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La collaborazione tra "Italia Nostra" e il "Bollettino Telematico dell'Arte" Viterbo, Facoltà dei Beni Culturali
Arte On line / Abstract Workshop 17 maggio 1995

Alfredo Barbagallo Consigliere Regionale di "Italia Nostra"
ISSN 1127-4883     BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 11 luglio 2000, n. 91 (17 maggio 1995)
http://www.bta.it/txt/a0/00/bta00091.html
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Ringrazio innanzitutto gli organizzatori del convegno in atto, ed in particolare il Bollettino Telematico dell'Arte, il suo promotore dott. Stefano Colonna, la sua equipe di validissimi studenti e laureandi.

La loro idea è ottima per tre punti essenziali:

1- l'idea di inserire tecniche dinamiche e moderne come l'informatica nella problematica antica della tutela dei beni culturali;

2- Il rapporto costante e corretto con un'Associazione che riteniamo da tutti stimata come Italia Nostra, che ha comportato per noi e per l'Istituto di Storia dell'Arte un approfondimento che riteniamo di grande interesse;

3- Va detto con chiarezza: il dibattito culturale nelle Università, soprattutto nei giganti come "La Sapienza" di Roma, è in questo momento molto basso. Le Università, specie le grandi, sono in questo momento schiacciate dai problemi organizzativi e logistici, e questo le distoglie dalla loro funzione di elaborazione del sapere. Questo, come Associazione culturale, ci preoccupa molto, e ci fa ancora più apprezzare l'iniziativa del BTA. Come penso molti di voi sanno, l'Associazione Nazionale di Italia Nostra nacque nella metà degli anni Cinquanta dal lavoro di un gruppo di giovani urbanisti ed appassionati di storia dell'arte, primo fra tutti Antonio Cederna. Ripercorrere quarant'anni di storia associativa, a Roma, non è mio compito nè va fatto in questa sede: basti rapidamente ricordare due risultati immensi come la salvaguardia di una villa storica come la Doria Pamphilj e l'instaurazione di quel caledoscopio della vicenda umana nel pianeta che è il Parco dell'Appia Antica.

Tante altre cose si dovrebbero dire;se non si fosse ultimamente di fronte ad una problematica immensa, che stravolge il modo di disegnare ed amministrare la città, e di salvaguardarne la bellezza.

Il nuovo mostro del Duemila ha un nome ed un cognome: il nome è "incuria", il cognome "degrado". Nemico insidiosissimo, perchè non presente nelle mappe di programmazione, nei disegni degli architetti, nelle idee e nei bilanci dei Comuni. Nemico insidiosissimo perchè difficile da combattere, aleatorio ed improvviso spesso originato da imprevidenza e maleducazione singola e collettiva, spesso da mancanza di opportuni controlli, spesso da situazioni di malessere sociale. Cari amici, cos'è oggi a Roma Piazza di Spagna e Trinità dei Monti ? E'il luogo del Rinascimento romano ? Il luogo di Byron ? Il luogo della Roma colta settecentesca, il luogo degli intellettuali al Caffè Greco del primo Novecento ? O è il luogo della dimenticanza collettiva, dei focherelli accesi di notte sui gradini, delle risse a bottigliate, dello spaccio ? Cos'è oggi Piazza Navona, cari amici ? E le Rupi del Campidoglio ? E Colle Oppio ? E l'Esquilino ? E Trastevere ? E Piazza Vittorio ? Ci si intenda bene. Non che non si apprezzi la sensibilità che in qualcuno di questi casi l'amministrazione ha dimostrato. Nè la solerzia dei gruppi cittadini volenterosi. Ma senza una mobilitazione generale delle coscienze, delle intelligenze, dei mezzi, delle risorse, il degrado di Roma vincerà la sua partita ed ucciderà la città come città d'arte. Perchè la cosa tremenda che accade è sociologicamente di grande semplicità. I cittadini vanno dimenticando i propri monumenti sepolti da automobili, rifiuti, abbandono. Questi luoghi scompaiono dalla fruizione collettiva e della memoria, ddalle guide turistiche e dalle pubblicazioni specializzate. Sotto i nostri occhi, si delinea il quadro drammatico di una Roma straniera ai romani, di due città parallele che si sfiorano e non si riconoscono.

La Sezione Romana di Italia Nostra ed il BTA hanno impiegato i loro ultimi mesi a denunciare tale situazione. Muniti di armi temibili come qualche macchina fotografica ed i testi di alcune biblioteche, sono riusciti ad ottenere dalla stampa una grande audience, mediante una scelta: quella delle campagne a tema. Di Campidoglio, fontane di Roma, obelischi, ve ne parlerà la collega Viviana Normando. Ciò che più conta è un dato incontrovertibile: che quando le forze della cultura cittadina, associazionistica ed istituzionale, si incontrano e procedono insieme, la loro forza aumenta in modo considerevole e può avere la forza di incidere sui grandi processi culturali urbani. Ma perchè questo accada, occorre un elemento specifico alla base: la consapevolezza della portata del problema e l'identità dell'analisi di esso. Bisogna pensarla allo stesso modo, per avere la possibilità di ottenere gli stessi risultati.

Mi sono ripromesso un intervento breve e concludo. Si è diffuso da tempo, cari amici, l'abitudine dell' " I have a dream " , dell' " Io ho un sogno " . Può avere tre sognetti piccoli piccoli, da pochi soldi, anche uno studioso di beni culturali a Roma? Il primo è che gli interventi di ordinaria manutenzione sui monumenti a Roma si facciano, e si facciano sul serio. Il secondo è che intorno ai monumenti si collochi un'area di rispetto che impedisca il parcheggio delle automobili. Il terzo è che tabelle esplicative siano apposte nel sito monume ntale, divulgandone caratteristiche e storia. Tre sognetti piccoli, ma che la Sezione romana di Italia Nostra ed il Bollettino Telematico dell'Arte cercano di trasformare in realtà.



	
 

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