Quante volte, durante le nostre giornate, tra un viaggio in autobus, un caffè, l'università, il lavoro, la famiglia, siamo stati colpiti da un pensiero come questo: ma che senso ha tutto quello che sto facendo, ciò per cui vivo, che rincorro con affanno e che occupa ogni mio singolo istante ?
L'artista deve essere stato coinvolto a tal punto da simili riflessioni, da lasciarle emergere in questa serie di sei opere, collages polimaterici che richiedono più di qualche secondo o minuto della nostra attenzione. Immediati ed insieme sorprendentemente ricchi di significati; una sorta di percorso in crescendo, che si muove verso una direzione apparentemente unica: la morte, come sola e comune conclusione delle nostre esistenze, che ci spaventa, ci angoscia e soprattutto ci coglie assolutamente impreparati.
La vita "dipinta" attraverso tutte le spesso erronee sfumature con le quali ogni uomo la coglie: come gara, una corsa in solitario verso un'effimera vittoria, così vicina all'idea di un funerale, come passaggio tra una nascita colma di speranze e tenerezza ed una morte in cui si ritorna indissolubilmente terra, come ricerca continua di false conferme, nel successo, nel denaro ...
Ma è con l'ultima opera che tutto acquista un senso: un sepolcro spalancato, simbolo di una resurrezione che è il vero traguardo dell'esistenza, anche al di là della proprio credo religioso.
Ogni quadro, con la sua matericità ( che ricorda esempi dell'Informale e dell'Arte Povera), continuo riferimento alla quotidianità della vita, alla vita di ognuno degli spettatori, è in se un discorso concluso eppure una parte dell'intero percorso, uno shock progressivo che a volte ci colpisce con forza, con l'intento di scuoterci, di farci presente che è narrata la nostra vita e non quella di un astratto personaggio o del solo autore; è la nostra terra, il nostro elettrocardiogramma, la nostra tomba.
L'artista, per sua asserzione, si è concesso completa libertà di espressione, non limitandosi ad un'unica linea stilistica, se non quella di tendere il più possibile alla tridimensionalità, all'accostamento di materiali diversi, che ancora di più stimolano e attirano colui che guarda.
«La morte è un passaggio tra un'occasione e l'altra»: questa l'idea dell'autore; dovremmo smettere di essere angosciati da essa o di accantonarne il pensiero, lasciandoci coinvolgere , e non soffocare, dalla vita, il più grande dono che ci è stato fatto.
L'ARTISTA
Eugenio Pozzilli è un artista ventiduenne diplomato presso il Liceo Artistico di Via Ripetta a Roma; dopo aver ricevuto la qualifica di Grafico, sta approfondendo i suoi studi presso l'Accademia delle Arti e delle Nuove Tecnologie.
Si è occupato di teatro, cinema, scrittura, poesia; i suoi interessi riguardo l'universo artistico sono a tutto tondo, ed i suoi desideri di indagine, scoperta e sperimentazione sono chiaramente ancora inesauriti, considerata anche la sua giovane età.
Ha esposto per la prima volta a Roma, presso la Libreria Odradek ( 29 gennaio- 3 febbraio 2007), sei quadri: titolo della mostra Prima o poi ....
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