York, Harper & Brothers, 1888.
Vendita
al pubblico 1913
Vendita al pubblico incanto della ricchissima collezione di Augusto Jandolo di Roma, e di altro distinto collezionista: quadri moderni, pastelli, acquarelli, acqueforti, disegni ecc., Firenze, Impresa Vendite, 1913.
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