In questo breve saggio si vuole ricostruire la storia dei passaggi di proprietà di un celebre cratere attico del II secolo d. C. appartenuto ai Lante della Rovere ed esposto nella villa omonima sul Gianicolo, oggetto dell'attenzione di numerosi intellettuali ed artisti tra cui anche il Piranesi, ed oggi a Woburn Abbey, Bedfordshire 1.
Il primo ad accorgersi del valore dell'opera fu Cassiano del Pozzo, il quale ottenne il permesso dal cardinale Marcello Lante 2 di poter far ritrarre il vaso, per il suo Museum Chartaceo da Vincenzo Leonardi, che lo riprodusse da un'angolazione lievemente distorta
3. Il disegno, conservato nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi di Firenze, reca un'iscrizione a matita blu « Giardino Lancellotti Roma » apposta probabilmente nel XIX secolo, e dunque non attendibile 4. Cassiano, però, nella sua Agenda del Museo aveva annotato: « Alla villa del cardinal Lante. Il vaso grande con maschere di fauni, che era prima nel palazzo Sforza » 5. L'appunto dell'illustre erudito si rivela di estrema importanza per tre motivi: fornisce infatti il nome dei proprietari da cui Marcello Lante lo aveva acquistato, ed essendo l'Agenda del Museo redatta tra il 1626 ed il 1642, è possibile circoscrivere l'arco di tempo in cui avvenne il passaggio di proprietà a quegli anni e di conseguenza datare il disegno del Leonardi. Il vaso, dunque, costituirebbe uno dei pochi acquisti certi effettuati dal cardinal Marcello.
Il Bellori nella sua Nota delli Musei, Librerie et ornamenti di statue e pitture ne Palazzi, ne Cortili e Giardini di Roma, che così ricordava: « Marchese Lanti. Giardino sul Gianicolo alla Longara e Casino con architetture, e fregi di varie storie di Giulio Romano, statue e bassirilievi, tra quali un bellissimo vaso con maschere sceniche de' Baccanti » 6.
Il manufatto forse è identificabile in quello citato in un contratto di locazione dei giardini della villa gianicolense stipulato dal duca Ippolito Lante 7, nipote di Marcello, il 2 settembre del 1670, in cui veniva ricordato un « viale che va dove sta il vaso che guarda verso mezzogiorno vicino alla scaletta »8. Se si dà credito a questa notizia è da ritenere che il vaso fosse collocato all'esterno del casino "Turini" per abbellire scenograficamente uno dei viali della villa.
Nel 1713 Francesco Faraone Aquila riprodusse il vaso in un'incisione facente parte della Raccolta di vasi diversi formati da illustri artefici antichi e di varie targhe sovrapposte alle fabbriche più insigni di Roma da celebri architetti moderni, (tav. 17), accompagnandolo con una didascalia che recitava: « Vaso antico di marmo bianco nella villa Lante sul Monte Gianicolo » 9. Il manufatto venne menzionato, più tardi, anche dal Titi, che lo definì « notabile »10.
Le notizie più interessanti circa la storia del pezzo furono, però, fornite dal Waagen, che affermava: « Questo magnifico vaso di 6 piedi e 2 di diametro, e 6 di altezza è molto simile al vaso di Warwick di diametro 8 piedi. Come quello, oltre che per stile, è ornato di un fregio bacchico. Le figure sono disposte regolarmente e tutte e otto sono frontali. Alcune hanno carattere più animalesco, altre specie quelle vicino Bacco sono più elevate. Molte parti sono state restaurate. Questo vaso, che è stato trovato a villa Adriana a Tivoli, è stato venduto dai Lante a Lord Cawdor, all'asta nella quale hanno venduto tutta la collezione e fu comprato dal duca Francis Bedford, zio dell'attuale duca » 11.
Qualche anno più tardi il Michaelis aggiunse che il vaso era stato inciso da Piranesi 12 era appartenuto a Giovanni Volpato 13, attraverso il quale fu acquistato da Thomas Jenkins 14. Costui, a sua volta, lo rivendette a Lord Cawdor, da cui passò, nel 1800, a John duca di Bedford 15.
A parte il nome del duca di Bedford che da Francis diventò John è importante sottolineare il fatto che il vaso fu oggetto delle riflessioni di Piranesi.
L'artista, infatti, accompagnò le sue incisioni, una frontale e l'altra di profilo, con delle acute osservazioni, dedicate al « Al Sig.r Guglielmo Vyse Cavaliere Inglese amatore e seguace delle belle arti in atto di ossequio» affermando: « Vaso antico di gran mole che si vede nella Villa dell'Ema Casa Lanti sul Monte Gianicolo. Il corpo del medesimo è circondato da otto teste di Fauni e Silvani. Il piede che al presente lo regge è di porfido e non corrisponde alla proporzione del Vaso, perciò si comprende che apparteneva ad altro; tanto più che si scopre la larghezza della superficie A.B. che posava sopra l'antico suo piede di maggior circonferenza corrispondente alla grandezza del Vaso ».
Piranesi, allora, pensò di disegnare un piedistallo che corrispondesse alla larghezza di quello originale e fornì altre notizie circa il basamento su cui il cratere poggiava: « Altra veduta laterale del Vaso, che si vede nella Villa dell'Ema Casa Lanti. Il piede è stato da me ideato a proporzione della grandezza del Vaso, e corrispondente alla traccia dell'antica superficie accennata nell'altra tavola con le lettere A.B. Il monumento A su ci qui posa il suddetto vaso si vede nella casa del Sig.r Collino Morison Pittore, ed Antiquario Inglese. Questo rappresenta un antico Pulvinare ornato con bassirilievi, e varj intrecci di arabeschi di eccellente maniera. Nel bassorilievo si vede Nerone nel Lettisternio attorniato da suoj vizj con altre Figure simboliche alle sue dissolutezze» 16.
I Lante, dunque, si disfecero di questo pezzo pregiato piuttosto presto. Infatti il vaso non si trova mai citato negli inventari redatti da Pacetti e tanto meno in quelli compilati dal D'Este .
Si segnala l'esistenza di una copia di formato ridotto dell'opera oggi conservata al Louvre ed incisa dal Clarac .
Didascalie fotografiche
1) Piranesi G. B., Vaso Lante, da G.B. Piranesi Vasi, candelabri ... cit., Roma 1778, 1, tav. 42.
2) Piranesi G.B., Vaso Lante, da G.B. Piranesi Vasi, candelabri ... cit., Roma 1778, 1, tav. 43.
3) De Clarac F., Vaso Lante, da Musée de sculpture antique et moderne, Paris 1841, tav. 145, n. 124.
NOTE
1
Per le notizie su questa famiglia e sulla sua collezione rinvio ad alcuni articoli già usciti come R. RANDOLFI, Albacini, Cades, Canova, Ceccarini, D'Este, Landi e Pacetti, e la collezione di sculture dei Lante Vaini della Rovere nel palazzo di piazza dei Caprettari, in E. DEBENEDETTI (a cura di), Sculture romane del Settecento. La professione dello scultore, III, ("Studi sul Settecento Romano", 19), Roma 2003, pp. 437-464; EAD., Un inedito carteggio tra il cardinale Alessandro Lante, i suoi familiari ed il computista Pietro Ferrari circa le sorti della Villa Lante sul Gianicolo ed i rapporti tra il prelato Giuseppe Valadier e Antonio Canova, in H. ECONOMOPOULOS, (a cura di), I cardinali di Santa Romana Chiesa. Collezionisti e mecenati, Roma 2003, pp. 125-145; e a contributi di prossima pubblicazione: R. RANDOLFI, Villa Lante al tempo dei Lante, in T. CARUNCHIO - S. ÖRMA, Villa Lante al Gianicolo. Storia della fabbrica e cronaca dei suoi abitatori, in corso di stampa; EAD., La collezione del cardinale Alessandro Lante tra Bologna e Roma, in Cultura nell'età delle legazioni, Atti del Convegno, Ferrara, Palazzo Bonaccossi, 2003, in corso di stampa; EAD., Una restituzione a Pietro Paolo Ubaldini: la storia della pala d'altare con le SS. Lucrezia e Gertrude della cappella Lante in San Nicola da Tolentino, in "Storia dell'Arte", in corso di stampa; EAD., Palazzo Lante in piazza dei Caprettari: storia di una famiglia, di un edificio e della collezione ivi ospitata, in corso di stampa.
2
Sul cardinal Marcello si veda: B. CIRULLI, L'attività di committente del cardinale Marcello Lante: un inventario inedito, in Roma moderna e contemporanea, 1-3, 2001, Roma Repubblicana 1789-99, 1849, pp. 315-331; R. SANSA, ad vocem, Lante Marcello, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 63, Roma 2004, pp. 637-639; R. RANDOLFI, Villa Lante al tempo dei Lante ... cit., in corso di stampa.
3
V. CARPITA, in F. SOLINAS (a cura di), I segreti di un collezionista. Le straordinarie raccolte di Cassiano del Pozzo 1588-1657, catal. della mostra, (Roma, Galleria Nazionale d'Arte Antica, Palazzo Barberini 29 settembre-26 novembre 2000), Roma 2000, p. 143, scheda n. 157.
4
G. CONTI, Un taccuino di disegni dall'antico agli Uffizi, in "RIASA", XXI-XXII, 1974-1975, pp. 141-162; B. PETTINATU, Prezzi di marmi preziosi e tariffe dei lavori da muratori: 1805, in "Xenia", 6, 1983, pp. 87-101. Si potrebbe anche ipotizzare che i Lancellotti possedessero un'altra versione dello stesso cratere, forse quello poi finito al Louvre. Si veda oltre.
5
Ibidem.
6
G.P. BELLORI, Nota delli Musei, Librerie et ornamenti di statue e pitture ne Palazzi, ne Cortili e Giardini di Roma (1664) a cura di E. ZOCCA, Roma 1976, p. 66: <>.
7
Su di lui si rinvia a: F. M D'AGNELLI, Contributi al catalogo di Lorenzo Berrettini. L'affresco del Palazzo Orsini-Lante a Bomarzo, in "Bollettino d'arte", 98, 1996, pp. 81-88; EAD., Orsini, Lante della Rovere, Borghese: tre casati romani nel palazzo di Bomarzo, in "Studi Romani", 1-2, 1999, (XLVII), pp. 97-104; M. MECCOLI, Il Salone dipinto di Palazzo Lante alla Sapienza, in F. CAPPELLETTI, (a cura di), Decorazione e collezionismo a Roma nel Seicento. Vicende di artisti, committenti, mercanti, Roma 2003, pp. 187-200; F.T. FAGLIARI ZENI BUCHICCHIO, Il matrimonio di Giovanni Corrado Orsini con Clarice Orsini e la costruzione del nuovo palazzo di Bomarzo, in C. L. FROMMEL - F.T. FAGLIARI ZENI BUCHICCHIO, Il Palazzo Orsini a Bomarzo: opera di Baldassarre Peruzzi, Munchen 2002, pp. 73-80; RANDOLFI, Villa Lante al tempo dei Lante ... cit., in corso di stampa; EAD., Palazzo Lante in piazza dei Caprettari ... cit., in corso di stampa.
8
G.L. MASETTI ZANNINI, Viridarium, Vineola et Baluardum, ..., cit., p. 454.
9
Cfr. nota 3.
10
F. TITI, Studio di Pittura, Scoltura et Architettura nelle chiese di Roma, 1674-1763, ed. comparata a cura di B. CONTARDI - S. ROMANO, Firenze 1987, p. 21: « Palazzino del duca Lanti. Sull'alto del Gianicolo è situato con architettura di Giulio Romano questo palazzino adornato dentro di pitture dal medesimo, e da suoi scolari. Vi è di notabile anche un vaso antico con bassirilievi ».
11
G. F. Waagen, Treasures of Art in Great Britain, being an account of the Chief collection of Paintings, Sculptures, illuminated Mss., London 1854, III, 467-468.
12
G.B. PIRANESI, Vasi, candelabri, cippi, sarcofaghi, tripodi, lucerne ed ornamenti incisi dal cavalier G. B. Piranesi e F. Piranesi, Roma 1778, 1, tavv. 42, 43; E. J. WILTON, Giovanni Battista Piranesi, the complete Etchings, San Francisco 1994, pp. 927-928.
13
Per notizie sull'artista si veda: O. MAZZUCCATO, Un leone di Giovanni Volpato, in "Bollettino dei Musei Comunali di Roma", VII, 1993, pp. 57-62.
14
Sul Jenkins si veda in particolare: B. FORD., Thomas Jenkins, Banker, Dealer and Unoffical English Agent, ... cit., pp. 416-426, con bibl. prec.
15
A. MICHAELIS, Ancient Marbles in Great Britain, Cambridge, 1882, pp. 732-733; A. H. SMITH, A Catalogue of Sculpture of Woburn Abbey, London, 1900, pp. 27-29, n. 48, figg. 13-14.
16
Cfr. nota 3.
17
R. RANDOLFI, Albacini, Cades, Canova, Ceccarini, D'Este, Landi e Pacetti, e la collezione di sculture dei Lante Vaini della Rovere nel palazzo di piazza dei Caprettari ... cit., pp. 437-464.
18
F. DE CLARAC, Musée de sculpture antique et moderne, Paris 1841, I, 413-414, tav. 145, n. 124.
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