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La 52.a Biennale d'Arte di Venezia Venezia
10 giu. - 21 nov. 2007
Veronica Caliendo
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 19 Giugno 2007, n. 461
http://www.bta.it/txt/a0/04/bta00461.html
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Area Mostre

Introduzione

La 52. esposizione internazionale d'arte di Venezia presenta negli spazi espositivi dell'Arsenale e dei Giardini della Biennale, opere di un centinaio di artisti e mostre di 76 paesi di tutto il mondo. Robert Storr, primo direttore statunitense nella storia della Biennale, nonché attuale rettore della Yale School of Art e Consulting Curator per l'arte moderna e contemporanea al Philadelphia Museum of Art, ha puntato su una Biennale Globale e socialmente e umanamente impegnata.
Sicuramente ha aiutato ad una buona riuscita della Biennale il fatto che finalmente l'incarico al direttore è stato dato nei tempi giusti, così Storr ha potuto lavorare con calma e bene.
La novità è che, come lui stesso ha dichiarato, si è voluto porre come intermediario tra gli artisti e il pubblico, lasciando spazio all'arte e agli artisti, rinunciando così alla veste del Curatore - Autore, protagonista assoluto, che negli ultimi anni aveva forse preso il sopravvento.
«Questa mostra - spiega Robert Storr - si fonda su un atteggiamento di base nei confronti dell'arte, rivolto a supporre che le dicotomie analitiche tra il percettivo e il concettuale, tra pensiero e sentimento, piacere e dolore, intuizione e riflessione critica, troppo spesso oscurano o negano la presenza complessa di tutti questi fattori nella nostra esperienza nel mondo, nonché la presenza di tutte queste dimensioni nell'arte che ne deriva.»

Quella del 7-8-9 giugno è stata, inoltre, la Vernice più organizzata e anche più "blindata": pass elettronici, numeri di attesa con tanto di hostess all'entrata della sala stampa, e mappe dettagliate di tutti gli spazi espositivi e gli eventi.
Viva l'efficienza manageriale dell'arte quando anche coronata da buona Arte, grazie anche a un titolo che ha stimolato gli artisti a proporre quasi ovunque opere interessanti e cariche di spunti riflessivi.



Pensa con la mappa - senti senza mappa, le Mostre in Città e oltre

Ai visitatori di questa biennale ciò che non dovrà mancare è una buona mappa di Venezia ! Settantasei partecipazioni (34 paesi nelle sedi espositive con padiglioni propri (31 ai Giardini e 3 all'Arsenale) e 42 paesi nel centro storico di Venezia più numerosi eventi collaterali presentano le proprie mostre nel centro cittadino, oltre che ai Giardini e all'Arsenale, dove debutta il nuovo padiglione Italiano a cura di Ida Gianelli.

All'Arsenale sono allestiti il Padiglione Turchia e Check list della Sindika Dokolo African Collection of Contemporary art. Dunque oltre alle storiche sedi dei Giardini e dell'Arsenale ecco tante novità, tanti eventi e mostre ... così, come per l'esposizione diretta da Achille Bonito Oliva, la Biennale invade Venezia, trasborda nelle calle di tutta la città, e con un po' di impegno e tempo vale perdersi per le varie ed interessanti sedi espositive. Da non perdere la visita alle isole di San Lazzaro degli Armeni e l'Isola di Sant'Erasmo.
La prima ospita l'omaggio a E. Vedova con opere inedite presentate negli spazi restaurati della Torre Massimiliana; la seconda le opere di J. Kosuth, pioniere dell'arte concettuale, qui con un progetto di tubi al neon giallo che ha come suo fondamento il linguaggio stesso: la sua costruzione, la sua storia, la sua cultura. Come spiega la curatrice Adelina Von Furstenberg «L'acqua e la scrittura sono i temi che attraversano la storia dell'ordine armeno, approdato in laguna con lo scopo di conservare lo straordinario patrimonio di manoscritti antichi». Le installazioni che compongono il LINGUAGGIO DELL'EQUILIBRIO corrono lungo il perimetro dell'isola, «utilizzando il linguaggio e la calligrafia come medium estetico».

Ancora nell'Isola di San Servolo la mostra curata da Achille Bonito Oliva presenta Vettor Pisani in L'isola Interiore: Isolamenti e follia, il suo lavoro offre uno spunto riflessivo sulla frattura e assenza di continuità tra passato e presente.

Rimanendo sugli artisti "storici", dopo Kosuth, Pisani e Vedova, ecco un'altra importante presenza: la mostra di Enzo Cucchi al Museo Correr con dipinti e disegni dalla fine degli anni settanta ad oggi. E ancora l'interessante incontro di J. Beuys e M. Barney al Guggenheim che mostra come entrambi gli artisti svolgono un lavoro incentrato su l'elaborazione di metafore vitali e la creazione di mitologie personali.

Ultima mostra di artisti pionieri qui suggerita è l'opera di Damien Hirst a palazzo Pesaro. Il titolo New Religion «allude al ruolo quasi mistico che la scienza ha assunto nel mondo moderno. Un planisfero con la mappa dei paesi dotati di armi nucleari è ricostruito secondo i nomi degli apostoli. La medicina viene paragonata ad una nuova forma di fede con accostamenti tra personaggi biblici e pillole, capsule, supposte» (Pia Capelli).
Impossibile parlare di tutti e di tutte le esposizioni, ma sicuramente interessante il primo padiglione Rom a Cannaregio (Palazzo Pisani) con opere di artisti rom di otto paesi che «accolgono e trasformano, sfidano e sovrascrivono gli stereotipi esistenti, reinventando la tradizione Rom».

Finalmente torna dopo otto anni di assenza anche il padiglione Italiano, con pur sempre l'anomalia di essere all'Arsenale invece che ai Giardini (dove sono i padiglioni storici dei paesi del mondo) e di dimensioni ridotte, ma pur sempre una presenza importante con due artisti profondamente diversi come Giuseppe Penone e Francesco Vezzosi.

La presenza di artisti italiani è poi sparsa per l'Arsenale e i Giardini stessi, ma il Padiglione Italia si concentra qui, all'Arsenale in uno spazio in cui Penone presenta Sculture di ninfa, installazione ideata per questo spazio composta da sculture di grandi dimensioni di legno e marmo. «Spazi coperti dalle mani, spazi svuotati dalle mani. Lo spazio della scultura riempito di linfa. Il flusso della mano che scorre sulla corteccia degli alberi, che rivela la forma del legno e le vene del marmo.» Così gli elementi di grandi dimensioni (legno, marmo, pelli) creano sinergia, si fondono in un comune concetto naturalistico. E il tema diventa il delicato equilibrio tra uomo e natura, «corpo umano e mondo vegetale diventano all'unisono il soggetto di una ricerca che si evolve con rinnovata passione, concretizzandosi nell'utilizzo di materiali eterogenei e tecniche nuove: terra, paesaggio, corpi, vengono incisi, scolpiti in vista di una sintesi dove tatto e vista divengono sensi dialoganti, uniti nella resa sensibile della forma espressiva. Il tocco che vede, la mano che sente sono i suoi interlocutori principali» (Chiara Casarin).

Democrazy è il titolo dell'altra installazione, il video di Vezzoli, in cui «prendendo spunto dalle imminenti elezioni americane del 2008 il progetto si articola nella produzione di una vera e propria campagna elettorale, proponendo al pubblico della Biennale uno scontro tra due ipotetici candidati». L'opera dunque entra in politica, o meglio mostra la politica fatta a colpi di marketing, tv, sondaggi, denunciando come «la fama, il potere dei media e la manipolazione della verità possano stravolgere il significato di democrazia».



Pensa coi Sensi - Senti con La Mente. L'arte al Presente
Artisti e Opere

«Da Platone in poi i filosofi hanno separato in compartimenti la conoscenza umana, contrapponendo una facoltà all'altra: la mente al corpo, la ragione all'irrazionalità, il pensiero al sentimento, lo spirito critico all'intuizione, l'intelletto ai sensi, il concettuale al percettivo. Eppure, per quanto filosofi ed ideologi abbiano persuaso con successo la gente dell'intrinseca verità storica di queste categorie, le molteplici sfide poste dalla realtà alle nostre capacità di comprensione e il flusso vero dell'esistenza superano di gran lunga il potere dei sistemi, teorie e definizioni volte a contenerli. L'immaginazione è come un bacino in cui questa eccedenza trabocca e si riversa, e l'arte scava i canali capaci di ricollegare tra loro parti della coscienza un tempo isolate e segregate, inondandola e riempiendola nella sua interezza come un fertile delta.» (R. Storr)

Così in questa Biennale l'arte torna ad essere "impegnata", a denunciare, criticare, provocare sarcasticamente con video, installazioni e fotografia. Se Matta aveva sottolineato che l'arte contemporanea «non è arte perché l'arte è una cosa grave», lamentando così la futilità dell'arte contemporanea fine a se stessa e al suo mercato, possiamo qui dire che la maggior parte degli artisti presenti alla Biennale hanno fatto sì che l'arte diventasse o tornasse ad essere come un campo in cui convergono emozioni, sentimenti, pensieri logici, teorie politiche e concezioni filosofiche.
La mostra si propone, dunque, come un cammino in mezzo a mille diversi spunti di conoscenza del mondo e di riflessione su di esso. (A. Vettese)
Lo stesso Storr sottolinea come: «I criteri di selezione sono stati tanto la risonanza e lo stato d'animo quanto la tematica o la metodologia estetica. Tra questi figurano l'immediatezza della sensazione in rapporto all'interrogarsi sulla natura e al significato di tale sensazione, l'intima affezione nei confronti dell'impegno della vita pubblica, il senso di appartenenza e quello di sradicamento, la fragilità della società e della cultura di fronte al conflitto e le qualità del sostegno dell'arte di fronte alla morte.»

E allora ecco che ad aprire il percorso dell'Arsenale ci sono i Propaganda Poster di Luca Nuvoli, e ancora la guerra coi mitra del bulgaro Nedko Solakov. A toccare lo scottante rapporto tra religione e società è l'argentino Leon Ferrari con il Cristo crocifisso su un aereo del Vietnam, e a tentare di fermare con fotografie l'equilibrio spezzato della natura a causa dell'uomo l'opera di Yto Barrada di Tangeri.

Del resto, continua Storr, «Pensa coi Sensi - Senti con La Mente si fonda sulla convinzione che l'arte sia il mezzo tramite cui gli esseri umani prendono coscienza del proprio essere in tutta la sua complessità. Dare un senso alle cose in un dato momento significa coglierne la piena complessità sul piano intellettuale, emotivo e percettivo».
Domina l'Arsenale l'opera "colossale" di El Anatsui, di una bellezza d'altri tempi, in cui i materiali riciclati diventano fili d'oro per tessere moderni arazzi emblema del nostro consumismo.

Il comune denominatore di artisti e opere è, dunque, l'inquietudine di un mondo avvilito e colpito. L'indagine sulle dicotomie e conflitti continua nei giardini dove Morrinho group ricostruisce una Rio di mattoncini colorati nello spazio tra un padiglione e un altro, mostrando l'enorme crescita e problematica delle città. Nel padiglione Russo «Ponomarev e Mescheryakov hanno posto l'accento sul rapporto tra il mondo mediatico e naturale, che si frappone nel contatto dell'uomo con se stesso, col suo prossimo e la natura. In Tergicristalli, gli schermi che rivestono l'intera parete fungono da finestra sulla cui superficie scorrono programmi tv. Così come i tergicristalli rimuovono dal parabrezza dell'auto le tracce di sporco, così qui ripuliscono con l'acqua i programmi mandati in onda» (Olga Sviblova curatrice del progetto).

Masako Okabe nel padiglione Giapponese calca l'onda del rapporto tra passato e presente, creazione e distruzione, natura - uomo con un'interessante lavoro incentrato sulla tecnica del frottage. Oggetto il porto militare di Hiroshima. «L'omonima stazione ferroviaria è stata teatro di colossali movimenti di persone e merci dal conflitto cino-giapponese fino alla seconda guerra mondiale, quando fu rasa al suolo dalla bomba atomica. Okabe ha ricalcato le pietre del ciglio della banchina, e nell'arco di 9 anni ha prodotto un documento di 4000 frottage». Oggi la stazione non esiste più ma l'artista è riuscito a preservare il passato dalla distruzione della civiltà che da un lato scopre di voler studiare e conoscere il passato e dall'altro lo distrugge con la sua furia consumistica.

La Spagna col suo Paradiso Spezzato nasce dall'ispirazione della poesia di Ezra Pound: l'idea è quella della contaminazione delle pratiche artistiche contemporanee ordinate sulla base di un progetto comune condiviso dagli artisti provenienti da ambiti creativi diversi: immagine, gesto corporale, suono.

L'espressione artistica può, dunque, ancora oggi divenire attività sociale, l'arte può e deve uscire dal suo isolamento autoreferenziale e invadere non solo i sensi e la mente del pubblico che la fruisce, ma il nostro vivere, sentire e pensare quotidiano.



GrandTour 2007

Da questa edizione La Biennale insieme a Art38 Basel, documenta12 e skulptur projekte 07, promuove il Grand Tour dell'arte contemporanea, presentando il sito www.grandtour2007.com, dedicato a chi desidera conoscere e visitare nei prossimi mesi le più importanti manifestazioni artistiche che quasi in congiuntura astrale si ripete una volta ogni dieci anni (biennale per Venezia, quinquennale per documenta12 a Kassel, decennale per Munster).



SOSTENITORI DA SEMPRE

Anche quest'anno non poteva mancare il grande sostegno di Illy, coi suoi punti caffè, le nuove tazzine e la Push Button House, un'originale casa container completamente arredata dall'architetto artista americano Adam Kalkin. Così l'area ristoro diventa un sofisticato spazio mosso da un semplice gesto (push button e la casa si apre) dove rilassarsi e pensare coi sensi e sentendo con la mente. Così l'installazione fruibile diviene un «osservatorio privilegiato per rilevare le reazioni di uomini e cose collocati in contesti insoliti.»

«Nel corso degli anni si è radicata in me la convinzione che vi siano delle similitudini tra la vita dell'azienda e quella dell'individo. Entrambi, infatti, mirano a raggiungere quella felicità che, intesa in senso aristotelico come "eudemonia", è la sintesi perfetta dei piaceri fisici e intellettuali» Andrea Illy.



LA MOSTRA

52. Esposizione Internazionale D'arte
Pensa coi Sensi - Senti con La Mente. L'arte al Presente
10 giugno - 21 novembre 2007




Dzesi 2

Fig. 1
El Anatsui, Dzesi 2 2006
Alluminio e filo di rame cuciti
325 x 568 cm.
Collection Akron Museum of Art, Akron, Ohio, USA.
Foto: El Anatsui.
Cortesia: Collection Akron Museum of Art, Akron, Ohio, USA.

Sleeper

Fig. 2
Yto Barrada, Sleeper, 2006.
Da Public Park Series.
125 x 125 cm.
Cortesia: the artist

Lost Connection

Fig. 3
Andrey Bartenev, Lost Connection, 2007
Scultura in neon
350 x 800 x 300 cm,
Foto: Andrey Bartenev
Cortesia: artista

Beirut

Fig. 4
Gabriele Basilico, Beirut, 1991
9 fotografie
Cortesia: artista e Studio Guenzani, Milano.

A Very Beautiful Day After Tomorrow (Un Bellissimo Dopodomani)

Fig. 5
Luca Buvoli, A Very Beautiful Day After Tomorrow (Un Bellissimo Dopodomani), 2007
Mosaico in marmo e vetro su alluminio, resina di poliuretano, metallo, colore
Edizione di tre varianti uniche
Muro sinistro: 62 x 260 x 20 cm.
Muro destro: 100 x 290 x 20 cm.
Cortesia: artista
© Luca Buvoli 2007

La Civilización Occidental y Cristiana

Fig. 6
Leon Ferrari, La Civilización Occidental y Cristiana, 1965
Tecnica mista
cm. 200 x 120 x 50
Colección Alicia y León Ferrari
Foto: Ramiro Larraín
Cortesia: artista

Morrinho Model

Fig. 7
Morrinho Project, Morrinho Model, 2007
Tecnica mista
Cortesia: artista

Is There a Future for Our Past ? : The Dark Face of the Light

Fig. 8
Masao Okabe, Is There a Future for Our Past ? : The Dark Face of the Light, 1996-2007
Piano dell'installaizone, veduta e dettagli (carta, matita, pastelli, frottage, viseo, e tecnica mista)
Dimensioni variabili / dimension variable
Foto: Daijiro Hashimoto
Cortesia: Katsuzo Ishimaru / Hokkaido Museum of Modern Art / Hiroshima City Museum of Contemporary Art

Fig. 9
Nedko Solakov, Discussion, 2007
Dettaglio di un "5,56 x 45 mm AR-M9 with UBGL-M6" da 12 disegni a grandezza neturale di fucili bulgari da assalto di recente produzione, eseguiti da by Mihaela Vlaseva e Svetozara Alexandrova
Carboncino e gesso bianco su carta
76 x 112 cm. ciascuno
Foto di Angel Tzvetanov
Cortesia: artista, Galerie Arndt & Partner, Berlin/Zurich and Galleria Continua, San Gimignano/Beijing.
© Nedko Solakov.

 

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