Ognuno oggi ha la sua arte, ognuno ha l’arte che si merita
affermava Francesca Alinovi: erano gli anni Ottanta e lei moriva con
quarantasette coltellate nella Bologna del D.A.M.S e di Andrea Pazienza.
Nasceva l’arte di frontiera,
idealmente la terra di nessuno, posta fuori dal controllo delle nostre vite e
dei nostri affetti, ma successivamente inglobata e addomesticata dal sistema
economico, sociale e artistico.
La crisi economica e la cultura
della sopravvivenza hanno determinato la cultura della crisi. Ancora oggi
praticare la frontiera vuol dire esprimersi in una zona fluida, fattuale ed
emotiva, territorio di geografie esistenziali e di disagi attraverso conoscenze
alternative di autogoverno. E’ lo spazio empatico delle allucinazioni, della
sovversione e dei desideri, dell’elaborazione dei linguaggi del conflitto. I
linguaggi del conflitto si affermano attraverso il potere del segno iconico,
desacralizzato e non appartenente ad una archeologia culturale dominante,
libero di essere una traccia contaminante dei bisogni degli individui. Questo
segno della rappresentazione stravolto dalle culture d’avanguardia si espande
in una nuova metamorfosi mescolandosi alle culture pop e all’underground.
L’estetica del vuoto e la cultura
del frammento hanno ratificato tutto un immaginario di forme e di colori
derivati dalla cultura popolare urbana connettendo la poetica surrealista al
fumetto, alla grafica e alla pubblicità, per la creazione di paesaggi
psicologici e personaggi irriverenti e spregiudicati, da sogno o da incubo.
Se da un lato abbiamo
l’esperienza iconica del segno, dall’altro si afferma, attraverso la
controcultura del pensiero, l’esperienza performativa del corpo identitario e del desiderio.
Il pensiero e il corpo sono i
soggetti di indagine nella ridefinizione del paesaggio contemporaneo e delle
alterità.
Il feticismo tecnologico ha
enfatizzato la disorganizzazione e la dissociazione del corpo nomade stabilendo
una geografia e una politica aperta nella riorganizzazione della sintassi
attraverso la potenza della transculturalità.
L’estetica della ferita seduce e
annichilisce, diviene linguaggio e lacerazione del tessuto sociale, concetto di
misticismo, negazione e funzione identitaria.
Nelle culture occidentali
alternative il rock con il ritmo, il punk con l’abbandono della memoria e la
negazione del futuro, la tecno e l’house music con la ripetizione distorta,
libertaria, hanno determinato un rimescolamento del logos attraverso un melting pot di corpi in rivolta
e di suoni ibridi. Corpi uguali e corpi
differenti nella serialità all’interno di un nomadismo psichico tipico dell’età
postmoderna.
Negli ultimi decenni la crescente diffusione,
in musica e nei linguaggi visivi, di pratiche come il remix e il culture jamming ha legittimato la
citazione postmoderna, la decostruzione dei testi e delle immagini, per creare
un diverso contesto semantico sovversivo.
La prospettiva non viene più offerta dal
mezzo estetico ma da una concezione postmediale dell’arte dove il mezzo è un
dispositivo estetico, tecnico, tecnologico, dove la qualità dell’opera non
dipende dalle sue specificità mediali ma dal linguaggio e dalla capacità di
riarticolarlo e reinventarlo in modo da produrre delle differenze. La parola
automatismo può cogliere il senso di questo pensiero mettendo a fuoco la
meccanica di ogni medium e collegando tale pratica alla tradizione surrealista.
Il riflesso inconscio, l’illusione pericolosa, sonora, visiva e semantica,
contengono la possibile referenza connotativa e determinano l’autonomia e la
forza libertaria dell’opera al di là dello stesso artista.
Gli artisti che partecipano al Progetto “Con
questi occhi 3 – Disagi”, che abbraccia gli ambiti dell’arte visiva e della
musica, costituiscono un gruppo eterogeneo di poetiche e linguaggi della
contemporaneità, dove l’abbandono extrasensoriale e la sperimentazione visiva e
sonora spaziano tra l’avanguardia e le sottoculture metropolitane.
Se da un lato la globalizzazione ha a che
fare con la mercificazione e un postcapitalismo selvaggio dall’altro lato
questi artisti rappresentano quella faccia della globalizzazione che sposa il
concetto della rete. Si esprimono e si affermano attraverso il mondo virtuale
delle chat, newsgroup e social network, ribaltando così i centri del potere economico,
sociale ed artistico in una prospettiva che comprende la cultura globale e
l’esplosione dei localismi.
Le immagini e i suoni proposti all’interno di
questo percorso raccontano una storia di disagio che da personale assume un
valore collettivo mediante la rappresentazione segnica desimbolizzata e
risignificante, condivisa e scambiata. Ogni situazione racconta un pensiero che
si esprime nella dialogica della conoscenza e delle diversità, un pensiero
esistenziale, ironico e critico, libertario e identitario.
CON QUESTI OCCHI 3 – DISAGI
Sedici artisti e quattordici
musicisti intervengono sul tema del disagio
Direzione artistica di Luca Gennai Una produzione dell’associazione culturale
IL MONDO DI OZ
Conferenza stampa Presentazione del progetto e del
Box Catalogo della mostra e LP 33 giri Prefazione al catalogo di Nicolai
Lilin e testo critico di Giuseppe
Carrubba Bandecchi & Vivaldi Editore, Pontedera 2010 12 novembre 2010, ore 11.00 Centro per l’Arte Otello Cirri Via della Stazione Vecchia, 6 56025 Pontedera (Pisa)
Relatori:
Luca Gennai, Direttore Artistico Con questi occhi – Il Mondo di Oz
Massimo Lenzi, Presidente Associazione IL MONDO DI OZ
Cinzia Chiarini, Il Mondo di Oz L’associazionismo culturale e il disagio
Tommaso Gabbani, Scrittore e filosofo La filosofia come opportunità di prendersi cura di se stessi
Manrico Ferrucci,
Vicepresidente della Fondazione Piaggio La fondazione Piaggio e la promozione di eventi artistici
Giuseppe Carrubba, Critico d’arte L’arte nell’epoca dei disagi. Teorie e poetiche
12 novembre 2010, ore 21.00 – 24.00 Serata performativa e
mostra d’arte visiva
MUSEO PIAGGIO Giovanni Alberto Agnelli Viale Rinaldo Piaggio, 7 - 56025 Pontedera (Pisa)
Incontro con gli artisti condotto da Xena Zupanic
Arte: Angelo Barile, Luca Baseggio,
Anna Bianchi, Lorenzo Brini, Angelo
Cruciani, Andrea Gambugiati, Mirko Guiggi, Lauraballa, Max Papeschi,
Piero Passerotti, Adriano Radeglia, Ilenia Rosati, Paolo Rossini,
Jgor Scardanzan, Manuela Trillo, Persefone Zubcic.
Musica: A.S.O.B., Cabiria, Andrea Carboni, Matteo Castellano, Luigi Di
Meco, Mauro Guazzotti, Dome La Muerte, Lindustria,
Malameccanica, Musica per Bambini, Giuseppe
Palazzo, Pane, Teho Teardo, Xena Zupanic e Andy.
Collaborazioni: Nicolai Lilin scrittore moldavo, Fabio Ballario Videomaker, Maria Aminta Daniele e Mattia Meli artisti del Progetto
Puntina, Cristina Rovini autrice del
quadro in locandina, Davide Schiano
artista visivo, Elisabetta Rofi
illustratrice e stilista di moda, Giuseppe
Carrubba critico d’arte, Fabio
Berrettini Grafico, Tommaso Gabbani
scrittore e filosofo, Roberta Caciagli
allestimento mostra.
COMUNICATO STAMPA Con questi occhi 3 – Disagi
CON QUESTI OCCHI è un progetto dell’associazione culturale IL MONDO DI OZ che alla sua terza
edizione pone l’attenzione sui disagi contemporanei.
La disabilità fisica e psichica,
l’anoressia e la bulimia, la povertà, l’omosessualità e tante altre forme di
disagio vengono ritualizzate e liberate nello spazio creativo dell’arte da sedici artisti visivi e quattordici
musicisti, attraverso il proprio linguaggio espressivo.
L’esperienza è stata documentata
in uno speciale box catalogo con le immagini, i testi e le biografie dei
partecipanti e un Lp 33 giri in vinile degli interventi sonori.
Il percorso sarà presentato il 12
novembre 2010, alle ore 21.00 al Museo Piaggio di Pontedera (Pisa), all’interno
di una serata transmediale con interventi performativi e la mostra dei lavori
prodotti.
Il progetto si propone di
sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi del disagio e di finanziare,
con la vendita del prodotto e l’asta dei quadri, la comunità La
Fenice per la realizzazione, a Palaia nella provincia di
Pisa, di uno spazio comunitario aperto per persone che vivono un disagio,
basato sul dialogo e sulla consulenza filosofica e artistica.
IL MONDO DI OZ è un'associazione fondata da Cinzia Chiarini,
Massimo Lenzi e Luca Gennai che vuole mettere in evidenza e
sensibilizzare le persone sull’handicap
e i disagi della società
odierna, attraverso la cultura e le
varie discipline artistiche.
Il progetto CON QUESTI OCCHI 3 – DISAGI si sviluppa con la collaborazione di Tommaso Gabbani.
Con il patrocinio e il contributo di
Regione Toscana - Fondazione Piaggio - Comune di Pontedera Comune di Peccioli - Comune
di Lajatico
LINKS
MUSEO PIAGGIO http://www.museopiaggio.it/
IL MONDO DI OZ http://www.ilmondodioz.com/
CON QUESTI OCCHI http://www.myspace.com/con_questi_occhi
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