La palazzina Borghese, fatta costruire dal Cardinale Scipione
Borghese tra il 1606 e il 1619, è ormai da molti anni sottoposta a
lavori di restauro.
L'edificio, progettato originariamente da Flaminio Ponzio e
quindi terminato,alla sua morte, dall'olandese Jan Van Santen,
detto il Vasanzio, e più tardi dal Rainaldi, ebbe il suo assetto
definitivo nel corso del '700, quando Marcantonio IV Borghese
affidò all'architetto Antonio Asprucci il compito di rinnovamento
dell'edificio.
In quell'occasione furono decorate le sale interne con grandi
affreschi sul soffitto, pitture parietali, e marmi sui pavimenti.
Inoltre venne coperta la loggia al secondo piano e venne
sostituita la doppia rampa di scale all'ingresso con una gradinata
di travertino. Anche le pareti esterne, che nel '600 erano
riccamente ornate con statue antiche e basso rilievi, subirono un
processo di impoverimento e di spoliazione, dopo che nel 1808
Camillo Borghese vendette a Napoleone la maggior parte dei pezzi
antichi.
La costruzione, edificata fin dall'origine allo scopo di
conservare la collezione d'arte di Scipione Borghese, è tuttora
adibita a museo. Ma le sale della Galleria dovettero essere chiuse
improvvisamente quando, il 7 dicembre del 1983, durante la notte,
crollò dal soffitto del secondo piano parte dell'affresco del
Lanfranco, creando una grande voragine. La necessità di un
restauro divenne a questo punto impellente e portò alla luce il
problema delle condizioni ormai degradate dell'edificio.
Grazie alla gentile collaborazione della Dott.ssa Kristina
Herrmann Fiore, della Galleria Borghese, abbiamo avuto la
possibilità di ripercorrere le varie fasi dello scrupoloso e
attento lavoro di restauro che ha reso possibile il recupero e il
riassetto di un edificio di enorme valore storico-artistico e
delle opere in esso conservate.
In realtà, già anni prima del crollo dell'affresco del
Lanfranco,
si erano avvertiti segnali di instabilità della villa, col
discostarsi di colonne e dei piedistalli di alcune sculture dalle
pareti. Ma si intervenne, in quel caso, solo localmente nelle
pareti che avevano mostrato problemi.
Ad un più attento esame la causa dell'instabilità si
ravvisò
nelle fondamenta.
Si rinvenne, infatti, nella parte sottostante la struttura,
tutta una zona di caverne e di cave di pozzolana, le cui acque
avevano corroso con gli anni alcuni pilastri su cui si reggeva,
nei trenta metri sottostanti, a mò di palafitta, l'edificio.
Nell'84, dunque la Galleria fu chiusa al pubblico (per essere
riaperta, solo in parte, nell'86) e con un decreto ministeriale
del 25 febbraio dello stesso anno, fu istituita una commissione
che si occupò delle misure da prendere.
Nell'85 cominciarono i lavori della parte sottostante la Galleria,
che comprendevano tra l'altro anche le cantine,mentre l'anno
successivo si avviarono i lavori sul tetto e una serie di
interventi per il rinforso generale della struttura. A quel punto
ci si trovò di fronte ad un ulteriore grave problema: quello dei
tarli che infestavano le parti in legno dell'edificio. Così
nell'89 si procedette alla disinfestazione con l'utilizzo del
bromuro di metile e attraverso una tecnica del tutto innovativa.
Per far sì che il bromuro di metile risultasse efficace, senza
però apportare troppi danni all'atmosfera, si cercò di
utilizzarne
la minor quantità possibile. Furono gonfiati palloni pieni d'aria
al centro delle stanze, in maniera tale da condensare il gas verso
le pareti, nelle parti in cui occorreva. Una volta terminata la
disinfestazione, aprendo i palloni stessi, si potè diluire il
bromuro di metile con l'aria in essi contenuta,prima di farlo
uscire all'esterno, rendendo così il gas meno nocivo per
l'ambiente.
Nel 1990 terminò il restauro dell'affresco di Lanfranco, con il
concorso del Laboratorio Centrale del Restauro di Roma e del
Laboratorio di Restauro della Galleria stessa. L'affresco non è
ancora visibile al pubblico, in quanto, il secondo piano della
Galleria che lo ospita, è ancora chiuso perchè riservato al
lavoro
dei restauratori.
Si trovano infatti tuttora in restauro molte delle porte
settecentesche e le statue della parte esterna, mentre si prevede
l'inizio dei lavori delle altre parti esterne, quali muri,
intonaci e cornicioni, verso maggio '95, per cui si auspica che i
ponteggi, che da anni ricoprono completamente l'edificio, possano
essere sgombrati al più presto. Cominceranno a breve anche il
restauro delle sale del primo piano e delle relative sculture, con
un particolare riguardo per le splendide statue del Bernini che
verranno sottoposte ad una leggerissima ripulitura.
Le opere pittoriche, invece, che all'inizio dei restauri furono
trasportate a San Michele, con l'intento di preservarle dalla
polvere e da eventuali danni e di creare allo stesso tempo una
sorta di deposito-mostra, rimarranno nella loro sede temporanea
fino alla fine dei lavori. A queste si ricongiungerà,
probabilmente a breve, il restaurato capolavoro di Tiziano "Amor
Sacro e Amor Profano". Si auspica che i lavori termineranno già
verso la fine del '96, restituendo finalmente al pubblico il raro
piacere di ammirare tutti i capolavori raccolti nel corso di tanti
secoli, all'interno di una struttura di straordinaria bellezza e
di enorme valore storico-artistico quale la Galleria Borghese.
Museo Borghese
P.zza Scipione Borghese, 5
tel. 8548577
h. 9 - 13.30. Dom. e fest. 9-13
Chiuso lun.
lire 4.000
Visite guidate sab. h. 10 - 11.
Quadreria Borghese a S. Michele a Ripa
Via S. Michele a Ripa, 22
tel. 5816732
h. 9 - 19. Dom. 9 - 13.
Chiuso lun.
lire 4.000
Visite guidate dom. ore 10-11
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