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Cesare Fracassini per gli affreschi ottocenteschi della Basilica di San Lorenzo fuori le mura
Stefania Alunni
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 25 Giugno 2008, n. 499
http://www.bta.it/txt/a0/04/bta00499.html
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L'opportunità di esplorare gran parte della produzione inedita del Fracassini mi ha permesso di approfondire sia gli aspetti legati alle commissioni per i teatri di Roma e di Orvieto sia di rendere pubblica la collezione di opere fracassiniane conservate nei depositi dei Musei Vaticani.
Qui sarà necessario trattare l'esordio del Fracassini come freschista, che lo vede impegnato dal 1864 al 1868, richiamando all'attenzione studi preparatori e bozzetti (ritrovati, in parte, grazie ai contatti intrapresi con gli eredi del pittore) che documentano l'intenso lavoro e l'evoluzione pittorica per la decorazione parietale della Basilica di San Lorenzo fuori le mura, tra le opere più significative di decorazione architettonica di quegli anni. L'attività del pittore romano Cesare Fracassini (1838-1868) inizia e finisce molto presto. Si forma artisticamente in un periodo di transizione esplicatosi tra l'affermarsi delle principali manifestazioni della corrente purista, il fiorire delle accademie, il diffondersi della produzione innovativa verista, introdotta nell'ambiente romano da esponenti della scuola napoletana e l'intensificarsi delle grandi imprese di mecenatismo, pubblico e privato, che daranno vita a un vasto programma decorativo e alla ricostruzione di edifici ecclesiastici. Di certo la provenienza dagli studi accademici permetteva al Fracassini di trattare con grande capacità qualsiasi genere, dal quadro storico, vero protagonista delle esposizioni ufficiali dell'epoca, a quello mitologico, spaziando anche nel campo della ritrattistica e in quello della pittura di genere fino a raggiungere prestigiosi riconoscimenti nel repertorio dell'arte sacra. La committenza religiosa però assume un tono preminente nella sua attività pittorica, come in quella di altri pittori coevi formati nella scuola del maestro Tommaso Minardi.

È utile ricordare che l'avvicendarsi delle beatificazioni, in questa prima metà del secolo, rappresentano l'occasione per il Fracassini di raggiungere importanti riconoscimenti nel contesto artistico romano. È proprio nell'ambito delle produzioni ufficiali della pittura di tema sacro che il Pontefice Pio IX, nel 1867, commissiona al Fracassini il primo grande ciclo pittorico da articolare sulle pareti laterali della navata centrale della basilica di San Lorenzo fuori le mura, con gli otto episodi (quattro per ogni lato) riferibili ai momenti più salienti della vita dei protomartiri Santo Stefano e San Lorenzo, distrutti nella quasi totalità durante la seconda guerra mondiale dal bombardamento del 1943. Il ciclo pittorico, iniziato nel corso dei restauri ottocenteschi, diretti dall'architetto Virginio Vespignani, non viene però terminato dall'artista per l'immatura scomparsa causata da febbre tifoidea.

Fin dal 1863, il Pontefice gli aveva affidato l'affresco per l'Arco Trionfale di San Lorenzo in cui ritrae la Vergine in trono con il Bambino benedicente, tra due angeli e i santi Ciriaca, Stefano, Lorenzo e Giustino che porta a termine nel 1865 insieme ai profeti Isaia e Daniele, raffigurati nelle lunette sottostanti. L'opera è stata imitata, in occasione del restauro degli affreschi medioevali del portico, da Silverio Capparoni nella rappresentazione del Redentore benedicente con San Lorenzo, Santo Stefano, San Giustino, Ippolito, Ciriaca e Cirilla. Dopo questa prima fase decorativa il Fracassini si accinge a dipingere, entro cornici rettangolari decorate a motivi geometrici, le storie di Santo Stefano e San Lorenzo, secondo un progetto concepito e condiviso (per la parte ornamentale) con il cognato e scenografo Luigi Bazzani che collabora anche alle decorazioni dei grandi quadri per la navata centrale per i quali riceve la somma di 1154,87 scudi. Nei documenti di archivio consultati presso l'Archivio Vaticano viene menzionato che il programma iconografico prevedeva anche le decorazioni della navata centrale con dodici figure di Papi fra le finestre, dell'altezza di m. 2,10, considerate a 100 scudi l'una, venticinque mezze figure di angeli nei circoli a 30 scudi (totale 750), ottanta teste di serafini nel fregio della lunghezza di m. 93,60 e dell'altezza m. 10 per la somma di 5 scudi l'una (totale 4000 scudi) e le decorazioni del piano superiore della corda delle incavallature fino alla cornice dell'ordine inferiore per 21,40 scudi ciascuna (totale 2000).

Per il cantiere di San Lorenzo Fracassini dipinge soltanto tre affreschi secondo un impianto rigorosamente storico quindi teologico della rappresentazione: Santo Stefano consacrato diacono, unico affresco sopravvissuto al bombardamento del 1943 e ora trasposto su tela sopra la porta di ingresso, San Lorenzo presenta i beni della chiesa al Prefetto di Roma e San Lorenzo distribuisce i beni della chiesa ai poveri. Il compenso stabilito per ogni dipinto era di 850 scudi quindi riceve una somma totale di 7650,00 scudi. Preferiti da Pio IX e già legati alla committenza ecclesiastica, Paolo Mei, Francesco Grandi e Cesare Mariani proseguono e completano le pitture interrotte dal Fracassini.

Paolo Mei, su cartone ideato dal Fracassini, esegue la Condanna di Santo Stefano e porta a termine le ultime due figure di San Lorenzo presenta i beni della chiesa al prefetto di Roma (De Sanctis Guglielmo, Tommaso Minardi e il suo tempo, Roma, 1900, p. 205); Cesare Mariani compone e dipinge il lato sinistro con il Santo Stefano lapidato e il Santo Stefano condotto al sepolcro, unica scena ambientata in un contesto naturalistico, per un compenso totale di 223 scudi; Francesco Grandi, sul lato destro, affianca il Martirio e la Sepoltura di San Lorenzo per la somma di 2.230 scudi, mentre Luigi Cochetti conclude il repertorio decorativo nel 1870 affrescando la controfacciata con l'Adorazione dell'agnello mistico, su bozzetto del Fracassini. Nelle stesse fonti di archivio non viene menzionato però il compenso ricevuto da Paolo Mei perché sembra fosse retribuito proprio dall'amico Fracassini che lo aveva già scelto come suo collaboratore. La notizia è confermata da Francesco Franco nell'articolo relativo al carteggio inedito tra Mei e Fracassini: «si ha l'impressione che Fracassini, principalmente, e Mariani, andando oltre il loro ruolo di capo-cantieri, sovvenzionino il pittore anche per amicizia» (Francesco Franco, Paolo Mei (1831-1900). Notizie inedite fino al 1867, dalle lettere a Cesare Fracassini, in BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 13 Marzo 2008, n. 483, http://www.bta.it/txt/a0/04/bta00483.html).

Dal materiale ritrovato e preso in esame in occasione dei miei studi si può risalire alla fase iniziale della progettazione quindi allo sviluppo che ha preceduto l'opera prima di giungere alla soluzione definitiva. Questo mio contributo, dedicato a uno dei più meritevoli allievi del Minardi, vuole quindi divulgare preziosi disegni preliminari degni di essere noti per nuovi e più approfonditi criteri di lettura che potranno giovare a delineare più adeguatamente la fisionomia del pittore nell'ambito della sua attività di decoratore chiesastico a testimonianza di come la pratica quotidiana del disegno veniva utilizzata prevalentemente per studiare i soggetti da rappresentare che, attraverso la realizzazione del cartone e del bozzetto, sarebbero stati utilizzati nell'opera definitiva.



Vergine in trono con il Bambino benedicente, tra due angeli e i santi Ciriaca, Stefano, Lorenzo e Giustino
Affresco
1865
Basilica di San Lorenzo fuori le mura
In b.a.d. C. Fracassini 1865
Fotografia cortesia di Stefania Alunni

Affresco eseguito sul lato onoriano dell'Arco Trionfale della basilica di San Lorenzo fuori le mura (fig. 1). Da un fondo di finto mosaico dorato emerge, al centro tra due angeli, la Vergine in trono con il Bambino, a sinistra rispettivamente Santo Stefano e Santa Ciriaca, a destra i Santi Lorenzo e Giustino e nelle lunette sottostanti i Profeti Isaia e Daniele.

Nella parte centrale, inserita in una cornice rettangolare, l'iscrizione didascalica riferita ai restauri voluti da Pio IX: «Pio IX Pontefice Massimo a Cristo devoto, a Stefano e Lorenzo martiri questo tempio a entrambi dedicato, fatiscente per vetustà, restituì a nuovo culto, riportò alla luce la basilica costantiniana nel XIX anno del suo pontificato, 1864 dalla nascita di Cristo». La scena, eseguita con un disporsi regolato degli elementi compositivi, non presenta profondità di campo. La rappresentazione sobria della composizione è affidata ai soli protagonisti individuabili dalle iscrizioni che, poste al lato, precisano la loro identità. Se poniamo a confronto Santa Ciriaca e San Giustino notiamo una corrispondenza nelle pose e nel ripetersi dell'elemento dell'attributo. Sono riscontrabili delle similitudini anche tra la postura di Santo Stefano e quella di San Lorenzo, entrambi rappresentati con il medesimo emblema iconografico, ma anche tra gli angeli che affiancano la Vergine.

L'orientamento pittorico del Fracassini si esplica quindi nel tentativo di rifarsi all'antica impronta medioevale della basilica condizionato dalla necessità di uniformarsi allo stile del mosaico del VI secolo della facciata retrostante in cui è ritratto Cristo al centro con i santi e il Pontefice Pelagio II che porta in dono la basilica di S.Lorenzo fuori le Mura. Dalle fonti di archivio si evince che il Pontefice Pio IX, il 5 gennaio 1865, stabilisce un compenso totale di 1000 scudi, dai quali detrasse 2540 per l'attaccatura dello stucco quindi per la realizzazione dell'affresco il Fracassini percepisce la somma di 974,591 scudi.



Vergine in trono con il Bambino benedicente
Gessetto, matita, carboncino su cartoncino marrone
mm. 350 x 370
1864 circa
Collezione privata, Roma.
Fotografia cortesia del proprietario dell'opera

Disegno preliminare per l'Arco Trionfale della basilica di San Lorenzo fuori le mura (fig. 2). L'immagine della Vergine, fulcro della rappresentazione nell'affresco definitivo, è caratterizzata da una corporatura solida risolta con precisione ed eleganza formale. Qui è raffigurata in atteggiamento maestoso seduta su un ampio trono con le mani protese in avanti mentre tiene sulle ginocchia il Bambino che è ritratto con naturalezza in atto di benedire. In particolare, rispetto alla soluzione definitiva, si nota una maggiore delicatezza della fisionomia del volto della Vergine e un più morbido andamento delle vesti mosse da ombreggiature tenui atte a far risaltare gli effetti luministici mediante l'uso del gessetto. Presso la Collezione di Arte Religiosa Moderna dei Musei Vaticani si conserva una seconda versione dello stesso soggetto eseguito a matita, biacca e sanguigna su carta azzurrina.



Studio per un angelo
Carboncino, gessetto bianco e tracce di sanguigna su carta grigio celestina
mm. 630 x 470
1864 circa
Collezione privata, Roma.
Fotografia cortesia del proprietario dell'opera

Questo disegno è da mettersi in relazione con l'angelo raffigurato a destra della Vergine nell'affresco dell'Arco Trionfale della basilica di San Lorenzo (fig. 3). L'immagine ritratta, incompleta nelle sue parti, è stata pubblicato per la prima volta nel 1920 (Francesco Sapori, Cesare Fracassini pittore 1938-1968, Torino, 1920). Il Fracassini ha tralasciato la definizione delle braccia e dei piedi, che risultano appena accennati, per concentrare la sua attenzione sulla resa espressiva del volto coronato da morbidi riccioli, nonché sulla cura delicata dei lineamenti che, velati da una luce che si spande con misurata intensità, sono resi da una grafica comune agli altri disegni destinati alla realizzazione della stessa opera. Confrontando questa figura con l'affresco definitivo si nota che l'angelo non è alato e la corporatura, in questo caso più esile, è avvolta da un drappeggio del chitone e del lungo manto meno ampio. Quindi la disposizione delle figure in ampiezza doveva essere modificata nell'affresco.



San Giustino
Disegno a carboncino e biacca con tracce di sanguigna, su cartoncino
azzurrino
mm. 610 x 430
1864 circa
Collezione privata, Roma.
Fotografia cortesia del proprietario dell'opera

Si tratta di uno studio preparatorio per l'Arco Trionfale della basilica di San Lorenzo fuori le mura (fig. 4). Il filosofo e martire cristiano San Giustino, posto sulla destra della Vergine, è raffigurato con il mantello dei filosofi e le mani protese in atto di donare la corona del martirio. Il più importante tra i padri apologisti del secondo secolo è qui rappresentato mediante una linea di contorno decisa, dall'intensificarsi dell'uso del chiaro-scuro e dagli effetti cromatici ottenuti con tocchi di biacca atti a infondere luminosità. Non si riscontrano cambiamenti nell'esecuzione definitiva dell'affresco: l'espressione, la corporatura, la posizione e gli emblemi iconografici non hanno subito variazioni. Si presenta come un disegno definitivo piuttosto che uno studio preliminare per una composizione pittorica.



Studio per un angelo
Disegno a matita, sfumino e pastello bianco
mm. 633 x 476
1864 circa
Roma, Istituto Nazionale per la Grafica
F.N. 7628 (30274) Serie n. 6058
Foto cortesia Istituto Nazionale per la Grafica

Disegno preparatorio per l'Arco Trionfale della basilica di San Lorenzo fuori le mura identificato, per le evidenti analogie, con l'angelo dal capo reclinato disposto sul lato sinistro della Vergine (fig. 5). L'immagine, raffigurata entro una linea di contorno ben definita, presenta delle varianti minime rispetto al dipinto: la capigliatura mostra un movimento più fluente, le ali sono appena accennate, i lineamenti del volto sono resi con maggiore delicatezza e grazia dei tratti fisionomici che sembrano rivelare un espressione ancor più ingentilita. È riscontrabile la stessa morbidezza del panneggio del manto anche qui elaborata da una felice stesura chiaroscurale.



Santo Stefano
Disegno a matita, sfumino e pastello bianco
mm. 640 x 480
1864 circa
Roma, Istituto Nazionale per la Grafica
F.N. 7629 (30275) Neg. 173755
Foto cortesia Istituto Nazionale per la Grafica

Lo studio qui mostrato, non completo nelle sue parti, è stato eseguito per l'Arco Trionfale della basilica di San Lorenzo fuori le mura (fig. 6). È ritratto Santo Stefano, disposto sul lato sinistro della Vergine, con lo sguardo rivolto verso l'alto mentre con la mano sinistra sorregge un libro aperto posto sul petto come attributo di sapienza e conoscenza. Rispetto alla redazione definitiva si riscontra precise variazioni: il soggetto, realizzato da una decisa linea di contorno, non indossa la dalmatica dei diaconi ed è raffigurato con un senso meno ampio e volumetrico del panneggio. L'effetto chiaroscurale è qui reso da un tratteggio incisivo che alternandosi al pastello bianco crea zone ben marcate di ombra e di luce.
I caratteri stilistici e la precisione esecutiva riecheggiano una matrice prettamente accademica, che contraddistingue, tra l'altro, l'intera opera monumentale.



Santa Ciriaca
Disegno a matita, sfumino e pastello bianco
mm. 640 x 480
1864 circa
Roma, Istituto Nazionale per la Grafica
F.N. 7630 (3027) Serie n. 6059
Foto cortesia Istituto Nazionale per la Grafica

Ancora uno studio preliminare per l'Arco Trionfale della basilica di San Lorenzo fuori le mura raffigurante Santa Ciriaca, identificata grazie agli attributi e all'iscrizione posta al lato dell'immagine (fig. 7). La santa, posta sul lato sinistro della Vergine, è ritratta con le mani protese in avanti mentre porge l'emblema del martirio. In questo studio, risolto secondo la prassi accademica del disegnare con sobrietà e rigore di segno, risulta interessante notare come emerga una corrispondenza precisa nell'opera definitiva; i particolari, la postura e perfino l'espressione del volto sono resi in modo identico nell'affresco.



Isaia
Disegno a carboncino, gessetto bianco su carta grigio celestina
mm. 645 x 455
1864 circa
Collezione privata, Roma.
In b.a.s. Roma 28 gennaio 1919. All'egregio amico Saverio Kambo, questo disegno x Cesare Fracassini offri in segno di amicizia. Riccardo Fracassini di Cesare.
Fotografia cortesia del proprietario dell'opera

Disegno preparatorio per la lunetta in basso a destra dell'Arco Trionfale della basilica di San Lorenzo fuori le mura (fig. 8). L'artista rappresenta il profeta biblico Isaia, primo dei grandi profeti della stirpe regale di David, mentre nel volgere lo sguardo estasiato verso l'alto tiene in mano il rotolo di pergamena, in questo caso privo di iscrizione, simbolo alludente alle profezie e alla legge. L'immagine, realizzata da un delicato chiaro-scuro delle ampie falde della veste e dall'incresparsi morbido del panneggio, mantiene la posizione in cui è stata atteggiata e viene ripresa senza modifiche di rilievo nell'affresco. La routine accademica del ritratto, in questo caso, è visibile nella grafica della barba filiforme e ondulata nonché nella morbidezza dei capelli. Del disegno si conosce un'altra versione, divulgata da Francesco Sapori nel 1920 (F. Sapori, Cesare Fracassini pittore 1938-1968, Torino, 1920, pag. 6), in cui sono visibili varianti minime nell'andamento della veste e del mantello i cui lembi scendono maggiormente a pieghe larghe.



Studi vari
Disegno a china su carta da lucido
mm. 180 x 290
1864 circa
Collezione di Arte Religiosa e moderna dei Musei Vaticani
Archivio Fotografico Vaticano Neg. N. XXXV. 34. 61/1
Foto Archivio Fotografico dei Musei Vaticani. © Musei Vaticani

Il foglio qui preso in esame è ricco di schizzi e appunti (fig. 9). Si tratta di rapidi studi eseguiti prevalentemente per l'affresco dell'Arco Trionfale di San Lorenzo. Partendo da sinistra notiamo l'immagine di Santo Stefano; in basso il libro aperto in cui si legge in latino «ha consumato l'anima mia»; accanto ancora un libro in cui è scritto «ha distribuito, ha dato ai poveri»; nella parte centrale, come è confermato dall'epigrafe, Santo Asterius prete; al lato uno schizzo, appena accennato, riferibile alla Madonna in trono con il Bambino e infine, in basso a destra, il volto di un imperatore cinquecentesco. Il foglio, contenuto in un album (donato dal dott. Enrico Venanzi nel 1991 ai Musei Vaticani e ora conservato presso la Collezione di Arte Religiosa e Moderna), è composto da stampe, disegni a matita e a china, in parte acquerellati, che documentano l'impegno del Fracassini intorno ad alcune sue opere più conosciute. Raccoglie anche studi per il dipinto a olio del Beato Pietro Canisio in atto di persuadere Ferdinando d'Ungheria a resistere alla setta dei luterani, schizzi riferibili all'opera lo Sbarco di Cristoforo Colombo in America e probabili studi per il dipinto ad olio dei Martiri Gorgomiesi.



Santo Stefano consacrato diacono
Disegno a matita, gessetto e carboncino su cartoncino
m. 2,13 x 0,78
1867
Roma, Galleria nazionale d'arte moderna
Inv. N. 1269
In b.a.d. Cesare Fracassini. f. 1867
Fotografia riprodotta su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Cartone preparatorio per l'affresco realizzato nella parete sinistra della navata centrale di San Lorenzo, acquistato dalla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma nel 1906 su proposta della Giunta Superiore di Belle Arti (fig. 10). È raffigurato l'avvenimento della consacrazione di Santo Stefano chiamato dal vescovo ad annunciare il vangelo quindi ad amministrare la carità. L'impianto della composizione, con il magniloquente scenario di architetture antiche, riporta anche questo disegno ad un clima di osservanza delle regole accademiche ravvisabile nell'impianto rigoroso e monumentale della composizione. In particolare si nota una grande verità d'espressione dei personaggi che compongono la scena, ordinati secondo una disposizione studiata e equilibrata degli atteggiamenti. La ripresa in pittura di ogni minimo dettaglio del disegno offre un caso di rapporto diretto tra cartone preparatorio e affresco corrispondente. Rispetto al bozzetto, invece, si riscontrano alcune varianti: l'immagine di Santo Stefano, inginocchiato e rivolto verso l'altare, appare maggiormente chinata, il volto del santo è ritratto di profilo con le braccia maggiormente sollevate e nei personaggi che compongono la scena si rileva una fisionomia più matura.



Ritratto di un santo
Disegno a pastello su cartoncino
1867 circa.
m. 0,32 x m.q. 28,5
Roma, Galleria nazionale d'arte moderna
Inv. N. 199
In b.a.d. C. Fracassini f.
Fotografia riprodotta su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Ancora un bozzetto per l'affresco del Santo Stefano consacrato diacono, acquistato dalla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma nel 1906 (fig. 11). Il volto di profilo del personaggio è riconducibile all'apostolo che, situato lateralmente all'altare, è raffigurato in ginocchio, posto di spalle, mentre assiste alla consacrazione del santo con lo sguardo rivolto verso la celebrazione. Rispetto alla composizione finale si osserva una più ampia scollatura della veste e una chioma dai riccioli meno dettagliati ma più voluminosa, caratteristica ravvisabile anche nella resa più folta della barba. L'uso del pastello denota un senso di leggera morbidezza e una maggiore vigorosità che sembra prevalere sul nitore disegnativo dell'affresco.



Ritratto di un santo
Disegno a pastello su cartoncino
1867 circa
cm. 44 x 37
Roma, Galleria nazionale d'arte moderna
Inv. N. 200
In b.a.d. C. Fracassini f.
Fotografia riprodotta su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Acquistato da Mina Graa nel 1911, anche questo bozzetto può essere servito come studio per l'affresco del Santo Stefano consacrato diacono (fig. 12). Il volto raffigurato potrebbe essere riconducibile al personaggio con l'attributo dell'aureola che, inginocchiato e posto frontalmente nel lato minore dell'altare in direzione opposta alla figura presa in esame nel precedente bozzetto, è rappresentato mentre leva la mano con un gesto di contemplazione. L'abilità pittorica risulta evidente nella felice resa chiaroscurale, negli effetti cromatici e nell'intensa espressività. Lo studio, svincolato da ogni convenzione di ordine formale, presenta una chiara immediatezza della resa, in particolare nella morbida barba e nella capigliatura fluente.



Santo Stefano
Disegno a matita, pastello e acquerello su carta
cm. 21 x 24,5
1867 circa
Collezione privata, Roma.
Fotografia cortesia del proprietario dell'opera

Questo bozzetto preparatorio è stato pubblicato per la prima volta ne1 1933 (G. Parroni, Cesare Fracassini pittore romano dell'800, in "Illustrazione Vaticana", n. 2, Roma, 1933, pagg. 66-68). Il volto è identificabile con quello di Santo Stefano nell'affresco della sua consacrazione (fig. 13). Il protomartire cristiano è qui ritratto a mezzo busto su fondo grigio-azzurro. La morbidezza dello sfumato del viso e della dalmatica rossa sono resi dalla combinazione pastello-acquerello. Posto a confronto con il ritratto definitivo si nota maggiore vigore e vitalità nell'intensità dell'espressione e una più ampia scollatura della veste che lascia intravedere l'incarnato. La fattura sommaria del bozzetto, la vivacità del colore e la scioltezza della resa sottolineano l'attenzione dell'artista al vero naturale. In questo caso risulta interessante notare come l'uso del colore emerga rispetto al disegno accademico. Alla definizione dei contorni ravvisabili nell'affresco prevale uno stile dinamico della resa.



Santo Stefano consacrato diacono
Olio su tela.
cm. 68 x 62
1867 circa.
Accademia di San Luca. Roma
NEG. E 72953
In b.a.d. Fracassini
Fotografia cortesia Accademia di San Luca, Roma

Bozzetto realizzato per l'affresco posto sulla parete sinistra della navata centrale di San Lorenzo, esposto nel 1870 alla Mostra Romana per il culto cattolico, voluta da Papa Pio IX. (fig. 14). Da una lettera intestata al Signor Commendatore Francesco Azzurri (Conte Palatino) e conservata presso l'Archivio Storico di San Luca, si evince che il bozzetto è stato da donato dal Conte Francesco Vespignani, nel dicembre del 1882, all'Accademia di San Luca. Il dipinto preso in esame ci permette di venire a conoscenza dell'impianto ornamentale dell'intera rappresentazione pittorica. Nella parte superiore entro clipei sono raffigurati da sinistra, San Romano, Santa Cirilla e Sant'Ippolito ai quali si alternano tralci di vite, elementi ornamentali riscontrabili anche nell'Arco Trionfale della stessa basilica. Nel settore centrale, all'interno di finte nicchie delimitate da cornici geometriche, da sinistra Papa Onorio III e Papa Pio IX intercalati dalle palme del martirio disposte entro cornici rettangolari. In basso, entro una cornice delimitata da ornamenti geometrici, è raffigurato Santo Stefano inginocchiato e rivolto verso l'altare mentre con il capo chinato e le braccia protese riceve la sua ordinazione.



La condanna di Santo Stefano
Disegno a pastello su cartoncino
m. 2,16 x 0,80
1868
Roma, Galleria nazionale d'arte moderna
Inv. N. 1270
In b.a.s. C. Fracassini inv. 1868.
Fotografia riprodotta su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Cartone preparatorio per l'affresco da realizzare nella parete sinistra della navata centrale di San Lorenzo, acquistato dalla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma presso la vedova dell'artista (Maria Reanda) e pubblicato per la prima volta nel 1920 da Francesco Sapori (Cesare Fracassini pittore 1838-1868, Torino, 1920, pag. 32). L'affresco, firmato e datato 1869, è stato realizzato da Paolo Mei (fig. 15). All'interno di un'imponente architettura, in cui la scena si amplia fino in lontananza, è rappresentato il momento antecedente al martirio cristiano di Santo Stefano. Qui è raffigurato tradizionalmente con la veste dalmatica, gli occhi rivolti verso l'alto e le braccia sollevate in atto di preghiera mentre viene afferrato dai carnefici per essere condotto sul luogo della lapidazione. Sul lato destro i capi giudei e i seggi del sinedrio sono raffigurati in procinto di schierarsi contro di lui. Il cartone è eseguito con efficacia e freschezza d'insieme mediante colori piuttosto vivi e ben armonizzati. Nell'agitarsi dei personaggi e nei loro volti si riesce a cogliere grande vivacità e forza d'espressione: un'alternarsi di stati d'animo e di atteggiamenti da cui traspare, nei movimenti molteplici dei personaggi, il dinamismo dell'azione. L'uso del pastello denota un fare sciolto e sicuro, molto vicino alle novità stilistiche della rappresentazione del vero diffuse dalla pittura napoletana.



La condanna di Santo Stefano
Olio su tela
cm. 68 x 62
1867 circa
Accademia di San Luca. Roma
NEG. E 73038
In b.a.d. Mei
Fotografia cortesia Accademia di San Luca, Roma

Bozzetto preparatorio per l'affresco realizzato nella parete sinistra della navata centrale di San Lorenzo (fig. 16). Come si evince da una lettera intestata al Signor. Commendatore Leoni, segretario dell'Accademia di San Luca, l'opera è stata donata all'Accademia di San Luca nel dicembre del 1882 dalla moglie del Fracassini, Maria Reanda. Al di sopra del quadro entro clipei sono raffigurati da sinistra, San Sisto, San Claudio e Santa Trifonia, ai quali si alternano gli stessi elementi decorativi ravvisabili nel bozzetto del Santo Stefano consacrato diacono. Al centro, all'interno di una finta nicchia, il Pontefice Adriano I mentre ai lati ancora due nicchie con finestre dipinte. Nella zona inferiore, entro una cornice rettangolare delimitata da ornamenti geometrici, è rappresentato Santo Stefano, con la dalmatica di colore rosso, circondato dai carnefici che tentano di trascinarlo per condurlo sul luogo del martirio.
Un confronto con il cartone mostra che nel bozzetto si nota maggiore vigoria e immediatezza nella resa dei personaggi. Nell'insieme prevale il colore riguardo alla cura del particolare.



San Lorenzo presenta i beni della chiesa al Prefetto di Roma
Disegno a matita e gessetto bianco su cartoncino
cm. 83 x 220
1868
Deposito dei Musei Vaticani. Roma
Archivio Fotografico Vaticano NEG. XXXIV. 10-38
In b.a.d. C. Serafini Fracassini fece 1868.
Foto Archivio Fotografico dei Musei Vaticani. © Musei Vaticani

Cartone preparatorio, fedele all'affresco, per la parete destra della navata centrale di San Lorenzo, donato dalla nipote del pittore, Gabriella Serafini Fracassini, al Pontefice Paolo VI nel 1978 (fig. 17). Al centro della scena il martire Lorenzo, diacono di Papa Sisto II, in atto di presentare al Prefetto i tesori, gli storpi e gli emarginati della chiesa che, avvolti dal fluttuare del panneggio, avanzano con i loro corpi malati alle spalle del santo. Nel ritrarre il sentimento individuale non tralascia la perizia anatomica della moltitudine dei sofferenti, dei littori, degli scriba che circondano il Prefetto come quella dell'augure raffigurato dietro al tripode. Vigore, forza d'espressione e robustezza d'impianto caratterizzano quindi la composizione, condotta secondo una chiara precisione disegnativa e sottolineata dagli effetti di luminosità dati dall'uso del gessetto. La linea incisiva di contorno, la compostezza dell'impaginazione, senza tralasciare l'impianto prospettico dell'ambiente semicircolare in cui, entro nicchie, si alternano imponenti statue non identificabili, richiamano, anche in questo caso, al rigore della tradizione accademica.



San Lorenzo presenta i beni della chiesa al Prefetto di Roma
Olio su tela
cm. 68 x 62
1867 circa
Accademia di San Luca. Roma
NEG. E 72955
Fotografia cortesia Accademia di San Luca, Roma

Bozzetto realizzato per l'affresco da collocare nella parete destra della navata centrale di San Lorenzo, esposto alla Mostra Romana per il culto cattolico nel 1870 e donato, nel 1882, all'Accademia di San Luca dal Conte Francesco Vespignani (fig. 18).
Nella parte superiore, entro clipei, da sinistra Sant'Abbondio, San Severo e San Romano. Al centro entro una finta nicchia, il Pontefice Pelagio II.
Nella zona inferiore è dipinto il diacono Lorenzo in atto di presentare i poveri e gli infermi al prefetto dichiarandoli veri tesori della chiesa.
Nel passaggio dal bozzetto al dipinto si coglie come un immediato ricomporsi delle figure all'interno dell'ambientazione monumentale, quasi un fissarsi delle pose in atteggiamenti più teatrali e solenni. Si nota una maggiore immediatezza della resa e una minore cura dei tratti fisionomici.



San Lorenzo distribuisce i beni della chiesa ai poveri
Disegno a matita, gessetto e carboncino su cartoncino
m. 2,13 x 0,78
1867
Roma, Galleria nazionale d'arte moderna
Inv. N. 1268
Fotografia riprodotta su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Cartone preparatorio per l'affresco da realizzare nella parete destra della navata centrale di San Lorenzo, acquistato dalla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma nel 1906 (fig. 19).
Viene illustrata l'attività caritativa del martire spagnolo San Lorenzo. Il personaggio, rivestito dei parametri diaconali, avendo ricevuto in affidamento da Sisto II un sacchetto rigonfio di monete, offre l'elemosina ai poveri e i malati della chiesa, di cui è amministratore, che partecipano con gesti e sguardi eloquenti. Di fronte alla figura del santo il gruppo degli indigenti; in primo piano uno storpio stende la mano ai piedi di Lorenzo mentre tra le ultime figure si nota una donna che tiene per mano un bambino quindi un altro bambino sorretto da una figura femminile. In fondo un bisognoso con le stampelle si accinge ad entrare.
Intento a manifestare i sentimenti più fugaci, i gesti più diversi, come quello del bambino distolto dalla vista di un uccellino, il Fracassini dispone la scena all'interno di una villa romana di età imperiale scandita da colonne ioniche, con abilità compositiva e precisione disegnativa, rimanendo fedele all'affresco sia nell'impostazione sia nella resa dei personaggi.



San Lorenzo distribuisce i beni della chiesa ai poveri
Olio su tela
cm. 68 x 62
1867 circa
Accademia di San Luca. Roma
NEG. E 72954
In b.a.s. Fracassini
Fotografia cortesia Accademia di San Luca, Roma

Bozzetto realizzato per la parete destra della navata centrale di San Lorenzo ed esposto alla Mostra Romana per il culto cattolico nel 1870 (fig. 20).
Anche questo dipinto, come si legge nella stessa fonte di archivio indirizzata al Signor Commendatore Leoni, segretario dell'Accademia , è stato donato nel dicembre del 1882 all'Accademia di San Luca dalla moglie dell'artista, Maria Reanda.
Gli elementi ornamentali si ripetono dando continuità stilistica alla rappresentazione.
In alto, entro clipei, da sinistra Santo Ireneo, Santa Concordia e San Crescenzio.
Nella zona centrale, all'interno di finte nicchie, da sinistra Papa Nicola V e il Pontefice Damaso II. Tra i due pontefici una finestra dipinta all'interno di una finta nicchia.
Nella parte inferiore è raffigurato il momento in cui San Lorenzo mostra la sua attività caritativa nel distribuire l'elemosina ai poveri e i malati della chiesa.



Santo Ireneo
Disegno a matita, carboncino e gessetto su carta
1867 circa
In a.a.s. S. Iren; in a.a.d. eus.

Questo studio preparatorio potrebbe rimandare al volto di Santo Ireneo identificabile all'interno del clipeo in alto a sinistra nel bozzetto raffigurante San Lorenzo che distribuisce i beni della chiesa ai poveri (fig. 21).
Il disegno qui preso in esame presenta però una versione diversa del personaggio. Si tratta di un primo piano del santo rappresentato con la palma del martirio, il capo reclinato, lo sguardo rivolto verso la pergamena, i capelli canuti e la lunga barba. Nel bozzetto invece si nota un'altra impostazione: il personaggio con il volto imberbe e rivolto verso l'alto è sicuramente, in questo caso, quello di un giovane raffigurato con le mani giunte in atteggiamento di devozione e senza la palma del martirio. Anche l'iscrizione ha un orientamento diverso. Qui è sistemata in verticale mentre nel bozzetto è disposta in orizzontale rispetto all'immagine. Quindi ponendo a confronto la fisionomia raffigurata in questo disegno con il volto di Santo Ireneo possiamo costatare che l'unico elemento riproposto è l'iscrizione. In realtà i lineamenti sembrano avere una maggiore somiglianza, pur con una diversa impostazione, con quelli di San Severo nel bozzetto di San Lorenzo presenta i beni della chiesa al Prefetto di Roma. Tengo a precisare che sono venuta a conoscenza di questo disegno solo grazie a una riproduzione fotografica conservata presso la Galleria Carlo Virgilio.



Adorazione dell'agnello mistico
Olio su tela
cm. 35 x 66,5
1868
Deposito dei Musei Vaticani. Roma
In b.a.d. C. Fracassini 1868
Archivio Fotografico Vaticano NEG. N. XXXIV.10.42
Foto Archivio Fotografico dei Musei Vaticani. © Musei Vaticani

Bozzetto per l'affresco da collocare nella parete al di sopra dell'ingresso della basilica di San Lorenzo fuori le mura, donato dalla nipote del pittore, Gabriella Serafini Fracassini, al Pontefice Paolo VI nel 1978, ed esposto alla Mostra Romana per il culto cattolico nel 1870 (fig. 22).
L'opera definitiva, distrutta dal bombardamento del 1943 e pubblicata da A. Munoz (La basilica di San Lorenzo fuori le mura, Roma, Palombi, 1944), è stata realizzata da Luigi Cochetti su incarico del Pontefice Pio IX per la somma di 950 scudi.
Sull'altare, al centro, è posto il simbolo iconografico del sacrificio di Dio affiancato da quattro angeli collocati ai lati dell'altare. Sopra l'immagine dell'agnello si nota una croce delimitata dall'iscrizione, Agnus Dei, disposta in verticale. Intorno si dispiega un consesso di martiri, figure di Papi e imperatori che dedicarono alla basilica le loro cure. Tra i santi, in atto di innalzare le palme del martirio, sono raffigurati sulla sinistra, in primo piano, San Lorenzo e Santo Stefano mentre sul lato destro San Pietro quindi Papa Adriano I.
L'opera del Cochetti presenta due differenze di impostazione rispetto al bozzetto fracassiniano: si riscontra una diversa disposizione dei personaggi che compongono la scena mentre l'agnello è raffigurato al centro di una croce circondata da angeli, entro un cerchio formato da piccoli raggi.





ARCHIVIO SEGRETO VATICANO

Fondo particolare di Pio IX, oggetti vari n. 20411: V. Vespignani, Sulle decorazioni da eseguirsi nelle pareti e soffitto della nave media della basilica di San Lorenzo fuori le mura e la parete corrispondente all'epoca di Adriano I, 16 febbraio, 1866.

Pio IX, cassetta n. 24, n.15, p. 804: V. Vespignani, Consuntivo dei lavori di restauro della veneranda basilica di San Lorenzo fuori le mura eseguiti per la munificenza della santità di N.S. Papa Pio IX.

Pio IX, cassetta n. 23, n. 1-10: V. Vespignani, Ristretto generale dei lavori di ogni arte eseguiti per munificenza del regnante Pontefice Pio IX in decorazioni delle pareti e del lacunare della nave media nella veneranda basilica di San Lorenzo fuori le mura. Sulla erogazione delle somme accordate per il restauro generale e la decorazione della veneranda basilica di San Lorenzo fuori le mura, e per il monumento di Mentana, 8 luglio 1870.




ARCHIVIO STORICO DI SAN LUCA

Azzurri Francesco, Lettera, 1882, Vol. 144, n. 167.

Reanda Maria, Lettera, 1882, Vol. 144, n. 147.

Vespignani Francesco, Lettera, 1882, Vol. 144, n. 164.




RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

BIANCALE, M., Gli affreschi di Cesare Fracassini distrutti nella Basilica di San Lorenzo, in "Il Messaggero", Roma, 22 luglio, 1943.

BON VALSASSINA, C., La pittura a Roma nella seconda metà dell'Ottocento, in La pittura in Italia, I, Milano, 1991.

CASTAGNOLA, P. E., Cesare Fracassini pittore, in Vite di Romani Illustri, Roma, 1889-93, pagg. 89-102.

Catalogo degli oggetti annessi alla Esposizione Romana del 1870 relativa all'arte cristiana e al culto cattolico nel chiostro di Santa Maria degli Angeli alle Terme Diocleziane ordinato dalla Santità di Nostro Signore Papa Pio IX felicemente regnante, Roma, Stabilimento Tipografico Camerale, 1870.

D'ACHIARDI, P., Cesare Fracassini. Conferenza tenuta alla Pontificia Insigne Accademia dei Virtuosi al Pantheon, in "L'Urbe", a. III, n. 12, Roma, Fratelli Palombi, 1938.

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DE SANCTIS, G., Tommaso Minardi e il suo tempo, Roma, Forzani, 1900.

FRANCO, F., Paolo Mei (1831-1900). Notizie inedite fino al 1867, dalle lettere a Cesare Fracassini, in BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 13 Marzo 2008, n. 483, http://www.bta.it/txt/a0/04/bta00483.html.

GNISCI, S., scheda Cesare Fracassini, in La pittura in Italia, L'Ottocento, Milano, 1991.

GNOLI, D., Pitture di Cesare Fracassini romano, in "Nuova Antologia", Firenze, Marzo 1969.

KAMBO, S., Cesare Fracassini. Discorso tenuto all'Associazione Artistica Internazionale di Roma la sera del 13 Dicembre 1918 nel cinquantenario dalla morte del grande pittore romano, in "Conferenze e Prolusioni", a. XII, n. 8, Roma, 16 Aprile, 1919.

LETI, G., Roma e lo Stato Pontificio dal 1849 al 1870, Roma, Tipografia dell'Unione Editrice, 1909, Voll. I-II.

MATTHIAE, G., San Lorenzo fuori le mura, Roma, Edizioni "Roma" Marietti, 1966.

MEUCCI, L., Cesare Fracassini pittore romano, Roma, 1868.

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OVIDI, E., Tommaso Minardi e la sua scuola, Roma, Rebecca, 1902.

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SCOLARI, E.L., Il Raffaello romano del secolo XIX. Cesare Fracassini e il suo genio, in Palpiti, Scintille, Armonie, di Fede e di Arte, Roma, 1921.



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Fig. 1

Fig. 2

Fig. 3

Fig. 4

Fig. 5

Fig. 6

Fig. 7

Fig. 8

Fig. 9

Fig. 10

Fig. 11

Fig. 12

Fig. 13

Fig. 14

Fig. 15

Fig. 16

Fig. 17

Fig. 18

Fig. 19

Fig. 20

Fig. 21

Fig. 22

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