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Canta ancora: Il silenzio che uccide
Eleonora Rovida
ISSN 1127-4883 BTA - Bollettino Telematico dell'Arte, 28 Ottobre 2025, n. 987
https://www.bta.it/txt/a0/09/bta00987.html
Articolo presentato in data 5 Ottobre 2025, accettato in data 27 Ottobre 2025 e pubblicato in data 28 Ottobre 2025
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Abstract

L'arte, come specchio della sua epoca, si è sempre fatta promotrice del sentire collettivo portando l'attenzione su tematiche e problematiche sociali, denunciando apertamente le piaghe contemporanee. Non è rimasta in silenzio nella lotta contro il bullismo, partecipando attivamente alla sensibilizzazione della comunità. In particolare, ha focalizzato gli sforzi per prevenire l'atto ultimo delle vittime: il suicidio.

"Le parole sono come dei vasi di fiori che cadono dai balconi.

Se sei fortunato li schivi, ma se invece sei un po' più lento, ti centrano in pieno e

ti uccidono"

Andrea Spezzacatena

L'arte non si è mai distaccata dalla storia poiché ne è interpretazione, filtro, celebrazione e protesta vivente. Come disciplina svincolata dalle regole è espressione della percezione in cui l'artista diventa portavoce di un sentire collettivo. È più forte della censura, più grande di qualsiasi costrizione perché è compartecipazione.

Non ha bisogno di nozioni accademiche, riconoscimenti, valutazioni. Esiste a prescindere come più alta espressione del genere umano.

Il potere delle idee, si sa, è a prova di proiettile.

L'arte ha sempre preso posizione, denunciando e portando l'attenzione su tematiche dell'epoca in cui si colloca come specchio della sua contemporaneità.

Ha coperto muri con Banksy, ha impacchettato interi monumenti con Christo perché si focalizzassero gli sguardi, ha creato immagini-tableaux vivants che si ergessero a manifesto, come le scarpette rosse contro la violenza sulle donne.

Non è rimasta impassibile di fronte ai soprusi, alle guerre, alla violenza di genere, al tormento…non è rimasta in silenzio!

Lo ha fatto anche contro il bullismo, piaga sociale che ha eco nella cronaca.

Basti pensare a John George Brown (The Bully of the Neighborhood, 1866 England) e alle opere degli artisti americani Rockwell (Bully before, Bully after, 1921) e Matt Mahurin (Bullying, 1959).

L'olandese Marcel Schreur, con Stop bullying me del 2015, esprime pittoricamente il comportamento intimidatorio: l'opera attribuisce con fermezza l'accelerazione della violenza nella società contemporanea alla frantumazione della comunità e, di conseguenza, all'isolamento dell'individuo in una sorta di autolesionismo e circolo vizioso. Non mancano, inoltre, esempi nella Street Art. La campagna italiana nel 2017 con IsayGroup Vai oltre il bullismo ha richiamato artisti di fama internazionale della Calligraphy e Lettering Art. Luca Barcellona, Fabio Persico, Warios, Daniele Tozzi, Diamond e Brus hanno realizzato murales negli istituti scolastici per cambiare il finale del bullismo. Nell'Arte urbana, l'artista contemporanea spagnola LaCastillo ha creato Stop Bullying del 2018 presso il parco Jardins de les Tres Xemeneies a Barcellona: ne evoca il tema in uno spazio pubblico di ritrovo avvicinando gli spettatori.

Il pericolo più grande di questo fenomeno sociale era, è e resta la decisione più pericolosa come impossibilità di proseguire l'esistenza: il suicidio.


Non è l'aurora. È solo il fumo del caffè


CANTA ANCORA ( Arisa)

Non è l'aurora

È solo il fumo del caffè

Sei bella ancora

Ricorda di pensare a te

Nei giorni strani

In quelli in cui non credi più

Nelle tue mani c'è ancora quel calore che

Non riesce più a sentire

Quell'uomo che non sa più dire: "Sì"

Ricordo ancora il cielo di domenica

E la tua gonna piegarsi con la musica

Cantavi sempre

Perché non me la canti più

Quella canzone dolce

Per farmi addormentare

Canta, canta ancora

Che io non mi stanco, canta

Fino a quando viene sera

Da qui all'eternità

E se potessi io sarei lo scrigno dei pensieri tuoi

Con una mano solleverei le pene che tu hai

E ti proteggerei per sempre

Perché senza di te non sono niente

Perché a me basta che tu sia qui accanto a me

Tu che mi hai dato tutto

Tu che sei quella parte di me

Che si unisce al cielo

Sei bella ancora

Ti oscurano le lacrime

Anche se a volte

Il sole torna a splendere

Sul tuo sorriso

Dimesso e malinconico

Perché quel viso stanco è della donna che più amo al mondo

Canta fino a quando viene sera

Da qui all'eternità

E se potessi io sarei lo scrigno dei pensieri tuoi

Con una mano solleverei le pene che tu hai

E ti proteggerei per sempre

Perché senza di te non sono niente

Perché a me basta che tu sia qui accanto a me

Tu che mi hai dato tutto

Tu che sei quella parte di me

Che si unisce al cielo

Non è l'aurora

È solo il fumo del caffè”

Compositori: Rosalba Pippa / Giuseppe Barbera



https://youtu.be/X45XEWnWU30?si=Ajc36VT2drZceJkg



Nel 2024 Arisa presenta Canta ancora, una specie di lettera dal figlio (suicida per bullismo) alla madre per lenire il suo dolore. “Quando canto queste parole penso a lei a tutte le madri che portano sulle spalle il peso del mondo per i propri figli e che farebbero qualsiasi cosa per proteggerli ma che in certi momenti si trovano impotenti di fronte all'odio e all'ignoranza. La loro bellezza e la loro forza anche nel dolore più atroce non svanisce mai” 1.

La canzone è la colonna sonora de Il ragazzo dai pantaloni rosa, trasposizione cinematografica del libro Andrea. Oltre il pantalone rosa 2 scritto da colei che è diventata il simbolo della lotta a quella violenza fisica e psicologica che ha spezzato tante vite lasciando soprattutto un vuoto incolmabile per le madri, Teresa Manes.

Andrea è stato vittima di bullismo, di quella realtà che non dovrebbe mai esistere e che lo ha portato ad una sofferenza talmente profonda da non riuscire più a vivere. Sconvolge pensare che il mondo non sia stato in grado di accogliere la sua diversità con amore e rispetto, ma il dolore più grande è quello che ha dovuto affrontare sua madre che ha visto suo figlio spegnersi e che ogni giorno si trova a vivere questo vuoto” 3.

Della prima proiezione della pellicola si ricordano le risate di scherno, gli insulti e il silenzio del corpo docente, atti che evidenziano quanto sia importante portare sul grande schermo e nelle scuole questo lungometraggio4.

Andrea, ragazzo sensibile e intelligente, viene preso di mira dai bulli. Gli scherzi poco innocenti dei compagni lo hanno condotto in una spirale di introspezione. La passione per il cinema, gli ottimi voti, le doti nel canto, l'amica di sempre, i pomeriggi alle giostre e l'amore della famiglia non sono bastati contro le persecuzioni continue, le prese in giro, la pagina Facebook a lui dedicata dai suoi carnefici che si chiama appunto “Il ragazzo dai pantaloni rosa”. Quei jeans scoloriti per un lavaggio anomalo hanno reso Andrea oggetto di attenzioni morbose. Se da un lato il ragazzo li indossa consapevolmente, dall'altro non sono giustificabili le violenze subite che necessitano di una sensibilizzazione contro l'omotransfobia.

I pantaloni rosa sono diventati un simbolo più ampio del nodo blu, eco della lotta al bullismo. È un grido che deve servire da monito verso il principio di uguaglianza.

Quello che ha ucciso Andrea è stato soprattutto il silenzio e da qui è partita l'idea di parlarne. Teresa Manes è attivamente impegnata in progetti di sensibilizzazione e prevenzione del bullismo e cyberbullismo. È presidente dell'Associazione Italiana Prevenzione Bullismo (AIPREB), che ha lo scopo di diffondere la consapevolezza per prevenire gli atti persecutori. Porta nelle scuole la sua testimonianza diretta per far sì che l'esperienza del figlio Andrea non si ripeta. Collabora con istituzioni come la Polizia Postale e delle Comunicazioni. Studia per diventare docente di sostegno, per specializzarsi nell'aiuto a ragazzi fragili.

Ogni volta che la cronaca racconta storie simili a quella di Andrea sento addosso un senso di sconfitta profonda. Ma non posso permettermi di scoraggiarmi e mollare. Perché avverto più che mai oggi la necessità di avvicinarmi alle fragilità degli adolescenti, anche emotive. Ed è per questo che sto seguendo un corso universitario per diventare insegnante di sostegno per questi ragazzi”5.

La mamma di Andrea ha ottenuto il riconoscimento di Cavaliere della Repubblica Italiana dal Presidente Sergio Mattarella.


Con mio figlio ho fatto tanti errori, permettergli di indossare quei pantaloni rosa non è tra questi”.

Teresa Manes


TH1RTEEN R3ASONS WHY


Tra il 2017 e il 2020 è stata trasmessa negli Stati Uniti una serie televisiva per sensibilizzare gli adolescenti, ma non solo, alle tematiche del bullismo, del suicidio, della violenza e dello stupro.

Tratta dal thriller psicologico di Jay Asher del 2007, la trama ruota intorno alla studentessa Hannah Baker, suicidatasi pochi giorni prima. Clay, l'amico di sempre, ritrova una scatola con 7 audiocassette: ogni lato è una narrazione dedicata ad una persona che ha influito sulla decisione di togliersi la vita.

La serie utilizza il potere dello schermo per analizzare come i comportamenti e i singoli eventi sottovalutati abbiano portato ad un dolore insopportabile. Le vicende attraversano non solo la scuola, ma tutta la comunità per evidenziare tanto il disagio dei ragazzi quanto il distacco degli adulti e la poca attenzione ai segnali d'allarme, sminuendo i fatti come semplici conflitti adolescenziali.

Ogni cassetta ha una conseguenza: è un contemporaneo J'accuse che coinvolge emotivamente, psicologicamente e, a volte, penalmente gli interessati. Grande è il ruolo dato alla madre di Hannah che cerca la soluzione alla domanda che non le concede pace: il perché di quel gesto.

I personaggi sono caratterizzazione tipiche della cultura americana, ma non costituiscono una semplice stereotipizzazione. Sono materiale umano che evolve, sentendosi parte del tutto, deviando e affrontando il senso di colpa o di impotenza attraverso le piaghe contemporanee: dall'alcol, agli stupefacenti, al tentato suicidio o alla strage armata.

Il focus viene messo non solo sui ragazzi, ma sul mondo degli adulti, dei genitori, dei docenti nella distrazione e nel distacco di chi non ha dato né peso né importanza alla sofferenza per mantenere un'immagine di sobrietà.

La conclusione della serie è data da una puntata speciale di focus e attenzione: 29 minuti di Beyond the reasons dove autori, produttori, attori, esperti e professionisti (psicologi e psichiatri) discutono i temi trattati dalla serie, spiegando le motivazioni delle scelte di copione, di regia e di recitazione, condividendo esperienze personali. Ci portano inoltre a conoscenza dell'esistenza di un sito specifico che invita i ragazzi a chiedere aiuto quando ne sentono il bisogno e fornisce le necessarie indicazioni per averlo.


Le caratteristiche del cinema, delle serie TV, della musica, della Street Art, della musica e dei social come mezzi di comunicazione sono i più vicini agli strumenti che permettono ai ragazzi di confrontarsi con il contemporaneo. Il potere di questi media rappresenta un ponte da non sottovalutare per raggiungere il pubblico maggiormente coinvolto.

Come scrive Winnicott (1971): “Dove vi è una sfida del ragazzo o della ragazza che cresce, vi sia un adulto a raccogliere la sfida. E non sarà necessariamente una cosa gradevole”6.

È necessario incontrare i ragazzi esattamente dove si nascondono poiché hanno bisogno essere trovati.


IL SUICIDIO È TRA LE PRIME TRE CAUSE DI MORTE DEI RAGAZZI NELL'UE E NEGLI USA.



   

NOTE

1 BALLONE 2024 https://www.cromosomimedia.com/2024/10/15/la-dolce-dedica-di-arisa-in-canta-ancora/

2 MANES 2013

6 WINNICOTT 1971




      

BIBLIOGRAFIA

ANDREOLI, BORGIA, GIACONIA 1995

Antonio ANDREOLI, Eugenio BORGIA, Giovanna GIACONIA, Le ragioni dell'adolescenza. Il disagio giovanile tra neuropsichiatria infantile e psichiatria, Milano, Guerini e Associati, 1995.

GOISIS 2014

Pietro Roberto GOISIS, Costruire l'adolescenza. Tra immedesimazione e bisogni, Mimesis, 2014.

MANES 2013

Teresa MANES, Andrea. Oltre il pantalone rosa, Napoli, Graus Edizioni, 2013.

MELTZER 1993

Donald MELTZER, Claustrum. Uno studio dei fenomeni claustrofobici, Milano, Raffaello Cortina Editore, 1993.

MORONI 2011

Antonio Angelo MORONI, Giovani a disagio. Psicopatologia dell'individuo e del gruppo nell'adolescente di oggi, Forlì, Foschi Editore, 2011.

MORONI 2016

Angelo Antonio MORONI, Il Perturbante come organizzatore narrativo del Sé nel passaggio dall'adolescenza all'età adulta, Milano, Mimesis, 2016.

OGDEN 2017

Thomas H. ODGEN, Vite non vissute. Esperienze in psicoanalis, Milano, Raffaello Cortina Editore, 2017.

PELLIZZARI 2009

Giuseppe PELLIZZARI, La seconda nascita. Fenomenologia dell'adolescenza, Milano, Franco Angeli Editore, 2009.

WINNICOTT 1971

Donald W. WINNICOTT, Gioco e realtà, Roma, Armando Editore, 1971.




SITOGRAFIA

BALLONE 2024

Elena BALLONE, La dolce dedica di Arisa, in Canta ancora, “Cromosomi”, 15/10/24 https://www.cromosomimedia.com...la-dolce-dedica-di-arisa-in-canta-ancora/

FANPAGE 2024

Testo e significato di Canta ancora, la canzone di Arisa colonna sonora de Il ragazzo dai pantaloni rosa, 20/11/24,“fanpage.it”,

https://www.fanpage.it/cultura/...colonna-sonora-de-il-ragazzo-dai-pantaloni-rosa/

TECNICA DELLA SCUOLA 2024 a

Il Ragazzo dai Pantaloni Rosa, la madre: “Sto studiando per diventare docente di sostegno per ragazzi fragili, 12/11/2024, “Tecnica della scuola”,

https://www.tecnicadellascuola.it/il-ragazzo-dai-pantaloni-rosa...per-diventare-docente-di-sostegno-per-ragazzi-fragili

TECNICA DELLA SCUOLA 2024 b

Il Ragazzo dai Pantaloni Rosa, visione del film sul bullismo disturbata da fischi e insulti omofobi degli alunni: “Prof silenti”, “Tecnica della scuola” 24/10/24, https://www.tecnicadellascuola.it/il-ragazzo-dai-pantaloni-rosa


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