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L'arte di cadere a pezzi  
Giuseppe Carrubba
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 11 Ottobre 2010, n. 576
http://www.bta.it/txt/a0/05/bta00576.html
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Area Artisti
Ognuno oggi ha la sua arte, ognuno ha l’arte che si merita affermava Francesca Alinovi: erano gli anni Ottanta e lei moriva con quarantasette coltellate nella Bologna del D.A.M.S e di Andrea Pazienza.

Nasceva l’arte di frontiera, idealmente la terra di nessuno, posta fuori dal controllo delle nostre vite e dei nostri affetti, ma successivamente inglobata e addomesticata dal sistema economico, sociale e artistico.

La crisi economica e la cultura della sopravvivenza hanno determinato la cultura della crisi. Ancora oggi praticare la frontiera vuol dire esprimersi in una zona fluida, fattuale ed emotiva, territorio di geografie esistenziali e di disagi attraverso conoscenze alternative di autogoverno. E’ lo spazio empatico delle allucinazioni, della sovversione e dei desideri, dell’elaborazione dei linguaggi del conflitto. I linguaggi del conflitto si affermano attraverso il potere del segno iconico, desacralizzato e non appartenente ad una archeologia culturale dominante, libero di essere una traccia contaminante dei bisogni degli individui. Questo segno della rappresentazione stravolto dalle culture d’avanguardia si espande in una nuova metamorfosi mescolandosi alle culture pop e all’underground.

L’estetica del vuoto e la cultura del frammento hanno ratificato tutto un immaginario di forme e di colori derivati dalla cultura popolare urbana connettendo la poetica surrealista al fumetto, alla grafica e alla pubblicità, per la creazione di paesaggi psicologici e personaggi irriverenti e spregiudicati, da sogno o da incubo.

Se da un lato abbiamo l’esperienza iconica del segno, dall’altro si afferma, attraverso la controcultura del pensiero, l’esperienza performativa  del corpo identitario e del desiderio.

Il pensiero e il corpo sono i soggetti di indagine nella ridefinizione del paesaggio contemporaneo e delle alterità.

Il feticismo tecnologico ha enfatizzato la disorganizzazione e la dissociazione del corpo nomade stabilendo una geografia e una politica aperta nella riorganizzazione della sintassi attraverso la potenza della transculturalità.

L’estetica della ferita seduce e annichilisce, diviene linguaggio e lacerazione del tessuto sociale, concetto di misticismo, negazione e funzione identitaria.

Nelle culture occidentali alternative il rock con il ritmo, il punk con l’abbandono della memoria e la negazione del futuro, la tecno e l’house music con la ripetizione distorta, libertaria, hanno determinato un rimescolamento del logos attraverso un melting pot di corpi in rivolta e  di suoni ibridi. Corpi uguali e corpi differenti nella serialità all’interno di un nomadismo psichico tipico dell’età postmoderna.

Negli ultimi decenni la crescente diffusione, in musica e nei linguaggi visivi, di pratiche come il remix e il culture jamming ha legittimato la citazione postmoderna, la decostruzione dei testi e delle immagini, per creare un diverso contesto semantico sovversivo.

La prospettiva non viene più offerta dal mezzo estetico ma da una concezione postmediale dell’arte dove il mezzo è un dispositivo estetico, tecnico, tecnologico, dove la qualità dell’opera non dipende dalle sue specificità mediali ma dal linguaggio e dalla capacità di riarticolarlo e reinventarlo in modo da produrre delle differenze. La parola automatismo può cogliere il senso di questo pensiero mettendo a fuoco la meccanica di ogni medium e collegando tale pratica alla tradizione surrealista. Il riflesso inconscio, l’illusione pericolosa, sonora, visiva e semantica, contengono la possibile referenza connotativa e determinano l’autonomia e la forza libertaria dell’opera al di là dello stesso artista.

Gli artisti che partecipano al Progetto “Con questi occhi 3 – Disagi”, che abbraccia gli ambiti dell’arte visiva e della musica, costituiscono un gruppo eterogeneo di poetiche e linguaggi della contemporaneità, dove l’abbandono extrasensoriale e la sperimentazione visiva e sonora spaziano tra l’avanguardia e le sottoculture metropolitane.

Se da un lato la globalizzazione ha a che fare con la mercificazione e un postcapitalismo selvaggio dall’altro lato questi artisti rappresentano quella faccia della globalizzazione che sposa il concetto della rete. Si esprimono e si affermano attraverso il mondo virtuale delle chat, newsgroup e social network, ribaltando così i centri del potere economico, sociale ed artistico in una prospettiva che comprende la cultura globale e l’esplosione dei localismi.

Le immagini e i suoni proposti all’interno di questo percorso raccontano una storia di disagio che da personale assume un valore collettivo mediante la rappresentazione segnica desimbolizzata e risignificante, condivisa e scambiata. Ogni situazione racconta un pensiero che si esprime nella dialogica della conoscenza e delle diversità, un pensiero esistenziale, ironico e critico, libertario e identitario.

 

CON QUESTI OCCHI 3 – DISAGI

Sedici artisti e quattordici musicisti intervengono sul tema del disagio

Direzione artistica di Luca Gennai
Una produzione dell’associazione culturale IL MONDO DI OZ

Conferenza stampa
Presentazione del progetto e del Box Catalogo della mostra e LP 33 giri
Prefazione al catalogo di Nicolai Lilin e testo critico di Giuseppe Carrubba
Bandecchi & Vivaldi Editore, Pontedera 2010

12 novembre 2010, ore 11.00
Centro per l’Arte Otello Cirri
Via della Stazione Vecchia, 6
56025 Pontedera (Pisa)

 Relatori:

 Luca Gennai, Direttore Artistico
Con questi occhi – Il Mondo di Oz

Massimo Lenzi, Presidente
Associazione IL MONDO DI OZ

Cinzia Chiarini, Il Mondo di Oz
L’associazionismo culturale e il disagio

Tommaso Gabbani, Scrittore e filosofo
La filosofia come opportunità di prendersi cura di se stessi

Manrico Ferrucci, Vicepresidente della Fondazione Piaggio
La fondazione Piaggio e la promozione di eventi artistici

Giuseppe Carrubba, Critico d’arte
L’arte nell’epoca dei disagi. Teorie e poetiche

12 novembre 2010, ore 21.00 – 24.00
Serata performativa e mostra d’arte visiva

MUSEO PIAGGIO Giovanni Alberto Agnelli
Viale Rinaldo Piaggio, 7 - 56025 Pontedera (Pisa)

Incontro con gli artisti condotto da Xena Zupanic

Arte: Angelo Barile, Luca Baseggio, Anna Bianchi, Lorenzo Brini, Angelo Cruciani, Andrea Gambugiati, Mirko Guiggi, Lauraballa, Max Papeschi, Piero Passerotti, Adriano Radeglia, Ilenia Rosati, Paolo Rossini, Jgor Scardanzan, Manuela Trillo, Persefone Zubcic.

Musica: A.S.O.B., Cabiria, Andrea Carboni, Matteo Castellano, Luigi Di Meco, Mauro Guazzotti, Dome La Muerte, Lindustria, Malameccanica, Musica per Bambini, Giuseppe Palazzo, Pane, Teho Teardo, Xena Zupanic e Andy.

Collaborazioni: Nicolai Lilin scrittore moldavo, Fabio Ballario Videomaker, Maria Aminta Daniele e Mattia Meli artisti del Progetto Puntina, Cristina Rovini autrice del quadro in locandina, Davide Schiano artista visivo, Elisabetta Rofi illustratrice e stilista di moda, Giuseppe Carrubba critico d’arte, Fabio Berrettini Grafico, Tommaso Gabbani scrittore e filosofo, Roberta Caciagli allestimento mostra.

 

COMUNICATO STAMPA
Con questi occhi 3 – Disagi

CON QUESTI OCCHI è un progetto dell’associazione culturale IL MONDO DI OZ che alla sua terza edizione pone l’attenzione sui disagi contemporanei.

La disabilità fisica e psichica, l’anoressia e la bulimia, la povertà, l’omosessualità e tante altre forme di disagio vengono ritualizzate e liberate nello spazio creativo dell’arte  da sedici artisti visivi e quattordici musicisti, attraverso il proprio linguaggio espressivo.

L’esperienza è stata documentata in uno speciale box catalogo con le immagini, i testi e le biografie dei partecipanti e un Lp 33 giri in vinile degli interventi sonori.

Il percorso sarà presentato il 12 novembre 2010, alle ore 21.00 al Museo Piaggio di Pontedera (Pisa), all’interno di una serata transmediale con interventi performativi e la mostra dei lavori prodotti.

Il progetto si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi del disagio e di finanziare, con la vendita del prodotto e l’asta dei quadri, la comunità La Fenice per la realizzazione, a Palaia nella provincia  di Pisa, di uno spazio comunitario aperto per persone che vivono un disagio, basato sul dialogo e sulla consulenza filosofica e artistica.

IL MONDO DI OZ è un'associazione fondata da Cinzia Chiarini, Massimo Lenzi e Luca Gennai che vuole mettere in evidenza e sensibilizzare le persone sull’handicap e i disagi della società odierna, attraverso la cultura e le   varie discipline artistiche.

Il progetto CON QUESTI OCCHI 3 – DISAGI si sviluppa con la collaborazione di Tommaso Gabbani.

Con il patrocinio e il contributo di
Regione Toscana - Fondazione Piaggio - Comune di Pontedera
Comune di Peccioli - Comune di Lajatico

 

LINKS

MUSEO PIAGGIO
http://www.museopiaggio.it/

IL MONDO DI OZ
http://www.ilmondodioz.com/

CON QUESTI OCCHI
http://www.myspace.com/con_questi_occhi








Fig. 1
Box Catalogo - lato A

Fig. 2
Box Catalogo - lato B

Fig. 3
LP vinile 33 giri - lato A

Fig. 4
LP vinile 33 giri - lato B

Fig. 5
Locandina Con questi occhi 3 - Disagi
Immagine San Sebastiano: CRISTINA ROVINI

Logo disagi:
FABIO BERRETTINI e LUCA GENNAI

Grafica di FABIO BERRETTINI


	

Foto cortesia di Luca Gennai

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