La questione dei "linguaggi tecnici" assilla, in ogni disciplina, coloro i quali plaudono alla divulgazione del proprio operato. La questione può sembrare periferica, ma si scontra con domande nient'affatto risibili dal punto di vista teorico: ad esempio, qual è il corretto equilibrio da ricercare fra l'esoterismo degli "addetti ai lavori" e la semplificazione del mediocre giornalismo?
Com'è ovvio, non esiste una risposta o un meta-prontuario che risolva definitivamente il problema, specie quando ci si confronta con discipline in continuo aggiornamento. In questo senso - e solo in questo -, il lavoro di Paolo Furia intitolato Dizionario iconografico dei santi (Ares, Milano 2002) dev'essere risultato un'impresa più semplice rispetto al presente lavoro: quella sorta di guida al riconoscimento dei santi cristiani, grazie all'individuazione e alla comprensione dei simboli che ne caratterizzano l'iconografia, mirava a colmare il gap ermeneutico creatosi nel corso dei secoli. Per servirsi di un esempio riportato da Cesare Cavalleri: mentre prima era patrimonio comune l'identificazione della giovane che regge una ruota di tortura con Caterina d'Alessandria, ora il pubblico museale, anche se dotato di una buona formazione scolastica, tende a non procedere al riconoscimento.
Nel caso di questo Lessico, l'autore non solo si è dovuto confrontare con la mole immensa di materiale da ordinare e censire, ma è stato costretto a operare nette scelte di campo e farsi carico della difficoltà nell'interpretare le nuove tendenze artistiche.
A parere di chi scrive, il risultato è brillante: Paolo Furia non si è limitato alla pittura, alla scultura e all'architettura, ma ha sondato anche le altri visive e decorative, senza dimenticare il restauro e l'archeologia. Nella stringatezza e soprattutto nella chiarezza delle spiegazioni è agevole riconoscere la straordinaria padronanza delle materie trattate e la profonda erudizione dell'autore. Inoltre, pur concentrandosi sull'arte occidentale, questo Lessico è assai ampio sia in senso sincronico che in senso diacronico: tra le centinaia di voci si può trovare Tayaziano (« da Tayac in Dordogna, cultura del Paleolitico inferiore ») e Industrial designer (« chi crea nuove linee e forme dei prodotti industriali »), Huaca (« in Perù , antico sepolcro ») e Viap (« antiche statue monolitiche a forma di pesce, alte fino a m. 5, trovate in Armenia, Georgia e Mongolia »).
Data l'agilità stilistica e fisica del volume, ci auguriamo di vedere almeno una piccola percentuale di turisti non cedere al cieco orgoglio e sfogliare queste pagine di fronte alle tante didascalie dei musei, spesso scritte da presunti detentori di un sapere ermetico.
Il libro
Paolo FURIA, Il lessico dell'arte. Pittura, scultura, architettura & dintorni, Edizioni Ares (coll. Faretra, 36), Milano 2003, pp. 187, Euro 14, ISBN 88-8155-258-2.
Indice
Presentazione di Cesare Cavalleri
Introduzione
IL LESSICO DELL'ARTE
Bibliografia
L'autore
Paolo FURIA (Treviglio 1943) è stato Ispettore onorario del Ministero per i beni culturali. Attualmente è Conservatore dei beni artistici e storici della Basilica di San Martino e responsabile dell'Archivio storico della Banca del Credito Cooperativo di Treviglio. Per i tipi di Ares ha firmato il Dizionario iconografico dei santi (2002).
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