La Villa Farnesina ed i disegni di celebri artisti fiorentini:
questi elementi potrebbero gustarsi separatamente, data la loro
preziosità, ed invece la Soprintendenza li ha voluti coniugare in
un unico appuntamento.
Per delineare brevemente i pregi della Farnesina, oggi sede del
Gabinetto di disegni e stampe, basterà citare l'opera
dell'architetto senese Baldassarre Peruzzi (autore del progetto
architettonico, della Sala delle Prospettive al primo piano, del
soffitto e del monocromo nella Sala di Galatea al pianterreno),
del Sodoma (con gli affreschi della Sala di Alessandro e Rossane
al primo piano), di Sebastiano del Piombo (autore del solo
Polifemo vicino a Galatea) e di Raffaello (affresco con Galatea
nell'omonima sala al pianterreno) attivo insieme alla sua scuola
(Loggia di Psiche , attualmente in fase di restauro). Tutta questa
pluralità di nomi e di opere è da circoscriversi al
primo ventennio del Cinquecento.
È quindi questo uno scenario più che adatto a presentare una breve ma non per questo meno incisiva panoramica di disegni
eseguiti dai principali artisti toscani a partire dagli ultimi
decenni del Quattrocento per giungere -circa due secoli dopo- al
Seicento inoltrato.
Le opere non sono più di un centinaio, tutte provenienti dal Fondo
Corsini, creato intorno alla metà del Settecento dal cardinale
Neri Maria Corsini, nipote di Clemente VII; essi si sviluppano
all'interno di tre sale. All'interno della prima sono presenti
vari lavori di artisti attivi tra la fine del Quattrocento ed il
primo Cinquecento:il Ghirlandaio, Pontormo, Baccio Bandinelli,
Francesco Salviati, senza dimenticare uno studio giovanile di
panneggio di Leonardo da Vinci, realizzato su carta rosso-cinabro,
veramente magistrale.
Nella seconda sala sono esposte opere databili tra la seconda metà
del Cinquecento ed i primi del Seicento; qui le personalità
maggiori sono Santi di Tito e Giorgio Vasari. Il Cigoli è presente
in questa sezione con un S. Giuseppe realizzato con gessetti
colorati di rara suggestione per le qualità di sfumato raggiunte.
L'ultimo ambiente contiene le opere realizzate durante il secolo
XVII, in piena controriforma: il Volterrano -autore di audaci
scorci e visioni di sotto in su- e G. B. Foggini -celebre
progettista di decorazioni in stucco e pale marmoree barocche
saranno i principali protagonisti del disegno.
Questa esposizione permette di constatare come nell'arco di due
secoli il disegno passi da una concezione esclusivamente
strumentale, tipica del Quattrocento, ad una progressiva
articolazione delle forme e dei chiaroscuri. Si cominceranno a
creare scene di insieme sempre più articolate e ricche di
particolari. E proprio nel Seicento si avrà il periodo di maggiore
sviluppo del disegno, secolo in cui le committenze religiose
saranno sempre maggiori, come maggiori saranno i controlli di
specifiche personalità preposte al controllo dell'applicazione di
ben precise norme di decoro e dignità all'interno delle opere
sacre. Ma anche in ambito non religioso capiterà di imbattersi
in opere fredde e "convenzionali"; ed è proprio in queste
occasioni che il disegno acquista importanza agli occhi dei
contemporanei, manifestandosi come primo sentire dell'artista, in
un operare esente dalle regole del conformismo. E' possibile
anche vedere come lo stesso artista possa alternativamente
realizzare opere appena schizzate o minuziosamente rifinite in cui
spesso lo sfumato non fa affatto rimpiangere la mancanza del
colore. In questa logica ancor più interessante può essere
"La
caduta dei Giganti" di G. B. Foggini che testimonia come nel
Seicento la struttura destinata a contenere l'opera diventasse un
tutt'uno con essa: il precipitare e l'ammassarsi dei corpi dei
giganti è sottolineato dalla monumentalità dell' architettura
e
allo stesso tempo dal suo modellato mosso, possibilità consentita
solo dall'uso dello stucco, materiale che per la sua leggerezza e
versatilità sarà spesso usato anche nel secolo successivo.
Roma, Villa Farnesina, fino al 28 Gennaio
ore 9-13 dal Lunedì al Sabato. Chiuso i festivi.
Ingresso libero.
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