Prospettiva Genius Loci: nel libro XII delle Epistulae Morales,
Seneca rievoca il passo dell'Eneide virgiliana in cui il re Evandro,
accompagnando Enea tra i luoghi in cui un giorno sarebbe sorta Roma, mostra
all'eroe una rupe selvosa, il futuro Campidoglio, nei confronti del quale gli
abitanti di quelle terre provano un religioso timore convinti che quella sia
la sede di una sconosciuta divinità. Seneca dice: "Quis habitat deus"
cioè, non si sa quale, ma qui abita un dio; altrove Seneca immagina
l'atteggiamento dell'uomo che, in un bosco secolare, alza testa e, guardando i
rami degli alberi che s'intrecciano vicendevolmente, non può non
sentire la presenza di un essere superiore, non può non provare quel
senso di inquietudine indefinita che gli antichi chiamavano horror loci
e che ritenevano ispirata dalla presenza di qualche entità demoniaca.
In molte mitologie, anche quelle dei Greci e dei Romani, il genio, spirito
buono o cattivo, era considerato custode delle sorti della famiglia e
dell'individuo.
I romani chiamarono Genius lo spirito buono, la divinità
tutelare di una persona, di un luogo o di una nazione: ciascun uomo aveva il
suo; ogni casa venerava il Genius del pater familias; il popolo
onorava il Genius di Roma, il Genius Populi Romani, e
più tardi quello dell'imperatore. Secondo la tradizione tre sono i
Geni Protettori del Lazio: Romolo, fondatore di Roma nel 753-756 a.C.; Enea,
che giunto nel Lazio, sconfitti i Rutuli e sposata Lavinia, secondo la
leggenda scomparve in cielo durante un temporale, e, più tardi, fu
adorato come Giove Indigete; e infine Saturno, che cacciato dall'Olimpo,
portò nel Lazio l'età dell'oro, l'abbondanza e
l'uguaglianza tra gli uomini. A lui furono dedicati i Saturnali fino alla
nascita del Cristianesimo ed in suo onore fu costruito nel 498 un tempio, ai
piedi del Campidoglio, di cui oggi restano solo otto colonne di granito,
risalenti ad un restauro del IV secolo d.C.
Noi dell'area Tutela pensiamo, sull' iter della mitologia classica, che
ogni opera d'arte abbia il suo Genio protettore, quindi un Genius
Loci che incarni valori oggi trascurati. Troppo spesso si dimentica che
il patrimonio artistico giunto fino ad oggi è l'eredità dei
nostri avi e che, proprio in virtù di questo, rappresenta la nostra
storia. In poche parole ci dice chi siamo e da dove veniamo. L'uomo che non
rispetta questo preziosissimo bene comune non rispetta alla fine neanche
se stesso e tanto meno gli altri.
Prospettiva genius Loci nasce dall'intento di promuovere
questi valori per ricuperare il passato, con la tutela dei Beni Culturali
che ci sono stati trasmessi, ma con lo sguardo rivolto al futuro, per
diffondere tra i giovani una vera e propria cultura della tutela.
E adesso alcuni esempi di come pensiamo di operare in concreto. In primo luogo
trasmettendo sulla rete telematica mondiale informazioni riguardanti la
segnalazione dei monumenti che richiedono un intervento più
immediato per la loro salvaguardia ... una sorta di "notiziario
emergenze".
Ci proponiamo inoltre di studiare la legislazione relativa alla tutela dei beni
storico-artistici, la 1089 del 1939 e la 512 sulla regolamentazione
dell'intervento dei privati, leggi purtroppo antiquate e spesso di difficile
applicazione.
Per affermare e valorizzare la nostra presenza sul territorio abbiamo attivato
una feconda collaborazione con Italia Nostra, che è rappresentata
quest'oggi dal consigliere regionale Dott. Alfredo Barbagallo.
Il primo risultato concreto della cooperazione tra BTA e Italia Nostra sono le
tre conferenze stampa congiunte del 13 febbraio, del 21 e del 30 marzo 1995,
rispettivamente riguardanti la denuncia del degrado della Rupe Tarpea e del
Monte Caprino, delle fondazioni di Roma e degli obelischi egizi.
L'arte, insieme alla musica ed alla poesia, è il punto più
elevato del pensiero umano. Noi vogliamo difendere l'arte perchè non
muoia, perchè vengano rispettate le nostre origini e gli
"spiriti" dei luoghi. Contro al silenzio dell'incuria nelle zone in cui
viviamo e dell'accademismo formale che vige nei nostri ambienti culturali noi
gridiamo: "L'arte non deve morire".
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