una rassegna presentata da
Patron: Her Majesty the Queen
Vice-Patron: HRH The Prince of Wales
Il British Council è un organismo apolitico, dotato di notevole
autonomia, nominato dal Governo del Regno Unito quale principale
operatore per le relazioni culturali con gli altri paesi. E' la
più importante agenzia britannica per l'attuazione dell'Accordo
Culturale fra l'Italia e la Gran Bretagna. Il British Council, che
realizza anche programmi per conto dell'Overseas Development
Administration, collabora ad iniziative multilaterali nell'ambito
della Comunità Europea.
Il British Council è presente in 90 nazioni con 162 sedi, 127
biblioteche e 60 centri di insegnamento* della lingua inglese.
In Italia il British Council collabora con organizzazioni del
settore sia pubblico sia privato. Il programmi per il territorio
italiano sono coordinati dalla sede centrale di Roma, e riguardano
biblioteche e servizi di informazione, anglistica e corsi di
lingua inglese, scienza ed ingegneria, istruzione e belle arti.
Ognuno dei centri italiani (Roma, Bologna, Milano e Napoli)
dispone di una biblioteca aperta a tutti. Il materiale di
consultazione disponibile consente l'accesso ad una vasta gamma di
informazioni sulla Gran Bretagna, grazie anche ai collegamenti con
banche dati in Gran Bretagna ed al prestito di libri e ad altri
servizi forniti dalla British Library.
Il British Council opera in stretta collaborazione con ministeri,
amministrazioni regionali e comunali, università ed associazioni
professionali per promuovere l'insegnamento e l'apprendimento
della cultura inglese. Dà il suo sostegno a programmi bilaterali
di ricerca nei settori della scienza, dell'ingegneria,
dell'agricoltura, dell'ambiente e della medicina; ha inoltre
sancito accordi con il MURST e il CNR. L'interesse per la
progettazione, il diritto, l'economia, il giornalismo e le
relazioni internazionali si concretizza sia attraverso un vasto
programma di conferenze, convegni e seminari, sia operando in
stretto contatto con una fitta rete di associazioni professionali.
Sia nelle arti dello spettacolo che in quelle visive il British
Council collabora con molteplici organizzazioni, enti e musei
d'Italia al fine di presentare al pubblico italiano proposte
rappresentative dell'arte britannica. In tutti i centri del
British Council vengono organizzate proiezioni di film, mostre
fotografiche, incontri con artisti e scrittori ed altre
manifestazioni culturali.
*** ARROWS OF DESIRE ***
26 - 28 aprile 1995
Nuove tendenze del cinema e del video britannico
per l'Istituto di Arti Contemporanee,
il British Council e l'Arts Council della Gran Bretagna
Questa è la seconda selezione biennale di film/video indipendenti
e sperimentali giunta dalla Gran Bretagna. La prima è stata curata
dall'attrice Tilda Swinton ed è stata proiettata in varie sedi
d'Italia, tra cui il Palazzo delle Esposizioni a Roma, lo scorso
giugno, nell'ambito del festival UK Today: La Nuova Scena Inglese.
Il curatore Peter Wollen, oltre ad essere uno dei più eminenti
commentatori di cinema e di cultura, è egli stesso un regista di
film sperimentali. Per selezionare le opere di questa rassegna, ha
visionato oltre un centinaio di lavori tra film e video di recente
produzione. La selezione da lui operata conferma la straordinaria
vitalità del panorama del cinema indipendente in Gran Bretagna.
I film sono in versione originale inglese. Per ogni proiezione
sarà disponibile una scheda informativa in italiano. Le proiezioni
avranno luogo nella sede del British Council a Palazzo del Drago,
in Via Quattro Fontane 20, tel. 06-4826641, fax 06-4814296, E-mail
bcrome@itcaspur.caspur.it. L'ingresso è libero.
P r o g r a m m a
26 aprile (mercoledì)
dalle 16.00 alle 17.45
Robert Marshall / Stuart Marshall; A Touch of the Tar Brush / John
Akomfrah; Justice Sucks
/ Vonnie.
dalle 18.30 alle 20.00
This Moment / David Cunningham; Anxiety/Rest / Sera Furneaux; A
History of Disaster With Marvels / Andrew Stones; Leisure Society
/ John Butler; Man Act - The Sweatlodge / Mike Stubbs; 3am /
Vivienne Dick; Loving Feeling / Gina Birch; You Do Something To Me
/ John Maybury; Stille Nacht II: Are We Still Married? /
The Brothers Quay; Bacon / Robert Sanders; M is for Man, Music,
Mozart / Peter Greenaway.
27 aprile (giovedì)
dalle 16.00 alle 17.30
Stone Steps / David Finch; Caught Looking / C. Giannaris;
Inbetween / Robert Crusz.
dalle 18.30 alle 20.15
Some Dogs / Jayne Bevitt; The Vacuum / Tim Rolt; Door / David
Anderson; Possession / Phil Mulloy; The Stain / M. Rimminen e C.
Roche; Blood Sisters / Juliet McKoen; Floating / Richard Heslop.
28 aprile (venerdì)
dalle 16.00 alle 17.30
Unknown Woman
/ Kayla Parker; Lake of Dreams / Paul Bush; The Pool / Jayne
Parker; Relax / Chris Newby; A Prayer Before Birth / Jacqui
Duckworth; Fatimàs Letter / Alia Syed.
Il presente programma sarà replicato in date da definire nelle
sedi del British Council di Bologna, Milano e Napoli.
*
Parlare oggi di cinema indipendente inglese vuol dire aprire la
porta su un mondo 'sotterraneò e semisconosciuto (almeno per noi
continentali) ne quale si tentano strade nuove per il cinema o si
sperimentano nuove forme di linguaggio con diversi mezzi. Ed è
proprio attraverso questo contesto che sono passati autori oggi
affermati come Peter Greenaway, Derek Jarman e Mike Leigh. [...]
Il termine 'indipendentè, oggi come oggi, può sembrare
fuorviante in quanto non ci troviamo più di fronte a un fenomeno fondato solo
sull'autofinanziamento, sulla povertà dei mezzi e sul collocarsi
ai margini del mercato. [...] Uno degli aspetti più straordinari e
interessanti del cinema indipendente inglese è la vastità
dei generi e delle tematiche che esso affronta. Spaziando dal cinema
di animazione (da non perdere le atmosfere magiche e surreali
create dai fratelli Quay in Stille Nacht II: Are We Still
Married?, quelle più grottesche di Rimminen - Roche in The Stain),
al cinema gay militante (soprattutto Caught Looking di Giannaris),
dal documentarismo innovativo (Fatimàs Letter di Alia Syed) ai
video-diari personali (Justice Sucks di Vonnie), dalle più
sofisticate sperimentazioni formali (Unknown Woman di Kayla Parker
o M is for Man, Music, Mozart di Peter Greenaway) ai film sulla
diaspora dei cineasti di colore o asiatici (uno degli argomenti
più attuali nella società ormai multietnica inglese, vedi
per esempio A Touch of the Tar Brush di John Akomfrah), il cinema
indipendente inglese affronta temi attuali come il razzismo,
l'AIDS, la famiglia, il sesso, la società e l'identità. E
indaga le complesse relazioni tra suono e immagine, tra forma e
contenuto, sperimentando nuove forme di linguaggio con i vasti
mezzi che la moderna tecnologia gli offre.
Massimo Chirivi
Per ironia, la morte e la scomparsa virtuali e il triste declino
dell'industria [cinematografica inglese] hanno coinciso con
l'emergere, finalmente, di un cinema britannico indipendente.
Questa nouvelle vague tardiva ha messo radici nel rinascimento
culturale degli anni '60, si è nutrita negli anni '70 di enti
pubblici quali il British Film Institute, ed è stata
significativamente finanziata negli anni '80 da un sistema
televisivo ristrutturato. E' questo il contesto in cui Derek
Jarman, Peter Greenaway e Mike Leigh, ad es., si sono finalmente
affacciati sulla scena e sono stati riconosciuti dai critici
[...].
Ciò a cui stiamo assistendo adesso, tuttavia, è non tanto
la rinascita del cinema inglese, che sarebbe virtualmente impossibile
quanto la rinascita dell'industria manifatturiera fordista in
generale, ma a una cosa ben diversa: la nascita di un nuovo tipo
di cultura audiovisiva. [...] Con il punk e il neoromantico, la
musica e la moda hanno cominciato a sembrare sottoculture di
opposizione più soddisfacenti delle avanguardie tradizionali, e ad
attirare nel proprio ambito 'creatori di immaginì di tutti i
tipi, soprattutto perché attraverso i clip musicali, l'ambiente
dei locali e un nuovo settore giornalistico offrivano anche un
sostegno economico, istituzionale e critico. Al posto di una linea
generale e un'avanguardia rigidamente codificate, si è avuto un
lavoro innovativo, sovversivo, sorprendente, trasgressivo,
eccentrico, critico e rapsodico, su uno spettro molto ampio. [...]
Nel selezionare le opere per questa Biennale, ho scoperto i due
media [video e film] inestricabilmente confusi. Alcune erano
realizzate in video e poi trasferite su pellicola, altre erano
girate su pellicola e poi mostrate esclusivamente in televisione.
[...] Così, se d'ora in poi utilizzerò il termine
'film-maker' sarà per comodità in confronto a 'moving-image maker' o
'artista audiovisivò, pur sottintendendo l'uso del video. [...]
Questi film e video portano in primo piano anche le variazioni
nella comune accezione di Britishness, britannicità. [...] La
realtà è che, con la globalizzazione del movimento di capitali
e di merci, della comunicazione, di stili di vita e di persone, le
nazioni non corrispondono più a quelle immaginarie entità
ben definite che ci si proponevano una volta. [...] I lavori, dunque,
sono formalmente innovativi in tanti modi diversi, ma allo stesso
tempo si confrontano tutti con istanze 'contenutistiché sia
fondamentali sia appassionatamente d'attualità. La nuova cultura
audiovisiva non è riduttivamente 'formalistà né
documentaria o tematica in senso stretto. [...] Passione ed emozione [...] sono
compatibili non solo con la visione personale e la sperimentazione
formale, ma anche con l'impegno nei confronti di una nuova visione
della cultura inglese in cui siano presenti il senso investigativo
della storia, la critica alle istituzioni della tradizione, il
riconoscimento del potere del mito, del romance e del
meraviglioso, una fede coraggiosa nella rivelazione e nell'analisi
personali, la restituzione del corpo al centro dell'arte nei modi
sia della bellezza sia della tragedia, e il rifiuto di sentirsi
condizionati dagli opprimenti miti della Britishness e
dell'identità, quali criteri per una logica di inclusione ed
esclusione crudelmente aproblematica.
Peter Wollen
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