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In
questo articolo viene presentato Lo
Spirito del BTA – Bollettino Telematico dell'Arte
evidenziando come, una volta ottenuto un “corpo” ,
fosse stato necessario e spontaneo creare anche un'“anima”
informatica che rendesse “vivo” e “senziente” il “corpo”
stesso.
Come
noto, la caratteristica principale della telematica è di operare da
remoto, mettendo in comunicazione utenti collocati in posti lontani
fra di loro, per consentire uno scambio di informazioni che una volta
erano solo testuali e allo stato attuale della tecnologia sono anche
audiovisive.
La
condivisione di informazioni proprie o altrui pone subito il problema
della tutela e del rispetto del copyright che si complica quando
diventa un affare internazionale che opera in ambiente
multilinguistico.
Con
queste caratteristiche fu creato il sistema operativo UNIX negli USA
nei laboratori della Bell Labs (AT&T), da Ken Thompson e Dennis
Ritchie, a partire dal 1969 che sono stati dunque dei precursori. Il
primo sistema fu scritto su un computer Digital Equipment Corporation
PDP-7. Dennis Ritchie riscrisse gran parte del sistema in linguaggio
C, un'operazione che ne permise una maggiore portabilità e
flessibilità .
UNIX, come noto, opera in ambito universitario permettendo il
multitasking
ed un elevato livello di sicurezza di rete, usabile anche in caso di
guerra nucleare globale. UNIX non è mai stato completamente
gratuito, ma il suo codice sorgente è stato reso liberamente
disponibile per le università e i centri di ricerca, portando alla
nascita di molte versioni gratuite, come quelle della famiglia BSD e
«GNU (acronimo ricorsivo di "GNU's Not Unix") [che] è un
sistema operativo Unix-like, ideato nel 1984 da Richard Stallman e
promosso dalla Free Software Foundation, allo scopo di ottenere un
sistema operativo completo utilizzando esclusivamente software
libero: l'obiettivo era rifare un sistema operativo libero ma che non
fosse più quello di prima, che rispondesse alle idee originarie, che
avesse le stesse proprietà del sistema Unix, ma che fosse allo
stesso tempo diverso […] L'ideatore di GNU è Richard Stallman, che
cominciò la sua carriera al MIT nel 1971, lavorando in un
laboratorio di intelligenza artificiale, i cui membri erano già
abituati a scambiare liberamente codice e programmi in un periodo in
cui il software, usato in modo molto simile all'attuale software
libero (senza però nessuna regola scritta che ne sancisse le
modalità d'uso, cioè senza nessuna licenza), veniva utilizzato da
molte compagnie private e i programmatori non erano quasi mai
soggetti ad un accordo di non divulgazione. […] Verso la fine del
1983 Richard Stallman lasciò il suo lavoro al MIT, pur continuando
ad utilizzare le attrezzature del laboratorio, e cominciò a
sviluppare, nei primi mesi del 1984, un nuovo sistema operativo
compatibile con Unix, che permettesse a chiunque di vedere il codice,
di modificarlo, di eseguirlo, di condividerlo con gli altri
liberamente e di passare facilmente ad esso (da qui appunto
l'acronimo ricorsivo "GNU's Not Unix"). L'annuncio
originale (27 settembre 1983) fu seguito dal rilascio della prima
versione del Manifesto GNU. Lo sviluppo del sistema iniziò nel 1984»
.
Quindi gli USA riuscirono ad introdurre il concetto e anche la
pratica economica del copyleft.
Il
passo successivo fu la nascita di Linux che fu creato
dall'informatico finlandese Linus Torvalds
«Linus
Torvalds è stato l'iniziatore dello sviluppo del kernel [il “cuore”
del sistema operativo] Linux, di cui è pure ispiratore del nome. Il
sistema operativo completo GNU/Linux, ottenuto unendo il kernel Linux
con il sistema operativo GNU, creato da Richard Matthew Stallman a
fine anni 1980, è entrato nella storia dell'informatica come valida
alternativa ai sistemi operativi non liberi (come ad esempio
Microsoft Windows, MacOS, Unix); a differenza di questi ultimi
sistemi, infatti, il kernel Linux è software libero coperto dalla
licenza GNU GPLv2» .
«Linux
è un kernel, creato nel 1991 da Linus Torvalds e derivato da UNIX,
distribuito sotto licenza di software libero GNU GPLv2 (anziché
software proprietario), comprendente anche diversi firmware sotto
licenze non-libere. Utilizzato spesso congiuntamente al sistema
operativo GNU, ideato da Richard Stallman, ha dato vita alla famiglia
di sistema operativo Linux, diffusi nelle varie distribuzioni
(l'accesso diretto al kernel da parte dell'utente/amministratore in
modalità user mode/kernel mode si ha attraverso la cosiddetta Linux
console). L'attività di sviluppo, promossa dalla Linux Foundation,
ha portato ad una standardizzazione nota come Linux Standard Base,
mentre un tentativo di implementazione di un kernel completamente
libero è rappresentata da Linux-libre» .
Dunque,
ricapitolando ecco le tappe salienti della nascita della
informatica-telematica libera: Ken Thompson e Dennis Ritchie con UNIX
negli USA dal 1969, Richard Stallman con GNU negli USA dal 1984,
Linus Torvalds con Linux in Finlandia dal 1991.
Per
quanto riguarda il BTA – Bollettino Telematico dell'Arte, nacque
nell'ottobre del 1994 tenendo in debito conto le precedenti
esperienze e modalità di lavoro dei summenzionati padri fondatori.
Il BTA nacque infatti come un contenitore “open” cioè “aperto”
di informazioni che fossero da condividere (“sharing” in inglese)
senza dover pagare diritti d'autore qualora il riuso da parte di
terzi non fosse commerciale, ma garantendo al tempo stesso la tutela
dei diritti degli autori e delle autrici quando il riuso da parte di
terzi fosse motivato da scopi commerciali a fine di lucro.
Quindi
una ben dosata “miscela” di copyleft e copyright.
La
prima formula del copyright dei materiali pubblicati dal BTA –
Bollettino Telematico dell'Arte fu infatti:
i testi
sono (C) dei rispettivi autori, ma ne è espressamente consentita la
distribuzione
e citazione parziale o integrale in tutto il mondo e con tutti i
mezzi:
posta elettronica, pubblicazione, fotocopie, microfiches o microfilm
da
fotocopia
o pubblicazione, purché non a fini di lucro e sempre comunque
citando
le
fonti e i rispettivi autori: nome BBS con indirizzo Fidonet, Logo:
"Bollettino
telematico dell'Arte", nome file/s e autore/i o curatore/i.
La
formula del copyright attuale (16 novembre 2025) è adesso:
I
testi sono (C) dei rispettivi autori, ma ne è espressamente
consentita la distribuzione e citazione parziale o integrale in tutto
il mondo e con tutti i mezzi:
posta elettronica, pubblicazione, fotocopie, microfiches o microfilm
da fotocopia o pubblicazione, purché non a fini di lucro e sempre
comunque citando le fonti e i rispettivi autori, indicando:
indirizzo
sito WWW o nome BBS con indirizzo Fidonet.
Logo:
" BTA
- Bollettino Telematico dell'Arte ".
nome
file/s.
e
autore/i o curatore/i.
data
di pubblicazione completa di giorno, mese ed anno.
collegamento
ipertestuale, cioè link
attivo verso l'articolo
Le
immagini non possono essere riprodotte indipendentemente dagli
articoli.
Ulteriori
informazioni, anche in merito al copyright,
sono contenute nella sezione <META> di ogni singolo file.
Il
BTA fu registrato da me e Cristiana Carletti presso il Tribunale di
Roma l'11 luglio 2000 con il n. 300/2000 come periodico
plurisettimanale e grazie a questa formula potevano uscire più
articoli al giorno.
Questa
la gerenza della suddetta Registrazione:
Titolo:
BTA
- Bollettino Telematico dell'Arte
Carattere:
Informativo,
scientifico e culturale storico-artistico
Sede:
Via
Francesco Ferrara, 8 - 00191 Roma
Proprietario,
Editore, Fondatore, Coordinatore e Direttore:
Stefano
Colonna
Direttore
Responsabile:
Cristiana
Carletti
Registrazione
presso
il Tribunale di Roma
11
luglio 2000, n. 300/2000
ISSN
- International Serial Standard Number:
1127-4883
Per
dare protezione legale a tutti gli articoli pubblicati dalla
fondazione del BTA nell'ottobre del 1994 fino al giorno 11 luglio
2000, data della Registrazione al Tribunale di Roma ho ripubblicato
tutti gli articoli dal numero 1 (Stefano Valeri) al numero 207
(Alessandro Peleggi) con la nuova data dell'11 luglio 2000 e tra
parentesi la vecchia data di pubblicazione.
A
partire dal giorno 18 luglio 2000 l'articolo di Andrea Bonavoglia
Essere ipertestuali
fu pubblicato con la prima data successiva a quella di registrazione,
vale a dire il 18 luglio 2000, n. 208. Dunque a partire da questo
numero 208 incluso dell'anno 2000 fino ad oggi gli articoli sono
tutti tutelati giuridicamente dal Tribunale di Roma.
La
registrazione del BTA presso il Tribunale di Roma si è resa
indispensabile per tutelare la paternità (o maternità in caso di
autrici di sesso femminile) del copyright autoriale. L'idea di base
era ed è tuttora quella di usare il BTA come strumento per
pubblicare rapidamente ed in anteprima lavori di ricerca inedita
scientifica che corrono il forte rischio di essere copiati in maniera
fraudolenta. Con questa tutela giuridica del Tribunale di Roma autori
e autrici anche di altre città d'Italia e dall'Estero si
affidarono e si affidano tuttora al BTA per ottenere una cassa di
risonanza per le proprie scoperte scientifiche e al tempo stesso
vedono tutelati i propri diritti d'autore. Dal momento che
l'articolo è datato questa tutela procede a partire dal giorno di
pubblicazione.
Per
quanto riguarda la gestione generale del BTA, dal momento che questi
articoli provenivano generalmente dagli studenti e studentesse
universitari e dai docenti dell'allora Istituto di Storia dell'Arte
Medioevale e Moderna dell'Università “La Sapienza di Roma” il
Direttore Maurizio Calvesi, di cui ero allora assistente volontario,
chiese di non ospitare pubblicità a pagamento all'interno della
rivista. Questa richiesta, che all'inizio ci sembrò una
limitazione, nel corso degli anni si rivelò una scelta fortunata
perché il BTA, libero da ogni forma di gestione economica ed
amministrativa di natura finanziaria, ricevette un trattamento
speciale dai soggetti terzi con cui venne a contatto. In
primis Alessandro
Bucci, con la sua società di informatica e telematica, offrì
Internet gratuitamente e i detentori di diritti d'autore delle
immagini cedettero in varie occasioni la possibilità di pubblicare
senza pagare royalties.
La
formula adottata e pubblicata nella sezione “Amministrazione” /
“Informazioni generali” (https://www.bta.it/ammi/info/index.html)
è che:
DEPOSITO
LEGALE
Dal
29 giugno 2004 Deposito legale volontario sperimentale presso la
Biblioteca Nazionale di Firenze, Italia.
PUBBLICITA'
Il
BTA non ha alcuna pubblicità né altro introito economico e si basa
esclusivamente su lavoro volontario
APC
Il
BTA non chiede il rimborso di alcun costo di lavorazione e
pubblicazione articolo (no APC - Article Processing Charge)
La
qual cosa rende profondamente diverso il BTA dalle riviste definite
“predatorie” che offrono la pubblicazione gratuita dell'articolo
ma poi fanno pagare cifre economiche anche elevate per il trattamento
editoriale dell'articolo stesso. Dopo un periodo iniziale di
mancata informazione oggi le riviste “predatorie” vengono
schedate su internet per tutelare gli autori e le autrici degli
articoli. Dunque gli autori e le autrici, prima di consegnare un
articolo alla rivista telematica fanno il controllo per verificare
che questa rivista non sia di natura “predatoria”. Come noto
infatti molto spesso i costi della lavorazione delle riviste
“predatorie” non sono stabiliti in maniera forfettaria e si
rischia, accettando il contratto online di sottomissione
dell'articolo alla rivista “predatoria”, di dover poi pagare
cifre elevate per la sua pubblicazione finale con la scusa che la
lavorazione sia stata più lunga del previsto. Come noto agli esperti
del settore chi si rifiuta di pagare viene coinvolto in una causa
legale di esito incerto che può avere un ingente costo economico.
Il
BTA ha ottenuto dal MIUR il seguente codice rivista CINECA ANCE
E196124
ANVUR
(Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della
Ricerca)
In
data 20/02/2013 e 18/02/2014 il BTA - Bollettino Telematico dell'Arte
è stato inserito nell'elenco delle riviste scientifiche di Area 08
(Ingegneria Civile e Architettura) dell'ANVUR - Agenzia Nazionale di
Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca. Iscrizione
rinnovata il 01/10/2015, l'8/02/2016, il 7/9/2016, il 12/05/2017, il
31/10/2017, il 31/10/2018, il 12/03/2019, il 22/05/2019, il
19/09/2019, il 06/11/2019, il 07/04/2020, il 11/08/2020, il
09/11/2020, 28/01/2021, il 06/04/2021, il 18/06/2021, il 11/10/2021,
il 09/02/2022, il 13/06/2022, il 25/08/2022, il 10/10/2022, il
23/11/2022, il 22/12/2022, il 27/02/2023. il 01/06/2023, il
22/08/2023, il 16/11/2023, il 14/03/2024, il 11/11/2024 con
correzioni di opzioni di formattazione il 18/11/2024 e il 15/07/2025
In
data 18/02/2014 l'ANVUR ha aggiunto il BTA anche nell'elenco delle
riviste scientifiche di Area 10 (Scienze dell'Antichità,
filologico-letterarie e storico-artistiche). Iscrizione rinnovata il
01/10/2015, 18/05/2016, 7/9/2016, 12/05/2017, il 31/10/2017, il
31/10/2018, il 12/03/2019, il 22/05/2019, il 19/09/2019, il
06/11/2019, 07/04/2020, il 11/08/2020, il 09/11/2020, 28/01/2021, il
06/04/2021, il 18/06/2021. l'11/10/2021, il 09/02/2022, il
13/06/2022, il 25/08/2022, il 10/10/2022, il 23/11/2022, il
22/12/2022, il 27/02/2023, il 01/06/2023, il 05/09/2023, il
16/11/2023, il 14/03/2024, il 11/11/2024 con correzioni di opzione di
formattazione il 18/11/2024 e il 15/07/2025.
La
suddetta registrazione da parte dell'ANVUR del BTA in quanto
rivista scientifica significa che l'autore o l'autrice
dell'articolo del BTA stesso non solo vedono tutelato il proprio
articolo, ma che questo, proprio grazie al riconoscimento dell'ANVUR,
può essere usato nei concorsi della Pubblica amministrazione
italiana in particolare per conseguire l'Idoneità per la procedura
di Abilitazione Scientifica Nazionale (ASN), una volta ottenuta la
quale, può essere chiamato dalle Università che bandiscono i
concorsi nel Settore Scientifico Disciplinare di propria competenza.
Quando
nell'ottobre del 1994 fondai il BTA, esisteva solo l'ISSN –
Internet Standard Serial number ,
in quanto l'ANVUR fu creata successivamente nell'anno 2006, vale
a dire sei anni dopo la Registrazione del BTA al Tribunale di Roma
come plurisettimanale pubblicato nella rete internet.
Per
ottenere dall'ANVUR l'iscrizione del BTA negli elenchi pubblici
delle riviste scientifiche, il BTA si è dovuto dotare dei cosiddetti
Referees che hanno assicurato la Valutazione anonima degli articoli
della rivista in modalità doppia cieca. Vale a dire che il Referee
chiamato a dare la propria approvazione e commento sull'articolo
sottoposto alla sua valutazione, non conosce il nome dell'autore o
autrice dell'articolo stesso e anche l'autore o l'autrice non
conoscono il nome del Referee che consegna la valutazione al
Direttore. Quindi, i contributi, prima di essere trasmessi ai
Referees per la valutazione, sono “anonimizzati”, rimuovendo il
nome dell'autore e i dati che possano permetterne
l'identificazione. La procedura è applicata in modo da garantire
l'anonimato nei vari passaggi. Una volta ottenuta l'approvazione
di 2 Referee e la conseguente Accettazione dell'articolo da parte
del Direttore, il Referee viene a conoscere il nome dell'autore o
dell'autrice, mentre l'autore o l'autrice non sapranno mai il
nome dei loro 2 Referee valutatori. L'Elenco dei Referees del BTA
abilitati viene pubblicato nel sito web della rivista ed aggiornato
ogni anno e ad ogni modifica dello stesso. I primi Referees sono
stati nominati in data 06 Aprile 2012 e l'iscrizione del BTA negli
Elenchi delle Riviste scientifiche di Area 8 (Ingegneria Civile e
Architettura) è avvenuta per la prima volta in data 20 Febbraio 2013
quindi un anno dopo. L'iscrizione del BTA negli Elenchi delle
Riviste scientifiche di Area 10 (Scienze dell'Antichità,
filologico-letterarie e storico-artistiche) è invece avvenuta in
data 18 febbraio 2014.
Con
questo riconoscimento un architetto, un ingegnere, uno Storico
dell'Arte, un Letterato, un filosofo e anche un archeologo, possono
tutti pubblicare un articolo relativo alla propria materia e, una
volta pubblicato, presentare il PDF dell'articolo nei concorsi
della Pubblica amministrazione italiana.
Quindi
la suddetta iscrizione permette il riconoscimento del BTA come
rivista scientifica di classe “B”.
Alcuni
anni fa ho richiesto anche il riconoscimento di rivista scientifica
di classe “A” che dà diritto ad accedere ad una delle tre
cosiddette “mediane” dei concorsi dell'ASN, ma questo
riconoscimento è stato rifiutato perché la rivista telematica BTA è
stata considerata “irregolare”, in quanto ci sono stati mesi in
cui non sono stati pubblicati articoli. In alternativa poteva essere
richiesta al Tribunale di Roma la modifica della Registrazione da
“plurisettimanale” a “semestrale” o “quadrimestrale”, ma
in questo modo la rivista sarebbe stata vincolata alle scansioni
temporali dichiarate al momento della registrazione. Quindi sarebbe
stata preclusa la possibilità, strategica, di pubblicare un
qualsiasi numero di articoli nello stesso giorno.
Credo
che il BTA come si è trasformato fino ad oggi sia un ottimo
compromesso tra le già citate esigenze di dare “voce” ai giovani
e meno giovani autori e autrici e al tempo stesso tutelarne i diritti
di autore.
Per
rendere il più possibile chiaro il processo di scrittura necessario
per accedere agli standard del BTA – Bollettino Telematico
dell'Arte, insieme ai Redattori e ai Referees che le hanno votate,
è stato redatto il Regolamento della rivista nelle forme delle FAQ –
Frequently Asked Questions (Risposte alle domande comuni) che
attualmente è arrivata alla versione del 2 novembre 2024. Ho anche
specificato quali sono i passi da compiere PRIMA di spedire
l'articolo una volta terminata la scrittura dello stesso.
Talvolta
gli articoli del BTA dal formato digitale vengono trasposti su carta
in eleganti pubblicazioni curate da qualificati editori romani che
operano in ambito accademico, come Gangemi, Bulzoni e Campisano.
Gangemi
ha pubblicato nel 2007 su carta patinata con foto in bianco e nero e
a colori il libro sulla Galleria dei Carracci in Palazzo Farnese a
Roma
uscito nel 2004 senza immagini nel BTA .
Bulzoni ha pubblicato su carta patinata, anche questa volta con foto
in bianco e nero e a colori, il libro Icoxilopoli
2. Iconografia delle xilografie del Polifilo
nel 2020
e Campisano Editore ha pubblicato, in una splendida edizione in carta
patinata e foto in alta risoluzione in bianco e nero, Architettura
e Museologia Liquida
nel 2022 .
In
particolare, la possibilità di anticipare su Internet la
pubblicazione degli articoli ha permesso una migliore gestione dello
sharing delle
informazioni contenute negli stessi e così con Architettura
e Museologia liquida è
stato possibile pubblicare un primo studio organico complessivo in
questo campo fino ad allora inesplorato, successivamente
all'invenzione della felice “etichetta” di architettura liquida
di Marcos Novak .
In seguito, sulla scia della pubblicazione di questi articoli del BTA
e del libro a stampa edito da Campisano, sono usciti altri studi
sull'argomento.
E
poi va ricordato per i più giovani, che non erano nemmeno nati a
quella data, che il BTA è stato nell'ottobre del 1994 la prima
rivista telematica di Arte italiana. Tutte le altre riviste
telematiche di Arte italiane sono infatti nate successivamente
all'ottobre 1994.
Ovviamente
devo ringraziare Bo Arnklit che era il SysOp di McLink.it che mi fece
assegnare la email MC6575@mclink.it che conservo ed utilizzo ancora
oggi nel 2025, poi Logan Bentley dell'Ufficio Stampa di Mc
Microcomputer, la rivista cartacea che usciva in edicola ed era
collegata a Mclink.it. Logan Bentley infatti, nell'ultima notte di
Capodanno del 1994, organizzò il primo collegamento telematico del
BTA presso la Galleria d'Arte di Valentina Moncada a Via Margutta
in Roma. Laura D'Andria e Andreina Saint Amour di Chanaz che fornì
il testo per il numero speciale del BTA dedicato all'evento del
Capodanno in Cyberspace (First
Night in Rome) della
già citata Logan Bentley. Maria Filippone Colonna scrisse il 30
Dicembre 1994 il Manifesto programmatico “Arte e comunicazione
creativa” definito più brevemente “Manifesto Permanente su Arte
e Comunicazione”. Il Manifesto si strutturava in un APPELLO per la
scrittura di un “Manifesto permanente su Arte e Comunicazione”,
le ISTRUZIONI PER L'USO, la BASE il primo nucleo del Manifesto in
cui sono esposte le Tesi dei promotori), le DOMANDE, l'INDICE (i
contributi tra i quali Francesco del Drago, articolo n. 72 da Parigi
e Francesco Di Palo, articolo n. 106), i LINKS.
Poi
va ricordato l'Evento speciale del 17 maggio 1995 vale a dire il
“Workshop Arte on-line” nell'Aula Magna dell'Università
della Tuscia a Viterbo che segnò il primo ingresso del BTA –
Bollettino Telematico dell'Arte in un Web
server dell'Università
pubblica italiana.
Serena
Colonna disegnò il logo del BTA ispirandosi ad una grafica
dell'artista futurista Fortunato Depero attualmente conservata a
Rovereto.
Enrico
Cattaneo collaboratore del BTA curò la Redazione delle pagine Web
del primo sito Internet del BTA presentato al Workshop Arte on line
all'Università della Tuscia il 17-05-1995.
Io
curai il progetto generale del primo sito Internet del BTA presentato
al “Workshop Arte on line” all'Università della Tuscia il
17-05-1995.
Gianni
Fallacara & Francesco Scura curarono di Arte on-line, in
particolare, il logo a colori, la locandina del Workshop e il
pieghevole del Workshop.
Un
ringraziamento speciale va alla Prof.ssa Simonetta Lux che accettò
di iscriversi al BTA e ci fece invitare dall'Università della
Tuscia presso cui a quella data era docente quale Professoressa
Ordinaria di Storia dell'Arte Contemporanea prima di ritornare in
Sapienza. Nella sessione di “Introduzione” Simonetta Lux presentò
un contributo intitolato Le
reti dell'arte contemporanea,
pubblicato in rete Internet nel BTA con il numero 83. Roberto Menin,
Ricercatore di Lingua e Letteratura Tedesca presso l'Università
della Tuscia, presentò un contributo intitolato Per
un tessuto connettivo,
che fu pubblicato in rete Internet nel BTA con il n. 84 e io
presentai un contributo intitolato Arte
on line: un network inter-universitario storico-artistico,
pubblicato in rete Internet sempre nel BTA con il n. 85.
Nella
sessione “Arte e Reti, World Wide Web, Editoria Elettronica”
Stefano Lariccia, Responsabile World Wide Web Università "La
Sapienza" presentò un contributo su L'arte
di interconnettere i luoghi d'arte,
pubblicato nel BTA in rete Internet con il n. 86, Enrico Cattaneo
collaboratore del BTA presentò un contributo su Il
World Wide Web del "Bollettino Telematico dell'Arte",
pubblicato nel BTA in rete Internet con il n. 87, Augusto Pieroni,
Segretario Generale dell'Associazione Culturale "L.H.O.O.K.",
presentò un contributo su L'Associazione
Culturale L.H.O.O.K.,
pubblicato nel BTA in rete Internet con il n. 88, Veronica Briganti,
Gianni Fallacara e Francesco Scura, collaboratori del BTA,
presentarono un contributo su Il
pubblico, gli artisti: "Bla Bla Blart",
pubblicato in rete Internet nel BTA con il n. 89,
Il
Ricercatore universitario Gino Roncaglia, Vice-presidente
dell'Associazione Culturale senza fini di lucro “Liber Liber”
presentò un contributo intitolato Per
una biblioteca elettronica: "Il Progetto Manuzio",
pubblicato in rete Internet nel BTA con il n. 90.
Nella
Sessione “Telematica e Tutela” Alfredo Barbagallo, Consigliere
Regionale dell'Associazione Culturale senza fini di lucro “Italia
Nostra”, presentò un contributo intitolato La
collaborazione tra "Italia Nostra" e il "Bollettino
Telematico dell'Arte",
pubblicato in rete Internet nel BTA con il n. 91, Viviana Normando,
collaboratrice del BTA, presentò un contributo intitolato
Prospettiva Genius
Loci, pubblicato in
rete Internet nel BTA con il n. 92, Rosanna Scippacercola,
collaboratrice del BTA, presentò un contributo intitolato
L'Informatica al
servizio della Tutela dell'Arte,
pubblicato in rete Internet nel BTA con il n. 93.
Nella
Sessione “Banche Dati di Archeologia” Stefano Del Lungo,
collaboratore del BTA, presentò un contributo intitolato Prospettive
e ricerche dell'area archeologia: "Progetto Calliope",
pubblicato in rete
Internet nel BTA col n. 94
Infine
nell'ultima Sessione su “Ricerche in corso dell'Istituto di
Storia dell'Arte - "La Sapienza" la Elisa Debenedetti,
Professoressa Ordinaria di Storia dell'Arte Moderna, presentò un
contributo intitolato L'edilizia
minore del Settecento romano nel BTA,
pubblicato in rete Internet nel BTA con il n. 95.
Nel
1996, grazie al professor Francesco Pitocco, Professore Ordinario di
Storia Moderna nell'Università degli Studi di Roma “La
Sapienza”, tutti gli articoli HTML e PDF del BTA vennero pubblicati
nel Web server
dell'Università
degli Studi di Roma “La Sapienza” in una sub-directory riservata
al BTA.
Successivamente
decisi di dare una veste grafica più moderna al BTA e riscrissi
tutto il codice HTML 3.0 della rivista creando anche una grafica
apposita con bottoni e maschere inedite e il giorno di Natale 25
Dicembre 1998 pubblicai la rinnovata versione del BTA. Alessandro
Bucci ci aveva infatti fornito un server
esterno all'Università e, cosa rara per quella data, proprio un
Web server
di classe “.it”, cioè un dominio Internet di primo livello, vale
a dire:
www.bta.it
e aveva fornito degli script
che
gestivano la funzione di ricerca e l'immissione dei dati da parte
degli Uffici Stampa nazionali ed internazionali. La novità più
evidente era la presenza di un “Frontespizio elettronico” a
colori composto da 6 riquadri, di cui 3 grandi superiori con autore,
titolo e fotografia quadrata di 180 pixel per lato e 3 inferiori
senza fotografia con il nome dell'autore e il titolo abbreviato
dell'articolo.
Dall'ingresso
in Internet con un Web
server
“it” di primo livello il 25 Dicembre 1998 inizia l'avventura
Internet autonoma del BTA perché in Sapienza la pubblicazione era
piuttosto macchinosa e io dovevo pubblicare ogni singolo elemento del
BTA tramite FTP e poi rendere accessibile il file in lettura pubblica
tramite la modifica dei suoi attributi in ambiente UNIX. Quindi
pubblicare un articolo era molto faticoso e richiedeva molto tempo.
Invece con il nuovo Web
server
del BTA di primo livello “it” potevo usare, come faccio tuttora,
un semplice client FTP che presenta una GUI grafica a due pannelli: a
sinistra c'è la struttura del BTA di origine su disco fisso locale
e a destra c'è la struttura del BTA di destinazione remota sul Web
server
ed è sufficiente “trascinare” i file con il mouse da sinistra a
destra per pubblicarli. Si possono trascinare singoli file, ma anche
intere directory con la relativa struttura di subdirectory quando
necessario. Per ridurre lo spazio di occupazione su disco nel Web
server
e dunque anche la velocità di upload e download dei file di
immagine, sono stati usati dei file JPG compressi all'80% e le
dimensioni in pixel 1920 x 1080 pixel di altezza che corrisponde alla
qualità dei moderni televisori in alta definizione di primo livello.
Ho usato i client FTP denominati WinFTP in ambiente Windows e, in
ambiente Linux, FileZilla. Adesso uso FileZilla anche per l'ambiente
Windows.
Per
finire, vorrei sottolineare che nessuno strumento informatico e/o
telematico può sostituirsi alla creatività dell'essere umano,
però, al tempo stesso, è bene ricordare che questi semplici o meno
semplici strumenti possono essere adattati alle esigenze dell'essere
umano solo quando gli autori e le autrici degli articoli conoscano
tutte le quasi infinite potenzialità degli strumenti stessi.
Con
questo spirito in Sapienza Università di Roma è stato attivato, a
partire dall'a.a. 2017-2018, un modulo Triennale intitolato
“Robotica Museale”
che adesso è arrivato alla nona edizione e che fornisce agli
studenti e alle studentesse i rudimenti dell'Informatica
Storico-Artistica e della Telematica. Tale Modulo universitario e il
relativo progetto di ricerca sono dedicati alla memoria del Prof.
Corrado Maltese che aveva la cattedra di Storia dell'Arte Moderna
in Sapienza. Egli inventò la Sematometria
che è una Semiologia in chiave numerico-matematica per misurare
l'emissione luminosa dei dipinti di Michelangelo Merisi da
Caravaggio .
In particolare in data 14 Giugno 2016 è stato attivato il Progetto
di Ricerca “CaRoGuiMus9 – Cane Robotico Guida Museale per Bambini
ed Adulti non vedenti” Progetto filantropico di classe “open”
dedicato sempre alla memoria del Prof. Corrado Maltese .
Devo
ringraziare la compianta Nadia Scardeoni Palumbo, collaboratrice del
BTA, che mi fece conoscere a suo tempo l'opera dell'intellettuale
francese Serge Latouche che con i suoi studi sulla così da lui
chiamata “Decrescita serena” ha teorizzato un modello filosofico
di approccio all'ecosistema del globo terrestre che io ho
considerato affine al «Raspberry Pi [che] è un computer a scheda
singola (SBC) [Single Board Computer] sviluppato nel Regno Unito
dalla Raspberry Pi Foundation in associazione con Broadcom. La
presentazione al pubblico è avvenuta il 29 febbraio 2012»
tale SBC è nato nel centro
di ricerca di Cambridge (UK) La Raspberry Pi Foundation ha infatti
sede a Cambridge, nel Regno Unito. L'indirizzo specifico è 37 Hills
Road, Cambridge, Inghilterra, CB2 1NT .
Gli ingegneri della Raspberry Pi Foundation sono riusciti ad
ottimizzare talmente tanto le istruzioni software da riuscire a far
funzionare in architettura ARM (la stessa dei telefonini) un sistema
operativo di classe Debian dedicato con appena mezzo GIGA di RAM e il
cui costo nella versione Zero è di solo 5 dollari statunitensi.
Gli
ingegneri e i programmatori di Windows invece alimentano il ricambio
del parco computer dichiarando obsoleti i computer che non riescono a
gestire il SO Windows sempre più avido di risorse hardware perché
incapace di gestire l'hardware in modo efficiente. Praticamente gli
ingegneri Windows, invece di ottimizzare Windows stesso, chiedono ai
produttori di PC di tutto il mondo di dotare i PC stessi di una
sempre più grande quantità di RAM e di dischi rigidi sempre più
capienti.
Insomma,
appare evidente che la filosofia che sta alla base del Raspberry Pi
Zero (il più semplice ed economico dei Raspberry immesso sul
mercato) corrispondesse al criterio di “Decrescita serena” di
Serge Latouche, mentre, all'opposto la SBC
Italo-aretino-statunitense UDOO corrisponde al modello opposto di
macchina con le risorse massime disponibili e con un costo di vendita
al pubblico molto più elevato.
Usando
i sistemi Linux o Debian sia Intel sia ARM lo studente o la
studentessa si trova in mano un software perfettamente funzionante
senza dover pagare nulla. Purtroppo gli studenti del modulo “Robotica
Museale” non usano quasi mai Linux ma solo Windows o Macintosh.
Il
BTA dovrebbe essere uno strumento di libero accesso, proprio come
Linux, infatti è noto che oggi gli studenti devono acquistare la
licenza di scaricare il PDF di un articolo scientifico dalle grandi
case editrici accademiche del nord Europa che gestiscono questo
servizio a pagamento. Il BTA invece permette una distribuzione
assolutamente gratuita dei suoi articoli nel suo Web
server senza alcuna
registrazione e anche nei Repository gratuiti Academia.edu e
ResearchGate.net
Grazie
al carissimo Alessandro Bucci e a tutti i collaboratori oggi 15
Novembre 2025 il BTA – Bollettino Telematico dell'Arte conta 372
collaboratori che si sono iscritti con il nuovo Regolamento senza
contare tutti quei vecchi collaboratori che hanno sottoscritto il
precedente Regolamento dall'ottobre 1994 fino all'11 luglio 2000,
data della Registrazione del BTA al Tribunale di Roma, i Referees
sono 19 di cui 13 in possesso del titolo di Dottore di Ricerca e gli
articoli sono 989.
Ma
siamo sempre al livello di servizio tecnologico invece lo spirito del
BTA consiste nel fornire al lettore e quindi anche agli studenti e
studentesse, gli strumenti metodologici per comprendere come muoversi
nel sempre più complesso mondo dell'Informatica contemporanea.
Lo
Stato Italiano ha pagato Ricercatori e Professori Universitari per
fare le scoperte che vengono poi pubblicate dai Ricercatori e
Professori stessi in Repository esteri a pagamento quindi i nuovi
Ricercatori e Professori devono pagare per accedere ai contenuti
della Ricerca pagando due volte per la stessa cosa. Evidentemente
questo fenomeno anomalo segnalato dai centri di studio sull'”open
access” è stato per la prima volta nell'ottobre del 1994
contrastato dal BTA con la sua inedita formula del
copyleft/copyright. Oggi, sempre i centri di studio sull'”open
access” summenzionati, suggeriscono ai creatori di contenuti
accademici l'adozione di politiche di pubblicazione dei contenuti
della Ricerca in Repository di libero accesso definiti appunto
“Open”.
Lo
Spirito del BTA è dunque quello di applicare la filosofia “Open
source” in ambito scientifico storico artistico, fornendo, a
studiosi nonché a studenti e studentesse, fin dal primo anno
accademico, gli strumenti per accedere gratuitamente a pubblicazioni
di alto livello e per offrire contributi.
Spero
dunque di essere riuscito, insieme a tutti quelli che hanno creduto
in questo sublime progetto umanistico-culturale storico-artistico e
che ringrazio, a dare il mio personale contributo a questa nobile
causa.
NOTE
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