Estetica e telematica per una ridefinizione del ruolo della
filosofia nel quadro dello sviluppo delle nuove tecnologie
mediali.
Internet è una realtà. Negarla non servirebbe a niente.
L'umanità
se ne farà presto una ragione, senza troppe nostalgie per il bel
tempo che fu. Il sentire collettivo dovrebbe oramai aver digerito
la differenza tra mezzi e fini. Il media, sia esso televisivo,
telematico o semplicemente stampato, appartiene senza dubbio alla
prima categoria. In altre parole, non è la TV in sé a turbare
i nostri sogni, bensì le immagini filmate che "qualcuno" decide di
diffondere attraverso essa. Né sarebbe corretto affermare che il
consumismo è una creatura dei media, dal momento che siamo
bombardati, giorno e notte, da varie specie di spot pubblicitari.
L'uomo è progredito a tal punto da riuscire a delegare alle
macchine una serie di compiti gravosi. La "dimensione fisica",
nell'Occidente opulento, è stata quasi del tutto liberata dal
vincolo della necessità.
Ma la cosa più gravosa è e sarà sempre
indelegabile: la
responsabilità e il libero arbitrio.
Per il momento Internet è uno spazio libero, regolato soltanto dal
buon senso di coloro che vi navigano. In futuro si tenterà
probabilmente di trasformarlo in uno strumento di potere. Chi
controllerà il flusso delle informazioni, dominerà il mondo.
Ci piace assegnare alla filosofia del futuro un compito
irrinunciabile: fungere da osservatorio permanente di quanto si
sviluppa nella dimensione dei media, segnalare, ove si
manifestino, violenze e aberrazioni, sviluppare la "critica"
intesa nel suo significato più autentico, ovvero come autonoma
capacità di giudizio.
L'intellettuale del XXI secolo dovrà essere in grado di nuotare
nel flusso delle informazioni indovinando, di volta in volta, dove
lo porti la corrente, ed evitando di lasciarsi inghiottire da
subitanei gorghi di bit.
Se l'arte tradizionale ha di fatto esaurito la sua capacità di
soddisfarre la dimensione estetica sociale, come rimedio "culto"
all'angoscia del vivere, è necessario escogitare nuove forme di
comunicazione, reinventare un'estetica che sia in grado di andare
oltre la scontatezza del quotidiano-contingente. Le immagini e i
"loghi" del passato, vanno riscoperti nel loro valore storico e
semantico, come archetipi con i quali è necessario dialogare se si
vuol traghettare la società attuale verso un nuovo "umanesimo".
Questa piccola finestra che il BTA ha aperto su Internet deve
diventare per tutti uno stimolo ad una più responsabile e critica
considerazione della realtà nella quale viviamo. In quest'ottica,
il nostro bollettino telematico dovrebbe esser inteso, in primo
luogo, come una meravigliosa opportunità di interazione ragionata
con la cultura di domani. Lo spirito del pioniere unito alla
pazienza e alla consapevolezza storica del certosino medievale.
L'area estetica del BTA si arricchisce, dunque, di altre linee
tematiche:
-società e telematica: per una critica dei nuovi comportamenti
sociali e atteggiamenti culturali (come cambia, in particolare, il
rapporto individuo-massa, il senso di appartenenza ad una
comunità, ecc.);
-gestione e tecniche informative nelle società storiche
(dall'archivio parrocchiale al database globale);
-linguistica generale della comunicazione telematica (gerghi,
tecnicismi, ecc.);
-il professionista dell'informazione via modem: un "mestiere" da
inventare;
-biblioteca di file: il "libro" a portata di modem (soprattutto
per i disabili e per le categorie socialmente più deboli);
-posta elettronica e convegni "virtuali";
-galleria storico-filosofica.
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