L'arte a difesa dei diritti umani: potrebbe benissimo essere
questo il sottotitolo della mostra che si conclude in questi
giorni al Palazzo delle Esposizioni di Roma anche se forse
relegata in terzo piano ( una piccola sala vicino al bar senza
indicazioni per poterla raggiungere) rispetto alle altre due
rassegne presenti contemporaneamente nello stesso spazio
espositivo, e cioè "Roma sotto le stelle del '44" ed
"Eredità
dall 'impressionismo 1900-1945".
La realizzazione della mostra è stata curata da Amnesty
International che ha invitato un buon numero di disegnatori
italiani, più o meno noti, ad esprimere nelle loro opere ciò
per cui questa organizzazione internazionale attiva dal 1961 opera
e si batte: la difesa della libertà di pensiero e parola in ogni
parte del mondo e la denuncia di ogni violazione dei diritti
umani sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti
dell'Uomo delle Nazioni Unite.
Con i loro 72 disegni gli artisti sono stati chiamati a
dare il loro contributo alla lotta contro l'indifferenza ed il
silenzio che da sempre circondano ogni atto violento e
repressivo rivolto contro la persona ed il pensiero di chi
coraggiosamente si ribella alle dittature, sia politiche che
religiose, alla guerra ed a ogni forma di ingiustizia perpetrata
ai danni del singolo e delle collettività.
Tra i nomi di fumettisti e disegnatori presenti alla
rassegna spiccano quelli di Milo Manara, Altan, Bruno Bozzetto,
simpatico e famoso animatore, e molti giovani quasi tutti
collaboratori di quotidiani come "La Repubblica", "L'Espresso",
"Il Corriere della Sera" ecc.
I disegni, a colori e in bianco e nero, non hanno un titolo,
le figure o i fumetti sono già eloquenti da soli, il messaggio
è immediato, incisivo a volte ironico; si passa dall'immagine di un
uomo che mangia la testa di un altro, novello antropofago di idee,
presentataci da Alberto Ruggieri (Roma 1963), alla cella vuota,
tutta gialla nella quale aleggiano barchette bianche di carta
simbolo della voglia di evasione e libertà del condannato
(Francesco Fagnani - Merano 1965), dalla figura del generale
compiaciuto delle proprie medaglie, dei teschi umani che
"decorano" l'uniforme rosso - azzurra (Emilio Giannelli - Siena
1936), al simpatico "Bobo", alter ego del disegnatore Sergio
Staino che vola a consegnare un rametto d'ulivo ad una
malinconica colomba di pace chiusa dietro le sbarre di una
prigione.
Ed ancora colpisce l'immagine proposta da Bruno Bozzetto, un
dittatore-prestigiatore che si esibisce nella sparizione di
un uomo e se ne va scoprendo sotto il tavolo di lavoro un
mucchietto di ossa umane, oppure la cella orrenda piena di donne,
uomini e bambini denutriti con al centro una televisione ed un
presentatore che annuncia gli Oscar vinti da S. Spielberg per il
suo film sull'olocausto degli Ebrei ed una scritta apposta a
margine "Bosnia '94: aspettando l'Oscar "(Cristiano Spagnuolo -
Roma 1965).
Ogni opera si evidenzia a volte per ciò che rappresenta, a
volte per ciò che dicono i personaggi disegnati, a volte per il
sorriso amaro che ci lascia sulla labbra.
Forse la scelta di Amnesty International di contattare
disegnatori e fumettisti e non dei pittori, a prescindere dalla
disponibilità degli uni o degli altri, non è stata casuale:
il fumettista è abituato a disegnare per offrire dei messaggi che
spesso esulano dal suo modo personale di vedere o sentire i
fatti a le idee da lui proposti, la sua è un'interpretazione
che, pur restando soggettiva, tiene comunque conto di ciò
che pensa il pubblico e di ciò che da essa può
ricavarne l'uomo comune più o meno intellettualmente elevato. Un'arte
quindi che può veramente essere fruita e capita da tutti.
Infine vorrei citare le parole che compaiono sotto il
ritratto di un generico torturatore, in tutto simile ad un
normalissimo e distinto uomo in giacca e cravatta, eseguito da
Jacopo Fo (scrittore e disegnatore): "Quest'uomo è un torturatore.
Eppure sembra un essere umano. Non sente il dolore di chi soffre?
E' insensibile? Che senso ha vivere se non si è sensibili alla
vita?"
Roma, Palazzo delle Esposizioni,
Via Nazionale 194.
Fino al 23 febbraio
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