Premessa
L'associazione
Archeoworking, nata a Potenza nel 2007, fonda la propria attività
sulla valorizzazione del patrimonio storico-archeologico della
Basilicata, promuovendo l'ideazione di progetti didattici rivolti
agli istituti scolastici e alla comunità civile.
I
percorsi, modulati secondo le attuali metodologie di Educazione al
Patrimonio, aderiscono ad una rigorosa informazione scientifica e
intendono favorire la conoscenza dei beni archeologici
come parte integrante della crescita culturale dell'individuo.
I
fruitori, stimolati continuamente al dialogo e all'interazione,
vivono il museo e le aree archeologiche come luogo di esperienza non
solo cognitiva, ma anche sensoriale ed emotiva, divenendo
protagonisti attivi del momento conoscitivo.
Archeoworking,
nella pluridecennale attività
professionale,
ha elaborato anche progetti
finalizzati
all'inclusione sociale e culturale delle diversità.
L'accessibilità
sensoriale
ai luoghi di cultura e la progettazione
di interventi formativi specifici destinati alle persone con
disabilità sono, infatti, tra le
mission
dell'Associazione.
L'operato
di Archeoworking assume un valore rilevante se lo si contestualizza
nel territorio in cui opera, carente di realtà che attuano
sistematicamente strategie accessibili
al
patrimonio culturale regionale.
Sono
stati elaborati e realizzati progetti educativi sia nei musei sia
nelle aree archeologiche della
regione, testimoniando come sia possibile coinvolgere i diversamente
abili in un processo di conoscenza
che
supera le barriere cognitive, seguendo linee metodologiche rispettose
delle diverse disabilità ed efficaci nella ricerca di un rapporto
partecipativo con gli spazi museali e le evidenze archeologiche.
Le
azioni didattiche si sono svolte in due dei musei della Rete Museale
della Basilicata: il Museo Archeologico Nazionale della Basilicata
“Dinu Adamesteanu” di Potenza e il Museo Archeologico Nazionale
di Muro Lucano (PZ). Le attività nelle aree archeologiche sono state
attuate nella città di Potenza, ove ricade la Villa romana di
Malvaccaro e il Ponte romano di San Vito sul Basento, per dare
risalto alla storia antica della città-capoluogo.
1.
Percorsi in museo
Nel
complesso degli interventi svolti si è perseguito l'obiettivo di
garantire l'accessibilità
museale, il diritto di ogni cittadino di fruire del patrimonio,
attuando
azioni
mirate nella comunicazione inclusiva e nell'educazione, secondo
approcci differenti (narrativo, esplorativo, interattivo ...),
e
attività plurisensoriali
finalizzate a sollecitare i cinque sensi per una comprensione dei
contesti definita attraverso diverse modalità di percezione.
Il
museo diventa un luogo d'inclusione sociale, di integrazione, uno
spazio di apprendimento
“condivisibile”
se solo la conoscenza è progettata e guidata ad
hoc
(FIG.
1).
Fig. 1 – Mappa concettuale attività al museo
Foto cortesia Associazione Archeoworking
Il
percorso “Archeologia
della luce: vedere con le mani”
(Museo
Archeologico Nazionale della Basilicata “Dinu Adamesteanu”),
rivolto a persone non
vedenti e ipovedenti,
è strutturato in tre laboratori in cui sono sperimentate strategie
didattiche funzionali a rendere i non vedenti protagonisti dell'iter
di
conoscenza.
L'intervento
didattico “Museo
da Toccare”
è pensato per instaurare un rapporto partecipativo e interattivo con
il museo. Si inizia da un approccio metodologico funzionale a
comprendere le finalità di un museo archeologico, l'articolazione
dell'esposizione museale e le caratteristiche di un contesto
funerario. L'utilizzo di mappe tattili multi-materiche,
appositamente realizzate, favorisce da un lato l'orientamento
spaziale nell'edificio e la percezione della superficie narrativa,
dall'altro permette di conoscere l'articolazione etnica dei
comparti territoriali della Basilica antica. La ‘lettura' degli
elementi scheletrici e del corredo di una sepoltura rinvenuta a
Guardia Perticara, Potenza (T. 736, VI secolo a.C.), riportati su una
mappa tattile, è propedeutica al momento laboratoriale.
Nell'aula
didattica gli utenti possono “toccare” una cassetta di scavo, un
modellino di scheletro e manipolare reperti riprodotti legati alla
sepoltura esaminata: forme vascolari, pesi da telaio, ornamenti
personali (orecchini, fibule, collane). I prototipi tattili sono
scelti in quanto ben definiti nella forma, facilmente percepibili
dalla mano, con l'indice e il pollice, ed esaminabili sia
nell'insieme sia nel particolare .
Gli
ateliers:
“Dall'intreccio
al telaio”
e “La
Bottega del Vasaio”,
collegati al primo approccio metodologico del contesto museale e in
particolare funerario, rappresentano veri e propri laboratori
sensoriali riguardanti la riproduzione delle tecnologie del passato,
la tessitura e la realizzazione di un contenitore ceramico con
attenzione alla percezione delle materie prime, seguendo il modello
metodologico learning
by doing,
non più solo hands
on
(FIG.
2).
Fig. 2 – Pannello “Archeologia della Luce”
Foto cortesia Associazione Archeoworking
Nella
Sala del Cortile viene proiettato il racconto multimediale “Fuori
dalla polvere: le lucerne, simbolo di luce”,
elaborato per la disabilità visiva e rivolto in particolare a
bambini non vedenti e ipovedenti. La narrazione
inedita
ha come protagonista un manufatto ben rappresentato nei contesti
archeologici e museali della Basilicata, che si descrive negli
aspetti formali, funzionali e decorativi. Si tratta di una lucerna
rinvenuta nella cosiddetta ‘Casa dei mosaici' nella colonia
latina di Grumentum
(Grumento Nova, PZ). Il racconto, interpretato da voci teatrali,
utili a rendere l'ascolto più accattivante e suggestivo, è
accompagnato da testi ad alta leggibilità.
L'intervento
didattico “Toccare
la Storia”
(Museo
Archeologico Nazionale di Muro Lucano),
coinvolge piccoli fruitori normodotati a verificare una ‘conoscenza
altra' attraverso l'ausilio di pannelli tattili relativi a schemi
ornamentali in rilievo dei mosaici esposti (in particolare del
Mosaico delle Stagioni rinvenuto nella villa romana di Masseria
Ciccotti ad Oppido Lucano, PZ), di una ricostruzione lignea
tridimensionale della villa di San Giovanni (Ruoti, PZ) e di
prototipi relativi a manufatti esposti (pesi da telaio, lucerne,
contenitori potori).
Rigorosamente
bendati, i bambini danno vita ad una lucerna in argilla, riflettendo
sulle tecnologie degli antichi manufatti. Il laboratorio tattile si
conclude con l'accensione del prodotto realizzato, come gesto
simbolico di speranza per un museo accessibile, inclusivo e
partecipativo.
Il
percorso “I
profumi nel Tempo”
(Museo
Archeologico Nazionale di Muro Lucano)
offre una sperimentazione sensoriale ai partecipanti non vedenti, coinvolti nella
percezione olfattiva di diverse essenze utilizzate nel mondo antico.
L'obiettivo è quello di dare vita a personalissimi profumi, messi
in relazione con i contenitori per essenze provenienti dalle villae
del territorio e analizzati nelle teche del museo.
Il
percorso “Archeologi
per un giorno:
Il
viaggio di un reperto archeologico, dallo scavo al Museo”
(Museo
Archeologico Nazionale della Basilicata “Dinu Adamesteanu”)
è dedicato ai ragazzi diversamente abili frequentanti i Centri
Diurni.
Si
è scelto un percorso metodologico relativo al viaggio di un reperto
archeologico, dallo scavo alla musealizzazione. L'iter
di
scoperta nel museo è caratterizzato da un racconto teatralizzato dei
miti presenti sulle ceramiche (in particolare si esaminano i
contenitori potori della T. 35 messa in luce a Baragiano, PZ, con i
miti di Eracle e il leone di Nemea, Teseo e il Minotauro, la Sfinge,
l'Amazzonomachia), con sollecitazioni all'osservazione percettiva
delle materie prime (ceramica, metalli…) costituenti gli antichi
manufatti e allo studio tipologico-funzionale degli stessi.
Il
momento laboratoriale è caratterizzato dalla simulazione di un scavo
archeologico in cassetta, dalla schedatura e documentazione dei
materiali rinvenuti. L'ultimo step
operativo è finalizzato alla ricomposizione di forme vascolari,
attraverso la tecnica degli ‘attacchi', per favorire un approccio
manipolativo che trasmetta conoscenze specifiche.
Il
percorso
“Oggi
al Museo…ci sono io”
(Museo
Archeologico Nazionale della Basilicata “Dinu Adamesteanu”),
rivolto ai ragazzi dell'AIPD
(Associazione Italiana Persone Down),
consente di cogliere
la complessa articolazione etnica della Basilicata antica e di
ricostruire la Storia di un territorio, ascoltando le “infinite
storie” che
gli scavi archeologici ci consegnano
(storia
della cultura a cui il reperto appartiene, storia dei processi
produttivi, storia di chi lo ha custodito per millenni nella sua
sepoltura).
Si
utilizza lo storytelling
quale strumento privilegiato di mediazione culturale: agendo
sulla immaginazione, si vive un viaggio spazio-temporale in cui il
materiale esposto ‘prende vita' nel contesto originario .
L'esplorazione
delle sezioni espositive si esplica mediante
un'analisi dinamica: utilizzando “schede operative” i
protagonisti
sono
coinvolti in azioni di osservazione, individuazione e analisi dei
corredi esposti (FIG.
3). Gli
oggetti, interrogati adeguatamente, raccontano l'identità di
illustri personaggi, di eroi, di figure mitiche che si animano nel
contesto di rinvenimento.
Fig. 3 – Scheda operativa “Oggi al museo ... ci sono io”
Foto cortesia Associazione Archeoworking
Nell'aula
didattica i
ragazzi, stimolati in attività creative, rielaborano quanto appreso
nelle fasi precedenti e completano il processo cognitivo avviato.
Sono protagonisti di un laboratorio di archeologia sperimentale che,
attraverso la manipolazione dell'argilla e l'ausilio di prototipi
tattili, li porta
a produrre manufatti osservati (in particolari i frutti fittili
rinvenuti nel santuario di Rossano di Vaglio,
PZ, IV secolo a.C.) secondo i processi tecnologici propri della
Basilicata antica.
I
visitatori sono invitati, infine, a scrivere una “Lettera
al museo”
in cui esprimere le proprie emozioni sull'esperienza vissuta.
Il
percorso “Museo
in gioco”
(Museo Archeologico Nazionale della Basilicata “Dinu Adamesteanu”)
è adeguato nei contenuti e nelle strategie operative per gli alunni
DSA (con disturbi specifici dell'apprendimento),
ma allo stesso tempo è efficace nel trasmettere i significati
culturali insiti nella collezione museale.
Si
presenta il tema del gioco nell'antichità, inteso come rito
sociale, autentica incarnazione di ideali aristocratici e
consolidamento di legami etnici.
Si
utilizza un pannello riproducente il ‘Gioco
dell'oca'
che implica una caccia al tesoro dei reperti esposti anche con
l'ausilio di ‘Schede-Gioco'
da
risolvere a tappe tramite la risoluzione di quesiti per individuare
gli oggetti riprodotti sul pannello (FIG.
4).
Fig. 4 – Scheda operativa “Museo in gioco”
Foto cortesia Associazione Archeoworking
Nell'aula
didattica
gli
allievi,
stimolati in attività laboratoriali, riproducono i manufatti di una
sepoltura rinvenuta a Serra di Vaglio-Potenza (T. 68, ultimo quarto
del V secolo a.C.): la bambola ad arti snodabili e la pantera in
terracotta, e poi giocano allo Stomachion,
acquisendo conoscenze attraverso attività ludiche, idonee ai loro
bisogni cognitivi.
Con
il percorso “Dal
Reperto al Suono: Musiche e Significati dalla Basilicata Antica”
(Museo Archeologico Nazionale della Basilicata “Dinu Adamesteanu”)
si sceglie di condurre le persone
con disturbi dello spettro autistico
ad alto funzionamento nell'approccio con l'ambiente museo
attraverso la musica, chiave di lettura privilegiata e canale
trasmissivo che coinvolge un unico senso, senza disorientare .
Con
l'ascolto di riproduzioni musicali riferibili al mondo antico si
veicola il valore della musica anche nel quotidiano indigeno della
Basilicata Antica.
Si
propongono, infine, laboratori di archeologia sperimentale attraverso
la ricostruzione di alcuni strumenti finalizzati ad una
sperimentazione sonora (in particolare si riproduce il doppio flauto,
visibile sul cratere a campana proto-italiota del Pittore di Pisticci
rinvenuto a Tolve, località Gambarara, PZ, seconda metà del V
secolo a.C.).
2.
Percorsi nelle aree archeologiche
Gli
itinerari nelle aree archeologiche rappresentano un modo di vivere il
bene culturale quale documento per ricostruire la memoria dei luoghi
(FIG.
5).
Attraverso un processo appositamente strutturato, anche i
diversamente abili possono considerare la villa
e il ponte una fondamentale opportunità per riappropriarsi della
propria identità.
Fig. 5 – Mappa concettuale attività nelle aree archeologiche
Foto cortesia Associazione Archeoworking
Il
percorso “Potentia
in LIS”,
rivolto a fruitori non
udenti
si pone, infatti, l'obiettivo di far conoscere il passato più
antico di Potenza, attraverso l'analisi della villa romana di
Malvaccaro. L'esame della funzionalità architettonica e
dell'articolazione planimetrica del complesso monumentale è
completato da approfondimenti tematici (sviluppo delle tipologie
abitative, attività artigianali), da laboratori (tecnica e schemi
ornamentali del mosaico) e dalla progettazione di interventi di
musealizzazione dell'area.
L'iter
didattico, realizzato con l'ausilio di interpreti LIS
(Lingua dei segni Italiana), facilita la comprensione delle emergenze
monumentali, integrato con l'utilizzo di pannelli e schede
operative elaborate ad
hoc.
L'attività
conferma come, con un'attenta scelta e calibrazione dei contenuti e
la sincronia tra le competenze dell'archeologa e dell'interprete
del LIS, sia possibile veicolare nella lingua dei segni un bagaglio
di contenuti culturali .
Il
percorso “Navigando
il passato: la Potentia
dell'acqua”,
ancora
una volta
finalizzato
alla conoscenza della
Potenza
romana e della Via
Herculia,
è dedicato a persone
ipoudenti (con sordità parziale).
Si
attua presso il Ponte romano di San Vito sul Basento, adoperando
l'innovativo sistema “Sound
Splash a impatto Zero Decibel”,
con l'uso di particolari cuffie.
L'intervento,
indirizzato alla lettura architettonico-funzionale del ponte e alla
sua collocazione nella topografia della città romana, utilizza
schede specificamente modulate
(FIG.
6)
e
dimostra
come la tecnologia aiuti nella trasmissione di contenuti scientifici.
Il sistema Sound
Splah
favorisce, infatti, la concentrazione dei partecipanti non distratti
dalle sollecitazioni ambientali e rende il ‘viaggio' lungo il
fiume completamente immersivo.
Fig. 6 – Scheda operativa “Potentia in LIS”
Foto cortesia Associazione Archeoworking
Il
progetto “Dalla
periferia alle origini della città: archeologia e teatro in villa”
si realizza presso la villa romana di Malvaccaro.
Dopo
la visita guidata alle emergenze archeologiche segue una performance
teatrale partecipata dagli Alunni
BES (Bisogni Educativi Speciali),
durante
la quale dal medaglione centrale del mosaico della grande sala per
banchetti prendono vita le tre Grazie.
L'interazione
tra archeologia e teatro, in cui azioni sceniche, suoni e parole in
versi creano un'atmosfera suggestiva e ricca di fascino che ‘mesce
le fila' della mitologia con il presente, costituisce un metodo
efficace non solo per avvicinare i partecipanti al proprio passato,
ma anche per vivere la teatro-terapia.
Il
teatro, infatti, rappresenta un viatico all'espressività
individuale anche nei disabili, favorendo il riconoscimento e lo
sviluppo di nuove abilità “utilizzate” per raccontare un luogo e
un'emergenza monumentale .
Conclusioni
Le
attività culturali messe in campo testimoniano come mediante un
puntuale processo di conoscenza le persone con disabilità possono
interpretare le tracce del passato per strutturare la propria
coscienza storica.
Dimostrano,
inoltre, come la sperimentazione di strumenti pedagogici ideati ad
hoc
(ricostruzioni non solo tattili, ma anche sonore, olfattive,
drammatizzazioni sceniche, schede-gioco, storytelling)
rappresentano drivers
motivazionali per l'accessibilità al patrimonio archeologico
regionale.
Testimoniano
anche come l'inclusione culturale si attua mediante il
coinvolgimento della sfera fisica ed emozionale delle persone
diversamente abili e attraverso una comunicazione inclusiva che le
avvicini ai luoghi di cultura.
Diventano,
infine, un'occasione di arricchimento e di condivisione culturale
con tutta la comunità civile, rappresentando strumenti metodologici
e buone pratiche fruibili nel tempo.
NOTE
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SECCHI, Toccare
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ZUCCALA' (a cura di), Andiamo
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Ente Nazionale per la protezione e l'assistenza dei Sordi –
Onlus, Roma 2019.
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