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Nefertari luce d'Egitto Roma,
Palazzo Ruspoli
Elena del Drago
ISSN 1127-4883     BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 11 luglio 2000, n. 58 (8 marzo 1995)
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Area Mostre

La fondazione Memmo e the Getty Conservation Institute hanno allestito a Roma, a palazzo Ruspoli una mostra su Nefertari.

Grande sposa di Ramesse II, "bella d'aspetto, signora del fascino, la più bella delle donne, grande e dolce d'amore" , sono gli appellativi che le spettavano in quanto regina, ma la pittura sulla tomba, fa pensare che scrivevano in modo veritiero. Le immagini sono quelle di una donna bellissima, corpo snello e slanciato, occhi scuri, i capelli lunghi e neri. L'esposizione celebra un duplice evento: la scoperta della tomba nella valle delle regine, ad opera di Ernesto Schiaparelli nel 1904 e la conclusione dell'opera di restauro di un'equipe tutta italiana guidata dai Prof Paolo e Laura Mora. Del restauro, durato 6 anni, ci racconta emozionato uno dei membri della spedizione, Adriano Luzi : " quando si staccava il generatore e la tomba piombava nell'oscurità, dal riverbero di luce esterna, potevi sentire un respiro delicato, muoversi dalle pareti dipinte; tutti noi sapevamo che era la regina che si riappropriava della sua casa. Avevamo l'impressioneche la regina fosse consapevole del nostro approccio positivo e che ci avesse accolto. L'umidità e l'acqua hanno danneggiato i dipinti, ma le scellerate iniezioni di gesso e di vinavil fatte dietro l'intonaco negli anni '50 hanno causato danni ben maggiori ! Sono stati smascherati anche 'piccoli pastccì fatti dagli antichi artigiani egizi; ad esempio nel soffitto della scala vi é un 'rinzaffò stuccato male e dipinto con un colore ben diverso dal restante blu che nasconde una lesione provocata dall'urto del sarcofago durante la discesa nella tomba. Abbiamo poi scoperto delle scritte fatte dagli antichi operai su indicazione degli scribi e un egittologo ci ha indicato degli errori di grafia nel testo! "

La mostra si apre con una sala dedicata a Schiaparelli e alla sua scoperta, si continua poi con due stanze per Ramesse II, nipote di Ramesse I, fondatore della XIX dinastia, era signore e padrone di tutto L'Egitto: dalla terra al bestiame, dai prodotti del lavoro al popolo. Quale faraone vivente Ramesse rappresentava Horo, il dio del sole con la testa di falco. Costruttore instancabile lasciò la sua impronta in tutto il regno, ne é testimonianza Pi- Ramesse, la grande capitale del nord. Delle sei mogli amò soprattutto Nefertari, che dotò di grande potere. A lei, al suo passaggio nell' aldilà è dedicata la parte centrale dell'esposizione . La regina giaceva con il corpo rivolto verso est, così aprendo gli occhi avrebbe visto l'alba. La sua tomba fu saccheggiata in tempi remoti, la mummia della regina non fu mai trovata. Complessivamente sono centotrenta le opere che, provenienti dai più grandi musei del mondo, ci fanno rivivere l'atmosfera dell' antico Egitto, tra le quali un prezioso anello a cartillo con i nomi di Ramesse e Nefertari, il colosso monumentale di Ramesse, il rilievo di Abido del Louvre esposto per la prima volta, restaurato e intero, in tutti i suoi segmenti. L' allestimento del percorso, per una volta suggestivo, è opera di un architetto francese: Alain Cunillera.



	
 

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