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Telemaco Signorini e i contatti con la Maison Goupil  

Loredana Angiolino

ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 23 Maggio 2024, n. 956
https://www.bta.it/txt/a0/09/bta00956.html
Articolo presentato il 12 Aprile 2024, accettato il 02 Maggio 2024 e pubblicato il 23 Maggio 2024
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Un piccolo gruppo di lettere conservate a Firenze, firmate alcune, da Albert Goupil, figlio di Adolphe, il quale lo introduce alla guida della Maison negli anni Settanta dell'Ottocento, consente di stabilire il primo contatto diretto di Telemaco Signorini con l'Atelier francese nel marzo del 1872. 1

Al giorno 19 di quel mese, infatti, risale l'importantissima comunicazione di Albert Goupil da Firenze dove è di passaggio alla ricerca di nuovi artisti da inserire nel proprio giro di vendite, inerente l'acquisto di un lavoro di Telemaco. Goupil, infatti, scrive: «Sareste gentile se mi inviaste il vostro dipinto con quelli di Sorbi. Boldini rientrerà qui e gli darò la somma di 400 f.». Se l'importo non fosse bastato avrebbe consegnato poi a mano altri danari a seguito dell'amabile promessa di rispondere al suo invito di recarsi a Parigi. 2

Da quanto ricaviamo poi dall'inventario dei Quadri d'invenzione venduti redatto personalmente da Telemaco, Goupil compera un altro dipinto: La primavera, contrassegnato col numero 55, e risalente al 1870. Una circostanza capace, questa, di avviare una continua serie di supposizioni critiche, che seppur valide non sono giunte ad una persuasiva e definitiva soluzione. Solamente da qualche decennio si tende a individuare quest' opera con quella ad olio su tela di cm. 39,5 X 50 in collezione privata. La provenienza del dipinto dal mercato straniero ha rafforzato l'ipotesi che possa essere quello acquisito dal negoziante francese. Tuttavia nessuno studioso sostiene la certezza del riconoscimento: nel 1999 quando viene esposto a Livorno il recensore della scheda segnala con precisione: «Resta comunque difficoltoso un accertamento definitivo sull'identificazione del quadro acquistato da Goupil proprio per l'ambiguità generica del titolo che potrebbe di volta in volta etichettare versioni più paesaggistiche o più narrative». E ancora più recentemente in occasione della mostra di Padova del 2009 si pone l'accento sulla storia alquanto ingarbugliata del dipinto e sulla discutibile convinzione che questo sia veramente quello ceduto a Goupil. 3 A rendere ulteriormente articolata la delicata questione è la presenza di altre opere con la stessa intitolazione. Una quasi identica a quella in collezione privata, ma di dimensioni appena poco inferiori (cm. 32 X 43), è presentata all'asta dall'antiquario romano Augusto Jandolo a Firenze nel 1913 4 già appartenente a Thos Strange e successivamente passata a Carlo Strange. E' poi segnalata da Francesco Sapori nel 1919 nella piccola monografia dedicata al pittore (La primavera, 1863, n. 4) e pubblicata nel 1997 con il titolo La primavera (1870, cm. 32 X 43,5) in I Macchiaioli nuovi contributi, tav. 22.

Ancora una diversa opera dal titolo Primavera, datata tra il 1860 e il 1863 (cm. 30 X 38) è esibita a Seravezza nel 2001, a Montepulciano nel 2010 e poi nel 2011 a Firenze5.

Esiste anche un bozzetto su cartone (Primavera, cm. 11 X 17) di proprietà di Andreina Gatti Casazza di Milano riportato in Onoranze a Telemaco Signorini, Mostra delle opere della Reale Galleria dell'Accademia, Firenze, autunno 1926, Firenze, Arti Grafiche, 1926, n. 69, passato sul mercato fiorentino. Nel medesimo catalogo appaiono citati uno studio su cartone al n. 55 (Primavera, cm. 17,5 X 26) e un bozzetto (n. 182 di cm. 13 X 18) datato 1874, della collezione di Mario Vannini Parenti di Firenze.

Nell'elenco dei Quadri d'invenzione venduti appare un'altra opera con lo stesso titolo: al numero 7, eseguita nel 1858 e mostrata alla Esposizione fiorentina della Società Promotrice di Belle Arti nel 1860 dove è ceduta alla Marchesa Maria Vettori Medici.

Ciò risulta pure dal catalogo dell'Esposizione: La primavera, n. 23, Francesconi 60 e dall'inedito documento Scelta delle opere. Opere scelte dai soci favoriti dalla sorte dell'Esposizione effettuata il 3 giugno 1860. XVI Sociale. Il nome del premiato è infatti quello della signora, alla quale sono attribuite anche le opere di Serafino De Tivoli, Acquedotto di Nerone e di Vincenzo Cabianca Avanzi della Chiesa di S. Pietro Porto Venere.6


L'incontro con Goupil è ricordato anche dal rivenditore Joan Hollender, proprietario di una Galleria di quadri moderni e antichi in Rue des Croisades 7, a Bruxelles dove è attivo sin dal 1850, e da qui il 22 marzo 1872 scrive a Telemaco:

«Ho ricevuto proprio oggi la vostra lettera in data 19 marzo insieme a quella del signor Cannicci di Firenze. Mi spiace molto che la visita del signor Goupil mi abbia privato del piacere di entrare in possesso dell'opera che voi mi avevate in un primo momento destinato. Io spero che in futuro la prossima vostra opera ben riuscita mi sarà senza dubbio riservata.

Per dare inizio ai miei rapporti con Firenze: ho acquistato un'opera del signor Cannicci che ho visto attraverso la fotografia.

Attendo con ansia care notizie da parte vostra. Il vostro devoto

Hollender

P.S. I vostri prezzi sono ancora in lire italiane». 7

Hollender intrattiene una esigua corrispondenza con Signorini tra il maggio del 1872 e il maggio dell'anno dopo. Il commerciante a seguito del tentativo di estendere la sua zona di influenza ha già stabilito dei contatti con artisti di Roma e di Milano. Tramite Raffaele Sorbi arriva a Telemaco. Dalle missive inviate a quest'ultimo in quello scarto di tempo, si evince come le opere realizzate non incontrano il gusto del mercato di Bruxelles: la tavoletta con le ‘piccole fanciulle intente a studiare la loro lezione' è rifiutata dopo una prima proposta di acquisto. Lo stesso Signorini ne segnala l'alienazione nell'Elenco dei Quadri d'Invenzione Venduti, premurandosi poi di correggere, cancellandola. Così anche per i piccoli paesaggi offerti più volte. Lo scontento di entrambi, del quale è facile rendersi conto leggendo le lettere, pone fine a questa relazione.

Forse Hollender acquista solo La villa Giusti sull'Arno eseguito nel 1871, E [sic] Hollender infatti è indicato ancora da Signorini nell'Elenco dei Quadri d'Invenzione Venduti al n. 57 della lista.

Anche un altro toscano Amos Cassioli risulta in contatto con il collezionista belga il quale anche attraverso l'acquisizione dell'opera di Niccolò Cannicci mostra lo spiccato interesse per la pittura italiana.

La definitiva conferma del rapporto di Telemaco con Goupil giunge incontestabilmente dall'analisi dei Registri di vendite della sua ditta conservati presso gli archivi del Getty Research Insitute di Los Angeles. In quello contrassegnato col numero 5 relativo agli anni 1870-1872 al numero 6332, compare la dicitura Pajsage. Signorini, e riferibile al mese di aprile 1872 quando il mercante seleziona anche opere di Sorbi. Con questi elementi giungiamo a circoscrivere quasi con sicurezza il momento della vendita dell'opera ascrivibile esattamente al marzo del 1872. Nel Registro numero 6 relativo al periodo compreso tra il 1872 e il 1873 a p. 45, n. 6332 compaiono altre annotazioni: Paysage, Signorini, 800f. e poi M. Wallis Londra, cioè il nome del compratore, il gallerista Henry Wallis e il prezzo di liquidazione, avvenuto il 2 novembre 1872. La casella con il titolo del dipinto è inoltre barrata proprio per sottolinearne l'alienazione. 8

Sino al 1872 la ditta Goupil ha manifestato poca propensione per la scelta dei dipinti di artisti italiani e questo è spiegato chiaramente nella lettera di Adolphe Goupil alla signora Lèontine Gruvelle, moglie di Giuseppe De Nittis: «Fatta eccezione per questo artista e vostro marito, non ho particolari interessi per l'Italia. A Roma e in altre città si producono molti dipinti, ma a dire il vero il valore di quelle opere non è tale da scatenare in noi la premura di acquisirle. E, poiché voi tornerete presto, non c'è altro che mi metta fretta». 9

Ma dopo tale anno le compere aumentano considerevolmente in seguito ai tentativi dei mercanti d'arte di istituire una rete commerciale in Italia e di promuovere l'attività dei pittori italiani partecipanti ai Salon di Parigi.

In conseguenza delle mutate circostanze imprenditoriali, Goupil si appresta così a procacciarsi un lavoro di Signorini insieme a quelli di un altro promettente artista italiano, Raffaello Sorbi.

De Nittis per parte sua contribuisce ad ampliare risolutivamente la sfera d'influenza del negoziante francese attraverso i suoi contatti personali con altri pittori italiani quali Francesco Paolo Michetti, Giovanni Boldini e Vittorio Corcos, già operanti nel mercato francese.

Il completamento della pratica per l'acquisto dell'opera di Telemaco è sancito dalla missiva del 5 aprile 1872 da Parigi che ne decreta l'arrivo a destinazione. Albert Goupil scrive infatti:

«Caro Signore,

abbiamo ricevuto oggi la vostra opera e abbiamo subito scritto al Signor Maquay di procedere con la vendita a nostro nome per la somma di 400 fiorini che già vi avevamo anticipato.

Il Signor Sorbi ha affermato che oltre a ciò che noi vi abbiamo comunicato vi invieremo il denaro». Chiede poi dell'eventuale spostamento del pittore a Parigi:

«Sono convinto che avervi al più presto a Parigi sarebbe una cosa molto buona». 10

Il ‘Signor Maquay' citato in questa lettera è certamente George Disney Maquay appartenente ad una ricca famiglia di banchieri e possidenti, e titolare di una società che si occupa di svariate iniziative finanziarie: operazioni bancarie, commissioni e spedizioni. E' una figura molto in vista nella Firenze di questi anni: già il capostipite della famiglia John Leland junior è introdotto alla corte granducale, come ricorda Thomas Adolphus Trollope nel suo What I Remember: «Il signor Maquay, il banchiere, sempre offriva i suoi buoni uffici [per la presentazione] di americani alla corte, dato che non esistevano a quel tempo rappresentanti ufficiali degli Stati Uniti d'America presso il Granducato di Toscana». 11 Si prodigano anche a stabilire contatti con le istituzioni artistiche di Firenze e i giovani studiosi americani. Il nome di George risulta poi ricorrente sin dagli anni ‘60 nelle licenze di esportazione delle opere d'arte dentro e fuori dal Granducato per essere vendute, acquistate o scambiate come si deduce da una preliminare indagine nell'Archivio Storico delle Gallerie degli Uffizi.12

Nel luglio successivo l'amico architetto e scrittore Camillo Boito, nella comunicazione del 5 di quel mese, ribadisce la relazione di lavoro intrapresa da Telemaco con la Maison francese.

Dopo aver chiesto notizie sui probabili dipinti da mandare alla Esposizione Nazionale di Belle Arti di Milano di prossima apertura, scrive con precisione: «Non ti so dire quanto mi abbia rallegrato il sentire che il Goupil s'è pigliato alcuni tuoi dipinti. Hai abbandonato l'idea di andare a Parigi? …». 13

Ancora nell'autunno del 1872, la prevista visita nello studio di De Nittis a Napoli di Goupil figlio, sostituito nell'ottobre dalla figura di Léon Boussod, socio dell'Atelier Goupil, sostiene ulteriormente questa trama di contatti professionali.

Già ad aprile De Nittis esprime il desiderio di poter cedere qualcuna delle loro opere per la importante casa di vendite parigina auspicando anche un maggior coinvolgimento di Albert rispetto a quanto fatto dal padre in altre occasioni di incontro. A questa data è ormai consuetudine per i delegati della ditta Goupil compiere viaggi periodici nelle città di Firenze, Roma e Napoli per scoprire artisti talentuosi rispondenti con i propri lavori al loro gusto e promuoverne l'attività presso le sedi della Maison:

«Quello che io vorrei – scrive a Telemaco - è che per l'autunno tenessi qualche cosa a far vedere a Goupil figlio che verrà a vedermi qui, e spero che quello che il primo non ha fatto lo farà questo secondo, e anzi se lui avesse saputa la mia risoluzione di restare un anno ancora sarebbe venuto in un viaggio che ha fatto da poco a Roma e la cosa si sarebbe fatta ora». 14

E successivamente la signora De Nittis informa Telemaco dell'avvenuto arrivo in Italia di Boussod: 15

«Portici, primo ottobre ‘72.

Caro Signor Signorini, Mio marito ha dato il suo indirizzo al sig. Boussod socio della casa Goupil. La prego caldamente con la sua abituale gentilezza di condurlo negli studi degli artisti di sua conoscenza e di dargli gli indirizzi di Torino, Genova e Venezia scrivendo una lettera al sig. Zandomenigo [sic] per gli artisti che vi si trovano, dato che il sig. Boussod deve recarsi a Venezia. L'aspettiamo sempre. A quanto sembra lei non ha proprio ancora punto venire a trovarci a Napoli. E dire che c'era da indurla in tentazione, dal bel cielo al bel mare. Noi abbiamo una mezza idea di andarcene via prima di quanto non pensavamo. Dunque, forse a ben presto a Firenze, se lei non si sbriga a venir prima sin qui. Saluti affettuosi da tutti e due L. e de Nittis. Strada Cecere, Villa Gaetani Portici».

Il legame professionale subisce la definitiva conferma a seguito del viaggio di Telemaco a Parigi nel maggio del 1873, sollecitato più volte dal rivenditore medesimo. Presso la sua Maison Telemaco lascia svariati dipinti con la speranza di venderli a prezzi vantaggiosi. 16

Telemaco stesso ricorda come durante questo soggiorno lavori alacremente, stimolato soprattutto dall'atmosfera della campagna attorno a Parigi. Presso Seine et Marne a Combs-la-Ville in compagnia dell'amico Giovanni Boldini dipinge molti lavori da offrire ai negozianti Goupil e Reitlinger, verificando in prima persona il carattere e l'orientamento del mercato internazionale. 17

Nelle opere realizzate in questa località, oppure al ritorno nello studio fiorentino come consuetudine del pittore, sorprende il singolare equilibrio tra la intensa luminosità e l'originale intonazione cromatica, la tavolozza smagliante in certi brani isolati, la velocità nel rendere l' emozione colta nella sua immediatezza, caratteri sicuramente maturati sulla scorta delle espressioni più sciolte degli amici De Nittis e Boldini, da ora e ancora per molto tempo, oggetto di seguitata e insistente riflessione.

Il ponticello di legno a Combs-la-Ville è certamente la tavola nella quale in modo esemplificativo questa sensibilità nuova ed efficace si avverte prorompente in tutta la sua autenticità e naturale fragranza: vivace è il gruppetto dei ragazzi intenti a pescare, perfettamente riuscita è la resa del riflesso della luce sull'acqua e tra le fronde degli alberi, vibrante è l'atmosfera del bel paesaggio circostante. (Fig. 1)



Fig. 1 – TELEMACO SIGNORINI, Il ponticello di legno a Combs-la-Ville, 1873, olio su tavola, cm. 16,5 x 26,5, Collezione privata. Courtesy Museoarchives Giovanni Boldini Macchiaioli, Pistoia
Fig. 1 – TELEMACO SIGNORINI
Il ponticello di legno a Combs-la-Ville, 1873
olio su tavola, cm. 16,5 x 26,5
Collezione privata.
Courtesy Museoarchives
Giovanni Boldini Macchiaioli, Pistoia


E vicinanze ancora più strette tra Signorini e il ferrarese sono palpabili in dipinti quali Sul sentiero a Combs-la-Ville (Fig. 2) e A la campagne (La primavera) (Fig. 3)

Fig. 2 – TELEMACO SIGNORINI, Stradina a Combs la Ville, 1873, olio su tavola, cm. 26,5 X 17, Collezione privata. Courtesy Enrico Gallerie d'Arte, Milano
Fig. 2 – TELEMACO SIGNORINI
Sul sentiero a Combs-la-Ville, 1873
olio su tavola, cm. 26,5 x 17
Collezione privata
Courtesy Enrico Gallerie d'Arte, Milano



Fig. 3 – GIOVANNI BOLDINI, A la campagne (La primavera), 1872, olio su tavola, cm. 67 X 54,5, Collezione privata. Courtesy Enrico Gallerie d'Arte, Milano
Fig. 3 – GIOVANNI BOLDINI
A la campagne (La primavera)
1872, olio su tavola, cm. 67 x 54,5
Collezione privata
Courtesy Enrico Gallerie d'Arte, Milano

con i medesimi tagli di strade viste lateralmente o di fronte - di denittissiana memoria - le luci perturbate, la vegetazione rigogliosa e fremente e le scenette familiari come il puntuale inserto della giovane mamma col figliolo tra le braccia.

Le due opere del fiorentino accertano apertamente la assoluta indipendenza poetica del pittore, l'indiscussa modernità del suo linguaggio espressivo e lo stile autentico e personalissimo, con soluzioni cromatiche e luministiche ben oltre l'iniziale linguaggio della ‘macchia', fatto di forti contrasti di luce e chiaroscuri.

Pure il fratello Paolo, al quale Telemaco riferisce solitamente ad ogni suo viaggio ciò che ritiene di particolare interesse, auspica nuove vendite: «Son lietissimo di sentire che la tua salute vada assai bene ma vorrei che anche i tuoi affari prendessero buon piede, ma come mai non hai ancora potuto vender nulla di quel che portassi se non che quel quadrettino che ancora non ti hanno pagato? La mamma che fra parentesi sta discretamente bene, è molto dispiaciuta anche lei di sentire che la tua borsa non è punto rinfrescata.

… Meno male che almeno ti diverti un poco e non foss'altro avrai fatto una passeggiata; speriamo che tu venda se Goupil ti espone i lavori nel suo magazzino». 18

Dopo il ritorno a Firenze in settembre, Telemaco non interrompe i contatti con il venditore francese, e continua a mandare i suoi lavori anche a seguito di comunicazioni poco confortanti:

«Caro Signore, mi rincresce molto che abbiate inviato la vostra opera senza averci prima consultato. Dal momento che senza dubbio, vi avremmo evitato il costo non indifferente di un trasporto inutile. Come le ho già scritto in precedenza lo stato attuale delle trattazioni […].

Le vostre tavole per il prezzo modesto che ci avete chiesto di raggiungere per poterle vendere. Vogliate quindi farci sapere dove volete che vi renda quest'opera se a Firenze o ad un'altra destinazione che vorrete indicarmi.

Vi porgo, mio caro Signore i miei più cordiali saluti

C.ie Goupil». 19


E poi ancora:

«Caro Signore,

Come avete già […] riceverete un […] per il disbrigo del nostro affare, potrete rivolgervi a Monsieur Goupil o direttamente a me come già saprete dalla lettera che avrete certo ricevuto nella quale si annuncia l'arrivo delle vostre opere». 20

L'amico Boldini, sempre in stretta corrispondenza con Telemaco, oltre a riferire su fatti più generali esorta comunque il pittore a far recapitare dei lavori all'Atelier Goupil. 21

Anche se giunge poi a mostrare molta amarezza per non aver ceduto nessun quadro dell'amico al rivenditore francese a seguito del cattivo andamento degli affari. Prende la decisione di mandarli in ogni modo presso la Maison parigina con l'aspettativa di poterli vendere in futuro, quando il mercato si fosse ripreso. 22

E qualche mese dopo dalla ditta Goupil si ribadisce la stasi dei traffici commerciali:

«Signore,

abbiamo l'onore di avvisarla, che secondo le vostre precise istruzioni, abbiamo spedito quest'oggi attraverso la Posta Celere, le vostre due opere, che ci avevate voluto comunque inviare.

Il cattivo stato degli affari ci ha di molto complicato la vendita.

Vogliate ricevere, caro signore, i nostri più distinti saluti

C. Goupil e RH Tripp». 23

Nell'elenco dei Quadri d'invenzione venduti Telemaco segnala comunque la alienazione di un dipinto di qualche anno successivo, Processione in campagna, del 1878 per 300 L. it., a Goupil, avvenuta sicuramente nel viaggio che tra maggio e giugno di quel medesimo anno intraprende per Parigi. 24

Ed è ancora il Registro di vendite dell'Atelier Goupil ad avallare questa puntuale informazione poiché in quello individuato col numero 9, comprensivo degli anni tra il 1876 e il 1879, è segnalato il lavoro: Una processione. Florence, n. 12802, pagina 164, acquistato nell'estate del 1878.

Anche il soggiorno di Telemaco a Londra e a Parigi del 1884, motivato da finalità strettamente economiche, seppur quei luoghi siano da ritenere molto attraenti per un artista cólto e originale, facilita più volte l'incontro con Goupil.

A Londra tra maggio e giugno gli consegna cinque dipinti ma senza esito alcuno per la loro cessione.

Durante questa permanenza londinese come più volte sottolineato da Signorini stesso nel concisissimo Diario di viaggio che ha cura di tenere, la sua attività risente fortemente della crisi del mercato e le vendite sono assai limitate.

Riesce a liquidare due lavori ad uno dei più importanti negozianti dell'Haymarket, Thomas MacLean, per sette lire: I ragazzi che pescano e Mezzogiorno a Piancastagnaio. Adelina Falconer, ora signora Wolff e già sua committente a Firenze, gli compra due dipinti: Le bambine che lavano in Arno e il Fianco di Santa Croce per 10 lire, 250 fr.

Ma altri accreditati rivenditori quali Arthur Lucas, Henry Wallis, proprietario della French Gallery in 22, Albemarle Street, Arthur Tooth, William Agnew, gallerista in Waterloo Place, Paul Colnaghi, Hollender, negoziante in Bedford Square 25 e un altro mercante di Piccadilly, come lo stesso Goupil, non acquistano nulla. 26

A Parigi dove Signorini arriva il 20 giugno 1884 per trovare ulteriori opportunità di compravendita, contatta l'Atelier Goupil. Annota infatti con puntualità nel Diario: 23 giugno - «Boldini viene in camera mia a vedere gli studi e mi fa due introduzioni, e una per Petit l'altra per Boussod».

E ancora il 24 giugno: «coi miei studi da Boussod successore Goupil con un biglietto di Boldini e venduto niente». 27

Questo è l'ultimo viaggio compiuto da Telemaco nelle due città straniere e come in quelli precedenti degli anni 1881 e 1883 non è certo senza buone ragioni. Sorge dalla prontezza dell'artista di auto referenziarsi presentando con grande modestia la propria arte rincorrendo traguardi specifici e opportunità favorevoli tramite una variata rete di amicizie già stabilita a Firenze e vólta a rafforzare nel tempo quella con i commercianti inglesi e parigini interessati ai suoi lavori.

Così a Parigi come a Londra l'artista lavora molto, dipingendo o disegnando veloci impressioni di luoghi caratteristici sollecitanti particolarmente la sua immaginazione, ma anche con l'intento di rinnovare il suo repertorio, essendo attratto dai possibili risultati economici derivanti dalla sua spiccata e consolidata intraprendenza.

   
   
   

NOTE

1 Le lettere fanno parte del carteggio di Telemaco Signorini conservato nella Sala Manoscritti e Rari della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e non sono mai state pubblicate, fino ad ora, nella loro totalità. Un particolare ringraziamento è rivolto al personale della Sala per la continua disponibilità dimostrata nel corso delle ricerche. La ditta di Goupil & C. è stata fondata nel 1829 da Adolphe come casa editrice. Nei primi anni Settanta diventa il più importante organismo internazionale, con succursali in tutto il mondo, finalizzato alla vendita di quadri e riproduzioni in grado di garantire ai suoi artisti un sicuro apporto finanziario.

2 Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, C. V. 469, 68n.1, da Firenze. É già stata segnalata nell'edizione generale delle opere di Giovanni Boldini del 2004, a cura di F. DINI – P. DINI, p. 40, ma inserita in questo contesto assume un rilievo nuovo e significativo.

Il 29 marzo 1872 da Parigi Goupil padre scrive a De Nittis: « ... Albert rientra dall'Italia, è andato sino a Roma. Il suo viaggio è durato solo tredici giorni; se fosse stato a conoscenza della sua decisione si sarebbe spinto probabilmente sino a Napoli; ma poichè credeva che lei avesse sempre la stessa intenzione di rientrare in aprile, non glien'è venuta l'idea. Peraltro ritornerà in autunno e avrà piacere di vedervi ...», DINI - MARINI 1990, p. 297, e scrive ancora il 20 agosto: « ... Credo che all'inizio di settembre riceverà una sua visita [di Albert] o quella di Boussod. Quest'ultimo non conosce ancora l'Italia e desidera fermamente visitare questo paese dell'arte. Ma, se come credo, lei resterà ancora per un po‘ a Napoli, avrà occasione di vedere anche Albert dato che i nostri affari con gli artisti italiani e spagnoli hanno assunto una tale importanza che saremo obbligati o l'uno o l'altro ad andarci più volte nel corso della stagione invernale ...», EAD, De Nittis, 1990, p. 302.

3 Aria di Parigi nella pittura italiana del secondo Ottocento, 1998-1999, p. 180; Telemaco Signorini e la pittura in Europa, 2009-2010, p. 146.

4 Vendita al pubblico incanto della ricchissima collezione di Augusto Jandolo di Roma, 1913, p. 10, n. 62, tav. 4 (“Primavera”. Due bambini sdraiati in un prato in collina. Suggestivo dipinto a olio).

5 Geometrie della luce. Il paesaggio toscano nella pittura italiana tra otto e novecento, 2001, p. 89; Macchiaioli a Montepulciano. Capolavori e inediti privati, 2010, p. 53, n. 18, p. 108; Macchiaioli a Villa Bardini, 2011, n. 18, p. 108, n. 18.

6 Archivio Società delle Belle Arti. Circolo degli Artisti “Casa di Dante”, Firenze. Un sentito ringraziamento è rivolto alla Dott.ssa Claudia Borgia per la estrema cortesia e professionalità. Dell'opera non conosciamo l'ubicazione attuale. Anche nel catalogo dal titolo Esposizione retrospettiva, 1910, sono esposte due opere dal titolo diverso: Primavera del Sig. Mario Gelli, L. 4000 e La Primavera proprietà del Sig. Thos Strange e C, L. 3000.

7 Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze d'ora in avanti, BNCF C. V. 469, 88n.2, Bruxelles 22 marzo 1872. Le lettere sono in numero di 9.

8 Il 2 novembre 1872 Henry Wallis compra da Goupil. Secondo Paul Nicholls, Signorini nel 1873 durante il primo soggiorno nella città inglese, potrebbe aver visto anche le opere di De Nittis e di Boldini alla French Gallery diretta da Wallis. Quest'ultimo acquista nel tempo Studio di Combs-la-Ville e I cacciatori in Maremma per 250 franchi.

Lo conosce nel 1883: il 15 maggio vede l'agente di vendita Federico Sacchi ed ha un primo appuntamento con Wallis, incontrandolo solo il 17. Il 18 l'inglese va a vedere i suoi quadri, mentre il 22 il pittore parla con Thomas Wallis e anche col padre. Il 31 gli lascia i suoi lavori, riprendendoli il 1° giugno senza aver venduto nulla.

9 PITTALUGA - PICENI 1963, pp. 331-332; La Maison Goupil, 2013, p. 75.

Già nel 1867 Goupil acquista alcuni lavori di De Nittis. Nel 1868 De Nittis firma il suo primo contratto con il mercante francese. Nel 1871 di ritorno a Parigi, De Nittis sottoscrive un contratto esclusivo con Goupil.

10 BNCF, C. V. 469, 68n.2. I Maquais sono una famiglia di banchieri irlandesi trasferitisi a Firenze all'inizio del XIX secolo. Una indagine nell'archivio privato presso il British Institute of Florence non ha prodotto nessun dato utile alla ricerca perché vi sono conservati soprattutto documenti privati relativi alla famiglia.

11 TROLLOPE 1888, p. 348.

12 Archivio Storico delle Gallerie degli Uffizi, Permessi di estrazione, 1862, 1863.

13 BNCF, C. V. 467, 86n.2; CANALI 2011, p. 68.

14Biblioteca Marucelliana Firenze, Fondo Vitali, 1. C. 4. 6 aprile 1872 da Portici. De Nittis rammenta, più in generale, anche l'annullamento di un viaggio di lavoro, propostogli in precedenza, a seguito della diminuzione dei compensi da parte del mercante che l'ha prospettato e chiede poi all'amico dell'eventuale partecipazione all'imminente mostra di Milano: «Di Milano che ne dici? Esporrai?»
Nell'Esposizione alla Regia Accademia di Brera, apertasi il 26 agosto e protrattasi fino a ottobre, Signorini presenta alcuni piccoli studi: Vinci Alto n. 663, Casa di Anchiano presso Vinci, n. 664, Millo, campanajo di Vinci, n. 665 e Casa rustica, n. 666.
Si ringrazia il personale della Sala Manoscritti e Rari della Biblioteca Marucelliana per la preziosa assistenza.

15 Telemaco Signorini e la pittura in Europa, catalogo della mostra di Padova, pp. 303-304.

16 Anche Boldini e De Nittis spingono Telemaco a recarsi di persona in Parigi. Boldini lo invita fin dal gennaio di quell'anno, De Nittis lo richiama con la lettera del 7 aprile 1873.

17 Lettera informativa al Presidente della R. Accademia di Belle Arti di Firenze, 1892. SOMARE’ 1926, p. 278.

Frèdèric Reitlinger è il mercante austriaco il quale possiede un negozio a Parigi: Tableaux Modernes. I rapporti con Signorini sono già stabiliti a Firenze dove il 28 aprile 1873 quest'ultimo riceve una sua prima missiva.

Il mercante lo avvisa dell'arrivo da parte del suo banchiere di Roma della somma di 400 lire, come pagamento del piccolo lavoro di Telemaco, assai gradito, che spera di vendere con un buon ricavato. Lo stimola anche ad inviarne di nuovi. BNCF, C. V. 471, 82. L'opera potrebbe essere quella dal titolo Una Pastora, come indicato da Telemaco nella lista dei quadri venduti: n. 81 – 73. Una pastora. Reitlinger. BACCI 1969, p. 210.

In un altro messaggio (s.d., ma verosimilmente risalente al 1873) Signorini sollecita Reitlinger al pagamento di 500 franchi per una sua opera da lui accettata. Prega anche il suo assistente di affrettare il versamento a seguito del poco tempo rimastogli per trattenersi a Parigi. E' scritto sulla carta intestata Frèdèric Reitlinger, Tableaux Modernes e ciò fa presumere che appartenga al periodo antecedente al rientro di Telemaco a Firenze nel settembre di quell'anno. BNCF, C. V. 472, 64bisII.

Esistono molti disegni preparatori dei dipinti eseguiti in questa località a circa 30 chilometri da Parigi tra il fiume Yerres e la Forêt de Sénart: Combs-la-Ville, Ponte di legno a Combs-la-Ville, Alberi a Combs-la-Ville e Riviera a Combs-la-Ville.

Fra i dipinti di impronta francese ricordiamo: Sul sentiero a Combs-la-Ville (Studio a Combs-la-Ville), Il ponticello di legno a Combs-la-Ville, Contadina nei campi a Combs-la-Ville, Nei pressi di Passy, Combs-la-Ville.

18 BNCF, C. V. 472, 45n.1, da Firenze il 21 giugno 1873.

19 BNCF, C. V. 469, 68n.3, 28 novembre 1873, di Albert Goupil.

20 BNCF, C. V. 469, 68n.4. 4 dicembre 1873 da Parigi (Goupil & C. Editeurs Imprimeurs. Estampes francaises e Etrangeres. Tableaux Modernes, Rue Chaptal 9, Paris Succursales à la Haye, Londres, Berlin, New-York).

L'intestazione della lettera rimanda alle diverse sedi della Maison sebbene il procedimento commerciale prevedesse come la fornitura dei dipinti, stampe e fotografie fosse centralizzata a Parigi.

21 BNCF, C. V. 467, 89n.7, 30 novembre 1873 dall'11 Place Pigalle – Paris; Lettere inedite, 1975, p. 74; Giovanni Boldini, 1984, p. 121.

22 BNCF, C. V. 467, 89n.8, da Parigi 26 dicembre 1873; Giovanni Boldini, 1984, p. 121.

23 BNCF, C. V. 469, 68n.5, 30 marzo 1874, da Parigi a Signorini. Due ulteriori lettere di Albert Goupil del 15 dicembre 1879 e del 1° gennaio 1880 sono recapitate a Signorini e riguardano la trattativa di vendita legata ad un bassorilievo:

«Caro Signor Signorini,

vi ringrazio per la fotografia. In effetti il Robbia è davvero molto bello e mi rincresce molto di non poter venire a vederlo di persona. A quale prezzo lo vorreste vendere?

Vi prego di informarmi al più presto al riguardo. Al momento la mia stima per l'opera è di 10 lire e 29 ma sicuramente la si potrà aumentare rispetto a ciò che posso evincere dalla fotografia che mi ha inviato.

Con amicizia

Albert Goupil

Ps. Vi riscriverò non appena mi avrete confermato il prezzo».

«Caro Signore, vi ringrazio

Il prezzo del bassorilievo mi sembra un po' troppo esoso. Ma prima di decidere circa una questione tanto importante, sarebbe meglio poterla veder di persona cosa che potrò fare molto presto a Firenze. Vi auguro buon anno. Vi porgo le mie più sincere profferte d'amicizia. Albert Goupil››. BNCF, C. V. 469, 68n.6 da Parigi, Rue Chaptal, 9; BNCF, C. V. 469, 68n.7. Qualche anno dopo Signorini forse riesce ad alienare il bassorilievo. Una sua annotazione nell'Inventario ci orienta verso questa convinzione: ̋157 82. Per senseria della Vendita di La Robbia dai Martelli 500 lire ̏. BACCI 1969, p. 212, carta 6r.

24 BACCI 1969, p. 211, n. 118.

25 Si tratta probabilmente di Max Hollender che ha aperto una galleria a Londra insieme a Eugene Cremetti intorno al 1880.

26 Alcuni di questi mercanti in altre occasioni acquistano i lavori di Signorini: Henry Wallis possiede Sul sentiero a Combs-la-Ville (Studio a Combs-la-Ville) e I Cacciatori in Maremma; Arthur Lucas Autunno a Montepulciano, Chiacchiere a Riomaggiore, Tramonto sull'Arno, Ulivi a Settignano e Riomaggiore.

27 BACCI 1969 p. 199, carta 36v. e carta 37r.
In questo soggiorno parigino Telemaco si rivolge ad altri commercianti d'arte come ricorda in
notes: “poi in Rue St. George da un negoziante amico di Manzi con una sua lettera (Tripp?) e non compra nulla e poi vado da Petit al quale piacciono tanto le cose mie e non concludo niente”. Richard Howard Tripp è un mercante inglese, proprietario insieme a Arnold Petrus Eversteijn della Maison Arnold e Tripp situata all' 8, rue Saint Georges. Hanno una sede anche a Londra. Tripp ha contatti di lavoro anche con Goupil come risulta dalla sua firma, insieme a quella del mercante francese, nella lettera del 30 marzo 1874 che Telemaco riceve da Parigi, BNCF, C. V. 469, 68n.5. Agli anni Settanta risalgono anche i rapporti che i due mercanti hanno con Giovanni Boldini, del quale ne trattano direttamente le opere. GUIDI 2015, p. 40.
Georges Petit è il prestigioso mercante, temibile rivale di Paul Durand-Ruel. Organizza annuali Esposizioni Internazionali di artisti contemporanei fra cui gli Impressionisti, ma è anche estimatore di Rembrandt e Rubens.
La lussuosissima sede della sua
Maison è in 12, rue Godot de Mauroy.

  
  
  

BIBLIOGRAFIA SELEZIONATA

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Aria di Parigi nella pittura italiana del secondo Ottocento (Catalogo della Mostra, Livorno, Museo Civico G. Fattori, 4 dicembre 1998-5 aprile 1999), a cura di G. Matteucci, Torino, Allemandi, 1998.

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Ferruccio CANALI, Camillo Boito, Firenze e gli amici fiorentini: Giuseppe Poggi, Cesare Guasti (e gli epistolari inediti con Telemaco Signorini, Ferdinando Martini, Aristide Nardini). Questioni culturali e artistiche, sensibilità ‘conservativa' alla luce dei nuovi metodi e delle nuove acquisizioni della Storia dell'Architettura, in “Bollettino della Società di Studi fiorentini”, 2011, n. 20, pp. 40-88.

DINI – MARINI 1990
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Giovanni Boldini (1842-1931) 2004
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Macchiaioli a Villa Bardini (Catalogo della Mostra, Firenze, Villa Bardini, 24 giugno-30 ottobre 2011), a cura di S. Bietoletti, Milano, Silvana, 2011.

I macchiaioli. Nuovi contributi 1997-1998
I macchiaioli. Nuovi contributi (Catalogo della Mostra, Firenze, Galleria Pananti, 4 ottobre 1997-6 gennaio 1998), a cura di D. Durbè – V. Quercioli, Roma, Nuovo Archivio dei Macchiaioli – Firenze, Pananti, 1997.

La Maison Goupil 2013
La Maison Goupil: il successo italiano a Parigi negli anni dell'Impressionismo (Catalogo della Mostra, Rovigo, Palazzo Roverella 23 febbraio-23 giugno 2013), a cura di P. Serafini, Milano, Silvana, 2013.

Il Nuovo dopo la Macchia 2009-2010
Il Nuovo dopo la Macchia. Origini e affermazioni del Naturalismo Toscano (Catalogo della Mostra, Montecatini Terme, Terme Tamerici, 16 luglio 2009 - 18 gennaio 2010), a cura di T. Panconi, schede critiche di L. Angiolino, Pisa, Pacini editore, 2009.

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Onoranze 1926
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PITTALUGA – PICENI 1963
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SIGNORINI s.d.
Telemaco Signorini. Zibaldone, riproduzione anastatica con commento e indici, a cura di Silvio BALLONI, Sillabe, Firenze 2008.

SOMARE' 1926
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Telemaco Signorini 1987
Telemaco Signorini 1835-1901 (Catalogo della Mostra, Montecatini Terme, Villa Forini, 11 luglio-11 ottobre 1987), a cura di P. Dini, Firenze, Comune di Montecatini Terme, 1987.

Telemaco Signorini. Una retrospettiva 1997
Telemaco Signorini. Una retrospettiva (Catalogo della Mostra, Firenze, Palazzo Pitti, 8 febbraio – 27 aprile 1997), a cura di R. Monti – E. Spalletti – G. Matteucci, Firenze, Artificio, 1997.

Telemaco Signorini e la pittura in Europa 2009-2010
Telemaco Signorini e la pittura in Europa (Catalogo della Mostra, Padova, Palazzo Zabarella, 19 settembre 2009 - 31 gennaio 2010), a cura di G. Matteucci – F. Mazzocca – C. Sisi – E. Spalletti, Venezia, 2009.

TROLLOPE 1888
Thomas Adolphus TROLLOPE, What I Remember, New York, Harper & Brothers, 1888.

Vendita al pubblico 1913
Vendita al pubblico incanto della ricchissima collezione di Augusto Jandolo di Roma, e di altro distinto collezionista: quadri moderni, pastelli, acquarelli, acqueforti, disegni ecc., Firenze, Impresa Vendite, 1913.




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